Note: Ebbene sì, incredibile ma vero, sono tornata con l’ultimo capitolo della mia prima Drarry…
Lo so che ci ho messo ventisei mila anni e giuro che mi dispiace, ma tutto di un colpo non sono più riuscita  mettere giù mezza riga… Spero di riuscire a rimettermi al lavoro :) Intanto ditemi cosa ne pensate!

Di pregiudizi e desideri

Arrivò circa 10 minuti prima della mezzanotte.
Giusto il tempo di prepararsi e sistemare la stanza a suo piacimento.
A guardarla con attenzione era l’esatta copia della sua camera da prefetto a Serpeverde, ma quel verde, quel verde non era lo stesso delle sue lenzuola… era il colore degli occhi di Potter!
Dannazione!
Cercò inutilmente di cambiarlo eppure la stanza non reagiva alla sua volontà.
Smise di combattersi, aveva bisogno di temo per una strategia.
Gli parve subito ovvio che sarebbe dovuto essere lui ad attirarlo, San Potter era troppo innocente anche solo per pensare di metterglielo dentro senza una lunga opera di convincimento.
E pensando a Potty il cavallo dei suo pantaloni già cominciava a tirare.
Si osservò attentamente ad uno specchio appena apparso, osservando come quei pantaloni scuri gli facessero un culo stratosferico, come la camicia fasciasse perfettamente le spalle, i bicipiti e i fianchi stretti.
Gli venne voglia di slacciarsi un’altro bottone per mettere ancora più in mostra la pelle candida del petto.
“Tutto questo è troppo da finocchio, cazzo!”
Ma non c’era tempo per pensare ad altro perché, la porta si stava aprendo e San Potter stava finalmente arrivando, dritto tra le sue gambe.
Malfoy cercò di reprimere il brivido intimo che lo colse mentre, lento e insinuante, si avvicinava al Grifondoro, mentre si premeva contro il petto del moro e finalmente si fiondava sulle sue labbra guidandogli le mani a stringergli i fianchi.
Cazzo. Gli veniva da gemere come una puttana solo per un bacio!
Si strinse ancora ad Harry, strusciandoglisi addosso mentre, eccitato all’inverosimile, lo trascinava verso il letto.
Il primo ansimo gli scappò quando Potter gli morse il collo, poi quando lo sentì leccargli lo sterno.
Il primo vero gemito gli scappò quando Potter, solo in boxer, spinse con il bacino in mezzo al suo culo.
Se avesse avuto meno orgoglio, Draco avrebbe urlato.
“Oh Merlino! Potter, ficcamelo dentro in fretta!” ascoltandosi si credette Pansy, e si fece quasi schifo.
Ma, cazzo se stava godendo!
Godeva delle spinte di Potty contro il proprio culo, del suo petto contro la schiena, delle mani della sua nemesi che stringevano il suo cazzo trascinandolo nell’orgasmo più sconvolgente della sua fottutissima esistenza.
Godere.  Fissava il soffitto della sua camera senza vederlo.
Scopare. C’era solo l’immagine di Potter con i capelli bagnati di sudore, il respiro affannato e gli occhi persi a contemplare gli ultimi secondi di piacere. 
Cazzo. Gli veniva duro al solo pensiero, al solo ricordo
Si alzò di scatto, dirigendosi di nuovo verso la stanza delle necessità e la trovò trasformata in un bagno, con una vasca immensa.
Potter, nudo e immerso, dava le spalle alla porta.
Cazzo. E non gliene fotteva niente delle ragioni. “Sono un fottuto gay di merda!” e ghignò.