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Autore: saltandpepper    06/05/2014    14 recensioni
Avere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo.
La vita di Louis Tomlinson crolla su di lui dopo un incontro con il calciatore Harry Styles mentre erano ubriachi. Tutto ciò che ha mai conosciuto e mai creduto viene gettato fuori dalla finestra e lui è improvvisamente costretto a venire a patti con il fatto che il suo cuore non batte più solo ed esclusivamente per lui.
ATTENZIONE: Questa storia non è nostra. Noi ci limitiamo a tradurla!
Slash, Louis/Harry esplicito.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
Capitoli:
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ATTENZIONE: Questa storia non è nostra. Dopo averla trovata in uno dei tanti siti di Fan Fiction Inglesi, abbiamo deciso di tradurla anche qui su EFP, sapendo che sicuramente a qualcuno avrebbe fatto piacere. Tutti i diritti di autore vanno alla fantastica Blindfolded.
 
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CAPITOLO 15



Nessun segno.

Per un’intera settimana dopo l’incidente in camera mia, evitai Harry come se avesse la peste ed ero certo che anche lui avesse fatto la stessa ed identica cosa con me. Se lo vedevo fra i corridoi a scuola, mi voltavo e iniziavo a correre per andare da qualche altra parte, se lo vedevo a mensa, andavo via e cercare qualche altro posto per poter mangiare, se lo intravedevo da qualche altra parte fuori da scuola, mi nascondevo dietro qualche edificio o albero. Mi sentivo incredibilmente infantile e immaturo, ma sentivo anche che fosse la cosa giusta da fare; Harry mi aveva masturbato, malgrado il fatto che avesse una ragazza - che pareva come se stesse sempre con lui - e dopo averlo fatto, era praticamente fuggito dalla stanza borbottando in continuazione “non è mai successo”, quindi cosa dovevo fare?
Non avevo nessuna idea e così decisi di evitarlo a tutti i costi.
L’unico problema era che bramavo di poter avere qualche risposta su quello che era successo e siccome l’ultimo periodo della mia vita l’avevo vissuto solo in funzione di Harry - dopo averlo conosciuto -, negli ultimi giorni avevo iniziato a sentire la sua mancanza. Fu particolarmente triste e sconfortante andare ad un’altra visita senza di lui e avevo quasi sperato che si sarebbe presentato nonostante la nostra.. beh, qualsiasi cosa fosse, ma ovviamente non lo fece. Rimasi lì solo mentre il dott. Hayes eseguiva l’ecografia, facendomi domande sulla mia salute e altre svariate cose, ed era tutto così sbagliato. Volevo che Harry fosse lì con me, ma per colpa dei miei dannati ormoni, non ci fu. Okay, forse era stato lui ad iniziare, ma questo non migliorava niente.

Martedì 15 Febbraio. 
Ventisei settimane e un giorno


Arrivato alla ventiseiesima settimana, mi sentivo più ippopotamo che uomo, e sapevo che sia Owen, mamma e anche Ian avevano iniziato a notarlo. Nessuno di loro disse nulla a riguardo, ma vedevo le occhiate che ricevevo quando pensavano che non stessi guardando; Owen sembrava sospettoso, mia madre preoccupata e Ian confuso. Non potevo incolpare nessuno di loro e indipendentemente da quante bugie avrei potuto dire adesso, non si poteva nascondere il fatto che il resto del mio corpo rimaneva semi magro mentre il mio stomaco stava crescendo sempre di più giorno dopo giorno, e appariva strano. Lo faceva per davvero. Dopo aver ottenuto un bel po di strane occhiate nell’ora di ginnastica quando indossavo un enorme felpa mentre correvo intorno, chiaramente sentendo troppo caldo, e quando non mi tuffai in piscina dopo che tutti lo fecero, decisi semplicemente che avrei saltato l’ora di ginnastica finche tutto questo non fosse finito. Sapevo che dovevo dire la verità a mia madre e ad Owen entro le prossime settimane, ma per adesso, rimaneva un mio segreto. Beh, un segreto che altre sei persone ne erano conoscenza.
