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Autore: Giulietta_3    05/05/2014    3 recensioni
Dal primo capitolo:
Margot odiava le cose nuove. Odiava il nuovo profumo di sua madre e i nuovi vasi che aveva comprato per il salotto. Odiava il suo nuovo armadietto e il suo nuovo libro di testo di inglese.
E sedendosi quel giorno di fianco alla sua compagna di banco, che nonostante fosse nuova, non odiava poi così tanto, Margot Smith non poteva fare altro che pensare che avrebbe sicuramente odiato il nuovo professore di inglese.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Harry

Sapevo fosse stata una pazzia, impazzire totalmente per lei, ma non era qualcosa su cui avevo avuto potere decisionale.

Lei era una droga.
Baciarla una dipendenza.
Viverla una necessità.

La tenevo d’occhio ogni fottuto momento e in classe era una vera tortura non poterla toccare, abbracciare, tenerla vicina.
Il problema principale però non era la sua indiscussa bellezza.
Margot era… non so spiegarlo neanche io. Era vispa, intelligente, sempre con la parola giusta e ciò mi eccitava da morire.
Era una di quelle bellezze totali, libere, indipendenti. Mi faceva letteralmente impazzire.
La conoscevo da pochi mesi e non ricordavo un solo istante di lucidità mentale con lei.
Mi inibiva, mi cambiava, ero come plastilina nelle sue mani, malleabile, fragile, mi avrebbe distrutto tranquillamente con solo una parola.
 



 
‘Quindi Harry non ti va un caffè?’
Harry non disprezzava la professoressa Johns, la trovava una bella donna, con tutte le curve al posto giusto e con una gran testa, ma era viscida, subdola e sicuramente non il suo tipo.
Si era accorto dell’interesse della mora e provava in ogni modo ad evitarla.
Era impossibile non notare il modo in cui il suo sguardo vagava sul corpo di Harry e per lui era impossibile non sentirsi osservato ogni volta che la incrociava per i corridoi, ogni volta che con il suo nuovo collega Nick decideva di fare una pausa caffè alle macchinette.
La evitava come la peste, cercava di essere il più vigile possibile e di trovarsi sempre in compagnia, per non farsi cogliere solo, inerme e impreparato.
Quel sabato però gli aveva teso una trappola, aspettandolo furtiva dietro la porta della sala professori, cogliendolo di sorpresa e invitandolo per un caffè.
La verità non era nemmeno che non voleva avere nulla a che fare con lei, ne che il suo sguardo strano gli facesse venire i brividi, ma Margot ogni sabato pomeriggio si rifugiava a casa sua, con le chiavi di riserva sempre attaccate allo zaino e il sorriso dolce ad accoglierlo nella calda dimora.
E non c’era paragone, non ci sarebbe mai potuto essere.
‘Mi spiace Carla, ho già un impegno’ disse gentile, cercando di non sembrare ansioso di andarsene.
Lo sguardo della donna si assottigliò ma il suo sorriso non scomparve, anzi, si allargò.

Inquietante.

 ‘Non preoccuparti Harry, sarà per la prossima volta’
Ed Harry sperò di tutto cuore che non ci sarebbe mai stata una prossima volta.




 
 

Non vedevo l’ora di arrivare a casa.
Vagavo veloce nella mia Range Rover nera, per le strade affollate di Londra piene di luci e persone, cercando di non pensare troppo a ciò che mi attendeva a casa, conscio che avrei perso di vista la strada se avessi iniziato a fantasticare.
Il sabato precedente avevo trovato Margot in cucina con i leggins neri e la mia camicia azzurra addosso, troppo più grande per il suo piccolo corpo, mentre si cimentava in una omelette al formaggio.
L’odore che arieggiava in casa era afrodisiaco, un misto di cibo caldo e Margot, che non aveva potuto far altro che suscitarmi un tenero sorriso e farmi sentire completamente e inspiegabilmente a casa.
Ed era per questo che non vedevo l’ora di arrivare, per questo avevo quasi fatto fuori un cagnolino con la mia quattro ruote ed era sempre per questo che avevo parcheggiato in maniera approssimativa sulla ghiaia antistante il garage.
Perché non importava con chi stessi, chi mi invitasse a prendere un caffè, quante scartoffie dovessi ancora firmare per la scuola.
Avevo bisogno di tornare a casa e trovare Margot lì, per sentirmi a casa.
Fu per questo che quando aprì la porta con il suo viso dai lineamenti scolpiti e la nuvola di capelli neri che le ricadeva sulla spalla non avevo potuto far altro che baciarla, facendo cadere a terra la mia borsa da lavoro e facendo indietreggiare la mia donna fino alla porta.

