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Autore: Squalo    04/05/2014    4 recensioni
Questa flashfic partecipa al contest Sai lanciare un incantesimo? di Aleyiah e tratta di un antico rituale druidico in Sassonia, che espone un legame tra il druido e la natura nella celebrazione del Lammas.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa Flash-fic partecipa al contest indetto da Aleyiah Sai lanciare un incantesimo? [Pagan] Flash Contest.

 

I prompt a mia disposizione erano:

 

Lammas: 1 agosto.

Lughnasadh (chiamata anche Lammas dai sassoni) cade il 1° agosto e segnava l’inizio della stagione dei raccolti.

Tutti i riti di Lughnasadh miravano ad assicurare una stagione di frutti generosi, in quanto un raccolto abbondante assicurava la sopravvivenza della tribù durante i freddi e sterili mesi invernali.

 

Legamento.

 

 

III secolo a.C. Sassonia, pressi  fiume Weser.

 

Pianure si estendevano per miglia, onde un fiume ne intersecava le sagome.

Sol un piccolo promontorio, dal quale una figura ammantata di lino bianco osservava in silenzio i giovani amanti ricoprir di fiori piccole capanne, là dove l'acqua bagnava appena la terra, nei pressi di otto monoliti disposti in cerchio a tre passi l'una dall'altra.

Inesorabile il sole discendeva l'orizzonte, da esso delle ombre sembravano sbucar fuori, in una marcia che divorava le distanze con i giovani, che si affrettarono ancor più alla loro vista, mentre dalla rupe la figura ammantata estrasse lentamente un piccolo frutto, che ingerì sol dopo essersi morso lievemente la lingua.

Osservò il palesarsi di quelle ombre che altro non erano che uomini armati di lance, capitanati dal più possente fra di essi che batté la lancia a pugno chiuso sul proprio petto, intonando un urlo seguito in coro dal proprio seguito. Ed ancor qualche istante la figura sulla rupe attese le tenebre, assuefatto da frasi che riecheggiavano nella propria mente: Ai giovani amanti il compito di procreare, ai cacciatori quello di uccidere, e a me che son solo un druido, a me il compito di onorare e preservare il legame tra il nostro ciclo e quello della madre terra, affinché esso sia un unico ciclo, e perché questo non abbia mai fine.

Osservò a intervalli i giovani amanti e gli uomini armati, volgendosi solo infine alle proprie spalle, verso un immenso querceto dal qual fuoriuscivano vecchi e bambini con vivande e vetusti attrezzi musicali. La folla non si attardò a superare il druido e discese in fretta e furia la rupe, tramutando l’atmosfera dell'ambiente stesso e coinvolgendo giovani e cacciatori in un unica danza che avrebbe trovato riposo sol alle prime luci del mattino seguente.

Il druido discese il promontorio proprio in quelle luci e giunse al centro degli otto monoliti. Si ferì volutamente una mano con dei rovi e disegnò sulle pietre otto rune rappresentanti le otto stagioni del proprio credo.

Il silenzio incombeva quando il suo verbo prese vita. Osservando i presenti, portò le braccia al cielo: “Che gli anziani e i bambini si dispongano nel secondo cerchio, perché essi detengono passato e futuro; i giovani amanti si dispongano nel primo cerchio, perché a loro è data la procreazione; ed infine si facciano avanti gli otto cacciatori migliori, affinché possano restituire la forza di cui si sono appropriati dalla nostra madre terra”.

Attese la disposizione di questi ultimi, i quali si ferirono entrambi i palmi delle mani e li adagiarono in terra al cospetto della pietra che avevano di fronte; lì rimasero, ascoltando il verbo del druido che si ispirava alle preghiere: “Abbiamo celebrato te, Arianrhod, dea della luna, ed al sorgere del sole onoriamo te, Lug. Affinché il Lughnasad possa essere completo, io rivendico il legame con codesta terra, restituendole parte di ciò che abbiamo preso”.

Estraendo una stella a cinque punte con la manca e raccogliendo un sasso con la destra, scagliò quest’ultimo verso la roccia con la runa raffigurante la stagione corrente. Il tonfo fece vibrar la roccia, che ispirò a sua volte le altre circostanti; vibrazioni ed onde che accelerarono la normale crescita della vegetazione circostante, per miglia e miglia, la quale esplose in rigogliosità e bellezza.

  
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