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Autore: deryn    04/05/2014    0 recensioni
è il continuo di un'altra mia ff, you are my dream. quindi leggete prima quella, se non l'avete già fatto! recensite in tanti! grazie :D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You are my dream <3'
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CAPITOLO 13
 
*Lara e Liam*
 
Era una mattina fredda e nebbiosa e io non riuscivo ad alzarmi dal letto. Sarei voluta rimanere lì sdraiata tutto il giorno, ma probabilmente non sarebbe stata una grande idea. Così, quando ormai era quasi ora di pranzo, decisi di alzarmi. Appena sollevai le coperte un’ondata di gelo mi percorse e sentii brividi dappertutto. Mi misi una felpa e mi diressi in cucina, dove mi preparai una tazza di latte caldo e mi accoccolai sul divano e accesi la tv. Mentre suonava la sigla di Big Bang Theory, sentii il telefono squillare.
-Pronto?-, risposi.
-Buonsalve, signorina Blye! Sono il ragazzo di ieri, Liam, non so se si ricorda…-, disse una calda voce familiare.
Il mio cuore perse un battito all’udire di quel suono e le mie labbra non poterono impedirsi di sollevarsi in un sorriso.
-Può darsi… ma non ci dovevamo dare del tu?-, chiesi ridendo.
-Hai perfettamente ragione! Volevo dirti che sono qui fuori dalla porta con la colazione!-,
-Ma è ora di pranzo!-,
-Bè, poteva andarti peggio-, concluse.
Mi sembrò quasi di poter vedere le sue labbra incurvarsi in un sorriso, quello che mi faceva battere tanto il cuore. Scoppiai a ridere, mentre mi alzavo per aprire la porta. Solo quando lo feci mi ricordai che ero ancora in pigiama e con la faccia di una che sembrava appena sopravvissuta alla fine del mondo.
-Buongiorno! Ti vedo in ottima forma-, disse con la faccia di un postino da pubblicità,
-Ah, ah. Che simpatico! Entra, io mi vado a lavare…-, dissi.
Così lui entrò, depositando un sacchetto sul tavolo e accasciandosi sulla sedia.
-Ti aspetto qui!-,
-Non toccare nulla!-, lo avvertii.
-Io? Figurati! Sarò bravo come un gattino!-, rispose sorridendo.
-Ho brutte esperienze con i gatti-, sbraitai.
-Bè, allora non devi far altro che fidarti!-, esclamò, mostrandomi un sorriso a trentadue denti.
Soffocai una risata e gli puntai un dito addosso, per avvertirlo che lo tenevo d’occhio. Dopo pochi minuti ritornai dal bagno con i capelli bagnati, un vestito pulito e l’aria decisamente più profumata e decente.
-Oh, buongiorno, signorina! Per caso ha visto la ragazza di prima? Ha il muso lungo, due pantofole squarciate, un pigiama che sembra uscito dalla Seconda Guerra Mondiale e un alito decisamente letale-, disse con l’aria di qualcuno che si sta divertendo un mondo.
-Sei un bastardo-, ribattei, tirandogli un pugno sulla spalla più forte del previsto.
Lui scoppiò a ridere e io feci lo stesso, mentre mi tirava giù su di lui e mi stringeva forte, sfiorando con il naso la mia clavicola. Poi cominciò a farmi il solletico, e non riuscii a trattenermi dal ridere come una pazza, cercando di divincolarmi dalla sua presa, ovviamente senza successo.
-Liam, smettila! Basta, mi fai ridere!-, dissi ridendo e continuando a divincolarmi.
-Davvero? Allora sono proprio un mito-, esclamò facendo finta di volermi mordere, mentre io ridevo ancora di più.
-Liam, dai mangiamo la colazione, ho una fame da lupo!-, ribattei.
-Anche io ho una fame da lupo…-, disse lui, cambiando il tono in uno più basso e intimidatorio.
-Certo, lupo! Mangiamo-, dissi, sollevando la testa, ritrovandomi proprio davanti al suo viso.
I nostri nasi si sfiorarono e le nostre labbra erano così vicine che potevo sentire il tremolio del suo respiro. Subito mi alzai dalle sue gambe, imbarazzata da quel contatto improvviso, anche se probabilmente non lo sarei dovuta essere.
-Cosa hai portato?-, chiesi.
-So che mangi dolce la mattina, quindi ti ho portato qualche brioches appena sfornata, due caffè caldi e dei piccoli dolci che avevano appena fatto e che mi hanno offerto dalla casa-, mi rispose sorridendo.
