Capitolo 8
–
Confusione
Quello, sarebbe
stato di sicuro un
gran giorno. Tutti in casa MacDonald ne erano certi, tranne uno. Quando
Mary si
svegliò senti un buon profumino di bacon e uova provenire
dal piano di sotto.
Per un attimo le sembrò di essere tornata a casa, da mamma e
papà. La mattina a
casa c’era sempre quel buon odore, quando tornava per le
vacanze da scuola.
Pochi istanti dopo aprì gli occhi e realizzò che
era impossibile, i suoi
genitori non potevano essere lì. Abitavano in Scozia, luogo
molto distante da
lì. Decise di alzarsi e fece comunque in fretta; i suoi
genitori non erano lì
ma l’odore si, era reale. Si spazzolò i lunghi
capelli d’oro e li legò in una
coda alta e, dopo aver messo un maglione blu che richiamava il colore
dei suoi
occhi e un paio di jeans, scese in cucina. La sua sorpresa fu tale che
rimase a
bocca aperta per un po’. Sirius era tra i fornelli e
indossava uno dei
grembiuli da cucina di Mary, e non si accorse subito della presenza di
quest’ultima. Sirius indossava proprio il suo grembiule
preferito in effetti, quello
grigio a fiori, ma lui non lo sapeva. Teneva in mano una ciotola con
una
pastella, stava cucinando i pancakes. In tavola vi erano già
delle uova e della
pancetta fumanti. Mary aveva occhi solo per loro.
E, dato che
era così distratta da tutto quel ben di Dio, non
notò che Sirius nel frattempo
si era accorto di lei, e sorrideva con sguardo malizioso nella sua
direzione.
“Buongiorno
principessa!” disse, quasi urlando, con il suo solito fare
teatrale. Voleva
spaventarla e infatti ci riuscì. Mary sussultò e
subito gli rivolse uno sguardo
truce che poco dopo però si addolcì.
“Buongiorno
rompiscatole…”
“Hey
hey,
oggi non accetto toni poco amichevoli. E’ il gran giorno,
oggi si esce! C’è la
riunione, ricordi?”
“Certo
che
ricordo…” Sospirò lei “Spero
solo che ci siano…”
“Già,
lo
spero anch’io. Non li vedo davvero da parecchio tempo. Dai,
mangia! Non
pensarci. Andrà tutto bene” Sirius fece il giro
del tavolo e si appostò dietro
Mary, che nel frattempo si era seduta. Si chinò verso di lei
e le lasciò un
dolce bacio fra i capelli, che la fece arrossire. Per sua sfortuna,
qualcuno
vide il suo rossore; Remus entrò proprio in quel momento
nella stanza.
“Buongiorno,
piccioncini.” Rivolse uno sguardo eloquente ai due che, colti
sul fatto,
arrossirono di botto. Sirius emise un lieve colpo di tosse ed
evitò lo sguardo
di Remus. Quest’ultimo riuscì comunque a
intercettare lo sguardo dell’amico e
lo guardò come se lo avesse colto a rubare delle caramelle.
Il giovane Black
riuscì comunque a mostrarsi indifferente e lo
salutò “Buongiorno a te, grande malandrino”
Accentuò particolarmente
l’ultima parola. Remus era davvero un grande malandrino, a
pensarci, il più
stronzo e furbo di tutti e quattro. James e Sirius potevano anche
essere
pestiferi, ma Remus era colui che rendeva tutti i loro piani pericolosi
perché
maledettamente perfetti. Remus era la mente del gruppetto.
Quest’ultimo
infatti, capendo l’antifona sghignazzò e mentre
addentava un pezzo di bacon.
Mary durante
tutto questo scambio di sguardi aveva cercato di passare inosservata,
divorando
tre pancakes, due uova e due fettine di bacon. Cercava di ingurgitare
più
quantità di cibo di quanto potesse entrarne in bocca.
Divenne buffissima e,
quando la guardarono perché non aveva fiatato, Remus e
Sirius scoppiarono a
ridere sonoramente.
Erano le
quindici e trenta quando Sirius, Remus, Mary e
Regulus si erano sistemati davanti al camino con ciascuno un
po’ di polvere volante
in mano. Avevano concordato con il preside che sarebbero sbucati fuori
dal
camino della testa di porco, il pub di Aberforth Silente. Tuttavia, i
primi tre
erano perfettamente a loro agio e molto sereni all’idea che a
momenti avrebbero
raggiunto i loro amici. Regulus invece si sentiva fuori posto, era
molto
nervoso, oltre che teso. Remus e Mary avevano fatto su di lui alcuni
incantesimi per mutare il suo aspetto, proprio come aveva chiesto loro
Silente.