Nonostante non fosse molto di aiuto, infilai due maglioni, un enorme giubbotto e anche una sciarpa ingombrante quando andai a scuola quella mattina. Era solo il 15 di Febbraio e l’aria era ancora fredda così da permettermi di poter indossare molti vestiti, ma mentre camminavo lungo il marciapiede e sentii gli uccelli cinguettare dagli alberi, mi morsi il labbro con preoccupazione.
La primavera lentamente si stava avvicinando e quando le temperature avrebbero raggiunto dieci, quindici, venti e venticinque gradi, non sarei più stato in grado di nascondere la mia condizione con l’aiuto dei vestiti. Il resto della camminata la trascorsi pensando al modo in cui avrei potuto coprirmi nel corso dei mesi a venire, ma non mi venne in mente nulla e perciò fu aggiunta un’altra preoccupazione all’esorbitante catasta che avevo ammucchiato nella mia testa. 
Le due lezioni prima dell’ora di pranzo, matematica e storia, passarono più lentamente rispetto al solito, ero sul punto di addormentarmi. Cercai di rimanere sveglio e quando la campanella suonò dopo la mia ora di storia, che annunciava che era ora di pranzo, mi alzai con lentezza, movimenti pesanti. Il mio piano era quello di cercare di localizzare Harry entro trenta minuti a disposizione, prima che la mia prossima lezione iniziasse e per prima cosa mi diressi per gli armadietti per vedere se potesse essere lì. Quando arrivai, vidi un mucchio di gente, ma nessuno di loro aveva capelli ricci e un meraviglioso, perfetto sorriso sulla faccia. Con un sospiro, lasciai la zona armadietti e andai in mensa, nella speranza che fosse almeno lì. Ma no. Non lo trovai nemmeno lì e notai che mi rimanevano solo venti minuti. Calcolando che sarebbe potuto essere sul campo da calcio, uscii dalla mensa e oltrepassai parecchi corridoi. Proprio mentre entrai in un corridoio completamente vuoto e girai l’angolo, vidi camminare da lontano cinque persone, girati di spalle, a circa venti metri da me. Anche da lontano riconobbi  i capelli biondi di Niall, il taglio corto di Liam, il ciuffo all’in sù di Zayn, i ricci di Harry e.. i boccoli rossi di Lauren. Fantastico. Lauren era lì. Inspirai un paio di volte prima di dirigermi a passo spedito verso loro.
“Harry!” Gridai quando mi ritrovai a non più di dieci metri di distanza da loro.
Tutti e cinque si girarono nello stesso momento. Lauren mi fissò, Niall mi offrì un cenno con il capo, i volti di Liam e di Zayn si illuminarono con dei sorrisi e Harry.. Harry mi guardò e basta per un secondo prima di voltarsi continuando a camminare, così da rendere Lauren compiaciuta e felice. Il mio cuore affondò fino al mio stomaco, ma ciononostante continuai a seguirlo. 
“Harry, ho bisogno di parlarti,” dissi.
“Mi dispiace, perché io non voglio parlare con te,” mi rinfacciò, ancora camminando e ancora voltato di spalle verso di me. 
“Andiamo Harry, per favore.” 
“Vattene, non ho nulla da dirti.” 
“Ho davvero bisogno di parlarti.”
“Non mi interessa.”
“Per favore, solo cinque minuti.”
“Non accetti un fottuto no come risposta, vero?”
Deglutii, notando la rabbia nella sua voce.
“N-no.”
“Ma porca puttana!”
“Per favore.”
“No!”
