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Autore: Salsero    23/07/2008    1 recensioni
SPOILER HP7
Cosa accade dopo le vicende di Harry Potter? Il male è davvero scomparso del tutto? Come reagirà il mondo magico ad una nuova minaccia? E soprattutto, come reagiranno i figli di Harry? La Nuova Generazione dei Potter contro una fonte maligna che vuole conquistare l'intero mondo magico...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 1

VERSO HOGWARTS

 

 

 

Il vento soffiava forte nei suoi capelli lunghi, scompigliandoli sul suo volto. Il bambino vide i componenti della sua famiglia diventare sempre più piccoli fino a quando il treno non prese la prima curva. Smise di salutare con la mano e rientrò nel corridoio, dove altri studenti erano intenti a cercare degli scompartimenti vuoti. C’erano ragazzi di tutte le età, naturalmente; suo padre gli aveva spiegato che Hogwarts ospitava studenti dagli undici ai diciassette anni.

Fu sbatacchiato da qualcuno intento a passare, ma era troppo felice per arrabbiarsi.

Hogwarts!

Sembrava tutto un sogno. Suo padre gli aveva raccontato che per lui Hogwarts era stata una casa, ma non solo; la scuola aveva assunto anche il ruolo di padre, madre, amica, amore, odio; in poche parole tutto. Ora il ragazzino non vedeva l’ora di entrare a farne parte a tutti gli effetti, partecipare allo Smistamento, entrare nella famosa Sala Grande dal soffitto incantato. Ma soprattutto, e cosa più importante, non vedeva l’ora di imparare, di partecipare alle lezioni, di vivere tutte quelle emozioni che i suoi genitori avevano vissuto durante i sette anni passati nella scuola.

Si accorse che sul suo viso minuto c’era un sorriso ebete e divenne serio. Per qualche secondo si guardò attorno, poi vide suo fratello James scambiare qualche parola con sua cugina Rose. Si avvicinò ai due e batte la mano sulla spalla del fratello.

James si voltò rivelando un viso asciutto e dai capelli scuri e gli occhi castani. Assomigliava molto al nonno, che aveva il suo stesso nome.

“Che vuoi, Al?” domandò James al fratellino.

Albus, abituato ad essere trattato dal fratello con avversione, non ci badò e rispose normalmente. “Vorrei sapere cosa devo fare”

James alzò gli occhi al cielo. “Dannazione, secondo te?”

Albus non rispose.

“Devi cercarti uno scompartimento” sbuffò l’altro.

L’undicenne si guardò attorno. Gli studenti nel corridoio del treno erano quasi scomparsi del tutto nelle cabine. “Si, ma quale? Sono tutti occupati.”

“E che ne so, mica sono il capotreno.”

In quel momento al gruppetto familiare si avvicinò un ragazzo, amico di James. Albus lo conosceva perché era stato a casa sua.

“Ciao, James” salutò il ragazzo. Guardò Albus. “Ciao, Al.”

“Ciao, Peter” rispose Albus.

“Ciao, Thomas” disse James, usando il cognome del dodicenne.

Peter non badò a Rose e parlò di nuovo. “James, ho trovato uno scompartimento vuoto. Turpin e Sloper ci aspettano gia dentro.”

“Okay.” James si avviò insieme a Peter in fondo al treno. Albus fece per seguirli, ma James non glielo permise. “Dove credi di andare?” disse, bloccandolo con la mano.

“Sto venendo con te” si spiegò Al.

James scosse la testa e guardò Peter che lo stava aspettando. “Mi dispiace, ma siamo al completo. Inoltre faresti meglio a cercare uno scompartimento insieme a Rose. Prova con quelli occupati dagli studenti del primo anno. Ti fanno sedere facilmente, per fare amicizia.”

Detto questo, si voltò e seguì Peter lungo il treno.

Albus guardò Rose che osservava la scena con la stessa identica indignazione solita di sua madre. “Non ci credo” disse la ragazzina. “Ti ha abbandonato come se niente fosse.”

Albus decise di non pensarci; dopotutto quello era un giorno di festa. “Non badarci. Vieni, andiamo a cercare uno scompartimento.”

I due cugini si avviarono lungo il corridoio osservando gli studenti all’interno degli scompartimenti. Erano tutti pieni, fino a quando Albus non notò un ragazzino seduto da solo che guardava fuori dalla finestra. Lo riconobbe, era Scorpius Malfoy, figlio di Draco Malfoy ovvero l’acerrimo nemico di suo padre e del papà di Rose.