Era sempre una sorpresa baciarla e al contempo una certezza. Il sapore di panna e di buono arieggiavano sempre sulle sue morbide e grandi labbra ma allo stesso tempo il modo in cui esse rispondevano alle mie era sempre nuovo, sempre sorprendente, tanto da non farmi mai stancare, tanto da rendermi sempre curioso di scoprire una nuova combinazione.
I suoi baci erano troppo per me, tanto da farmi venire le gambe molli, tanto da farmi appoggiare una mano sulla porta per tenermi stabile, altrimenti sarei sicuramente caduto a terra, tradendo le emozioni che mi logoravano dentro.
E sapevo che anche lei provava lo stesso perché dovetti afferrarla per la vita sottile per evitare una rovinosa caduta.
Il problema era che non eravamo mai sazi, che solo il pensiero di staccarmi da lei mi faceva piangere, star male, mi uccideva pensare che potesse scomparirmi dalle mani.

Mi staccai lentamente per controllare che fosse ancora li, e che non solo il suo corpo fosse rimasto con me, per controllare che la sua anima non avesse abbandonato la sua padrona, lasciandomi solo, come un disperato.
Perché non erano il suo corpo che mi legava a lei, ne i suoi occhi grandi, ne le mani piccole.
Era la mia anima che non riusciva ad abbandonare la sua, stregata dalla sua bontà, genuinità, dalla sua grandezza.

‘Ben tornato a casa Styles’
 
 






‘Posso farti una domanda?’
Eravamo seduti sul morbido tappeto del salotto, con la nostra solita birra e un trancio di pizza tra le mani a discutere del più e del meno.
Era bello passare le serate così, come se ci conoscessimo da una vita e non fossimo circondati da giudizi e problemi al di fuori di quelle quattro mura.

‘Mi devo preoccupare Margot?’
Lo dissi in maniera scherzosa, ma nonostante sapessi perfettamente che non c’era nulla di cui preoccuparsi il mio stomaco si contorse in una morsa dolorosa ugualmente.
Lei sorrise, con le sue morbide labbra un po’ sporgenti e i denti bianchi, un po’ troppo piccoli per la sua età e mi guardò con uno sguardo così profondo che mi persi per qualche secondo.
La mia vita, incredibilmente, dipendeva da quella piccola ragazza davanti a me.

‘Perché il primo giorno di scuola mi hai offerto il tuo aiuto?’
‘Perché eri identica a me’

Risposi sinceramente, di getto, come se non le stessi svelando un’ennesima parte di me.

Mi sto sbilanciando troppo, pensai.

‘Spiegati’ mi disse seria, con gi occhi un po’ sgranati.
‘Prima di spiegarti ti devo fare una domanda. Prendilo come un ennesimo aiuto per la tua tesina’ dissi beffardo, facendomi quattro risate di fronte alla sua faccia contrariata.
‘Si, perché effettivamente mi è tutto molto più chiaro dopo le tue lezioni’ rispose acida con un sorrisetto sarcastico che la rendeva ancor più sexy.

Aveva ragione, tutte le volte che dovevo aiutarla per la sua tesina, mi distraevo inesorabilmente, facendo, di rimando, distrarre anche lei.
Insomma! Una volta si era presentata alla mia porta con un jeans decisamente troppo attillato per i miei gusti e un’altra si era raccolta i lunghi capelli neri in una coda alta che le aveva scoperta una gran bella porzione di collo e spalla.
Va bene che lei aveva solo diciassette anni ma io rimanevo comunque un maschio allo stato brado con le sue necessità!

‘Potrei farti certe belle lezioni, Margot, in campo anatomico che non puoi avere nemmeno un’idea. Purtroppo, ora come ora, è illegale; non metterci troppo il pensiero su, amore’ dissi scherzando, forse neanche poi tanto, ricevendo come risposta uno sguardo omicida.

Il discorso sesso era, purtroppo, ancora off-limits per Margot e onestamente non potevo biasimarla.
In primo luogo, nonostante la differenza di età non ci fermasse dal frequentarci in maniera assidua, restava comunque un gran problema, soprattutto per lei che si creava mille paturnie e problemi per me inutili.
Inoltre, cosa più importante, non dovevo mai dimenticarmi, - ma non avrei potuto neanche volendo – che la mia Margot era stata usata per anni come giocattolo per soddisfare i viscidi bisogni del padre e che per lei naturalmente, l’argomento fisico, non dovesse essere molto facile da affrontare.

