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Autore: Ai Khanum    04/05/2014    2 recensioni
Terzo classificato al contest di Aleyiah "Sai lanciare un incantesimo?" a pari merito
Buona sera! Ho pubblicato questa piccola flashfic per via del contest di Aleyiah "Sai lanciare un incantesimo?". E' un breve spaccato di vita rituale che si sofferma sul momento appena anteriore al rituale vero e proprio, dove la tensione si fa palpabile in quanto non si sa se la divinità risponderà positivamente o meno alle aspettative dei celebranti. Spero che vi piaccia leggerla come è piaciuto a me scriverla!! Buona lettura :D
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di terre lontane il racconto

Questa Flash-fic partecipa al contest indetto da Aleyiah Sai lanciare un incantesimo? [Pagan] Flash Contest.

 

I prompt che ho utilizzato sono:

Luna delle gemme o Luna dell’erba (luna piena di aprile). In questo periodo i semi danno le prime gemme, così nella vita spirituale c’è una rinascita. E’ il momento di massima produttività spirituale, grazie anche all’aumento dell’energia.

Amuleto

 

“… Aneliti brevi di foglie,
sospiri di fiori dal bosco
esalano al mare: non canto non grido
non suono pe ’l vasto silenzio va…”

 

 Quella notte si poteva percepire lo scoppiettare delle braci sopite nelle case addormentate del villaggio, in quel silenzio gravido d’attesa. L’oscurità morbida e avvolgente come velluto rivestiva gli agrumeti odorosi e i campi incolti, mentre le fragranze di zagara e ginestra, gelsomino e salsedine s’intrecciavano tra loro e facevano da cornice al paesaggio dominato dall’enorme bocca vulcanica che fumava la sua eterna pazienza verso il mondo mortale.
Kyriake alzò gli occhi verso il cielo, e vide le nuvole che si muovevano sospinte dallo Zefiro. Sorrise alla Madre bianca, perfettamente rotonda, e a lei alzò entrambe le mani in un gesto di saluto, riverente e al contempo amichevole, pronta a rivolgersi a qualcuno che non era solo ispirazione per una vita in comunione con la natura, ma anche un’entità amorevole.
Inspirò profondamente e sentì l’odore di menta piperita provenire dalla ciotola sulle proprie ginocchia, di arancia e limone scaturiti dai dieci incensi disposti a formare i punti principali di un pentacolo.
Le sette consorelle che l’accompagnavano in quel momento di festa disposero intorno a lei fiori di bergamotto e bocche di leone; accesero candele bianche, verdi, rosa e gialle attorno al pentacolo e all’altare, una pietra spaziosa e piatta dove dimoravano un altro incenso e una statuetta in legno finemente intagliato raffigurante una lepre.
Kyriake abbassò le mani sulla tazza che teneva sulle ginocchia e attese che le sorelle si disponessero in cerchio attorno a lei. Prese il contenitore in legno e bevve il liquido fumante e aromatico tutto in un sorso, mentre le consorelle attendevano con trepidazione il momento d’inizio della festività del Risveglio della Luna. L’anziana donna ripose la scodella e prese nelle mani affusolate e lievemente rugose la statuetta, pregando in cuor suo che la Madre le desse un segno, che le sue figlie, effigiate nel talismano posseduto, si palesassero. Pochi attimi le avrebbero permesso di vedere ciò che lei definiva “L’Amor Divino”.
Esse ben presto giunsero, correndo dal mare. Uno stuolo di lepri e leprottini bianchi e argentei corsero verso la campagna, le zampine ancora intinte d’acqua marina. Figurine variopinte ridevano cristalline sopra gli animaletti, vivaci fanciulline che all’arrivo nei pressi del gruppo si disposero in cerchio in una zona incolta accanto alle donne, danzando. Fu una visione fugace, che sparì così come aveva avuto inizio. Kyriake posò, con mano tremante d’emozione, il talismano sull’altare ed alzandosi esclamò verso le giovani che la attorniavano:

“La Madre si è espressa sorelle!
Gaudio dalle sue ancelle che ci onorano della loro presenza;
Prosperità dalle sue figlie che numerose corrono a donar vita alla terra!
Cantate la bellezza della natura in fiore;
Spezzate il silenzio invernale che ci lascia con i suoi stracci innevati!”

 Batté le mani tre volte e le sette consorelle cominciarono a intonare il loro canto, commosse e gioiose, le loro vesti di lana verde ondeggianti al vento notturno.
Quell’anno il rito poteva avere inizio.

 

 NdA: Mi sento di mettere una nota nella citazione iniziale, a cui tengo particolarmente. E' la strofa centrale della poesia  "O falce di luna calante" di Gabriele D'Annunzio. Credo che sia particolarmente evocativa per questo momento così importante nella vita delle consorelle della storia!

  
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