“Harry, solo-”
E questo è quanto ottenni dalla mia supplica. La seguente cosa che accadde fu che Harry si girò sollevando un braccio e tre colpi furono tirati in tre punti diversi. Il primo un dolore pungente sulla guancia, poi un dolore pulsante sul naso e l’ultimo uno un po' più lieve sulla mascella. Indietreggiai barcollando di qualche passo fissando Harry in completo shock. Mi aveva picchiato. Mi aveva davvero picchiato. Mi aveva dato uno schiaffo sulla guancia, colpito il naso e la mascella. Faceva male fisicamente, si, ma tutto questo iniziò a farmi tremare il labbro e un paio di lacrime iniziarono a depositarsi sui miei occhi. Il ragazzo che era il padre del mio bambino, colui per cui avevo una cotta e che un mese fa mi aveva detto che gli importava di me, mi aveva colpito in faccia con tutta la sua forza.
Proprio nel momento in cui sentii urlare da Zayn un “ma che cazzo, Harry?”, Harry balzo in avanti, questa volta in direzione del mio petto. Con un riflesso, mi piegai per fare da scudo a me stesso, ma questo peggiorò la situazione. Capii solamente dopo che un suo pugno colpì.. il mio stomaco. L’orribile suono del colpo prima del dolore, e i miei occhi si spalancarono in puro terrore per un momento, ma poi un acuto dolore mi offuscò la vista per un secondo e con un grido spezzato, caddi a terra, coprendo il mio ventre in difesa da qualche altro colpo. Il dolore svanì velocemente, ma non ebbi il coraggio di muovermi; la paura era ancora presente. Mentre ero ancora accovacciato per terra con le mia braccia avvolte intorno a me stesso in segno di protezione, alzai lo sguardo incontrando quello di Harry, implorandolo silenziosamente di non continuare a colpirmi. 
“Fermati,” piagnucolai, “Per favore, fermati.”
“Erano solo un paio di colpi,” sentii sghignazzare Lauren, “Che cosa-”
“Lauren, chiudi quella cazzo di bocca e va via da qui,” sentii rinfacciarle Niall dietro di me.
“Scusami? Non credo tu abbia il diritto di-”
“Adesso!”
Dopo un paio di beffeggiamenti e parecchie imprecazioni, sentii il suono dei suoi tacchi schioccare sul pavimento mentre andava via con passi veloci. Non appena la porta sbatté chiudendosi, tre diverse voci iniziarono ad urlare cose differenti alla stesso tempo. 
“Sei pazzo?” disse Niall ad alta voce. 
“Cosa diavolo ti passa per la mente, Harry?” urlò Zayn.
“È incinto di più di sei mesi! Sei completamente fuori di testa?” gridò Liam.
I miei occhi erano ancora puntati su Harry che sembrava si fosse paralizzato completamente, fissandomi con un espressione di puro terrore in volto. Lo fissai di rimando, cercando di capire cosa fosse appena successo. Mi aveva davvero colpito, e non solo in faccia, ma anche sullo stomaco, rischiando di far del male a nostro figlio. Chi lo farebbe? Quale folle avrebbe mai potuto pensare di farlo? 
“Cosa diavolo c’è di sbagliato in te?” Sibilai mentre la rabbia offuscava i miei pensieri.
“N-non lo so,” balbettò. 
“Avresti potuto ucciderlo,” sussurrai intensamente, “Per quello che so, forse l’hai già fatto.”
Il mio cuore si strinse dolorosamente e morsi l’interno delle mie guance quando pensai a questa possibilità. E se fosse morto? E Se il mio bambino fosse morto? Il mio bambino.. no, lui non può essere morto, non può.
“Non lo perderò, Harry,” continuai, la mia voce rauca, “E se lo farò, giuro su Dio, che non ti perdonerò mai.”
Lui deglutì. “Per favore, non-”
“Stai zitto adesso,” Zayn interruppe ed improvvisamente sentii qualcuno afferrare la mia vita da dietro. 
“Dobbiamo portarti in bagno e ripulirti,” disse Liam dalla mia sinistra e girai la testa incontrando il suo sguardo.
“Hai sangue su tutta la faccia,” aggiunse come una spiegazione e mi rigirai verso di lui con sguardo confuso. Fu solo allora che mi resi conto del calore, una sensazione umida e appiccicosa che ricopriva la mia mascella e parte della mia guancia sinistra e mi resi conti che il mio naso aveva, molto probabilmente, iniziato a sanguinare quando il pugno di Harry lo aveva colpito.
