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Autore: biberon    06/05/2014    4 recensioni
“Abbiamo dovuto farlo.” Disse la madre di Gwen con gli occhi lucidi.
“Ma è una ragazza dolcissima! Gentile, bella, educata, spiritosa! È una mia grande amica!”
“Capiscici, Duncan, ti prego. Lo facciamo per proteggerti!”
“Da cosa?!”
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Duncan era un ragazzo punk, forte, intraprendente, ribelle, ma buono.
Courtney era una ragazza bella, ordinata, intelligente, intraprende e dolce.
Gwen era una ragazza sola.
Lei era diversa, lei era un pericolo …
Ma lei voleva solo qualcuno, qualcuno che l’apprezzasse e l’amasse, qualcuno … lo voleva disperatamente, con tutta se stessa.
Ed era pronta a fare qualsiasi cosa per averlo.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Salve a tutti! Vi volevo dire un paio di cosine, prima di lasciarvi alla lettura di questo capitolo.

1) Che mi fanno un sacco piacere le recensioni, quindi non pensate che un vostro commento, anche piccolo, sia per me inutile, perchè è tutto il contrario.

2) Di qualsiasi storia, pubblico un nuovo capitolo solo se ci sono almeno tre recensioni, meglio di più. Non perchè io abbia sete di fama, ma perchè non ha senso pubblicare capitoli se ... ehm ... non se li fila nessuno

3) Come ultima ma non ultima cosa vorrei salutare una ragazza che legge questa storia con tanto entusiasmo e che mi ha lasciato una recensione strappalacrime seppur divertente! So che leggerai questa mia intro, quindi, un bacione e un abbraccio 
Xenja !!!







Ale-Alejandro, Ale-Ale-Al ...


Sotto la maledizione della luna, sotto l’effetto della licantropia gli individui non controllano le proprie azioni, ma agiscono secondo rudimentale istinto.
Già.
Come avrebbe potuto uno come lui farle del male?
Era assurdo.
Gli cinse le spalle con le mani e gli sfiorò i contorni del corpo fino alla vita con due dita.
Era un momento perfetto …
Finché non si accorse di una cosa molto, molto, molto imbarazzante.

Si ritrasse subito, il viso purpureo: lui era nudo.
 
Heather fece un balzo indietro di mezzo metro, trattenendo un urletto, quando una voce calda e vellutata sussurrò ‘Cicha’ al suo orecchio destro.
Il ragazzo si mise a quattro zampe nel tentativo di rialzarsi, ma cadde rovinosamente a terra.
“Tutto bene?” chiese Gwen, premendosi le mani sulla ferita nel ventre.
“Mi stavate guardando nudo?!” esclamò lui con fare malizioso, ignorando la domanda.
“Ma … certo che no! Ci hai quasi fatte a pezzi, poi ti sei trasformato e …”
“Trasformato?” chiese lui accigliato.
“Sì …”
“Merda … sapevo che sarebbe successo! Non dovevo allontanarmi così tanto dalla caverna, dovevo restare nei paraggi … se solo quell’idiota di Harold non mi avesse dirott …”
“Caverna?! Quale caverna?”
“La caverna della mia padrona.”
“PADRONA? LA STREGA GRIGIA?!”
“Beh, se è così che la … ehy, un secondo. E voi chi diavolo siete?!”
“Per prima cosa, ti dispiacerebbe … ehm … coprirti?” bisbigliò Gwen, visibilmente imbarazzata.
Lui si portò le ginocchia al petto, coprendo parzialmente la sua nudità.
“Così va bene?”
Heather storse il naso, strappò un consistente pezzo di stoffa dai suoi shorts e glielo lanciò addosso.
“Non credo che basti …” asserì lui con un sorrisetto. “Potresti darmi il tuo top” aggiunse sogghignando.
Heather gli alzò un dito medio mentre Gwen, sbuffando, si tolse la calzamaglia nera con un rapido gesto, rimanendo solo in minigonna.
“La situazione diventa sempre più interessante” esclamò il licantropo coprendosi con la calzamaglia e il pezzo di stoffa di Heather. “Ma non avete ancora risposto alla mia domanda. Chi siete?”
“Io mi chiamo Heather, sono una Nobile. E questa darkettona è Gwen … Nobile anche lei, promessa sposa del Principe Nero.”
Gwen la afferrò per un bracciò, costringendola a voltarsi verso il suo viso pallido. “Nobile? Principe Nero? Promessa sposa?!”
“Ti prego, stai zitta.” Sibilò spingendola via. “Tu invece, chi sei?”
“Io sono il Guardiano della Caverna, ovviamente. Da umano, Alejandro, ma potete anche chiamarmi Ale.”
“O Al?”
“NO! Al no! Odio quel soprannome!”
“Non ti scaldare, bestiaccia. Noi dobbiamo solo passare.”
“Questo è il punto. Prova a indovinare, bellegambe, a cosa servo io?”
Heather alzò un sopracciglio, ignorando il nomignolo appena affibbiatole “A niente, presumo.”
“Forse a non far passare di qui la gente?” chiese ingenuamente Gwen.
“La fiera dell’ovvio!” borbottò l’asiatica battendosi una mano in fronte.
“Io sono il Guardiano, e non faccio accedere nessuno alla Caverna. Nessuno tranne la mia padrona.”
“Non vorrei rovinarti le aspettative, ma la tua padrona è morta.”
Ale rimase interdetto per qualche secondo. “CHE COSA?!” I suoi bicipiti si contrassero violentemente e divenne rosso in viso.
Gwen, capita la pericolosità della situazione, intervenne.
“Heather sta scherzando. Ah-ah-ah.”
“Allora dov’è?!”
“Cosa ne sappiamo noi?” rispose la gotica sbattendo le ciglia con aria innocente.
“Razza di idiota … certo che lo sappiamo!” esclamò improvvisamente l’altra. “Ci sta … aspettando nel mondo umano! Ci ha mandate alla sua Caverna per procurarle alcune cose che le servono …”
“Ma cosa stai dic …?” chiese Gwen, ma Heather la zittì con un gesto.
“Ci puoi scusare un secondo?”
Spinse la gotica contro il muro e le sibilò in un orecchio: “Se sa  che vogliamo derubare la strega, e che lei è morta, si trasformerà di nuovo e potremo dire addio sia all’immortalità sia che alla vita stessa. Chiaro il concetto?!”
“Stai dicendo di fingere?”
“OVVIAMENTE.”
“Che state facendo, voi due?”
“Scusa, le stavo rammentando gli ordini della Grigia. In ogni caso, come ho detto prima, ci ha mandate lei. Per servirla.”
“E sentiamo, perché lo ha chiesto a voi e non a me, suo fedele servitore?”
“Perché … beh, perché noi siamo due Vampire. E Nobili, per giunta. E poi, questa tizia qui dietro … ha qualcosa di molto, molto particolare, non so se mi spiego.”
Alejandro aggrottò la fronte. “A essere sincero no, non ti spieghi.”
“Oh, insomma! Stephanie la Grigia ci ha dato un ordine, e stiamo cercando di eseguirlo! Quindi … togliti e lasciaci passare.”


