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Autore: thepassenger_    04/05/2014    0 recensioni
Uno sguardo può dire tutto, eppure così poco.
Come possiamo essere certi che chi ci lancia un'occhiata nello scorrere lento della vita non abbia, in realtà, altre intenzioni, altri fini, oppure piani ben precisi nei nostri confronti?
State attenti allo sguardo che incrocerete domani in treno, in autobus, nella metro. Nulla è certo.
Genere: Angst, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Accade tutto in pochi secondi. Le luci di emergenza smettono di corrermi davanti, il vagone si ferma di colpo e le luci si spengono, facendo affondare volti e oggetti nell’oscurità più cupa. Un neonato comincia a singhiozzare, esplodendo in un pianto interrotto da singulti. Bisbigli, mormorii e sbuffi riempiono lo spazio che mi circonda, mentre quel senso di disagio non smette di pungermi.

Le voci si fanno più alte, le lamentele più aspre, mentre la voce del conducente, resa meccanica e gracchiante dal vecchio altoparlante, cerca di rassicurare i passeggeri che sarà un’interruzione momentanea, una cosa breve.

Stringo la borsa tra le mani, affondando la schiena nel sedile e cercando di calmare il respiro. Odio i luoghi chiusi, odio il fatto di dover essere schiava degli orari della metro, odio l’eccesso di odori e colori che si ammassano qui dentro.

Eppure ora il colore è uno solo, più scuro che mai. Comincio a rimpiangere le luci di emergenza e il rumore sferragliante del mezzo sulle rotaie.

Un improvviso movimento d’aria mi fa voltare la testa, ma non capisco da dove arrivi. Un secondo e tutto torna come prima, incastrato nel tunnel nero.

Il bimbo continua imperterrito a urlare mentre le anziane signore che rientrano dal mercato spettegolano e gli impiegati sbuffano.

Penso all’appartamento vuoto, al gatto che reclama la sua cena, al ronzio del frigorifero che mi aspettano, mentre gli occhi si abituano gradualmente all’assenza di colore. Li chiudo, appoggiando la testa al finestrino e respirando profondamente, per cacciare quell’agglomerato di tensione e paura che pesa sullo stomaco.

Chissà come starà reagendo lo sconosciuto nel fondo del vagone. Con il buio non può fissare le persone. Nella mente si delinea quella scintilla inquietante, che mi fa tremare nuovamente le mani.

  
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