“Credo sia una buona idea,” mormorai usando le gambe per darmi una spinta e rialzarmi dal pavimento mentre Liam stringeva la presa intorno al mio braccio e Zayn afferrava la mia vita. Mi girai verso Harry ancora una volta e lo vidi con un espressione colpevole in volto e un evidente paura negli occhi verdi. 
“Lou, io-” iniziò, la sua voce un po sommessa e insicura, ma scossi la testa per fermarlo.
“Non parlarmi,” borbottai.
Aprì la bocca, ovviamente per continuare la sua supplica, ma iniziai a parlare di nuovo prima che avesse la possibilità di farlo. 
“Sai, avrei potuto anche perdonare i colpi in faccia,” dissi, “Ma colpirmi nello stomaco mentre sono incinto di tuo figlio? Sei completamente fuori di testa?”
Non ebbe il tempo di rispondere - non che avessi voglia di sentire cosa volesse dire - prima che Liam strinse con più forza il mio braccio, segnalandomi ti iniziare a camminare.
“Niall, puoi...?” Zayn iniziò a camminare esitante, guardando Niall che stava fissando Harry con occhi increduli.
“Si, si, certo,” disse, ma senza ricambiare lo sguardo da parte di Harry. 
Con un ultimo deludente sguardo verso lui, permisi ai ragazzi di portarmi via verso il bagno più vicino che era un po' lontano rispetto all’ingresso. La mia mente era completamente annebbiata mentre camminavo e non ero in grado di formulare una frase sensata, la mia testa era occupata nel pensare solo una cosa: mi aveva preso a pugni.
L’attimo in cui entrammo in bagno, il mio intero corpo iniziò a tremare e se non fosse stata per la forte presa di Liam intorno il mio braccio e per la stretta di Zayn intorno alla mia vita, sarei caduto per terra. 
“Okay, okay, calmati,” disse Liam mentre lui e Zayn mi guidavano verso il muro per farmi appoggiare.
Con calma e lentamente, mi fecero sedere sul pavimento, le mie gambe completamente distese e la mia schiena appoggiata contro il muro. Entrambi si diressero verso i rubinetti, afferrarono un paio di fazzoletti inumidendoli prima con acqua, dopodiché vennero di nuovo verso me. Mentre iniziarono a ripulire il mio viso - entrambi nello stesso momento, facendomi sentire come un un bambino indifeso - rimasi seduto lì fissando davanti, oltre loro, chiedendomi se qualcuno avrebbe detto qualcosa. Non che non sapessi cosa dire a me stesso, ma il silenzio mi stava uccidendo. 
“Non ci credo che mi abbia davvero colpito,” dissi alla fine con voce tremante.
“Si, nemmeno io,” borbottò Zayn, “Il..il bambino sta bene?”
Guardai giù verso il mio stomaco, che appariva sempre lo stesso, e vi ci poggiai con cautela le mani sopra.
“Non lo so,” dissi, la mia voce a malapena udibile,“Oh Dio, e se- lui non può essere.. morto,” continuai, guardando Zayn con occhi supplichevoli, pregandolo di dire qualsiasi cosa, che tutto fosse apposto. 
“Non posso perderlo, non posso- non posso perderlo prima che sia nato; non posso, non posso, non posso.”
Liam e Zayn si guardano l’un l’altro per un momento, entrambi con sguardi che apparivano allo stesso modo persi e insicuri su cosa fare. Poi Liam spostò lo sguardo verso il mio stomaco stomaco, e poi di nuovo sul mio viso, i suoi occhi esprimevano insicurezza e un po’ di paura. 
“Per favore dimmi solo che lui sta bene,” pregai e nessuno di loro mostrò qualdiasi segno nel voler dire qualche cosa. 
“N-non sono io che posso dirlo,” Liam balbettò dopo quello che sembrava un’infinità di tempo, “Spero che lui lo sia ma io- io non ne sono sicuro.”
