“È stato un virus.”
Cancellai scuotendo la testa ogni singola lettera. Non avrebbe mai potuto credere a una cosa del genere. O forse sì?
“Il gatto mi è saltato sulla tastiera.”
Ecco, questa sarebbe stata una scusa un po’ più decente…se solo avessi avuto un gatto. E se un giorno avesse voluto sposarmi e avesse scoperto che non ho gatti? Eh? Eh?
Non feci neanche in tempo a scrivere che ero stata posseduta dallo spirito di una menade che notai un pallino rosso in alto a destra.
Tremando da capo a piedi, abbassai un dito fino a sfiorare il mouse color magenta spelacchiata e cliccai il tasto sinistro.
«Non ho idea di cosa sia, ma okay! Quando?»
Dovetti restare immobile davanti al computer per un minuto e quarantacinque secondi prima di riuscire a capire quello che era appena successo. Zayn mi aveva risposto! E sembrava contento!
Saltai giù dal letto e iniziai a imitare una nativa americana mentre si esercitava nella danza della pioggia.
«Ha! Detto! Sì! Ha! Detto! Sì!»
Un colpo improvviso sul muro mi fece bloccare a mezz’aria manco fossi stata colpita da uno dei poteri di Paiper (Sì che si scrive così, è ovvio!) di Streghe.
«Cosa stai urlando?» strillò la voce di Hope attraverso il muro. Sì, ogni tanto la chiamavo anche se era la mia vicina di casa, ma telefonarle era troppo cool.
«Vieni qui e te lo spiego!»
«Come???»
Hope stava diventando sorda o ero io che stavo diventando muta?
«TE LO SPIEGO!»
La voce della vicina del sesto piano (rigorosamente italiana) arrivò dall’alto dei cieli in risposta.
«NESSUNO MI SPEGNE LA TELE! HO PAGATO IL CANONE!»
Due minuti dopo, sia io che Hope stavamo saltellando come due canguri mentre pensavamo a cosa rispondere a Zayn.
«Digli domani.» buttò lì Hope sorridendo.
«Domani? No, è troppo presto. Prima devo farmi la manicure, la pedicure, la faccicure…»
«Cos’è la faccicure?» mi interruppe d’un tratto. Forse lei non guardava “Ma come ti trucchi?”, il mio programma preferito! Ma come si fa?
«Beh,» sbottai come se fosse la cosa più ovvia del mondo «come le altre due ma per la faccia!»
«Ti limi il naso?»
Forse io ed Hope avevamo vissuto su due pianeti diversi fino a quel momento.
Scrollai le spalle. «Come tutti.»
Lasciai una sbigottita Hope a sbattere disperatamente le ciglia mentre afferravo il pc e sbattevo a caso le dita per scrivere una risposta veloce.
“Dfmnai ok!”
Cancellai e riscrissi in un linguaggio che potesse essere più comprensibile e meno simile al Klingon.
“Che ne dici di domani?”
In attesa di una risposta, chiusi gli occhi e inspirai profondamente, esercitandomi a contare.
“Millenovantuno…millenovantadue…”
«HA RISPOSTO!»
Mi riappropriai in un millisecondo del mio computer e scrutai lo schermo.
«Ci devi clicc…»
«Lo so che ci devo cliccare, Hope!» commentai facendo fare swish alla mia chioma perché le finisse dritta in faccia.
“Domani va benissimo! Facciamo alle nove e mezza? Prima devo sistemarmi sennò i paparazzi mi seguono ovunque.”
I paparazzi ci seguiranno! Diventerò famosa! Ma io sono Giulia Black, sono già famosa! Beh, lo sarò di più! Viva i punti esclamativi!
“Perfett!” risposi nell’inglese migliore che conoscevo. Sarà un appuntamento da sogno, come quelli dei sims 2. Non vedevo l’ora.
Note dell'autore:
Punto numero uno: CHIEDO ASSOLUTAMENTE SCUSA PER L'ESTREMO RITARDO. Purtroppo pubblicare un capitolo al giorno è...beh, praticamente impossibile. Cercherò di mantenere un ritmo costante per i prossimi capitoli, e chiedo scusa già da ora se salterò qualche volta.
Punto numero due: Sì, è un capitolo corto ma ce l'avevo salvato da secoli e se l'avessi lasciato lì ancora un po' avrebbe fatto la muffa. Speriamo che il prossimo venga un po' più lungo.
Punto numero tre: Beh, Giulia Black non può avere solamente due punti.