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Autore: Tomocchi    03/05/2014    9 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 28
Strani film, strana gente

 

 

 

 

 

Provincia di Dublino, Casa O’Moore, Domenica pomeriggio.

L’incubo non era ancora finito.
Dopo la festa di San Patrizio era stato tutto troppo tranquillo per ben due settimane.
Una cosa strana, in effetti. E per quello aveva abbassato la guardia.
Da tener conto poi che era ben rimbambito da Jackie… e quello l’aveva fregato.
Dannazione!
Era seduto sul letto nella camera della brunetta, una mano nell’altra con gli avambracci posati sulle gambe, che rifletteva.
“Allora, Niky, hai capito la trama di Hunger Games?”, domandò Jackie, sventolandogli davanti i tre libri della saga di Suzanne Collins.
“No.”
La ragazza si passò una mano sulla faccia.
“Allora… da capo. Katniss Everdeen è una comunissima ragazza del distretto 12…”
“Io non ho ancora capito perché la nazione in cui vive è divisa in distretti.”
“Perché, perché, perché… Si sono ribellati! È ambientato in una ipotetica America post –apocalittica, la nazione ora si chiama Panem, con capitale una città chiamata Capitol City…” spiegò Jackie, interrotta subito dal vampiro.
“Che fantasia…”
“Uffa, Nik, smettila! Insomma, fammi finire! E, alle sue dipendenze c’erano tredici distretti, ognuno con un determinato lavoro da svolgere… Però a un certo punto a loro non stava più bene e ‘sti distretti si sono ribellati… sono stati sconfitti e il tredicesimo è andato distrutto…”
“Ma scusa – intervenne ancora Niklas – e a nessuno importava? Cioè, vuoi dirmi che in quel mondo esiste SOLO Panem? Le altre nazioni se ne fregavano? E soprattutto…”
“NIK! Fammi finire! E per questo Capitol City diede vita agli Hunger Games… e ora ascoltami bene che è complicato.
In ogni distretto scelgono a caso, tramite estrazione di bigliettini, un ragazzo e una ragazza. Questa coppia viene portata in treno fino a Capitol City, vengono tirati a lucido – ognuno di loro ha uno stilista personale – e poi vengono buttati in un’arena piena zeppa di insidie...”
“Jackie, è una storia da malati mentali, te lo dico subito. Mi spieghi quale persona sana penserebbe, scriverebbe e pubblicherebbe una cosa simile? Ti giuro che ho i brividi! Sadismo allo stato puro, ecco cosa! Come fate tu e quella squinternata di Leenane ad adorare una ro… AHIA.”
“Non parlar male di HG! E non parlar male di Lee!”, lo pizzicò subito la bruna, le guance gonfie da criceto mentre difendeva la sua migliore amica.
“Chi parla male di me?” Leenane fece il suo ingresso nella camera con un sopracciglio alzato, le braccia conserte.
Ora la ragazza non aveva più i lunghi capelli castano chiaro raccolti in una coda, ma li aveva lisci, sciolti e di un biondo quasi bianco con del blu sfumato sulle punte.
“Ma guarda… ti avevo fatto un così bel taglio sei mesi fa… ma ti guardi mai allo specchio?”, commentò, avvicinandosi al vampiro e iniziando a passare le mani tra i suoi capelli, come a saggiarne la consistenza e vedere se poteva fare qualcosa.
“Sembrano peggio della foresta amazzonica… Ma, Jackie, non gli dici nulla? Non dovevi bacchettarlo per tenerlo in ordine? E poi…” Alla ragazza si assottigliarono gli occhi, tanto da sembrare una piccolissima fessura “… è lui quel cretino che stava con la gnocca della tua classe vero? Quella sgualdracca dai capelli rossi e brutti, giusto?”
Jackie sorrise un po’ forzata, come se si sentisse in colpa, e Niklas la guardò confuso, senza capire.
Come faceva a sapere che era stato con Rogan? E cosa importava questo con i suoi capelli?
“Sì, sono io.”, mugugnò, togliendosi le mani dell’altra di dosso: “E sto benissimo così. La pazzoide è contenta, io sono contento, felici tutti.”, concluse, abbassando appena la testa.
In effetti aveva smesso di rimproverarlo per il suo aspetto fisico, non lo tartassava più come all’inizio, questo gli andava più che bene.
Leenane lo osservò ancora, prima di voltarsi verso l’amica.
“Jackie, sicura? Non vuoi che gli dia una spuntatina? Sai che porto sempre dietro gli attrezzi, in caso…”