Contrassi la mascella, convincendo me stesso di non soccombere sulla mia crescente preoccupazione e sul terrore che mi si stavano formando nel petto. 
“Deve stare bene,” borbottai.
Abbassai lo sguardo là dove le mie mani erano posate sopra la mia pancia e mi morsi il labbro. 
“Devi stare bene,” dissi poi, con voce dolce e cauta, come se parlare ad alta voce avrebbe potuto fargli del male, “So che ti darò in adozione non appena nascerai e dopo non ti rivedrò mai più, ma non puoi morire adesso. Non morirai dodici settimane prima della tua nascita, mi senti? E specialmente non solo perché sono troppo.. cocciuto e stupido. Non permetterò che accada.” 
Parecchi minuti più tardi ero ancora seduto lì, la mia testa penzoloni, mentre Liam e Zayn continuavano a rimuovere sangue dalla mia faccia. Non dissi nient’altro e la stanza era completamente avvolta da un silenzio innaturale, eccetto per il rumore di gorgoglii che proveniva dalle tubature lungo il muro e il soffitto. Dopo un po', entrambi si alzarono e andarono verso il cestino, così buttandoci dentro fazzoletti arancioni. Alzai la testa dal mio grembo e li vidi in piedi verso i lavandini, sembrava stessero avendo una discussione a bassa voce su qualche cosa. Ogni tanto si giravano indirizzandomi, espressioni preoccupate e in un po curiose. Alla fine smisero di farlo e ritornarono di nuovo dove ero seduto e si inginocchiarono di fronte a me.
“Vorresti.. potresti per favore dirci per quale motivo è successo tutto questo? Chiese Zayn esitante.
“Cosa?” Chiesi sollevando entrambe le sopracciglia.
“Ti stai riferendo al fatto che avevo urgentemente bisogno di parlare con Harry? Oppure alla sua violenta e inaspettata reazione? O magari alla folle chiacchierata che ho avuto con il bambino ancora non nato?”
“Perché diavolo avrebbe dovuto prenderti a pugni?” disse Liam, la fronte aggrottata, “Conosco Harry da una vita, più o meno, e non gli ho mai visto tirare un pungo prima d’ora. Beh, non al di fuori di un campo da calcio, quindi perché avrebbe dovuto colpire proprio te che non hai fatto assolutamente nulla di sbagliato e che sei incinto del suo bambino?” 
Deglutii. Non potevo dire loro ciò che era accaduto quel giorno in camera mia. Se Harry era impazzito improvvisamente per quello che era successo, cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che ne avevo appena parlato con i suoi migliori amici? Probabilmente sarebbe venuto da me con una spranga. 
“Non posso dirlo,” mormorai.
“Perché no?”
“Perché io- mi ucciderebbe, molto probabile,” dissi ridacchiando.
“Harry?” Chiese Zayn.
Annuii e sorrisi sarcasticamente.
“Non gli diremo nulla. Ma è stato di cattivo umore fino a lunedì scorso e sembrava un po’... spento. Ultimamente non sembrava più lui e, ci siamo preoccupati.”
Mi morsi il labbro e passai una mano fra i capelli. 
“È solo che.. Domenica scorsa è successa una cosa,” dissi dopo una lunga pausa.
“Cos’è successo?” chiese immediatamente Liam.
Scossi la testa.
“Non posso dirvelo. È una cosa che non vi riguarda e, umm, e questo non vuol dire nulla comunque.”
Non per lui almeno; per me significava parecchio.
“Per favore,” disse Liam, fissandomi con grandi occhi, “Vogliamo solo sapere cosa c’è che non va in lui.” 
“No, non posso dirlo. Chiedeteglielo a lui personalmente,” dissi fermamente.
“Ci abbiamo provato, ma ci ha solo detto di stare zitti,” disse Zayn con un debole gesto di mano. 
Rimase in silenzio per qualche secondo, dopo storse le labbra in maniera pensierosa e lanciò una piccola occhiata a Liam, prima di voltarsi di nuovo verso me.
“Voi.. umm.. vi siete baciati?” Chiese.