Mi sembrava anche lui leggermente imbarazzato da quel contatto, o era solo una mia impressione? Non sapevo se fosse sbagliato, o giusto, o entrambe le cose. Sapevo che era bello, per una volta, non dover andare di fretta. Senza provar dolore, o rimpianti. Non c’era spazio per qualcun altro. C’eravamo solo noi. E avevamo tutto il tempo del mondo.
-Mmm! Sono buonissime!-, mugugnai masticando un pezzo di brioches, con i lati della bocca sporchi di cioccolato e il sapore caldo e dolce che si infondeva in bocca.
-Lo so, io le prendo sempre in quel posto. Sai, una volta ci andavo con una persona… una mia vecchia amica…-, disse, ma il suo tono divenne serio.
Un ricordo mi balzò in mente. Era quel bar? Quello dove era iniziato tutto?
-E… che fine ha fatto questa vecchia amica?-,  chiesi.
-Ecco... diciamo che io ho combinato un casino-, disse, la voce un po’ storpiata.
Come fosse ieri mi sembrò di vederlo con quella sottospecie di attrice da tv spazzatura, con la gonnellina corta e il seno super-pompato in faccia a quello che pensavo fosse il ragazzo che mi amava.
-E come è finita?-, continuai.
-Lo lasciata andare via… Tra le braccia di un altro uomo. E non mi sono mai pentito di più di qualcosa in vita mia-, mi disse.
I suoi occhi si sollevarono da terra per incontrare i miei e mi sentii morire dentro. Il suo sguardo mi trafisse come una lama lo stomaco, e mi sentii uno strano formicolio agli occhi.
-E ora questa ragazza dov’è?-, chiesi, questa volta anche la mia voce incrinata dall’emozione.
-Ora quella ragazza è diventata più forte, più determinata… e più bella ancora. E io sento di non aver mai desiderato qualcosa più di lei. Mi sento come se tutto fosse stupido, inutile, senza di lei. Come se la sua presenza fosse indispensabile per farmi andare avanti. Come se il suo sguardo fosse il mio ossigeno. Il suo sorriso la mia acqua. E ogni volta che mi guarda, che mi parla, che mi prende in giro… vorrei solo farle capire quanto tengo a lei. Quanto lei mi faccia sentire importante. Perché nessuno mi ha mai fatto sentire così. Io…-, disse, ma io lo interruppi.
-Liam...-, ma qualcos’altro interruppe me.
La mia suoneria rimbombò nella stanza. Mi sentii come riportare alla realtà, una realtà fuori da quegli occhi color cioccolato che mi facevano dimenticare di tutto, ogni volta. Il mio cuore batteva come impazzito nel petto, e ci misi qualche momento per prendere il telefono in mano e rispondere, emozionata com’ero.
-Pronto?-, risposi.
-Pronto? Lara?-, disse una voce che pareva molto scossa.
-Nicole! Che è successo?-, chiesi.
Liam mi guardava interrogativo, e mi venne vicino per ascoltare, così misi il vivavoce. Il suo corpo caldo vicino al mio mi distraeva, ma quando sentii le parole di Nicky mi sembrò di precipitare in un baratro.
-Che cosa?!-, esclamai.
-Non sto scherzando, Lara! Io.. io non ci credo... è accaduto tutto in fretta… e io… oddio, Lara per favore venite qua-, farfugliò lei.
-Arriviamo subito-, disse Liam al posto mio e staccò.
-Liam, oh mio dio… Jess…-, mormorai sconvolta.
Lui mi prese le spalle e mi mormorò: -Tranquilla, Lara. Ora andiamo, di sicuro non sarà niente di grave, ok? Vieni, asciugati i capelli e partiamo-.
Io mi alzai, le gambe tremanti, e feci quello che mi aveva detto. Mi sforzavo di non pensare a quello che mi aveva detto Nicky. Non volevo perdere la speranza. Pochi minuti dopo io e Liam eravamo in macchina e ci dirigevamo in ospedale. Mentre le strade di Londra ci scorrevano davanti, non riuscii a trattenere una lacrima di ansia. Sentii la mano sicura di Liam stringere la mia e mi tranquillizzai un po’. Andrà tutto bene… andrà tutto bene… continuavo a pensare.
-Siamo arrivati-, disse lui dopo qualche minuto.
Scesi dall’auto e mi precipitai quasi correndo in ospedale, nella zona in cui Nicole mi aveva detto che si trovavano. Quando arrivai vidi Niall, con il viso scandalizzato, gli occhi lucidi, Nicole, che non sembrava stesse meglio,  ed Harry, che vicino a Niall cercava di tranquillizzarlo. Io mi precipitai da Nicole, che appena mi vide mi abbracciò stretta e io le mormorai all’orecchio:
-Come sta?-,
-Come immagino stessi tu se rischiassi di perdere Liam-.
