Ero persa nei miei pensieri quando mi resi conto della persona che era a pochi passi da me. Era in piedi,vicino ad un muro,con le braccia conserte a guardare il vuoto o la strada che aveva davanti. Non sapevo cosa fare,se continuare a camminare e passargli accanto o tornare indietro e ritornare quando se ne sarebbe andato.Optai per la prima,ma poi me ne pentì,ma era troppo tardi,sarei dovuta passare a tutti i costi oppure avrei fatto una figura di quelle mai viste. Continuai a camminare,avevo le cuffie nelle orecchie,con la canzone Two Pieces di Demi Lovato. Abbassai la testa,non volevo incontrare i suoi occhi,mi trasmettevano paura. Si, Miley aveva paura,ma non di un semplice ragazzo o signore,ma bensì di suo padre. Lui è uno di quelli che se la prendono con i più piccoli,uno di quelli che ti menano senza paura di niente,che ucciderebbero anche. Uno di quelli che chissà quante ragazze si sia fatto ma non gli importa di causare dolore,perchè lui vive di ciò. Vive del dolore altrui. Io dovrei odiarlo,ma era pur sempre mio padre. Aveva lasciato mia madre quando io ero piccola,avevo all'incirca cinque anni. Il giudice disse che sarei dovuta restare con mamma finchè non avrei compiuto i 18 anni,ma lui non aveva mai accettato ciò,infatti insieme all'avvocato era riuscito a cambiare atto. Sarei restata con mamma fino ai 18 anni,ma ogni fine settimana lo avrei trascorso a casa mio padre. Lui viveva in una villa, non da solo ovvio. Ogni fine settimana c'èra una ragazza diversa. E non voglio parlare delle urla che si sentono ogni notte. Ecco,questo è mio padre. Anche se ha 30anni,lui è sempre lo stesso. Non capisco perchè la mamma abbia scelto lui,ha sempre detto che prima non era cosi, che prima era diverso. E allora,chi è stato a cambiarlo? Avevo indagato un pò nella sua vita privata ma non avevo trovato nulla.Continuo a camminare, i pensieri affollano la mia mente e non mi accorgo di averlo già sorpassato e di aver finito di ascoltare la mia playlist. Torno alla realtà solo quando mi accorgo di alcune voci. Mi giro e trovo mio padre,se cosi si può chiamare,e mio fratello litigare. Ecco un altro punto. I continui litigi. Non ho mai capito il perchè ogni volta litigassero,forse perchè aveva lasciato e fatto soffrire la madre,o forse per me. Non mi avvicinai a loro,ma bensì continuai a camminare. Mi voltai solo quando mio padre mi chiamò.
'Miley.'
Mi voltai.
'Vai a preparare la borsa. Su,è tardi.'
Si già,erano le 18.15, era in ritardo. Sicuramente aveva un altro appuntamento.
Mi voltai di nuovo e tornai a casa.Corsi in camera a preparare la borsa.Se solo avrei perso un minuto in più mi avrebbe picchiata. Eh già. Lui mi picchia,ma nessuno lo so. Nemmeno mia madre o il mio fratellone adorato.Tornai in cucina dove trovai mia madre. Mi stampò un bacio sulla guancia e mi augurò un buon weekend. Si,sarà un bellissimo fine settimana mamma.Scesi in cortile dove salutai Boris e corsi dove pochi minuti fa c'erano mio padre e mio fratello.Erano ancora lì,ancora a litigare. Mi avvicinai a loro con la testa abbassata. Vidi mio fratello girarsi e andarsene. Avrei tanto voluto un suo abbraccio e forse lui mi lesse nel pensiero infatti,tornò indietro e mi abbracciò. Quel abbraccio durò qualche secondo,ma è come se fosse durato un'eternità. Si staccò da me solo quando sentì il rombo dell'auto di mio padre. Camminai verso quella Range Rover nera e ci salì. Salutai mio fratello con una mano finchè la macchina non partì.
Buona fortuna Miley..