“No,” dissi immediatamente.
Beh, non era una bugia. Harry e io avevamo avuto due rapporti sessuali fino ad adesso, ma non ci eravamo baciati, non ancora.
“No, non ci siamo baciati.”
Sospirarono insieme.
“Non ci dirai cosa è successo, vero?” Disse Liam e io scossi la testa.
“Scusa, ma no.”
Zayn sospirò di nuovo, ma dopo sorrise.
“Okay, va bene.”
Si alzò e mi porse una mano così che io potessi afferrarla.
“Vieni qui, ti do una mano a rialzarti,” disse dopo.
Mi ci volle un po' di tempo, e un bel po’ di forza e un rotolare imbarazzante, ma alla fine ritornai di nuovo sui miei piedi. Sentii un dolore pulsante sul naso e sulla mascella. 
“Merda, fa male.” borbottai e sollevai una mano toccando dolcemente la mia guancia, “Quanto me l'ha dato forte?”
“Non sembrava essere così forte, ma immagino che faccia un po’ male, si.” disse Liam.
“Probabilmente avrai uno o due lividi.”
“Fantastico,” dissi con un sospiro, pensando al modo in cui avrei dovuto spiegare a mia madre che il livido non era causato da un’ amichevole rissa fra amici. Andai verso lo specchio e guardai il mio riflesso. Non era conciato poi così male, ma c’era con certezza un leggero gonfiore proprio sotto la mia bocca.
“Quanto è divertente il fatto che il mio corpo si sia già gonfiato, che dite?” Dissi, lanciando un’occhiata verso Liam e Zayn.
Entrambi sorrisero debolmente prima che venissero verso di me.
“Dovresti vedere un dottore per assicurarti che sia tutto a posto,” disse Liam con un cenno del capo verso la mia pancia. 
“Si, ho un appuntamento il primo di Marzo, ci penserò poi.”
“Mancano due settimane da adesso,” disse Liam accigliato, “Non credi che dovresti andare prima?”
“Se è morto, dubito che io possa fare nulla se vado oggi o fra due settimane.” Risposi bruscamente, sentendomi all’improvviso un po arrabbiato.
Entrambi si guardarono l’uno con l’altro per un paio di secondi prima che Zayn voltasse il suo sguardo verso me e sospirasse.
“La decisione è tua, ma.. facci uno squillo o qualcos’altro se succede qualcosa, che sia buona o cattiva, okay?” Disse.
“Non ho il tuo numero.”
“Lo salvo io per te, vieni, dammi il tuo cellulare,” disse Liam, afferrando la mia mano.
Esitai un po’, ma poi porsi il mio cellulare verso lui dalla felpa che stavo indossando e glielo diedi. Lo accettò e impiegò qualche momento pigiando qualche tasto mentre Zayn e io aspettavamo in silenzio.
“Fatto,” disse Liam e mi restituì indietro il cellulare, “Quindi chiama o invia un messaggio se succede qualcosa, va bene?”
Annuii. “Va bene.”
“Okay, bene,” disse Zayn.
“Adesso dobbiamo andare, abbiamo lezioni e altro, ma-”
“No, va bene,” Interruppi, gesticolando con la mano in modo sbrigativo, “Solo.. dite ad Harry che se vuole vedermi preferirei stesse lontano da me per adesso.”
Si guardarono l’un l’altro per un secondo, dopo di che Zayn si voltò verso di me e per qualche ragione, stavo sorridendo.
“Glielo diremo, ma... se davvero vorrà parlare con te, e sono più che certo che lo farà, a lui non importerà nulla del fatto che tu non voglia parlare con lui.”
“Si, beh, potete dirgli che gli darò un bel calcio nelle palle se dovesse avvicinarsi a me.”
“Non sarà di nessun aiuto nemmeno quello.”
Sospirai.
“Ditegli solo che non voglio vederlo, okay?”
“Si, va bene.”

Mercoledì 16 Febbraio.
Ventisei settimane e due giorni.


