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Autore: Ilaria_mm_    07/05/2014    1 recensioni
Arrivato a scuola, appena avanti al cancello, vidi la persona più bella che conoscessi. Era più basso di me e di me (forse) conosceva solo il nome.
Avrei voluto sapere molto di più di lui ma era molto riservato.
Mi sorrise e per poco non svenni.
-Larry- -Diall-
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Fu il mio primo bacio. Il mio primo bacio vero, di quelli che sogni la notte, di quelli a cui pensi prima di andare a dormire, di quelli che vorresti quando vedi la bocca dell’amore che, speri, sarà per tutta la vita.
Aveva delle labbra morbide. Era buffo. Sentivo i suoi baffetti sul mio labbro superiore.
Si staccò lui perché non era in una posizione comodissima.
Lo guardai con gli occhi di chi lo aveva desiderato da tempo.
‘Anche io’ disse.
Lo guardai con un’aria interrogativa.
‘Anche io non sono attratto dalle ragazze –aggiunse– probabilmente Demi e Selena si sono scambiate i nostri segreti.’
In quel momento poco m’importava di Demi e Selena sinceramente.
Nel frattempo si era seduto di fianco a me. Con la schiena appiccicata al muro dietro il letto. Guardai i suoi occhi, guardai le sue labbra, mi allontanai di pochi centimetri dal muro. Riguardai i suoi occhi, riguardai le sue labbra. Era splendido. Presi coraggio e lo ribaciai.
Staccandosi sentii il suo sorriso. Che cosa strana, non mi era mai capitato di sentire una persona così vicina a me, ne fisicamente ne sentimentalmente.
Mi prese le guance con le mani fredde, congelate. Risi.
Mi tirò verso di lui e mi baciò per la terza volta in pochi, semplici, emozionanti minuti.
 
Mancavano ancora due ore e poi se ne sarebbe dovuto andare. Parlammo dei vari ‘coming-out’ e mi disse che lo sapevano Demi e sua mamma.
I suoi erano separati e lui non vedeva suo padre da tempo.
Parlammo del fatto che io non fossi ancora riuscito a dirlo ai miei genitori, della scuola e di buona parte della nostra vita. Ci baciammo ancora ripetute volte ma non passarono due ore. Ne passarono quattro. Erano le nove di sera in punto e aveva venti chiamate perse da parte della madre e vari messaggi. Fortunatamente abitava a pochi passi da me.
Scendemmo velocemente le scale. Gli avrei riportato la chitarra il giorno dopo, dopo scuola.
Scendendo vidi le luci accese della cucina e del soggiorno. Mi girai e vidi mio fratello farci un occhiolino e farci segno di sbrigarci che era tardi con le mani. Avevo il fratello migliore del mondo.
Accompagnai a casa Louis il quale aveva già chiamato la mamma per avvisarla di tutto.
Ci salutammo davanti al cancello di casa sua. Con un bacio. Non ci vide nessuno e, forse, per ora, sarebbe stato meglio così.
 
Feci la strada di corsa perché non avevo ancora cenato.
I miei genitori mi chiesero del mio ‘nuovo amico’ (loro testuali parole) e del suo ritardo mentre Joe mi tirava ginocchiate, lievi, sotto il tavolo e mi faceva l’occhiolino non appena i nostri genitori si giravano. Che tonto.
Dopo un’oretta finimmo di mangiare e di sparecchiare tutto, così Joe mi ‘invitò’ a restare in camera sua per raccontargli l’accaduto. Gli parlai di tutto ciò che era successo, senza tralasciare una virgola. Si era fatta già mezzanotte.
Dovemmo andare a letto perché il giorno dopo ci sarebbe stata scuola.
Entrando nella mia camera sentii il profumo di Lou, mi misi velocemente il pigiama cercando di NON far cambiare aria per nessuna ragione possibile e mi addormentai respirando il mio amore.
 
Il giorno dopo andai a scuola tutto contento. Ma c’era una cosa a cui non avevo pensato. Come avremmo fatto a scuola?
La mia felicità mi scivolò via dalle mani in un mentre.
Mi sedetti sulle scale che davano all’entrata della struttura e aspettai Louis.
Dopo dieci minuti non era ancora arrivato.
Mi sentivo perso.
Mentre pensavo e ripensavo una voce da dietro disse:
‘Chi stai aspettando?’
Era proprio lui.
‘Tu, scemo.’ gli risposi dolcemente.
‘Sono dietro di te da 5 minuti –disse– hai dei bei capelli.’ E mi accarezzò dolcemente i ricci.
Mi guardò, mi tese una mano per alzarmi e mi accompagnò davanti all’aula nella quale avrei fatto le lezioni quel giorno.
‘Ciao’ mi disse sottovoce, sorridendo.
‘Ciao, sei davvero bello oggi.’ Dissi io con coraggio.
Sorrise e ‘Anche tu.’ Mi rispose.
Si girò e entrò nell’aula poco più avanti della mia.
I miei compagni di classe notarono la presenza di qualcosa di strano in me durante quel giorno. Non avevo mai nessun rapporto con essi, ma certamente era trasparente la mia felicità.
Di solito stavo accoccolato sul muro, scrivendo metà appunti delle spiegazioni e l’altra metà estratti di canzoni, invece quel giorno ero su dritto sulla sedia e, ogni tanto, canticchiavo anche per sbaglio.
 
