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Autore: xiina    05/05/2014    0 recensioni
Il suo sguardo. Il suo modo di fare. Il suo carattere. Non capivo come, ma ogni tanto cambiavano, ogni tanto diventava una persona diversa, diventava strano. Non lo capivo. Guardavo quelle iridi: il colore era confuso, avolte scuro, altre chiaro. I suoi gesti: avolte delicati, altre aggressivi. Non capivo. Ma volevo capire. Lo conobbi ma non capii. Fu lui piano piano a permettersi di scoprire la sua storia. Mi innamorai, ma in cuor mio sapevo che era un amore pericoloso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per un secondo la stretta delle sue braccia sui miei fianchi si fece più persistente. Poi mi lasciò pian piano andare, allontanandomi di qualche centimetro da lui.

Lo guardai mentre un timido sorriso curvava le mie rosse labbra. Mi fissò con quelle sue piccole iridi castane, voltando poi il capo intento a osservare Liam e Martina. Lei, seduta su di una panchina ci dava le spalle mentre lui si reggeva in piedi dinanzi a lei.

- “Forse è meglio se torniamo da loro” sussurrai osservandomi le bianche Converse che portavo ai piedi per non far scorgere le tenere guance rosee.

- “Si” disse lui guardandomi con il volto leggermente inclinato, che mi fissava.

Alzai il viso, incrociando il mio sguardo con il suo. Sorrideva. Iniziavo ad amare quel sorriso.

* * * *

 

uscii ancora con Zayn e Liam il giorno seguente. - Martina era ovviamente con me. Trovai piacevole quel pomeriggio trascorso con loro, iniziavo ad avvicinarmi a Zayn, a conoscerlo meglio. Lui era più aperto e io stavo bene.

 

 

 

Newcastle, estate 2009, pomeriggio;

 

GIORNO 9

Il leggero rumorio della chiave che entrava nella serratura irruppe il silenzio che sostava nel corridoio dell’hotel. Entrammo in camera con aria distrutta.

Con un tonfo Martina si lanciò sul letto.

- “non mi alzerò mai più” sbuffò.

Non diedi una vera e propria risposta, preferii sorridere e fare cenno di no con il volto rivolto verso il basso.

D’un tratto il cellulare che avevo lanciato sul piumone del letto si illuminò. Lo presi in mano sbloccando lo schermo.

- “Chi è?” Domandò curiosa Martina

- “Un numero sconosciuto. +33 99 384…” mi bloccai. Socchiusi gli occhi per un momento e sorrisi. Era Zayn.

Scossi la testa. “E’ Zayn” pronunciai poi.

- “E come mai quel sorriso!? Pensavo che il ragazzo non ti interessasse” ridacchiò nell’intento di provocarmi. Non le diedi ascolto e lessi il messaggio.

“Ehi, come stai? Hai da fare sta sera?”

 

“Allora, cosa vuole?” domandò lei con la sua solita curiosità.

- “ha chiesto sono impegnata questa sera” risposi sentendo le guance arrossire, sentendo un piccolo nodo avvolgermi lo stomaco.

- “Uuh!” fischiò lei. “E come mai tra le tue labbra è apparso un sorriso!?” domandò scherzosa.

- “ma va!” negai.

- “non negarlo! Dai, raccontami.” disse lei sdraiata sul letto a pancia in giù, con i gomiti appoggiati al materasso e le mani che le reggevano il mento.

- “non lo so, forse l’ho giudicato male. Non credo sia una brutta persona” spiegai seduta sopra il mio letto con le gambe incrociate.

“Mm, come mai hai cambiato idea su di lui?” chiese aggrottando la fronte e lasciando la bocca leggermente aperta.

- “per com’è con me. E’ dolce, quando vuole” dissi fissando lo schermo del cellulare, disegnando alcuni cerchi con il pollice sullo schermo bloccato.

- “se è dolce un motivo ci sarà, non credi?” disse lei cambiando posizione, sedendosi a sua volta a gambe incrociate sul letto.

La mia espressione era confusa.

- “Magari gli interessi”

- “Magari vuole solo conoscermi” ribattei secca, immediata.

“Però il fatto che inizialmente ti trattava scorbuticamente, ti provocava al punto di farti paura non ti turba? Nel senso, come fai a dire che è dolce se i primi giorni ti terrificava?”

- “non lo so. Magari mi spaventava l’idea di conoscere fin da subito qualcuno, che ne so!” quasi gridai scherzando confusa.

Lei rise.

Io intanto avevo risposto al ragazzo che da qualche giorno aveva preso possesso della mia mente.