A quanto pare Zayn aveva ragione perché la sera dopo, qualcuno bussò alla mia porta e sollevai la testa dal cuscino.
“Entra,” dissi, alzando lo sguardo verso la porta.
Si aprì.. ed entrò Harry.
“Okay, ho cambiato idea,” dissi un secondo dopo che i miei occhi si posarono sullo sguardo preoccupato che aveva in volto.
“Non entrare. Vai via.”
“Ho bisogno di parlarti,” disse prudentemente mentre chiudeva la porta e faceva qualche passe verso il centro della stanza, ignorando ciò che avevo appena detto.
“No, non farlo,” dissi fermamente, “Fuori.”
Sospirò e venne verso di me sedendosi alla fine del letto. Per un paio di secondi, mi guardò solamente, con un evidente rimorso negli occhi.
“Mi dispiace,” disse alla fine.
Scoppiai a ridere, non essendo in grado di contenermi.
“Ti dispiace? Ma è fantastico, davvero, questo lo potrai dire al dottore quando andrò al mio prossimo appuntamento e non sarà in grado di rilevare il suo battito.”
La sua faccia sbiancò immediatamente.
“L-lui non è- Io n-non ho- lui-” balbettò, sembrando in grado di formulare solo parole senza senso.
“Non lo so,” risposi prima di posizionarmi sull’altro fianco, il viso rivolto al muro.
“Vai via e basta, Harry. Non voglio parlare con te adesso. O mai più, se questo andrà a finire nel modo sbagliato.”
“Tu non puoi dirmi che potrei o no aver ucciso mio figlio e dopo chiedermi di andarmene.”
“Si che posso, perché questa è casa mia e non ti ci voglio dentro, quindi fuori.”
La mia voce era sorprendentemente calma, ma le mie interiora andavano a fuoco, quasi bollendo dalla rabbia. Se non se ne fosse andato molto presto, ci sarebbe stata una grossa possibilità che avessi iniziato ad urlare e piangere. Uno o l’altro. Oltre al fatto di essere disumanamente incazzato con lui e di aver ricevuto un pugno in pieno stomaco e i lividi che si erano formati sulla mia faccia, ero anche spaventato a morte perché, nonostante fossero passato venti quattro ore dall’incidente, non avevo sentito nessun movimento nella pancia. Nemmeno un piccolo calcio. 
“Non intendevo farlo,” disse un po esitante, “Ho solo reagito d’impulso. Ero spaventato nel caso avresti iniziato a parlare.. su quello che è successo tra me e te, e dopo Lauren e gli altri ragazzi lo avrebbe saputo e io-”
“Quanto pensi che io sia scemo?” dissi, calmo come sempre, “Non avrei mai detto una parola a nessuno, specialmente non prima di averne discusso con te.”
Passarono un paio di secondi in completo silenzio e tutto quello che sentii fu il respiro di Harry, un po' accelerato rispetto al solito. Perché non se n’era andato? Volevo che se ne andasse. Non potevo guardarlo in questo momento, ancora meno dopo aver parlato con lui, ed era esattamente questo il motivo per cui avevo bisogno che andasse via.
“Avrei dovuto saperlo,” disse con calma, “Sei un bravo ragazzo, non avresti mai fatto una cosa del genere, avrei dovuto saperlo.”
“Non è questo il punto, Harry,” dissi, “Il punto è il modo in cui hai reagito. Anche se tu fossi stato sicuro al cento per cento che io avrei iniziato  a parlare proprio lì di fronte ai tuoi quattro amici e alla tua ragazza, non avresti dovuto colpirmi. Specialmente non in quel- no, non importa, questo lo sai già. Va solo via. Esci fuori di qui.” 
“Ma-”
“No, Harry. Vattene! Io.. ti farò sapere cosa è successo appena sarò uscirò dall’ufficio del dottore.”
“Voglio venire,” disse subito dopo.
Digrignai i denti, rotolai sulla schiena e mi sollevai sui gomiti per essere in grado di guardarlo in faccia.
“Quale parte del ‘non voglio vederti’, non ti è chiara?”