***

Jackie sobbalzò, colta di sorpresa.
Da una parte amava, oh, se amava, affondare le mani in quei capelli, stringerli forte o scompigliarli un poco, memore di quell’ultimo bacio dato a San Valentino un mese e mezzo prima; dall’altra, era quasi tentata di approfittare dell’offerta della sua parrucchiera di fiducia, che, anche se non aveva ancora finito la scuola, era già una stella nascente nel suo campo.
Si mordicchiò il labbro inferiore con i denti, indecisa, sentendo addosso lo sguardo di Nik – che sembrava pregarla di lasciarlo così – e quello di Lee, sul cui volto appariva un sorrisetto sadico: solo lei e Stoyán – forse pure Charlotte – sapevano della sua cotta per quel nerd austriaco, e di quanto ci fosse stata male quando lui si era messo con Rogan.
Un periodo buio che proprio non voleva ricordare…
L’amica stava solo tentando di proteggerla; probabilmente ancora non si fidava di Niklas e non voleva rivederla in quello stato, solo quello.
Anche se quel sorrisino indicava vendetta. Magari con un taglio orrendo.
Sospirò pesantemente, lanciando un’occhiata all’orologio.
Era pomeriggio, quasi dimenticava che a momenti sarebbe iniziata la sua nuova serie preferita sui vampiri.
“Lee! Sta per iniziare L’esercito di Tarquin1! Lo guardi anche tu, giusto?” domandò, alzandosi in piedi di scatto.
L’amica sgranò gli occhi: “Certo! Per chi mi hai preso? Mi piace un botto!”
Vide Niklas alzare gli occhi al soffitto e sospirare di sollievo, prima di scendere le scale con l’amica e raggiungere il salotto per potersi spaparanzare sul divano tranquilla, pronta a godersi la puntata.

“Aww, ma quanto figo è Kieron? Interpreta Tarquin in modo sublime! Spero di avere presto anche il suo poster autografato!” cinguettò Jackie, agitando le mani chiuse in pugnetti.
“Sono d’accordissimo! Dio mio, è quasi più figo di Pattinson… e ce ne vuole!” rispose Leenane, entusiasta.
“Andiamo… non dire assurdità.” borbottò Niklas, seduto sui gradini, che era sceso solo a fine puntata per evitare i gridolini isterici e altro.
“Quali assurdità? Edward Cullen è il vampiro più figo in circolazione! Solo dopo di lui tutti gli altri sono spuntati fuori!” ribatté Lee, inferocita.
“Certo, quello non lo nego.” assecondò il moro, alzando le mani davanti a sé. “Da quando è uscito Twilight, improvvisamente tutto ciò che ha a che fare con i vampiri è osannato… non lo nego.” continuò, prima di guardare Jackie in modo significativo.
Se lei non avesse avuto quella passione, le loro vite non si sarebbero mai incrociate, nemmeno per sbaglio.
Lei arrossì appena, prima di venir presa per le spalle dall’altra ragazza: “Ehi, sveglia! ‘Sto qui stava insultando il nostro Edward e tu non hai fatto una grinza! Stai bene? Sei sicura di voler venire, questa sera?”, domandò, preoccupata.
La sua Leenane… che cara.
“Tranquilla, tranquilla, ero sovrappensiero… certo che vengo! E anche Nik viene.”
Quella sera in un cinema della zona avrebbero messo ‘Hunger Games’ e ‘La ragazza di fuoco’ in proiezione, i primi due capitoli cinematografici della saga ormai famosa in tutto il mondo.
Ma la cosa emozionate era che Nik sarebbe venuto con loro.
L’austriaco era passato per vedere come stava, proponendo qualcosa da fare insieme, e lei ne era rimasta piacevolmente sorpresa, tanto che sul momento non era nemmeno riuscita a rispondere.
Quando lui aveva schioccato le dita davanti ai suoi occhi, si era ripresa e aveva risposto che quella sera lei e Lee sarebbero uscite.
Con tanto di interrogatorio.

