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Autore: lostinlemon    07/05/2014    2 recensioni
è il giorno d'inizio delle elementari per il piccolo Stiles.
In realtà questo giorno segnerà l'inizio di un'avvenimento più importante e significativo, poichè lì incontra un bambino ''strano'' che catturerà completamente la sua attenzione...e il suo cuore.
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1



-Papà papà secondo te che facciamo oggi? Spero ci facciano disegnare, mi piace tanto tanto tantissimo disegnare, vorrei fare un supereroe che spara gelato e congela i suoi avversari, quando torniamo mi prendi il gelato? Eh papà? Eh? Eh? Magari ce lo porteranno a scuola anche se non credo perché di solito non si dovrebbe far...- -Stiles tesoro FERMATI un secondo e respira. Come è possibile che tu riesca a parlare così tanto in così poco?- si chiese lo sceriffo mentre il bimbo saltellava allegramente di fianco a lui. Non aveva smesso di parlare da quando era uscito di casa. Il tragitto però non era molto lungo, e infatti erano già arrivati davanti all'edificio in cui Stiles avrebbe passato i prossimi cinque anni della sua vita.
Il piccolo Stilinski si voltò verso il padre, preso da un improvviso mal di pancia, quello che si prova quando si ha un improvviso attacco di nostalgia. -P..pa'..- disse quasi sussurrando. Il suddetto padre si voltò e vide il suo bimbo con gli occhioni lucidi che cercava di trattenersi dal piangere. -Stiles..non fare così, va e sii un bravo bambino. Sono sicuro che ti farai tanti amici. E ti prometto che quando esci ci fermiamo a prendere il gelato prima di andare da Scott.- questo fece migliorare abbastanza l'umore del piccolo, che venne salutato con un'amorevole pacca sulla testa rasata e si diresse un po' incerto verso l'entrata, stringendo il suo zainetto.
Prima di entrare si voltò un'altra volta e vide il padre fargli cenno di andare, sorridendo comprensivo. Allora, incoraggiato entrò e si trovò davanti l'atrio pieno di bambini. ''Sono tantissimi" pensò Stiles leggermente spaventato, e cominciò a pensare a quanti di quei bambini sarebbero stati con lui. Nel frattempo era arrivata una maestra. Capelli castani chiari lunghi e lisci, alta e magra. -Ciao a tutti bambini, io mi chiamo Lisa e sarò una delle vostre insegnanti. Ora vi dividerò nelle due sezioni e poi io e Miriam, l'insegnante di matematica, vi porteremo in classe. Mi raccomando prendete per mano uno dei vostri compagni di classe alla fine dell'appello e state in fila.- e dopo aver detto questo si mise a fare l'elenco dei nomi dei bambini. Stiles era nella A, con altri quattordici bambini, otto femmine e sette maschi. Tutti si erano già presi per mano, lui, essendo uno degli ultimi ad essere chiamato, era rimasto da solo. Miriam lo vide, prese un bambino dalla fila e glielo portò. -Ecco, con voi due abbiamo messo tutti a coppie. Mi raccomando seguite la fila.- e così dicendo si allontanò. 
Stiles di primo impatto preferiva Miriam a Lisa,perché gli sembrava meno severa e più alla mano. Inoltre anche il suo aspetto ispirava simpatia. Era bassina e leggermente in sovrappeso, aveva un maglioncino rosso e una gonna scura. I suoi capelli erano ricci, scuri e spettinati, con qualche ciocca rosa nel mezzo. Intanto Stiles si era voltato verso il suo nuovo compagno di classe e lo aveva guardato ammirato. Era un bambino alto e magro, ma nonostante questo era molto atletico. Aveva i capelli castani con un adorabile ciuffo all'insù. 
Teneva gli occhi bassi e per questo il bimbo non riusciva a vederne il colore. Indossava una semplice maglietta bianca e dei jeans blu scuri abbastanza malmessi. Si vedevano alcune macchie d'erba sulle ginocchia. 
 -CiaoiosonoStilestucometichiami?- disse tutto d'un fiato e con un gran sorriso. Il bambino sembrò perplesso, poi alzò gli occhi per guardare Stiles. Quando i loro sguardi si incontrarono Stiles era assolutamente incantato. I suoi occhi erano....bellissimi. Non c'erano altre parole per definirli. Sembravano dei grandi pozzi senza fondo, di acqua chiara e limpida, velati però qualcosa non del tutto chiaro al piccolo Stilinski. Avrebbe passato ore a guardarli. Si perdeva dentro essi. Erano così...così.... il bimbo non sapeva come descriverli. Era rimasto assolutamente stregato. Una voce lo fece tornare alla realtà. 
-Derek.- disse seccamente l'altro bambino, tornando a chiudersi in sé stesso subito dopo. Stiles allora gli prese la mano e la strinse forse, poi cominciò a dirigersi verso gli altri compagni di classe, mentre Derek lo seguiva silenzioso e vagamente infastidito. Non gli piaceva molto il contatto fisico. 