Adesso aveva i capelli grigi e un baffo arricciato da fare invidia agli
sceriffi del far west. Sirius non riusciva a guardarlo in faccia, tanto
il suo
aspetto lo faceva ridere. Nonostante avesse assunto un aspetto serio e
deciso
grazie ai suoi nuovi lineamenti duri, aveva uno sguardo quasi furente
da quando
avevano trasformato i suoi lucenti capelli neri e ondulati in un
“ammasso di
paglia grigia”, come li aveva definiti lui. Continuava a
sbuffare e borbottare
di tanto in tanto, specie da quando Remus gli aveva spiegato che
avrebbe fatto
meglio ad assumere un accento francese. Regulus infatti, secondo i
piani, non
era altro che un lontano cugino di Remus venuto dalla Francia
perché
intenzionato a combattere Voldemort e il suo esercito. Si doveva
presentare con
il nome di Robért Lupin.
La Stamberga
Strillante non si poteva dire prima di quel momento un luogo ampio e
accogliente. Per l’occasione il preside aveva allargato
magicamente la stanza
più grande della casa, e posto ai lati delle pareti delle
sedie, molte sedie.
Alla riunione erano venuti in molti, tutti tramite mezzi diversi per
non
destare sospetti. Alcuni erano sbucati fuori dalla foresta proibita,
come Frank
e Alice Paciock. Altri, come Dedalus Lux, Alastor Moody, Hestia Jones e
altri
del dipartimento Auror si erano smaterializzati
nell’appartamento soprastante I
tre manici di scopa, ed erano usciti tranquilli dalla porta
d’ingresso. Altri
ancora, come la professoressa McGranitt, il professor Lumacorno,
Vitious e la
professoressa Sprite, erano scesi direttamente dal platano picchiatore,
con grande
divertimento di Sirius che era arrivato giusto in tempo per vederli
scivolare
dal passaggio, e aveva visto cadere la McGranitt sul proprio sedere.
Ma dei
Potter non c’era nessuna traccia. Remus cominciò a
pensare che non sarebbero
arrivati, fin quando questi si smaterializzarono proprio davanti ai
suoi occhi
direttamente dentro la stamberga. James aveva in braccio il piccolo
Harry che
muoveva le sue manine attorno ad un boccino giocattolo e rideva; padre
e
figlio, alla vista di Sirius, gli saltarono praticamente addosso.
Sirius
stritolò tra le sue braccia il fratello e, dopo aver mollato
la presa su di
lui, prese in braccio il suo figlioccio e iniziò a fargli il
solletico,
facendolo ridere a crepapelle. Lily per prima invece vide Remus e, dopo
aver
lanciato uno sguardo ad Harry per assicurarsi che stesse bene, con le
lacrime
agli occhi si tuffò tra le braccia del suo migliore amico.
Egli capì dallo
sguardo della sua migliore amica che sapeva, sapeva che erano in grave
pericolo, Silente li aveva avvertiti di certo. Lui le lasciò
un bacio tra i
capelli e le sussurrò “Ciao, Lils!”
“Oh,
Rem. Mi
sei mancato! Dov’è Mary?” Nemmeno
quest’ultima finì di pronunciare il nome
dell’amica che questa, quasi sentendosi chiamare le
saltò praticamente addosso
e i suoi occhi divennero lucidi, mentre rideva allo stesso tempo
“Liiils!
Tesoro mio, come stai? Mi sei mancata così tanto!”
Lily vedendo i lacrimoni di
Mary non resistette e mostrò i suoi occhi lucidissimi
all’amica, allo stesso
tempo rideva. Erano pianti di gioia e di speranza. Mentre le due si
stritolavano
a vicenda, Sirius si era avvicinato a loro e guardava la sua sorellina
con le
braccia incrociate. Lily, che sembrava splendere di felicità
tra le braccia di
Mary, sembrava allo stesso tempo molto turbata. Quando Lily vide Sirius
che la
guardava sorridente, lasciò le braccia di Mary e si
tuffò tra le braccia del
suo fratellone, che rise di cuore al contatto. Egli iniziò a
vorticare tenendo
ben salda tra le braccia Lily quasi fosse una bambina, mentre entrambi
ridevano. “Ciao, Felpato! Anche tu mi sei mancato.
Così taaaanto… nemmeno
immagini”
“HEM
HEM.”
James aveva osservato la scena con le orecchie scarlatte. Nonostante
fosse
felice di vedere le persone più importanti della sua vita
così affiatate, non
poteva fare a meno di essere geloso della sua Lily. “Messer
Felpato, potresti
andare a scodinzolare da un’altra parte?” disse
James con fare teatrale, che
fece scoppiare a ridere tutti i presenti, persino il
“cugino” Robért.