Al pensò sul da farsi. Gli vennero in mente due opzioni: per prima cosa, entrare nello scompartimento e chiedere, questo lo infastidiva, se poteva sedersi lì. Ciò stava a significare che se Malfoy avesse accettato lui sarebbe stato in debito con lui, cosa che non gli piaceva affatto;

Secondo, sorvolare quello scompartimento e cercarne altri e rischiare di perdere molto tempo inutilmente, per di più trascinandosi i bagagli appresso. Guardò Rose che si trovava in difficoltà a spostare il suo, e si chiese cosa avesse da dire al riguardo.

Prese una decisione.

“Possiamo sederci?” chiese a Scorpius dopo aver aperto la porta.

Il ragazzino alzò la testa e squadrò Al e Rose per qualche secondo. Poi fece una cosa inaspettata: scrollò le spalle e si voltò verso la finestra.

Al guardò Rose. Anche lei scrollò le spalle e posizionò il suo baule sulla rete sopra la poltroncina, con molta difficoltà, come se niente fosse. Il cugino la imitò e prese posto accanto a lei; di fronte Scorpius fissava ancora fuori dalla finestra, senza degnarli di uno sguardo. Passarono secondi di silenzio imbarazzante.

La porta si aprì cigolando. Per qualche istante Al vide solo un carrello pieno di dolci, poi notò l’elfo domestico che lo trascinava; basso, buffo e dagli occhi enormi.

“I signori desiderano qualcosa dal carrello?”

La voce stridula dell’elfo arrivò con un tono servile e umile. Al notò che la creatura indossava una minuscola divisa di Hogwarts e una mini-bombetta nera con due buchi per far uscire le orecchie a punta.

Ad Al quell’elfo ricordava molto quello che aveva a casa, Kreacher.

“Per me una scatola di Cioccorane” disse Rose cacciando qualche moneta dalla tasca.

Al la anticipò. “Lascia, faccio io.” Poi si rivolse all’elfo. “Dammi anche due confezioni di caramelle Tuttigusti +1.”

L’elfo usò la sua manina per prendere i soldi e consegnare la merce ai due ragazzini. Scorpius intanto, dopo aver dato una fuggevole occhiata all’elfo, si era rimesso ad osservare il paesaggio che scorreva fuori dalla finestra.

Rose scartò una Cioccorana e le diede un morso. Poi, inaspettatamente, si rivolse a Scorpius. “Come mai non hai preso niente?”

Al la guardò colpito. Ma che le saltava in mente? Fraternizzava con il nemico? Si preparò mentalmente qualche frase per ribattere all’offesa che sarebbe giunta da Scorpius; passò a rassegna tutti gli insulti fattigli da James nell’arco dei suoi undici anni di vita e trovò quello giusto.

Scorpius si voltò lentamente verso la ragazzina. Si soffermò su di lei per qualche secondo. “Non ho fame” disse, poi si voltò di nuovo verso la finestra. Il suo tono era quasi meccanico, senza espressione.

Al stava per aprire bocca ma si rese conto che Scorpius non se n’era uscito con una qualche offesa, anzi, in qualche era stato gentile, se non vago.

Rose non si perse d’animo. “Io so chi sei. Sei Scorpius Malfoy, il figlio di Draco.”

Al trovò in quell’espressione la stessa sincerità imbarazzante di suo zio Ron.

Scorpius la degnò qualche secondo del suo sguardo stanco.

La ragazzina continuò con il suo interloquire. “Guarda che anche se i nostri genitori si odiano non c’è bisogno che noi facciamo lo stesso…”

Al non ne poté più e afferrò la cugina per un braccio. “Ora basta, Rose, sta zitta.”

La ragazzina si scostò dalla presa, incrociò le braccia e sbuffò arrabbiata, trattenendo le lacrime.

Per il resto del viaggio Scorpius non proferì parola e continuò a vedere fuori dalla finestra. Al e Rose, non sapendo cosa fare, iniziarono una partita a Spara Schiocco e ad altri diversi tipi di giochi. Poi Al fece uscire Rose perché doveva cambiarsi e mettere la divisa di Hogwarts; la ragazzina l’aveva indosso gia da prima di salire sul treno.

Scorpius si cambiò insieme ad Al, rimanendo sempre muto. Quando Rose rientrò e prese posto, parlò con un sbadiglio.

“C-c-che sonno.”

Al non poté fare a meno di trattenere anche lui uno sbadiglio. “Hai ragione” disse. “Questi viaggi in treno sono stancanti. Non capisco perché non usano la magia direttamente per arrivare alla Scuola.”