“Dove andrete?”
“Al cinema Nik, danno HG uno e due…”
“Acca che?” Lo sguardo confuso era comprensibile.
“Hunger Games… abbreviato in accaggì. Lee mi ha detto che il 13 aprile dovrebbe… dico, dovrebbe uscire il trailer di Mockinjay Parte 1 e quindi volevamo fare un piccolo ripasso…”
Il moro si era guardaro i piedi, pensieroso, prima di rispondere. “Ho capito… Allora… sarà per un’altra volta.”
Era arrossita ancora, il cuore che pareva volerle scoppiare nel petto.
“Perché… perché non vieni anche tu, Niky? Tanto non c’è bisogno di aver letto i libri o altro, al massimo ti posso dare un’infarinatura… e aww, se diventassi come Peeta o Gale…” aveva proposto, con un ampio sorriso, citando i due protagonisti maschili della storia.
“Non sarò tipo… di troppo?” sembrava esitante. E Diamine se era carino!
Quanto avrebbe voluto saltargli addosso e riempirlo di baci… dannati ormoni del cavolo.
“Ma figurati! Anzi, ti potrebbe essere utile per la tua crescita personale, anche questa è cultura!” aveva squittito con voce acuta, sparando motivi a casaccio tanto per convincerlo a venire.
Però lo voleva dannatamente al suo fianco, passare del tempo con lui.
Lo vide fare un sorriso sghembo, o un pallido tentativo.
“Ok… allora vengo.”
Jackie aveva sorriso ancora più ampiamente.
“ Ovviamente, paghi tu il biglietto per me, vero?”

Quell’ultima uscita del moro aveva rovinato un po’ l’atmosfera… ma in effetti il suo conto piangeva, praticamente a secco.
Chissà quando si sarebbe deciso a lavorare.
“Oh, no. Davvero viene anche lui? Guai a te se apri solo un po’ quella boccaccia impudente.”, sibilò la biondina, agitando l’indice contro di lui.

***

Era lì solo per Jackie.
Ed era solo perché voleva bene a Jackie, che non avrebbe tirato qualche scarpa o l’intero divano in faccia a Leenane.
Capiva perché erano amiche… L’acidità della parrucchiera era proporzionata alla pazzia della brunetta. Andavano a braccetto, insomma.
A quell’ultima accusa aggrottò la fronte, senza capire il riferimento.
“Boccaccia impudente? Ma almeno sai cosa significa? O usi paroloni a caso?” rispose, seccato da tutta quella avversità nei suoi confronti.
“Certo che lo so!” sbottò la ragazza, sentendola poi sibilare qualcosa come “finché vai in giro a baciare povere ragazze senza chiedere” e facendolo imbarazzare un po’.
Probabilmente si riferiva a quei due baci dati a Jackie, a Natale e a San Valentino.
Baci che erano accaduti quasi per caso… desiderati, dopo, ma iniziati per caso sì.
La prima volta per il sangue, la seconda per farla stare zitta – era stata quasi una cosa naturale, come se fosse stato un saluto che erano soliti scambiarsi.
Sapeva anche lui quanto era sconveniente e non propriamente etico una cosa simile, solo che non aveva ancora trovato il coraggio di chiedere alla brunetta di uscire seriamente, di mettersi insieme e… vivere.
Non ci riusciva, qualcosa lo bloccava sempre.
A cominciare da quella frase pronunciata dall’amica cinque mesi or sono: “Ah! Ma figuriamoci! Io amo solo Harry degli One Direction!! È assurdo pensare… andiamo dai!”, che lo faceva sentire inadeguato e indesiderato.
Trovava assurdo il potersi innamorare di lui.
Certo era un controsenso, visto che all’epoca lo stava aiutando proprio per far sì che Rogan si innamorasse di lui… però…
Maledizione, quelle paranoie gli procuravano un tremendo mal di testa.
L’amore… solo fonte inesauribile di grattacapi!
O forse valeva solo per lui, visto con quanto entusiasmo ne avevano parlato artisti e poeti nei secoli dei secoli. Amen.
Si passò stancamente le mani tra i capelli, per ora salvi dalle forbici della parrucchiera acida, e cercò di tornare con i piedi per terra.
Non voleva rovinarsi la serata. Aveva deciso di voler passare del tempo con Jackie a suo rischio e pericolo, aveva voglia della sua petulante presenza e nulla l’avrebbe fermato.
“Comunque mi ripeto… Guai a te se apri la tua bocca durante la proiezione… Hunger Games è il mio libro preferito, e….”
“Ah, ora capisco tante cose…” Trama da pazzi sadici, fan con altrettanti problemi simili.
Jackie amava Twilight, ed era allegra e scoppiettante, luminosa tanto quanto quel vampiro che brillava al sole.
Leenane amava Hunger Games, ed era acida, sadica –con quelle forbici – e combattiva, proprio come la protagonista. O almeno, Jackie l’aveva descritta così. Forse.
“Cosa vorresti insinuare?”, domandò ancora la biondina, stringendo i cuscini del divano tra le dita.
“Che sei mestru…”
“Basta!”, intervenne Jackie, con gli occhi lucidi.
“Lee, Niky è mio amico, mi fido di lui ed è un bravo ragazzo. Niky, Lee è mia amica, da molto più tempo di te, fin dall’asilo! E voglio bene a tutti e due, tantissimo, quindi smettetela, ora e subito.”, si impuntò, con le guance gonfie.
In effetti…
Sospirante, il vampiro si grattò la nuca, cercando le parole giuste da usare.
“Sì, vabbeh. Usciamo? A che ora è la proiezione?”, domandò, per sviare il discorso in qualcosa che di più tranquillo.
“Usciamo tra un’ora…”, borbottò Leenane, fissandolo male.
Maledizione. Un’altra ora…
“Ah! Possiamo vedere le vecchie puntate di L’esercito di Tarquin! Te lo avevo detto che avevo comprato il cofanetto dei dvd della prima stagione?”, cinguettò Jackie rivolta all’amica, che si dimostrò entusiasta.
“No! Ma dai, metti su, metti su!”
Maledizione. Un’altra ora piena di torture.
Sì, era masochista. Ma masochista forte…

