risvegli

Aperti gli occhi Leawyn si sentì percorsa da un brivido, cominciava a sentirsi il cambio di clima andando a nord.
«Buon giorno!»
La fanciulla chinò il capo e Farkeld che l’aveva salutata tanto allegramente si incupì, si chinò davanti chiedendo cosa avesse, non ebbe il tempo di una risposta che quella lo guardò di colpo dritto negli occhi quasi con rabbia prendendolo dalla canottiera
«Mi hai scaraventata dalla scogliera?! Ma cosa hai in testa?»
Un gesto così inaspettato insieme ad una frase che non si sarebbe immaginato fece calare il silenzio sull’elfo che con un espressione di imbarazzo, terrore e sorpresa faceva brillare i suoi occhi ambrati.
« … tu … tu … dovresti vedere la tua faccia! ahahah» disse scoppiando in una fragorosa risata e poi guardando Farkeld dal basso con i suoi smeraldi lucidi dalla risata e sorridendo spensieratamente e sincera.
«E questa ancora meglio»
L’elfo aveva il volto contorto da una smorfia di stupore che sembrava uscita da una qualche commedia.
«Farkeld?»
«Si?...»
Leawyn si sporse in avanti ad un soffio dal suo volto guardandolo dritto negli occhi pieni di gioia e di riflessi
«Grazie per avermi salvata»
Erano troppo vicini a occhi socchiusi.
Un rumore li distrasse
«Nasconditi sopra quell’albero saranno di certo i nord che ci cercano!»
Si posizionarono quindi lei sopra l’albero che dava su un sentiero e lui dietro ad un tronco pronti all’agguato; udivano gli zoccoli di uno stallone e i passi di due soldati: esploratori.
Dopo qualche minuto un’elfa coperta da un’armatura pesante ma elegante in groppa ad un nero stallone arrivò accompagnato da due dei suoi: aveva i capelli violacei e biancastri legati in una dolce coda, numerosi ciuffi sul volto ed un tatuaggio in fronte rappresentante qualcosa di religioso.
Farkeld la vide subito e uscì allo scoperto sotto l’espressione sconcerta della sud ancora sulla difensiva
«L’Berry sei tu?!»
La nord si girò verso di lui con un sorriso quasi fraterno
«Ciao Farkeld! Ti ho trovato alla fine!»
 
 
 Sath si svegliò tardi, era sul suo letto, nella sua camera a Famelyth.
Le coperte dorate e morbide al tatto di lana lo coprivano completamente, la testa era fasciata da bende lasciando cadere in lunghi capelli nocciola disordinatamente.
La finestra era aperta a lasciare entrare la dolce brezza del giorno facendo ondeggiare le leggere tende bianche.
Una stanza tonda, bianca con decori dorati ed argentei, al centro un tappeto azzurro, sulla sua destra l’armatura da guerra su un manichino ed a sinistra l’armadio ed la scrivania: tutto era rigorosamente ordinato.
Si tirò su, aveva un male tremendo alla testa e vi portò una mano con una smorfia di dolore.
Aspettò un po’ ma si rimise steso.
Qualche ora dopo riuscì finalmente a vestirsi ed ad andare dal sovrintendente per avere chiarimenti.
 
Una volta arrivato gli fu riferito tutto:
«Sei stato trovato al margine della fonte della Dea, privo di sensi – cominciò lui – un viandante ti ha raccolto e dopo averti portato qui se ne è andato, eri ferito e sei stato curato»
«Capisco, e Leawyn? Lei è qua?»
«No, è al nord lo sai!»
«Non è vero, era alla fonte, il nord, lui si, lui deve averla rapita, io l’ho colpita, deve essere viva, sperduta, spaventata …»
«Sath calmati, stai dicendo cose senza senso»
L’elfo si fermò un attimo, non poteva dire di aver colpito la principessa o non l’avrebbe più sposata e sarebbe stato buttato a marcire nelle segrete.
«Avete ragione scusatemi, ora mi congedo»
«la prossima volta parlami in modo meno formale»
Rimase un po’ perplesso e poi con un sorriso annuì.
Si diresse allora nella propria camera e notò il letto rifatto, e sopra di esso i suoi vestiti quando era andato alla fonte con sopra un biglietto.
Si sedette, lo aprì e cominciò a leggere:

“Carissimo Sath, probabilmente penserai che sono in pericolo, rannicchiata in un angolo a piangere, ma non è così.
Sono con Farkeld, il principe del nord che è un essere affidabile e dolce, non spietato come avevamo pensato sempre.
Voglio che tu sappia che sto bene; il destino che mi è stato scritto ho deciso di seguirlo, che questa è la mia strada mi è ormai chiaro, non so se sto sbagliando a percorrerla ma lo scoprirò in futuro.
Per il momento posso dirti che ci dirigiamo verso Rasket e che nulla mi fermerà, questo regno tornerà quello di una volta, e magari ancora più splendente, mi manchi.
Ci vediamo tra un po’, con affetto
 Leawyn”

Rilesse, rilesse, rilesse.
Piegò quindi il foglio e lo posò sul letto.
“Una guerra è in agguato e tu mi stai praticamente dicendo di non metterla in atto?!” pensò.
Alzò lo sguardo e si sporse dalla finestra: era una giornata calda e felice, in lontananza si vedeva una piccola statua al centro del piazzale sotto state alla torre dove lui abitava, una statua della Dea.
Sbuffò, “non esiste alcun dio o Dea a questo mondo, siamo solo noi, noi siamo dei e il tuo destino è una menzogna!”.



AA: io ... no comment non so cosa dire, il capitolo è uscito male per me, vedete voi ...
Raynella