Suonò la campanella che annunciava la fine delle lezioni.
Misi astuccio, diario e quaderni vari nello zaino senza prestare molta attenzione e corsi fuori dalla porta.
I miei compagni mi guardarono perplessi ma poco m’importava.
Uscito dalla porta davanti a me si presentò Lou.
Com’era bello.
Selena e Demi erano dietro che ridevano e parlottarono tra di loro.
Non sapevano. Se lo avessero saputo sicuramente mi si sarebbero parate davanti abbracciandomi e chiedendomi quantità di cose industriali.
Louis mi si avvicinò all’orecchio e, sottovoce, esclamò:
‘Ciao ricciolo!’
‘Ciao lisciolo!’ gli risposi scherzando.
Rise.
‘Fermi, fermi, fermi che vi siete detti?’ urlò Selena.
‘Niente che tu non sappia già.’ Disse Louis.
Era molto furbo e mi piaceva questo suo lato.
‘Ok..’ disse Demi con un’espressione chiaramente interrogativa.
Lou si scordò di tutto e disse:
‘Harry, oggi quando mi porti la chitarra, ti va di..’
‘In che senso quando mi porti la chitarra?’ chiese Selena curiosa come non mai.
‘Vi siete visti un pomeriggio senza di noi?’ chiese Demi che cercava invano di capire.
Io e Louis ci guardammo e ci capimmo all’istante.
‘Voi avete i vostri segreti? E noi abbiamo i nostri.’ Disse Lou.
Si ammutolirono entrambe.
Volevamo molto bene loro ma era davvero troppo bello vederle morire dalla curiosità; poi non eravamo nemmeno pronti per dirlo.
 
‘Mi va di..?’ chiesi a Louis per capire di cosa stesse parlando prima di essere interrotto.
‘Ah già –mi rispose– volevo chiederti se vuoi rimanere a casa mia per il pomeriggio..’
‘Certo che mi va.’ Risposi.
 
Tornai a casa e mi dimenticai di mangiare dalla felicità.
Presi la chitarra e corsi a casa di Lou.
Citofonai e solo lì mi accorsi che era passata solo mezz’ora da quando ci eravamo salutati.
Louis venne ad aprirmi. Era coi pantaloni grigi del pigiama, a petto nudo, con un boccone di pizza in bocca. Sarei potuto anche svenire in quel momento.
‘Scusa non sapevo venissi a quest’ora –mi disse– dovevo rendermi presentabile appena finito di mangiare.’
‘F-figurati.’ Balbettai fissandogli la tartaruga.
‘Ehm preferisci che io mi copra?’ mi chiese cercando il mio sguardo seppur sapesse dove fosse puntato.
‘Come vuoi..’ risposi. Speravo davvero rimanesse così però.
‘Ok, vado a lavarmi i denti e a togliermi il pigiama. Lì c’è la mia camera –mi disse indicando una stanza appena sopra le scale– appoggiaci la chitarra.’
 
C’era qualche pupazzo di Super Mario su di una mensola.
Mi appoggiai sul letto e aspettai.
Ci mise poco e, nel frattempo, sentii dei bicchieri cadere e delle parolacce volare.
Risi.
Sentii correre e venne su.
Arrivò vestito con dei jeans e una maglietta sulla quale c’era la scritta ‘OOPS’ e, in mano, teneva un vassoio con dei biscotti e un bicchiere di succo.
‘Sei venuto presto, secondo me non hai mangiato.’ Disse mentre riponeva il vassoio sul comodino.
Ero sorpreso.
‘Grazie mille.’ Dissi.
Mi diede un biscotto, lo stavo per prendere e mi disse:
‘Non mi hai detto grazie.’
‘Ehm no, te l’ho detto prima!’ dissi stupidamente.
‘Scemo’ mi disse.
Appoggiò il biscotto sul vassoio e mi baciò.
‘Ne vorrò molti di biscotti.’ dissi. E, abbracciandolo, lo buttai sul letto ridendo.
Finita una lotta di solletico mi chiese sorridendo.
 ‘A chi lo hai detto di ieri?’
‘A mio fratello, e tu?’
‘A mia mamma.’
‘Ah sì?’
‘Sì, beh dovevo anche spiegarle il mio ritardo.’
Ridendo gli dissi: ‘Ma sì dai, in fondo non eri poi così in ritardo.’
Rise e mi baciò.
‘Glielo diremo alle ragazze?’ chiese Lou seriamente.
‘Non so.’
Dopo qualche minuto passato distesi l’uno a fianco dell’altro esclamò:
‘Ti devo chiedere una cosa Harry..’
‘Dimmi tutto.’
‘Posso considerarti il mio..’ e si fermo in imbarazzo.
‘Ragazzo?’ chiesi sospirando per trovare quel coraggio che a lui invece era mancato.
‘Sì’
Voltai leggermente il viso per incontrare i suoi occhi, gli accarezzai la nuca e gli risposi:
‘Certo.’
Sorrise e mi baciò nuovamente.
‘Sono i miei primi veri baci’ gli dissi aprendogli il mio cuore.
‘Anche i miei’ mi disse rincuorato.
  
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