Appena sentii il sangue al cervello per le immagini poco piacevoli che mi vorticavano in mente, immagini di una Margot toccata dalle mani di un uomo disgustoso, dovetti fare una grande violenza su me stesso per ritornare alla realtà.

‘Allora me la vuoi fare questa domanda si o no?’ chiese spazientita.
‘Secondo te Margot di che tipo di donne i poeti si innamoravano? Di che tipo di donne parlavano nei loro brevi sonetti?’
Vidi il suo sguardo vacillare per un momento, probabilmente disorientata per l’insolita domanda.

‘Narravano di donne belle, di classe, facili da capire come libri aperti’
‘Esatto, e perché secondo te?’
‘Perché tutti si innamorano di ragazze così, sarebbe impossibile il contrario!’ disse stizzita spostandosi in difficoltà sul tappeto, come se si trovasse a disagio, come se non riuscisse a spiegare le mie apparentemente inutili domande, facendo inoltre cadere un po’ di birra sul parquet nuovo.
‘No, non è per questo. Tessevano le lodi di donne belle ma futili solo perché era più facile. Prendi ad esempio Christine. E’ indiscutibilmente una bella ragazza e scrivere qualcosa su di lei sarebbe indiscutibilmente facile. Metti due parole in tralice, scrivi qualche complimento, aggiungi qualche ‘bellissima e dolcissima’ di qua e di la e il gioco e fatto, hai concluso il tuo sonetto.’

‘Non capisco dove vuoi andare a parare Harry’ disse appoggiandosi con la schiena ai piedi del divano, giusto per non ritrovarsi un gran mal di schiena il giorno dopo, con l’aria un po’ affranta di chi si sta perdendo qualcosa.
‘Scrivere su personaggi come Christine e su donne estremamente belle è facile Margot. Ma per donne come te non basta. In quindici misere righe non riuscirei a descrivere nemmeno il tuo colore d’occhi o la tua indiscutibile caparbietà. Su donne come te non si scrivono mai sonetti perchè è impossibile! Donne come te non si può far altro che viverle. E non si scrive su di loro perché si è gelosi, non lo si vuole ammettere, ma non le si vuole condividere. Le donne solo belle ma vuote, non puoi fare altro che metterle in vetrina, per vantarti, per sentirti fiero. Ma le donne come te Margot, se le tengono tutti strette e nascoste. Per paura di perderle.’

Ci fu silenzio per qualche minuto.
Io cercavo di cogliere il significato del bagliore nei suoi occhi e lei sembrava  stesse cercando la medesima cosa nei miei.
Poi parlò.

‘Per quanto in questo momento mi senta un fuoco per l’imbarazzo e la felicità, e non vorrei far altro che baciarti, vorrei comunque che rispondessi più chiaramente alla mia domanda’
‘Ti ho voluto dare una mano Margot perché nei tuoi occhi ho letto la stessa paura che ho sempre letto anche nel mio sguardo. Eri davanti a me, e mi sembravi lontanissima ed indecifrabile, come un cubo di rubik a cui non riesco mai a trovare la soluzione. E non volevo perdermi l’occasione di risolvere quell’enigma che eri tu, con i tuoi occhi espressivi e un fardello enorme sulle spalle, tanto pesante che sembravano incurvante per lo sforzo. Non volevo lasciarti a nessun altro, tantomeno abbandonarti a te stessa, come era stato fatto con me. Mi dispiace Margot, ma alla fin fine non volevo aiutare te. Volevo solo tenerti per me.’

Presi fiato, concludendo quel soliloquio senza precedenti con un po’ di affanno. Mi ero liberato di un gran peso, le avevo finalmente detto tutto ciò che pensavo e mi ero definitivamente spogliato, scoperto, ma si diciamo anche sputtanato alla grande.

Sono troppo dannatamente filosofico e romantico, pensai, la farò scappare così.

Lei fermò i miei pensieri sedendosi delicatamente su di me e facendo combaciare perfettamente, come una magia, le nostre labbra.

‘Ora che ho una risposta posso baciari’


 
Spazio Autrice.
Ciao a tutte bellezze. So che sono estremamente in ritardo ma sono fiera del mio lavoro e della lunghezza del capitolo.
Vengono finalmente svelate alcune cose, ci sarà l'entrata in scena di due nuovi personaggi e scopriremo che la relazione tra Harry e Margot sembra un po' quella di due adolescenti che scherzano e si punzecchiano come tutti gli altri.
Fatemi sapere qual'è la parte che avete preferito, così da discuterne insieme. E ditemi anche cosa ne pensate del problema 'sonetto'.
A prestissimo dolcette.
XOXO

 
  
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