“Giusto,
amorino. Vieni qua che ti sbaciucchio tutto!” rispose con
voce stridula Sirius,
imitando la voce di una donna. Si gettò ancora una volta tra
le braccia di
James e strinse vicino a loro Remus. Sembravano così felici
tutti e tre,
immersi nelle loro risate. Fin quando qualcuno capitombolò
per le scale, dietro
la porta della stanza in cui tutti erano riuniti. I tre malandrini,
vedendo lo
sguardo confuso di Silente, sguainarono immediatamente le bacchette e
si
diressero per primi verso la porta. Remus aprì la porta
rivelando l’uomo che
aveva provocato tutto quel trambusto. Peter. Peter Minus. Subito i tre
scoppiarono a ridere vedendo l’amico a gambe
all’aria con un bernoccolo in
testa che minacciava di uscire. Tesero verso di lui una mano, facendolo
alzare,
e lo abbracciarono. Quest’ultimo faceva dei movimenti tesi,
molto impacciati.
Regulus lo notò e vide che anche Silente gli stava
riservando lo stesso
sguardo. Probabilmente anche lui aveva notato lo strano atteggiamento
di Peter,
che solitamente non sprecava occasione per venerarli e ridere assieme a
loro.
La riunione
finì poco più tardi, quasi al crepuscolo. Alcuni
dei membri dell’Ordine
decisero di rimanere lì ancora un po’ a parlare
con i propri amici, tra questi
i professori di Hogwarts e l’auror Moody coinvolti in una
conversazione molto
fitta, e i malandrini con Mary, Lily, i Paciock, il piccolo Harry e il
cugino
straniero. Quei quattro al solito stavano ridendo per chissà
che cosa, quando
Regulus vide James tirare a sé Peter mentre gli diceva
“Caro Codaliscia, non
cambierai mai!”
Codaliscia.
Codaliscia. Codaliscia?
Cosa?
Possibile che fosse lui quel Codaliscia? No, non poteva
essere…o si? Si accorse
che Silente lo stava osservando e gli sembrò di vedergli
fare un cenno con la
testa, come se lo stesse incoraggiando.
“Confido
nel suo intuito, signor
Black”.
Il professor
Silente si fidava del suo intuito, così Regulus decise di
non reprimerlo quella
volta.
“Minus
potresti venire qui un attimo, s’il vous plait? Je vous
solamonte parlare…”
Quest’ultimo
guardò impaurito il volto del suo nuovo interlocutore, non
capendo cosa volesse
da lui. Tuttavia non poté evitare di dirigersi verso di lui
poiché questo gli
si era rivolto con tono gentile. Un tono fermo e deciso che comunque
non
ammetteva repliche. Sirius e Remus guardarono Regulus con sguardo
penetrante e
preoccupato, James invece, era solamente sorpreso.
I due
uscirono dalla stanza e si trovarono nel pianerottolo vicino alle
scale.
Regulus subito si avventò su di lui, tenendogli la bacchetta
puntata sul collo.
“Eri
tu
l’altra notte a Malfoy Manor, vero? Non mentirmi!”
Peter subito
impallidì assumendo l’espressione di chi era stato
colto sul fatto.
Indietreggiò e continuò a guardare quegli occhi
tanto famigliari... Subito
riconobbe in quegli occhi, lo sguardo simile, molto simile a quello di
Sirius.
“Regulus? TU?”
“Si,
sono
Regulus! E tu sei quel vigliacco, non è vero? Sei il
traditore!!!!”
“Sei
tu il
traditore, tu hai tradito il signore oscuro! E sei tornato dal tuo
fratellino?
Bella mossa, molto commovente, ma lo sai che Sirius ha sempre avuto un
solo
fratello, vero? E quello non sei tu!” disse con voce flebile,
dato che Regulus
gli stringeva la gola a tal punto da non lasciarlo quasi respirare.
Quest’ultimo,
dopo aver udito l’ultima parte della frase di Minus, gli
sputò in un occhio e
allentò la presa, lasciandolo scivolare.
Peter
approfittò del momento e iniziò ad urlare,
prendendo la situazione in mano “Sei
tu allora! Tu sei il traditore!” subito Regulus gli
lanciò un incantesimo e,
nello stesso momento, anche Peter lo fece. I due iniziarono a duellare,
quando
la porta si spalancò, rivelando i tre malandrini seguiti da
Silente e Moody.
“Come
osi?”
disse Regulus.
“Si,
oso!
James, Remus, Sirius. Indovinate! Questo è Regulus Black,
noto mangiamorte!”
“Non
sono
più un mangiamorte, ho smesso di esserlo da un po’
di tempo ormai. Tu invece,
dì loro che sei tu il traditore!”
“Reg,
che
stai dicendo?” James, sentendo il tono dolce e amichevole di
Sirius si voltò di
scatto verso quest’ultimo, molto sorpreso.