Le lanciai un’occhiata interrogativa e lei mi sorrise, un sorriso che però non aveva ombra della sua solita allegria.
-Lo so, Lara…-, disse.
In quel momento arrivarono Clara e Wendy, le compagne di lavoro di Jess, e i suoi genitori, che si erano precipitati lì non sapendo bene cosa fosse successo. Nicole andò da loro per spiegargli la situazione, visto che Niall non ne sembrava in grado. Poco dopo arrivò un dottore che ci disse che potevamo vederla. Ma tutti ritenemmo giusto che Niall fosse il primo a farlo. Così noi ci ritrovammo lì in corridoio ad aspettare che qualcuno ci dicesse cosa fare, tutti visibilmente preoccupati e senza la minima idea di cosa stesse accadendo. Passati pochi minuti da quando Niall era entrato, vidi una persona entrare in corridoio. Lo riconobbi subito… David.
-E tu che cazzo ci fai qui?-, sbottai appena fu vicino a noi.
Lui mi guardò interrogativo e rispose: -Per lo stesso motivo per cui ci sei tu-.
Come cavolo faceva a pensare di avere il diritto di vederla? Cosa aveva in quella sua stupida testa senza cervello?
Lo presi dalla collottola della camicia e lo sbattei al muro prima che potesse sparare altre minchiate.
-COSA?! Pensi davvero di venire qui come se niente fosse, brutto pezzo di merda? Vattene prima che ti spacchi quel tuo bel faccino che ti ritrovi!-, esclamai.
Sentii due mani afferrarmi le braccia: Liam.
-Lara…-, fece, ma io urlai: -No, lasciami! Questo bastardo se ne deve andare!-.
-Ehi, cosa succede qui?-, disse il dottore di prima, che doveva aver sentito.
-Volevo vedere la mia amica… quella che è stata ricoverata qui-, disse David, con la sua vocina da disgustoso leccapiedi.
-Venga con me-, disse il dottore.
Io avevo ancora il mio braccio puntato sul suo collo, e lo strinsi ancora più forte.
-Tu non hai il diritto di vederla-, sibilai.
-A quanto pare sì, invece-, mormorò lui con tono soffocato, con il suo sorriso da sbruffone.
-Lara, lascialo, non ne vale la pena-, continuò Liam.
Tutti attorno a me erano in silenzio, senza fiatare. Tutti aspettavano la mia reazione. Io allentai la presa sul suo collo.
-Vaffanculo-, gli sussurrai, e gli sputai in faccia.
Lui si pulì e mi lanciò un’occhiata come se fossi una pazza senza cervello.
-Tieni la tua ragazza al guenzaglio, macho man-, sbottò, prima di seguire il dottore nella camera dove tenevano una delle mie migliori amiche.
Se pensavo che lei lo doveva vedere mentre era in quello stato mi veniva la pelle d’oca. Mi divincolai dalla presa di Liam e sbuffai, tirando un calcio alla poltroncina davanti a me.
-Stronzo-, dissi, e poi mi sedetti, seppellendo il viso nelle mani.
Sentii la mano di Nicole sulla mia spalla.
-Io avrei fatto lo stesso-, mi disse.
Io non le risposi, tremavo ancora dalla rabbia. Poco dopo uscirono lui e Niall insieme, e tutti ci alzammo in piedi. Niall sembrava più scioccato di quando era entrato. David scoppiò a ridere e disse:
-Qui si fa interessante. Bè, biondino, a presto-.
E se ne andò. Harry si avvicinò a Niall, che cominciò a piangere disperato. Non l’avevo mai visto in questo stato.
-Niall? Niall! Cosa hai…-, chiese, ma Niall lo interruppe:
-Non si ricorda di me…-,
-Cosa?-, disse Nicole,
-Non si ricorda di me. Di David. E di nessuno di voi-.
 
Alla fine ce ne eravamo andati senza vederla, perché Niall aveva detto che voleva riposare. L’avremmo vista il giorno dopo. Io e Liam stavamo camminando per il parco, avevamo deciso di non voler stare a casa. Avrei cominciato a pensare, e non era un bene.
-Come stai?-, mi chiese lui.
-Bene. O almeno credo. Insomma, almeno lei sta bene-, dissi.
Lui annuì.
