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Autore: serensnixpity    05/05/2014    5 recensioni
In onore della Quinntana Week 2014, sette piccole shot, sette "briciole" della vita di Quinn e Santana.
Pubblicate:
- Day 1 (Quinntana Begins)
- Day 2 (Comfort/Fluff)
- Day 3 (Meet the Family)
- Day 4 (Future)
- Day 5 (AU)
- Day 6 (Holiday Season)
- Day 7 (Free Day: crossover)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Day 5 - Alternate Universe

nota: Questa shot è un au poco drastico. Quinn e Santana sono due mamme single che si conoscono vagamente e i loro figli frequentano la stessa classe.


Quando il nome di Rachel Berry aveva cominciato a lampeggiare sullo schermo del suo cellulare, solo poche ore prima, Santana Lopez aveva capito immediatamente che quella sarebbe stata una lunga e difficile giornata.

Una convinzione che si era intensificata mentre percorreva a passi rapidi il corridoio della scuola, il ticchettio dei tacchi a coprirne il silenzio.

- Rosario Carlos Lopez (*), che diavolo hai combinato questa volta? -

Sbottò minacciosa, indicando il bambino dai tratti latini che faceva penzolare le gambe dalla seggiola. Il piccolo deglutì vedendo la madre avanzare ad ampie falcate verso di lui ed abbassò la testa con un inconfondibile broncio sul viso.

- Piacerebbe saperlo anche a me -

Una voce la colse alle spalle e Santana si voltò di scatto in un felino turbinio di capelli neri.

Lei era lì. Bella come mille soli nel suo completo color crema. I capelli corti e fintamente spettinati le solleticavano le guance e quel maledettissimo viso, che la tormentava nel pieno dei suoi sogni, aveva un cipiglio severo che le fece sprofondare lo stomaco a terra. Quinn Fabray si avvicinò a Santana e suo figlio, affiancata da Rachel, malauguratamente la migliore amica di Santana nonché preside della scuola elementare che frequentavano i loro figli. Con la sua piccola mano stretta in quella della madre, una bambina dai capelli biondissimi e l'abitino azzurro impiastrato di macchie colorate, trotterellava al fianco della donna, fermandosi proprio di fronte a Rosario e lanciandogli una penetrante occhiata così simile a quella della madre da far quasi paura.

Santana abbassò lo sguardo sul figlio che testardamente continuava a fissare la punta delle sue scarpe, anch'esse sporche di colore come il vestito della bambina. Ma ora il suo viso si era addolcito, mentre pensava che per la prima volta suo figlio aveva infastidito la persona giusta.

- Avanti Rosario, dì alla mamma di Emily che cosa hai combinato -

Intervenne Rachel cercando di mantenere un tono autoritario, nonostante il debole che aveva per il nipote acquisito. Santana roteò gli occhi teatralmente, incrociando le braccia al petto, improvvisamente sulla difensiva

- Ma zia Rach... -

- Sono la preside Berry qui dentro, lo sai -

Lo ammonì Rachel, facendo abbassare di nuovo la testa al bambino. Santana spostò lo sguardo scuro su Quinn, che assisteva allo scambio con l'ombra di un sorriso soddisfatto sulle labbra. E a quel punto non era più sicura di cosa desiderasse di più, se levarglielo con uno schiaffo o se sbatterla al muro e strapparglielo via con un bacio. Sbuffò sonoramente, passando una mano fra i capelli arruffati di suo figlio con aria protettiva

- Perché dovrebbe essere stato proprio mio figlio a cominciare? -

Domandò facendo saettare gli occhi da Quinn alla sua migliore amica

- Perché è sempre il primo della classe...quando si tratta di combinare qualcosa -

Quinn non sembrò scomporsi più di tanto quando si rivolse a lei, chiaramente sapeva contenere il proprio nervosismo in modo molto più efficace. A differenza di Santana, lei non alzava la voce, non agitava le mani e soprattutto manteneva un'impettita e rigida posizione che tendeva a far vacillare anche Santana Lopez, l'avvocato più rinomato della città. Anche se non era tanto la sua sicurezza a perdere colpi, quanto il suo autocontrollo, perché quando si trattava di Quinn Fabray, la mente di Santana toccava lidi che nemmeno i più intraprendenti osavano raggiungere.

Scosse la testa, riemergendo a malincuore dalla nebbia che le offuscava la mente. Ricordò a sé stessa che in quel momento era su un campo di battaglia e lei non perdeva mai.