“Perché dovrei fidarmi di voi?! Chi mi dice che non siete delle ladre, o magari degli Spettri? Datemi una sola ragione per cui non dovrei nutrirmi della vostra carne e bere il vostro sangue!”
“Ehm …”
Le due ragazze erano a corto di idee. Rimasero qualche secondo in silenzio, mentre Alejandro si scaldava sempre di più.
“Vi do dieci secondi. Dieci, nove, otto … sette, sei … cinque, quattro … tre, due … uno …”
Heather ebbe un lampo di genio improvviso.
“Perché te lo stiamo chiedendo per favore” chiese con fare provocatorio, accarezzandogli sinuosamente il petto. “Non siamo cattive … vogliamo solo servire la nostra padrona …”
Per ogni “esse” cacciò la lingua in mezzo ai denti, producendo un effetto sensuale e attraente.
“Beh … se me lo chiedete per favore …” disse lui, mangiandosela con gli occhi.
“Avete finito? No, perché potrei vomitare.” Bofonchiò Gwen.
Heather le lanciò un’occhiata tipo “stai al gioco” e le fece segno di avvicinarsi.
Gwen capì al volo e cinse la vita di Ale da dietro, accarezzandogli gli addominali scolpiti.
“Quindi adesso, da bravo, ci fai passare e ti togli di torno …”
Alejandro si ritrasse in un’istante, tornando alla realtà.
“Come hai detto, scusa?”
“Eccheccazzo!” sbottò Heather “Mi hai fatto anche fare la scena da puttanella e non ci fai andare?!”
“Non ho detto che non vi faccio andare. Ho detto che non mi levo di torno.”
“Che intendi dire?!”
“Che verrò con voi.”
“Tu sei fuori! Vorresti che ci portassimo dietro un licantropo che da un momento all’altro potrebbe trasformarsi e sbranarci, che quando è umano non è altro che un pervertito da quattro soldi?!”
“Esattamente.”
“Fanculo” sibilò l’asiatica incrociando le braccia al petto.
“Eddai, Heather …” la supplicò Gwen. “Dobbiamo raggiungere la Caverna, no?”
“Sai, quando incroci le braccia al petto ti si vedono di più le tette.” Disse Al con aria di sfida.
“La malizia sta nell’occhio di chi guarda, AL” disse lei superandolo.
“è un sì?” chiese soltanto lui.
“Muovi quel culo palestrato e facci strada, AL.”
“E non chiamarmi al, posteriore!”
“Posteriore?”
“Ti piace? È il tuo nuovo soprannome!”
“Ma davvero, lupacchiotto?!”
“Mi piace ‘lupacchiotto.” Ha un qualcosa di sexy.”
Lei si voltò di scatto mettendogli la mano sulla gola: “Sexy come il pugno che ti darò tra due e dico due secondi.”
“Sei solo un vampiro. Non puoi vincere.”
“Non credi che valga la pena tentare?”
“Uhh, sto morendo di paura.”
“EDDAI! Piantatela, per favore. Raggiungiamo quella fottuta Caverna, una volta la potremo separarci.” Intervenne saggiamente Gwen. “A proposito, quanto tempo ci vorrà?”
“Dipende da cosa incontreremo sul nostro tragitto” sussurrò Al, rabbuiandosi.
“Cose … tipo te?” chiese Gwen spaventata, mentre riprendevano a camminare.
L’ispanico di voltò a guardarla, con una strana luce negli occhi.
“Oh, no. Cose molto, molto peggiori.”

 
   
 
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