Finalmente erano usciti da quella casa degli orrori.
Doveva ammettere che quella serie era qualcosa di diverso: parlava di un vampiro cattivo che reclutava gente a destra e manca… appunto L’esercito di Tarquin.
Almeno non erano i soliti vampiri dolciosi e affascinanti che usavano tecniche di abbordaggio così penose da far invidia persino a Stoyán… dove tutto girava sempre su “Allora, quale vampiro si farà la figa di turno?” e lo trovava degradante.
Le donne si lamentavano spesso che venivano considerate sguattere o prostitute?
Beh, la sua specie si lamentava di quelle assurdità che vendevano alla gente. Certo, opere di fantasia ma… che fantasia!
Avevano ben altro da fare che correre dietro alle ragazzine…
Certo, lo stava facendo anche lui in quel momento, ma solo dopo secoli di solitudine.
Se lo poteva permettere.
Ecco.
Con uno sbuffo calciò un sassolino, in attesa che il piccolo cinema della città aprisse.
Erano arrivati con un paio di minuti in anticipo, e aspettavano solo l’apertura: a far loro compagnia c’era una piccola folla composta da sei ragazzine e un paio di ragazzini tutti eccitati.
Finalmente un addetto brufoloso aprì le porte ed entrarono nella piccolo atrio per prendere i biglietti ed eventuali leccornie da mangiare durante la proiezione.
Jackie pagò per entrambi, e insieme percorsero il corridoio che li avrebbe portati nella sala in cui avrebbero visionato i film.
Presero posti vicini e si accomodarono, le luci ancora accese in attesa che tutti gli spettatori arrivassero.
Dopo quelli che parvero interminabili minuti, nella sala calò il buio e Hunger Games iniziò.
Niklas fissava annoiato lo schermo: le sue ultime esperienze col cinema non erano state granché.
American Hustle con Rogan era stato di una noia mortale, maledetta la volta che non si era impuntato per Capitan Harlock…
L’ultima volta, alla festa della donna, aveva guardato Casablanca con Charlotte, Taylor e proprio Jackie.
Avrebbe voluto sedersi vicino a lei, con nonchalance, ma quel deficiente dai capelli color sabbia si era messo in mezzo e aveva dovuto sorbirsi tutti i suoi commentini.
Inutili erano stati i calci della vampira francese per zittirlo, così come il suo ultimo e disperato tentativo con una proposta di cambiar posto e sedere così vicino alla brunetta.
Poteva essere una buona occasione per cingerle le spalle, fare un po’ il romantico senza pensarci troppo… e invece erano riusciti a rovinare la serata.
Sbadigliò, tornando a fissare lo schermo senza troppa convinzione, cercando di capire in che punto erano.
Oh, no. Quella sullo schermo era Jennifer Lawrence. Solo che in American Hustle era bionda, lì era castana… ma recitava dappertutto? Era peggio del prezzemolo. Ovunque.
Le palpebre divennero pesanti, il ritmo del film era lento per i suoi gusti e quasi freddo.
Avrebbe chiuso gli occhi per un attimo, tanto nel buio non se ne sarebbe accorto nessuno.

