'Gol'
“Tutto
bene?”.
Alzo
lo sguardo e mi ritrovo davanti l'ultima persona che vorrei vedere in
tutto l'ospedale. Mi tiene stretta a sé e continua a
fissarmi negli
occhi. Si avvicina lentamente fino a sfiorarmi una guancia con le
labbra, ci lascia sopra un bacio.
“Grazie”
sibilo riprendendo equilibrio, lui continua a tenermi i fianchi per
sicurezza.
“E'
tuo il pallone?”
“Sì,
ti ho vista palleggiare, sei brava” commenta Davide, noto che
gli
angoli della sua bocca sono leggermente inclinati verso l'alto e che
sta sorridendo.
Mi
allontano dalla sua stretta e calcio il pallone nella sua direzione,
finisce proprio davanti ai suoi piedi, iniziamo a passarcelo per poi
simulare una partita nei corridoi,
dribblando colonne di marmo e correndo con la palla tra i piedi tra
mobili con i farmaci e pazienti ricoverati, che ci insultano e ci
accusano di disturbarli.
“Ed
è gol” concludo soddisfatta una volta che il
pallone cade dalla
finestra aperta del corridoio.
Davide
è accasciato contro il muro con gli occhi sbarrati, una mano
è poggiata sul
cuore e il suo respiro è irregolare, ansima rumorosamente,
inizio a
preoccuparmi.
“Davide,
che succede?” mi avvicino e gli tocco un braccio, lui
continua ad
ansimare.
“Un
attacco... Mi manca il respiro...” dice a fatica.
Lo spingo leggermente fino ad aiutarlo a sedersi su una sedia del
corridoio, mi inginocchio davanti a
lui e appoggio una mano sul suo ginocchio, con l'altra stringo la
sua.
“Respira
Davide, calma, respira, stai tranquillo, ora chiamo qualcuno”
gli
consiglio, non sapendo esattamente come comportarmi.
L'attacco continua, sembra non volersi fermare, lui si contorce sulla
sedia e geme dal dolore, cerco qualcuno che non sia un paziente, ma
sembra che non ci sia nessun dottore.
Passa
qualche minuto e, finalmente, il suo attacco termina, chiude gli occhi
e appoggia
la testa al muro, il respiro si fa regolare, sembra stia meglio.
“Tutto
bene?”
“Sì,
grazie”
“Vado
a chiamare una dottoressa” dico rialzandomi, ma lui
è più veloce
e mi blocca per un braccio.
“No,
sono stufo di tutte ste ecografie del cazzo, io tanto me ne vado da
qua, sto benissimo” commenta menefreghista, sbuffando
rumorosamente.
“Davide,
ma...”
“No,
nessun ma, sono qua da settimane, ed ancora non capiscono che cazzo
ho” si lamenta indicando dei dottori che passano tra un
corridoio e
l'altro.
“Beh,
comunque il pallone è caduto dalla finestra” lo
informo indicando
il cortile.
“Non
mi importa, ne ho altri”
“Ora
devo andare, ci vediamo” mi siedo sulla sedia a rotelle e mi
do la
spinta per muoverla, Davide si alza e mi porta fino alla mia
stanza.
Non parliamo per tutto il tragitto, come se ci fosse imbarazzo,
giocherello con le pellicine sulle mie dita fino a farle sanguinare.
“Ciao
Maggie” sussurra al mio orecchio, poi si gira e va verso la
sua
stanza.
“Ciao
Riccioli D'Oro” sussurro appena lui gira l'angolo.
Buonsalve c:
Il quarto capitolo, aw.
Dovete perdonarmi, questo capitolo è lungo come una cacca di
mosca (?), ma l'ho scritto di fretta e infatti fa pure schifo.
Anyway,
l'avvenimento è quello (?).
Vi piace il personaggio di Maggie? Dico, la personalità, il
carattere... C'è qualcosa che cambiereste in lei? Ditemi
tutto, oggi in palio un unicorno
di caramelle.
Ora i soliti ringraziamenti: in primis, le dieci persone che hanno
recensito i primi tre capitoli perchè ai
lov iu. Poi un grazie anche alle tredici persone che hanno
inserito la fanfiction tra le seguite e alla personcina che l'ha messa
tra le ricordate. Ringrazio di cuore anche le sette persone che la
seguono e alle lettrici silenziose. Infine, grazie alle persone che mi
lasciano le mini-recensioni che mi arrivano in privato, awaw.
Inoltre grazie ai Braccialetti Rossi,
perchè li adoro, mi mancano troppo e voglio la seconda serie.
Prossimo capitolo o martedì o mercoledì, vedo
come viene il quinto capitolo c:
Un beso e watanka a tutti ♥