Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Ninjaistinct    02/05/2014    3 recensioni
Il passato ritorna sempre, anche quando si pensa che non potrebbe mai farlo.
Un pistolero con un passato oscuro, pronto ad esplodere come una mina che travolge tutto ciò che incontra, perfino un sentimento appena sbocciato che cerca di andare aldilà delle apparenze.
Genere: Romantico, Slice of life, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Excange of Salvage.

 

 

 

Si risvegliò di colpo.

Non riusciva ancora a capire quello che era successo.

In stato assolutamente confusionale cercò di ricostruire ciò che le era capitato.

 

Era appena entrata nel bagno delle donne all'areoporto di Genova e si era trovata davanti una scena sconcertante: una donna sui quarantacinque anni con i capelli biondo chiarissimo stava per essere aggredita da diversi uomini e lei aveva cercato di aiutarla sparando dei colpi con la sua pistola regatale da Jigen, per l'occasione nascosta in una fondina sulla coscia sinistra .

Pensava di averli colpiti o per lo meno lo credeva,

ma ad un certo punto la testa iniziò a girarle...

Ad un tratto realizzò che era bellamente caduta in trappola, e battè un colpo forte sul grezzo pavimento.

Era stata presa in contropiede, proprio lei abituata a calcolare qualunque cosa.

Si guardò intorno e notò una cosa alquanto strana: non era in una cella brutta e puzzolente e tantomeno era incatenata.

Anzi, la stanza dov'era stata portata era alquanto di lusso ed elegante; era certa che qualcuno aveva già pianificato la cosa da tempo.

Questo elemento contribuì a metterle un'impercettibile senzazione di paura.

Troppa eleganza, e sfarzo, qui c'entrava qualcuno di enormemente potente.

Odorò l'inconfondibile fetore che aveva addosso e capì che era stata prelevata dalle toilette dell'areoporto

e portata li' attraverso le fogne.

Qui qualcuno aveva pianificato tutto fin dal minimo ed insignificante dettaglio.

Si convinse che quella donna non era solo una complice; era certa che fosse una delle menti dietro a tutto, troppo precisa e convincente nella parte di donna in difficoltà.

 

Tutto d'un tratto sentì una voce maschile provenire da un altoparlante.

“Signorina Kovalsky, la prego si metta a suo agio, ho bisogno di parlare con lei di argomentazioni...piuttosto valide.”

“E se io non volessi?”

“Direi che a sua vita è appesa ad un filo, come quella del suo compagno, quindi io non credo proprio che voi due siate nella posizione giusta per poter porre resistenza.”

 

La voce che parlava era fin troppo calma, di un calmo minaccioso per i suoi gusti ed infatti nello schermo della grande televisione al plasma venne proiettato una registrazione in erano presenti molti uomini fuori dalla stanza, armati fino ai denti e dotati di autoparlante. Di sicuro stavano aspettando qualche indicazione, probabilmente dalla voce che ora le stava parlando.

 

“Questi fanno fin troppo sul serio, sanno che io e Jigen stiamo insieme” si disse fra se' e se' la giovane.

E all'improvviso collegò il pericolo al turbolento passato del suo uomo e alle sue paure. Allora capì che erano sul serio in una grave situazione di repentaglio della loro stessa incolumità.

“Signorina, si faccia trovare nel mio studio fra mezz'ora. Intanto si rinfreschi pure. Immagino che sarà accaldata e anche in condizioni non proprio presentabili. L'aspetto.”

Chiuse la comunicazione con un tono fermo di chi non ammetteva una replica.

…...................

 

Scese l'enorme scalone insieme alla giovane e minuta cameriera che si era recata da lei per farle strada ed accompagnarla.

Aveva indossato un comodo vestito di cotone bianco scelto appositamente per lei,sobrio e molto elegante, che rispecchiava perfettamente il suo gusto.

“Questi ci hanno spiato, conoscono fin troppe cose di me” pensò mentre la giovane inserviente l'accompagnò davanti all'enorme salone dove intravide un uomo dalla finestra.

Entrò dentro alla sala arredata da lampadari di vetro di Murano, rasi rossi e tappeti di inestimabile valore.

“Finalmente è arrivata, signorina Kovalsky.”

L'uomo si girò e lei ebbe un sussulto al cuore, era la copia di Jigen, con circa quarant'anni di più.

“Non mi sono presentato, io mi chiamo Antonio Accinelli, anche se la mia fama dovrebbe precedere il mio nome.”

 

E all'improvviso collegò tutto: lui era stato il socio dei loschi affari del padre e colui che aveva un conto in sospeso con Jigen, tanto da organizzare tutta questa messinscena.

Ebbe un moto di odio profondo per quell'uomo, ma decise di controllarsi, del resto non era nella posizione di poter recriminare nulla.