***

Jackie voleva sotterrarsi per la vergogna.
Porca miseria, non era possibile una cosa del genere.
Niklas si era addormentato e il peggio era che stava russando con la testa appoggiata sulla sua spalla.
Altro che baci, al momento avrebbe voluto tirargli un bel pugno in faccia e ficcargli il paletto nel cuore.
Leenane fumava di rabbia, tirava qualche calcio al vampiro ma questi non muoveva un muscolo.
E parecchie persone avevano iniziato a lamentarsi: avevano ragione, ma allo stesso tempo le trovava fastidiose e voleva che smettessero.
“Nik… Nik… Niklas, capperi, sveglia! Reiter, svegliati! Non ti do più il mio sangue, eh!” lo minacciò, dandogli qualche spallata.
Alla fine si avvicinò la maschera brufolosa che aveva aperto il cinema.
“Ehm… signori, devo chiedere di andarvene… disturbate gli altri spettatori e non rimborsiamo i biglietti.” spiegò loro, imbarazzato a sua volta.
Jackie si alzò, a testa alta, prendendo Niklas per un braccio per trascinarlo fuori e, solo in quel momento, il vampiro si svegliò, intontito.
“Dove sono?”, biascicò, cercando di indentificare il luogo in cui era.
“In un mare di guai.”, sibilò la brunetta, inviperita.

Una volta fuori, Niklas aveva subìto una bella lavata di capo, sia da Jackie che da Leenane.
Lui si era limitato a sbuffare per tutto il tempo, probabilmente pentito di non essere rimasto a casa a giocare al computer.
La brunetta era praticamente con le lacrime agli occhi: “… Non hai la minima idea di come mi sia sentita, di quanta vergogna ho…”
“Scusa.” la interruppe il vampiro, con una semplice parola.
“Scusate, davvero. Non avrei… dovuto accompagnarvi. Non credevo che… sarebbe finita così. Mi dispiace.” ripeté, con le mani in tasca e il tono davvero colpevole.
Jackie rimase zitta, senza aggiungere altro.
Si era scusato. Si era scusato, quindi non meritava altre parole.
Alla fine era anche colpa sua: lei lo aveva convinto a venire, sapendo bene che non era il suo campo, lei aveva insistito invece che rispedirlo a casa…
Lui non era un ragazzo come tutti gli altri, che sopportava la fidanzatina di turno; non era il solito vampiro, quello pieno di fascino e talmente effeminato da far pensare male.
No, lui era diverso.
Era suo amico, aveva tentato di accontentarla sempre nel suo possibile; evidentemente questo film era troppo.
Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, esausta.
“Va bene, Niky… scuse accettate.”
“Ma come? Jackie, sul serio, questo tizio è…” ribatté subito Leenane, ma l’altra la fermò.
“Lee, per favore, basta così. Gli ho chiesto io di venire, ha… fatto uno sforzo. Scusa, Niky.”, mormorò a sua volta, a testa bassa.
“… Jackie… quasi non ti riconosco più.”, commentò colpita la biondina, sorpresa.
“Sei maturata.”
“Dici?”, bofonchiò, poco convinta. Si sentiva sempre la solita bimbaminkia ignorante.
“Per una volta sono d’accordo con lei.”, aggiunse il moro, indicando Leenane “Mesi fa mi avresti impalato per un atteggiamento simile…”
Sorrise appena, riconoscendo la verità nelle loro parole.
Chissà…
“Comunque non mi arrendo! A casa ho i dvd. Certo è una bella esperienza al cinema, ma dobbiamo continuare la visione!” Se ne uscì subito l’aspirante parrucchiera, recuperando un po’ di entusiasmo.
“Va bene, io ci sto. Nik?”, domandò Jackie, un po’ speranzosa.
Magari questo giro non si sarebbe addormentato.
Lui la fissò.
La fissò ancora.
E sospirò, arrendevole.
“Ma nemmeno da morto.”, rispose stizzito, con le mani in tasca.
“Ci vediamo domani a scuola.”, salutò, facendo dietrofront per andare a casa.
“A domani!”, salutò Jackie di rimando, divertita.
Il suo Nik… non sarebbe cambiato mai.

 

 

 


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1L’esercito di Tarquin: serie tv all’interno della storia “La principessa Zaffiro” di Soheila… una storia che vi consiglio di leggere *-* <3

Parla Tomocchi: capitolo nuovo ancora di sabato (domani abbiamo una comunione asrghhh), un capitolo un po’ di passaggio mi sa… per far vedere che però… però… però… la nostra Jackie è maturata u.u qua si conosce un po’ meglio Leenane… a me fa morire x°D voi?Fatemi sapere! <3
Sul gruppo FB è stato indetto il sondaggio di Mr e Miss Another Way :D
Infine, vorrei ringraziare le persone che fanno ancora le domande su Ask (colei/colui che ha chiesto Taylor coi bigodini ad esempio, ed Ene <3), poi nike97 per aver messo la storia nelle seguite, poi PinkyRosie, Kleis, Bijouttina, DarkViolet92, EvilDevil, Mojita_Blue e Soheila per aver recensito! <3 Grazie, grazie, grazie, grazie anche a tutti voi che leggete <3
E alla prossima *-*/

 

 

 

   
 
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