Mi vennero in mente le parole di Nicole: Come se tu rischiassi di perdere Liam. Nascosi la bocca e il naso dentro la sciarpa. E poi quelle di David: Tieni la tua ragazza al guenzaglio. Insomma, mi ero resa conto di provare qualcosa per Liam, ma sentirmelo sbattere in faccia mi rendeva nervosa. Possibile che per me fosse così difficile attaccarmi a una persona? Ma mi sentivo un mostro a pensare ai miei sentimenti mentre una mia amica era all’ospedale. Però non riuscivo a contenere troppe emozioni in una volta.
-Ci sediamo?-, mi propose lui.
Annuii, e ci sedemmo su una panchina, il cielo grigio sopra di noi, e il verde tutt’intorno.
-Lara?-,
-Sì?-,
-Riguardo al discorso di prima…-,
mi voltai verso di lui, ma lui aveva la testa bassa e si mordeva il labbro inferiore.
-Cosa?-, chiesi.
-Ecco… mi chiedevo se… se tu mi avessi perdonato-, disse, come se stesse buttando fuori un peso dal petto.
Io sospirai, e lo guardai. Questa volta gli presi il mento tra le mani e gli girai il viso verso di me.
 
-Io invece voglio chiederti una cosa. Ma mi devi promettere di essere sincero-, mormorai.
-Te lo prometto-,
-Perché l’hai fatto?-, domandai.
I suoi occhi luccicarono, non so se per le lacrime, o per la risposta che stava per darmi. Si inumidì il labbro e con voce insicura disse:
-Perché… tu amavi Zayn. Io, nonostante tutto quello che facevo, ero sempre invisibile ai tuoi occhi. Mi sembrava di essere solo uno stupido che cercava di conquistarti, ma tu eri persa di lui. Non mi capacitavo, non riuscivo a capire cosa avesse lui più di me! Io ti amo, Lara. Mi sono innamorato di te fin dal primo momento in cui ti ho vista. Ma tu… bè, eri più complicata di qualsiasi altra ragazza avessi mai conosciuto. Io ho sempre provato ad avvicinarmi a te, ma tu mi trattavi sempre e solo come un amico. E poi, vedevo come ti atteggiavi con Zayn, e ogni volta provavo una fitta di gelosia. Anche dopo che ti ha ferito, hai sempre continuato a… io non pensavo, quella sera. Sono andato al bar, ho visto la prima tizia che passava e l’ho rimorchiata. Ti giuro, mentre la baciavo pensavo solo a… a come una come te avrebbe potuto innamorarsi di uno come me. Io… oh, caspita. Mi sono lasciato trasportare. Non pensavo che tu… insomma… e poi, era troppo tardi. Tu te ne sei andata, e ti sei messa con Gabe… non capirai mai quanto sono stato male. A quanto avrei voluto morire, la prima volta che ti ho vista con lui. E per consolarmi, ho cercato Sophia… Che stupido! Pensavo di potermi dimenticare di te, del sentimento che provavo! Ma invece sembrava crescere di giorno in giorno, invece che diminuire. Lara, te lo dico davvero. Non ti lascerò andare mai più, non commetterò più lo stesso errore. Forse non ti merito ma… se tu vorrai… io sono qui-.
Mi accarezzò il volto e io sentii un brivido per tutta la schiena.
-Che scemo che sei. Tu e le tue insicurezze. Liam, io non amavo Zayn. Certo, non lo sapevo, ma amavo te. E non l’ho scoperto da sola. Mi hanno aiutato gli altri a scoprirlo. Tu, sei l’unica persona con cui io possa stare. Sei la mia stella, il mio angelo custode. Io sono scappata perché avevo paura. Ma ora non più. Ora io non ho più paura. Ma voglio… vorrei, riuscire a fare le cose per bene. Voglio darci tutto il tempo che abbiamo perso. Voglio che tutto sia perfetto-, risposi.
Lui mi sorrise, e io feci lo stesso. Lo abbracciai, lo strinsi forte a me come se non lo volessi lasciare più. Ora, era il momento giusto. Io ero pronta. Pronta per amare ancora una volta. E forse, l’ultima.
 
Angolo autore:
Salve! So che questo ritardo non è perdonabile, ma spero che comunque ci sia ancora qualcuno che abbia voluto leggere il seguito della storiaJ cosa ne pensate? Ci ho messo un po’ a scrivere, visto anche le vacanze e tutto il resto. Ringrazio chi leggerà e spero tanto che lasciate una recensione, mi farebbe un gran piacere! Spero di non avervi deluse, e spero continuiate a leggere e scrivermi!
-Deryn
  
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