Questa è stata la chat.

zayn: "Ehi, come stai? Hai da fare sta sera?"

io: "Ciao, va tutto bene; no, perchè? (:"

zayn: "Hai voglia di uscire?"

io: "Aspetta, chiedo a Martina.

zayn: "No. Solo noi...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- “Ha chiesto se posso uscire da sola con lui… che faccio?” domandai irrompendo il silenzio che si era creato nella camera.

- “ma che domande, vai! L’hai detto tu che ti interessa, no?”

- “ho detto che è dolce, non che mi interessa!” ribattei veloce, ridendo un po’.

- “per me ti piace! E se non ora, ti piacerà in futuro” mi contrastò.

Alzai gli occhi al cielo.

- “comunque, mi dispiace lasciarti da sola sta sera” balbettai

- “me la caverò” sorrise. “Dai, preparati e vai!”

Risposi frettolosamente a Zayn prima di iniziare a prepararmi.

io: "Ehm, a che ora?"

zayn: "alle cinque e mezza in trafalgar square?"

okay, va bene. A dopo (:

 

Velocemente scesi dal letto sentendo il caldo parquet della stanza accarezzarmi i piedi. In punte dei piedi andai verso l’armadio, accanto al quale si trovava anche la valigia. Iniziai a tirare fuori decine di vestiti, tempestando Martina di domande su quale mi sarebbe convenuto mettere.

Provai cinque o sei abbinamenti diversi prima di trovare quello giusto: un vestitino color panna in pizzo accompagnato da un giubbottino beige scuro e da una borsetta leopardata.

Sentii il telefono vibrare. Ancora scalza accorsi verso il letto, presi l’iphone e lessi il messaggio. Era Zayn che mi rispondeva.

zayn: "A dopo piccola"

 

Deglutii sentendo lo stomaco chiudersi.

‘ Piccola? ’ pensai. Arrossii tutto d’un tratto, rileggendo il messaggio. Socchiusi gli occhi respirando profondamente. Già prima, quando aveva detto che voleva uscire solo con me avevo sentito il cuore balzarmi in gola, ma ora, ora ero nell’agitazione più totale.

'Com'è possibile' pensai sorridente. 'Lo odiavo, fino qualche giorno prima mi terrificava; eppure, dopo avergli parlato qualche giorno fa, dopo quell'abbraccio... dopo quell'abbraccio è cambiato tutto. Dopo quell'abbraccio non sono più stata in grado di far uscire quel ragazzo dalla mia mente.'

Ripresi a prepararmi.

* * * *

Mi guardai allo specchio per l’ultima volta, sistemando al meglio i capelli e ricontrollando il trucco prima di uscire. Mi incamminai verso la porta della stanza, raccolsi la borsa e dopo aver salutato Martina uscii dalla camerata d’albergo tirandomi la porta alle spalle.

Agitatamente, mi incamminai verso la piazza. Passo dopo passo sentivo le gambe sempre più deboli, tremolanti. Guardavo la gente che passava per la strada: tutti mi scambiavano un piccolo sorriso, i ragazzi mi fissavano, lanciando di tanto in tanto un fischio o facendo battutine cretine nel tentativo di attirare la mia attenzione. Ma di loro non poteva interessarmi, per la mia mente vagava già la figura di Zayn. Eppure non mi capacitavo del fatto di sentirmi così. Insomma, io, Alessia Dickinson, come potevo divenire così debole al pensiero di un ragazzo. In genere accadeva il contrario.

Avvolta dai miei pensieri giunsi in Trafalgar square.

Lo vidi in lontananza.

Jeans chiari che si appoggiavano perfettamente sui suoi fianchi, maglietta bianca che lasciava immaginare il fisico scolpito che si trovava al di sotto.

Quando mi vide mi venne incontro.

- “buonasera” disse lui con quel suo sorriso e gli occhi leggermente strizzati.

- “sera” risposi più timidamente con le guance rosee.

- “a Martina non dispiace di essere rimasta sola in hotel, vero?”

- “no, ha detto che non c’erano problemi. E poi ho lo strano presentimento che Liam starà con lei sta sera…”

Sorrise.

- “Probabile…” aggiunse poi.

Con due dita mi sfiorò il dorso della mano, toccando il pollice, stringendo poi l’arto.

Lo guardai.

- “posso!?” chiese lui.

- “si” dissi dolcemente, abbassando il capo per un secondo.

Iniziammo a incamminarci verso il fiume, lungo il quale facemmo una lunga passeggiata. Giunti in prossimità del Tamigi mi lasciò la mano e cominciammo a parlare mentre avanzavamo lungo l’argine.