Si morse il labbro nervosamente.
“Ho capito, ma-”
“Bene, quindi puoi andare via e non parlare più con me fino a quando non sarò io a dirtelo.” 
“No, io-”
“Ma porca puttana!” Scoppiai, “Mi hai preso a pugni tre volte, poi hai continuato a colpirmi sullo stomaco, rischiando di far del male al mio bambino! Non puoi seriamente pensare che tutto ciò che io debba fare è perdonarti e fare finta che tutto sia a posto!”
“Io- è- lui e anche mio figlio comunque, lo sai,” borbottò.
“No, non lo è.” Sputai tutto ad un fiato, “Adesso fammi il cazzo di piacere ed esci fuori da qui prima che inizi ad urlare.”
Mi guardò con occhi tristi per un altro secondo, ma poi si alzò, si voltò e lasciò la camera. Non appena chiuse la porta, mi accasciai sul letto buttandomi sui cuscini ed emettendo un gemito. Ero stato troppo rigido con lui? Forse, ma ripensandoci, da quello che sapevo, il piccolo innominato avrebbe potuto essere morto. No, non poteva. Mi spostai un po' così da essere sdraiato  pancia in su sul letto, osservando il soffitto, mentre accarezzavo con lente carezze il mio stomaco. 
“Non sei morto,” sussurrai, gli occhi ancora puntati al soffitto sopra me, “Sei vivo, forte e felice, giusto?”
Nessun segno.



HI FELLAS!

Sento le vostre imprecazioni e lacrime da qui, e lo so lo so, vi comprendo perfettamente.
Questo capitolo è stato il più brutto da leggere, da tradurre e da assimilare.
Ci sono stati alcuni momenti in cui dicevo a me stessa ‘dai Ana devi tradurlo per loro, loro hanno bisogno di questo capitolo’, ed è anche per questo che adesso sono qui dietro al mio pc a rivedere per la milionesima volta errori (mi fa anche compagnia il mio bellissimo libro di filosofia aperto su Aristotele e il concetto si sostanza mm) e cose così.
Ringraziate sempre la mia cara Giulia, perché è lei che risistema i miei errori di traduzione, infatti vi chiedo perdono se qualche volta ci sono periodi che sembrano stati scritti da un bimbo di scuola elementare, sto ancora imparando.
Ritornando a parlare del capitolo voglio sapere cosa ne pensate, opinioni, sfolli, imprecazioni e chi più ne ha ne metta, perché questo è uno dei più brutti, forse il peggiore.
Mi deprimevo quando lo traducevo, quello stronzo di Harold (non ci credo, l’ho mandato a fanculo ahahaha) ma non perdete la speranza *occhiolino*.
Grazie mille ancora per le recensioni che scrivete, mi si scalda il cuore come una bimba ogni volta.
Vi voglio bene, perché queste si che sono vere emozioni.
Un bacione a tutte.

Ana.

*Mi intrometto un attimino sperando che Ana non mi accusi di averle rubato i meriti della traduzione perchè non lo farei mai. Ti voglio tanto bene lo sai*

Ok, vi starete chiedendo per quale motivo abbiamo deciso di pubblicare il capitolo così presto (con grande felicità immagino)... il fatto è che volevo prepararvi ad aspettare un pochino più a lungo per il prossimo. Io ce la sto mettendo tutta per andare avanti a tradurre qualcosina giorno per giorno, ma la prossima settimana ormai ho più ore di compiti in classe ed interrogazioni che di lezione. Un inferno, davvero. Perciò siate clementi se probabilmente pubblicherò il capitolo 16 nel weekend della prossima settimana. Colpa mia, non prendetevela con Ana, lei è bravissima al contrario mio.
So che è dura l'attesa, soprattutto ora che le cose iniziando ad essere più.... movimentate ecco. Ma la scuola sta per finire ed io non posso proprio mollare ora (anche se il mio cervello è morto definitivamente all'inizio delle vacanze di Pasqua.)
Un bacione a tutte ragazze e grazie ancora,

Giulia.
  
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