Intanto i due avevano varcato la porta della classe. Erano di nuovo gli ultimi, ed erano rimasti solo due posti liberi. Quindi si dovettero sedere uno affianco all'altro. Derek era sempre molto silenzioso e sembrava non prestare alcuna attenzione al suo vicino di banco, che al contrario era molto interessato a lui, ma si dovette contenere dall'inondarlo di domande perché era entrata l'insegnante. 
La mattinata passò abbastanza velocemente, anche se per Stiles fu una tortura non poter chiedere a Derek tutto ciò che voleva. All'intervallo ci aveva provato, ma l'altro rispondeva a monosillabi, o non rispondeva per niente. In mensa successe la stessa cosa, per la seconda volta. Anche se sta volta le domande furono meno perché Stiles si stava letteralmente ingozzando con la pasta. Aveva tutta la faccia impiastricciata, che cercava di pulire fallendo miseramente e rendendo la scena ancor più divertente e adorabile. Derek lo guardò, e un vaghissimo accenno di sorriso comparve sulle sue labbra, ma fu subito ricacciato indietro. Sperava che nessuno l'avesse visto. 
Anche il pomeriggio non fu molto lungo, e l'orario di uscita arrivò abbastanza in fretta. Non avevano fatto molto quel giorno. E Stiles sperava fosse sempre così, perché riusciva a concentrarsi meglio sul suo compagno di banco. Voleva assolutamente essere suo amico. Era necessario che lo diventasse, avrebbe fatto di tutto per riuscirci. 
Non vedeva l'ora di parlarne con Scott, l'amico lo avrebbe certamente aiutato a ''conquistarlo''. 
Pieno di queste speranze uscì da scuola e, non vedendo suo padre, decise di rimanere lì ad aspettarlo, ma qualcosa gli fece cambiare idea. Derek passò vicinissimo a lui e così il bimbo decise di seguirlo. Quindi, tenendo d'occhio il bambino, si fece strada tra una folla di genitori. Ad un certo punto vide la faccia di Derek illuminarsi di gioia. Stava per capire chi era la fonte dell'improvvisa felicità dell'altro quando....
-Ah eccoti Stiles! Non ti trovavo più. Com'è andata?-
-Ah, si...ciao pa'. Tutto bene.- rispose deluso dall'interruzione della sua 'missione'. 
Poi però si riprese velocemente. -IL GELATOOO!!!- urlò felice prendendo per mano il padre e tirandolo verso la gelateria lì vicino. Lo sceriffo sospirò cercando di trattenere le risate che gli provocava il vedere Stiles così esaltato per il gelato. 
La gelateria era esattamente di fronte alla scuola, era infatti separata da essa soltanto dalla strada, ed era attualmente affollatissima. Almeno metà degli alunni della scuola erano lì. 
Stiles e il padre si misero in fila. Dopo un tempo che sembrò essere infinito per il bimbo, riuscirono a comprare il tanto agognato gelato e si diressero verso casa di Scott, che non era molto distante dalla scuola. Durante il tragitto Stiles raccontò al padre di Miriam e Lisa, della classe, di quello che avevano fatto, ma non di Derek. Non sapeva bene perché stava omettendo quella parte, era così importante per lui. 
Una volta arrivati a casa McCall Stiles cominciò a suonare il campanello insistentemente, come faceva di solito. Venne ad aprire una Melissa sorridente, che diede una strapazzata a Stiles e lo mandò in camera da Scott, dicendogli che stava meglio ma che non poteva andare a scuola per i prossimi tre o quattro giorni. Stiles fece poco caso a quelle parole e si fiondò su per le scale e nella camera di Scott. Spalancò la porta e trovò Scott sul letto a giocare con il Nintendo. Quest'ultimo lo salutò felice e Stiles si sedette di fianco a lui, per poi cominciare a raccontargli la giornata e il suo incontro con Derek. 
Scott sembrava molto interessato e si fece raccontare tutto nei minimi particolari, anche se il piccolo Stilinski non stette molto a parlare di quanto fossero magnetici gli occhi dell'altro. Era imbarazzante da raccontare. Quindi non lo fece. Poi i due mangiarono con gusto tutto il gelato che aveva portato Stiles.
I due bambini si separarono dopo ore di racconti e partite al Nintendo con la promessa di vedersi il giorno seguente, per programmare quella che avevano battezzato come "missione D."






L'angolo dei limoni.
Allora, inanzittutto mi scuso perché questo capitolo è venuto più corto di quanto sperassi. Mi dispiace tanto, ci sto lavorando su, spero di migliorare di capitolo in capitolo. 
Ora ho un periodo in cui sono abbastanza indaffarata ma cercherò di aggiornare regolarmente. 
Il fatto del "tenetevi per mano" non è una cosa campata per aria ma è stata più o meno la mia esperienza, anche se io non sono stata accoppiata con un piccolo e adorabile Derek, ma con una delle insegnanti perché eravamo dispari e non c'era nessuno per me. [<--Isolata fin da piccola]
Non vi dico che infarto mi è preso quando ho letto quante psicopatiche persone hanno messo la storia tra le seguite. TREDICI. Stavo per strozzarmi con una mela. 
GRAZIE MILLE.
Ora spero vogliate lasciare un commento. 
Alla prossima
.L
  
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