- “posso chiederti una cosa?”

Annuii.

“Perché sei voluta uscire con me oggi?”

Rimasi un secondo in silenzio pensando alla mia risposta.

- “non lo so” dissi “ho… iniziato a pensare che probabilmente non sei come pensavo che fossi, sei diverso. Alla fin fine sei dolce di carattere e non mi faresti sul serio mai nulla” risposi sentendo le guance riscaldarsi.

- “quindi ora ti fidi?” domandò fermandosi davanti a me.

- “inizio a fidarmi, si” ammisi non riuscendo a non sorridere.

Ricambiò il sorriso.

* * * *

 

Calò la sera, il sole iniziava a tramontare facendosi spazio tra le nuvole creando armoniosi schizzi di colore rosa e arancione. Da qualche minuto noi eravamo saliti sul magnifico ponte Tyne Bridge di Newcastle. La visuale era fantastica, romantica. Mi affacciai lungo la ringhiera del ponte a osservare quello spettacolo. Zayn si posizionò dietro di me. Appoggiò una mano su di un mio fianco e l’altra sulla ringhiera. Mi teneva stretta a lui. Sentii il cuore accelerare di colpo, come se fossi stata presa da un forte attacco di tachicardia. Ma per quanto riuscisse a nasconderlo, anche lui era agitato. La mia schiena appoggiata al suo petto percepiva benissimo i battiti cardiaci accelerati.

Lo osservai, abbassando poi lo sguardo.

- “va tutto bene?” chiese lui con la sua voce calda.

Annuii, osservando la magnificenza della visuale che mi si trovava davanti.

- “devi tornare in albergo?” domandò.

- “mm, no. Non ho voglia di tornare la” ammisi.

- “vuoi venire da me? Possiamo fermarci a prendere qualcosa dal Mc*e stai un po' lì prima di tornare in hotel...” chiese. La sua voce era più tremolante, come spaventata dall'idea che potessi dire di no.

'E ora che faccio?' mi chiesi fra me e me. Anche andrei ma... se dovesse cambiare? Nel senso, se dovesse diventare arrogante, cattivo? Però se restasse normale, com'è adesso, stare con lui mi piacerebbe...'

Inspirai. Socchiusi di poco gli occhi prima di dire

- “okay, va bene”

sorrise.

 

* * * *

fece scorrere la chiave nella serratura color ottone, la quale cigolando aprì la porta.

Accese la luce dall'interruttore bianco latte situato a destra della portone, illuminando l'ingresso. In silenzio mi condusse nella spaziosa cucina, dove appoggiò il sacchetto del Mc donald's.

Andammo in un'altra stanza, il salotto. Un divano chiaro e molto grande sostava accanto ad una parete badge, una televisione nera gli sostava dinanzi.

- “togliti pure le scarpe, io vado a prendere le cose da mangiare e da bere”

feci cenno di 'si' con il capo. Sfilai le Converse e le appoggiai vicino ad un tavolino marrone che affiancava il divano. Intanto arrivò Zayn.

* * * *

 

- “hai voglia se guardiamo un film?”

- “si” dissi seduta a gambe incrociate, con le braccia appoggiate dietro la schiena sulla fodera del sofà che mi reggevano la schiena.

Curvò di poco le labbra nel fissarmi.

Guardai quelle sue labbra: sembravano scolpite, erano perfette, come lo erano tutti i suoi lineamenti.

Mi ripresi, smettendo di pensare a colui che avevo davanti”. Scorsi nel mobiletto che avevo davanti la copertina di un DVD che conoscevo fin troppo bene.

- “è il corvo?” domandai indicando ciò che avevo visto.

Si voltò a osservare ciò che puntavo col dito e lo sguardo.

- “si” rispose poi. “ti piace?” domandò in seguito.

- “ è il mio film preferito”

- “davvero?”

annuii. - “Amo la storia d'amore che c'è tra i protagonisti, la tristezza della loro storia e ciò che farà lui, Eric, per vendicare la sua amata” mi interruppi “e poi ho sempre amato Brandon Lee , e mi dispiace ciò che gli è accaduto durante il film”

sorrise

- “lo guardiamo?”

- “okay”

mise il film nel lettore, tornando poi a sedersi sul divano in fianco a me. Mi sedetti vicino a lui. Mi avvolse con un braccio il fianco destro ed io appoggiai il volto sulla sua spalla. Le gambe rannicchiate pendevano verso lui. L'unica luce della stanza era data dal televisore.

 

 

 

*Mc Donald's 

   
 
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