Incrociò lo sguardo di Remus però,
che gli fece cenno di aspettare. Lunastorta disse all’amico a
denti stretti
“Dopo…” così James non
replicò, ma non poté evitare di essere ancora
sorpreso.
“Ho
sentito Voldemort in persona l’altra
notte, a Malfoy Manor che chiamava qualcuno Codaliscia. E questo
qualcuno è il
qui presente PETER MINUS! E’ un animagus, un topo! Non
è vero?”
Tutti lo
guardavano con sguardi confusi, sconvolti. Nessuno aveva fiducia nelle
sue
parole, anche se sembravano visibilmente sorpresi. Aveva avuto ragione,
non
avrebbe dovuto essere lì.
Nessuno dei
presenti aveva più ignorato la conversazione. Moltissimi
visi sconvolti si
affacciarono verso le scale, tutti molto scossi e sorpresi dopo la
dichiarazione del giovane Black. Molti puntavano la bacchetta contro
Regulus...
Persino Harry aveva smesso di emettere gridolini e di giocare con le
ciocche
dei capelli di Mary e aveva gli occhi sbarrati, in direzione di Lily.
Un silenzio
devastante regnava nella stanza.
“Sei
un
bugiardo! Ci scommetto che avevi già scoperto il nostro
segreto, tempo fa,
vero? Grazie a Piton! E ora stai usando tutto questo per incastrare me,
e
invece sei tu l’impostore!”
Sirius non
capiva. Regulus sembrava così sincero; era suo fratello, ma
era stato un
mangiamorte…
Immediatamente
quest’ultimo, come se avesse intuito i pensieri del fratello
maggiore, gli
rivolse uno sguardo di supplica e gli disse “Sirius, tu mi
credi, vero?”
“Io…io…”
Il suo
sguardo era perso, sembrava del tutto imbambolato. Eppure molti
pensieri
stavano attraversando la sua mente, la sua testa gli diceva che aveva
sbagliato
tutto, Reg non sarebbe mai cambiato. Il suo cuore e il suo istinto
però, gli
dicevano che Regulus era suo fratello e non avrebbe avuto motivo di
mentire…
Una battaglia interiore lo stava distruggendo, non sapeva cosa fare.
D’un
tratto si riscosse e prese James per un braccio e lo guardò,
quasi trasmettendogli
tutti i suoi pensieri
“Sirius,
mi dispiace davvero ma non è mai
stato davvero tuo fratello, lo sai!”
“Jam,
lascia
stare. Io non credo che Reg avrebbe detto una cosa del genere
se…”
“Davvero
tu
stai credendo in quello che dice? Insomma, stiamo parlando di Peter!
Peter!
Come puoi dubitare di uno di noi, fratello?”
Peter si
avvicinò e rispose “James, è
comprensibile. E’ suo fratello, lascia stare”
“No,
Pet!
Non è giusto, non può non fidarsi! Non ti fidi
nemmeno di Remus e me allora?
Perché lo sai che è lo stesso, siamo fratelli
noi”
I suoi occhi
nocciola erano sempre stati così sinceri e leali. James era
sempre stato il più
buono e il più ingenuo, questo lo sapeva Remus. Lo sapeva
che James non avrebbe
mai e poi mai dubitato dei suoi amici. Sirius invece era il
più impulsivo, si
mostrava come il più forte. Ma anche il più
fragile. E lui?
Beh, Remus
era a detta di tutti il più furbo, il più
intelligente. Osservava Regulus, che
aveva uno sguardo ferito. Sirius non si fidava di lui, almeno non
completamente.
Aveva detto la verità.
Sirius
ancora fissava Regulus quasi volesse leggergli dentro la
verità. Magari voleva
davvero confonderlo e fargli credere che stava passando dalla sua
parte. O
magari era davvero pentito? Voleva fidarsi, ma qualcosa lo frenava.
Regulus si
era nel frattempo avvicinato e gli aveva detto
“Avevo
ragione, non mi avrebbero creduto. E a quanto pare nemmeno
tu.”
“No,
Reg,
aspetta!”
“A presto, Sirius.” Si smaterializzò, prima che qualcuno potesse fermarlo.
Note (pseudo)autrice:
Ciao a tutti!!! Volevo innanzitutto ringraziare Aly Black, Picabo e Fenice Cremisi per aver recensito, grazie grazie grazie! Grazie anche a tutti quelli che seguono la storia, l'hanno inserita tra le preferite e le ricordate e grazie anche a quelli che silenziosamente leggono!!!
Spero questo capitolo sarà di vostro gradimento, aspetto i vostri pareri :D (Anche se a me non piace per niente, non avrei voluto allontanare Regulus ma è stato necessario, in futuro vedrete perché)
Alla prossima, grazie ancora! -M11