“Signorina, lei è il nostro ostaggio di lusso, ma prima avrei una proposta da farle, che secondo me potrebbe valutare attentamente.”

“ La ascolto.”

L'uomo con un gesto della mano allontanò dagli occhi una ciocca di capelli grigi di media lunghezza dagli occhi.

“Lei è fidanzata con Daisuke Jigen, di cui il vero nome è Dean Salvatore Accinelli, nonché unico mio parente in vita.

Lui fino a vent'anni fa faceva parte del mio clan, faccendiere,

guardia del corpo,e erede del mio patrimonio, fino a che ho deciso ad un tratto che avrei cambiato idea.”

Una disgustosa risata rimbombò nella sala e Karen ebbe un conato di vomito che cercò di reprimere in tutti i modi.

“Non era altro che una pedina per vendicarmi del mio debole e insignificante

fratello minore che si era opposto di diventare parte della 'Famiglia'.Gli ho portato via pian pianoil suo adorato figlio maggiore e pupillo, facendolo diventare parte del clan, riempiendolo di promesse.

Ho ferito a morte quella feccia di mio fratello nelle sue convinzioni e non solo, gli ho anche sottratto il suo ristorante che tanto onestamente si era costruito. Mi sono liberato di tutta quella debole stirpe e in piu' sono diventato ricchissimo.”

 

Dovette sforzarsi di non sfoderare la pistola e centrarlo come un colabrodo.

“Però una cosa è sfuggita al mio controllo, mio nipote è sopravvissuto all'agguato ed è diventato il fuorilegge che è ora, si è alleato con Lupin ed è diventato ricchissimo. Personalmente se è vivo o morto non me ne importa più di tanto, ma il tesoro del clan, è immenso.”

Mentre gli occhi gli brillavano di sporca cupidigia, strinse i pugni.

“Ed io cosa c'entro in tutto ciò?”

 

“Lei, signorina può scegliere di essere un' ostaggio, ma si dimentichi il lusso, l'eleganza e questo trattamento di favore, oppure collaborare.

Lei ha una laurea ingegneria nucleare ed una in ingegneria informatica, sono convinto che lei può tranquillamente trovare il modo di creare un programma che possa accedere ai controlli blindati dei conti bancari di Lupin e soci, le ricordo che il suo amato compagno le ha ucciso il suo adorato padre, quindi la scelta le dovrebbe essere facile.”

 

Le si avvicinò e le disse in un orecchio “Sa, io poi voglio avere una prova della lealtà delle persone con cui ho l'onore di fare affari.” e con un gesto le sistemò la spallina del vestito, dandole poca immaginazione a ciò che intendesse.

Questo era troppo per lei.

Però tutto d'un tratto capì che poteva scoprire molte cose e che specialmente avrebbe salvato la vita a Jigen, prendendo quella decisione.

Se l'avessero scoperta sarebbe morta, ma non le importava, la vita del suo Daisuke era più importante di qualunque cosa.

Avrebbe avuto la possibilità di distruggere dall'interno quel sistema corrotto,

Jigen magari non l'avrebbe più amata, ma l'importante era salvargli la vita e scoprire finalmente tutta la verità su quella storia.

Solo così avrebbe avuto la possibilità concreta di farlo.

“ Accetto. Del resto lui ha ucciso mio padre.”

 

Spostò le spalline del vestito sfoderando la voce più sensuale di cui era capace.

…....................

 

 

Si guardò allo specchio e rimase disgustata dall'immagine che vide.

Si fece nuovamente la doccia per cancellare il fetore della colpa che aveva addosso

Si era concessa ad un mostro: che quanto era raffinato ed elegante nella vita di tutti i giorni, era brutale e dozzinale nella sua vita intima.

Nonostante fosse lo zio, contrastava con la dolcezza che Jigen riusciva ad infonderle, con una semplice carezza.

Si guardò allo specchio e si sentì sporca. Non si sentiva migliore di Fujiko, ma doveva farlo.

Avrebbe rischiato la vita con quel doppiogioco, ma amava Jigen.

Ad improvviso le vennero in mente i suoi grandi occhi nascosti dietro il cappello, due perle nere che si addolcivano solo quando guardavano lei.

Le scese una lacrima pensando che l'avrebbe deluso e che lo avrebbe perso, ma doveva farlo.

Subito dopo si asciugò col dorso la lacrima assumendo un'espressione di ghiaccio.

Ne sarebbe valsa la pena.

 

 

Eccoci qua con l'ultimo capitolo fresco fresco di scrittura.

Spero vi piaccia, ora i giochi si stanno facendo piuttosto interessanti.

Buona serata a tutte! :)

Elisa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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