“È la tradizione” disse Rose. “E, a parte questo, non è possibile materializzarsi nei pressi del castello.”

“Ah, e perché mai, zia Hermione?” la prese in giro Al.

“Lungo il perimetro del castello ci sono delle difese magiche che evitano l’ingresso improvviso di estranei.”

Al inarcò un sopracciglio; a parlare non era stata Rose, che aveva aperto bocca per ribattere, bensì Scorpius, che ora fissava i due cugini con espressione priva di significato.

Rose sorrise. “Esatto.”

Al sentì una strana rabbia salire dentro. Quel tipo di stava prendendo gioco di lui?

“Nessuno te l’ha chiesto” gli disse, scorbutico.

“Albus, smettila” lo rimproverò Rose.

Scorpius rimase impassibile. Al si aspettava una reazione che non venne. Ma allora cosa aveva in mente? Lo guardò con odio, poi sentì la mano di Rose stringergli il braccio.

“Albus, calmati.”

E Al si calmò. Si rimise comodo. Nello scompartimento passò qualche istante di silenzioso imbarazzo, che fu rotto dalla parlantina di Rose.

“Allora, in che casa volete essere smistati?”

Al la guardò di sottecchi, senza però distogliere lo sguardo dal biondo, che li fissava ammutolito.

“Grifondoro” disse il giovane Potter, con voce fiera. “E se non sarò smistato lì, spero tutto tranne che Serpeverde.” Disse quest’ultima parola fissando Scorpius diritto negli occhi azzurri, imprimendo ad essa tutto l’odio che aveva in corpo.

Dall’altro ragazzo non partì reazione se non quando Rose gli rivolse la parola.

“E tu in quale Casa vorresti andare?” chiese la ragazzina.

Scorpius distolse lo sguardo da Al e lo posò su di lei. “Non lo so” disse scrollando le spalle, il tono come sempre meccanico, senza emozioni. “Per me va bene qualunque cosa.” Questa volta nella sua voce c’era qualcosa molto somigliante ad un brivido. “Però mio padre vorrebbe che finissi a Serpeverde, anzi, ne è sicuro.”

Al sbuffò rumorosamente e si preparò a ribattere ma Rose lo bloccò con un’occhiataccia, così Al fissò fuori dalla finestra, ignorando i discorsi degli altri due, che sembravano fare sempre di più amicizia.

Fuori il sole stava calando su un grande lago, dando vita ad un magnifico tramonto che scompariva lontano. Al si perse in quello scenario e non si accorse che gli altri due avevano smesso di parlare da un pezzo, e Rose si era assopita sul suo sedile.

“Non dovrebbe mancare molto.”

Al sussultò. Si voltò di scatto verso Scorpius, che stava fissando a sua volta il paesaggio, poi fissò sua cugina che dormiva tranquilla e con un sorrisetto compiaciuto sul volto. Sorrise a sua volta e si voltò verso Scorpius. Il sorriso scomparì subito.

“Chi te l’ha detto?” chiese scorbutico al biondo.

Lui rispose tranquillo e con un sorriso inatteso. “Mio padre mi ha detto che saremmo arrivati a sera.”

Al non rispose e riportò lo sguardo fuori dal finestrino. Il tramonto era sparito ed in cielo erano rischiarate le stelle. Passarono una decina di minuti silenziosi, tranne che per il respiro regolare di Rose, che continuava a dormire beata.

Poi il treno si fermò. Si iniziò a sentire un rumore provenire dal corridoio fuori lo scompartimento. Al si piegò sulla cugina e la scosse leggermente per una spalla.

“Rosie, svegliati, siamo arrivati” le disse.

Lei sussultò e si mise in piedi, stirandosi la divisa di Hogwarts addosso, sistemando tutte le pieghe che si erano fatte.

“È ora di andare” disse Scorpius prendendo il suo baule dalla retina che si trovava sopra i sedili. Aprì la porta dello scompartimento e si perse nel corridoio insieme agli altri studenti, senza dire un’altra parola.

“Ciao” provò a salutarlo Rose alzando una mano, ma Al gliela bloccò.

“Lascialo perdere, è un Malfoy, capito?”

Rose prese il suo baule e lo gettò a terra con un tonfo. “Questo non centra niente, a me è sembrato un tipo apposto.”

“Sciocchezze” ribatté Al, prendendo il suo baule. “Ora andiamo, finalmente siamo a scuola.”

  
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