- Se ti togliessi quel bastone dal sedere, forse ti accorgeresti che anche mio figlio è completamente sporco. Chi mi dice che non sia stata la tua principessina? -

Domandò avvicinandosi di un passo alla donna di fronte a lei, sul viso un'espressione beffarda e nella testa il pensiero di quel sedere sul quale avrebbe volentieri affondato mani e denti. Poté sentire Rachel inspirare rumorosamente, sicuramente preoccupata per l'atteggiamento dell'amica. La brunetta sapeva bene che Santana era indomabile quando si sentiva minacciata. Ma Quinn non fece altro che inarcare un sopracciglio, per nulla turbata da come Santana era scattata sulla difensiva. Si scostò una ciocca ribelle dalla fronte, sorridendole in modo quasi lezioso

- Se tu aprissi un po' di più gli occhi, invece di deliziarci con la tua patetica imitazione di mamma tigre, forse vedresti che queste... -

Quinn si chinò verso Rosario che le osservava con le braccia conserte e l'aria di un cucciolo bastonato. Delicatamente sciolse l'intreccio delle braccia dalla pelle ambrata, mostrando a Santana le mani del figlio ricoperte di colori a tempera

-...corrispondono alle impronte sul vestito di Emily -

Quinn concluse la frase raddrizzandosi sotto lo sguardo attonito di Santana e Rachel

- Mi stupisce che un avvocato del tuo calibro non se ne sia reso conto -

Santana sbatté le palpebre, mordendosi l'interno della guancia per resistere all'istinto di boccheggiare...o di strapparle i capelli. Tossicchiò nervosa, incrociando le braccia al petto decisa a non mollare

- E' evidente che forse la tua Emily se l'è meritato -

Accanto a lei, Rachel mandò gli occhi al cielo. C'erano giorni in cui Santana sapeva essere peggio dei bambini di quella scuola e solitamente quei giorni erano sette a settimana. Gli angoli della bocca di Quinn si arricciarono con disappunto, gli occhi di giada ancora fissi in quelli carbone di Santana

- Quindi è questo che insegni a tuo figlio? Non mi stupisce che sia cresciuto così -

La voce vellutata di Quinn sembrava una carezza ogni volta che le usciva dalle labbra, ma Santana stava imparando sulla sua stessa pelle che quelle carezze lasciavano graffi dietro di loro. La latina strinse i denti assottigliando lo sguardo, un altro passo diminuì la distanza fa le due donne

- Visto che sei così brava, perché non mi insegni tu come si fa? Domani a cena. Alle otto. Pago io -

Era così vicina che poté sentire il respiro di Quinn fermarsi, mentre le sottili dita ambrate facevano scivolare il suo biglietto da visita nella tasca della gonna di Quinn. E per la prima volta fu Quinn quella a corto di parole. Solo per un istante però, perché quando i suoi occhi smisero di seguire il percorso della mano di Santana e si rialzarono a fronteggiarla, un sorriso poco rassicurante le tendeva le labbra

- Ah paghi tu? Ti lascerò in mutande, Lopez -

- E' quello che spero, Fabray -

Rachel le guardò a bocca aperta, non del tutto sicura di cosa la stesse sconvolgendo di più tra la sfacciataggine di Santana e l'algida consulente finanziaria che cedeva di fronte a quella faccia da schiaffi. Quinn aprì bocca per replicare, ma l'attenzione delle tre donne venne attirata dall'improvviso scoppio di una risata cristallina.

- ...e poi gli ho dato un pugno così forte che mi ha regalato tutte le sue figurine -

A pochi passi da loro, incuranti dello scambio fra le loro madri, Rosario stava gonfiando i muscoli delle sottili braccia da bambino di sei anni, raccontando un aneddoto sicuramente ingigantito ad un'incantata Emily. La bambina ridacchiò di nuovo quando lui le permise di toccargli le braccia, facendo dondolare le treccine bionde con aria civettuola.

Quinn e Rachel si scambiarono uno sguardo attonito, grugnendo contemporaneamente quando Santana sospirò piena d'orgoglio

- E' proprio mio figlio -

 

(*)Sono al corrente che il nome Rosario venga usato al maschile solo in italiano, ma siamo in un AU e non potevo rinunciare all'idea dei due bambini che si chiamano Emily e Rosario. Pardon :) 

  
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