Mi guardo intorno e in casa non
c’è nessuno. Sono tutti al
mare.
Sorrido e mi sistemo la mia treccia nera
,rimettendo a posto
un boccolo che è sfuggito al controllo. Mi guardo allo
specchio e mi passo
un’altra volta il rossetto rosa perla sulle labbra e faccio
un giro nel mio
nuovo vestito blu mare: il suo preferito.
Scendo lentamente le scale e afferro la borsa
regalatami da
zia Johanna per il mio ultimo compleanno e corro fuori. Lui
è lì, in giardino,
ad aspettarmi: i suoi capelli fulvi sono spettinati dalla brezza marina
e i
suoi occhi per adesso sono verdi, chissà di che colore
diventeranno una volta
tramontato il sole.
-Sei bellissima.- mi dice lui, sorridendo.
-Piantala, Odair, mi fai arrossire.- mormoro io,
baciandogli
la guancia.
Ma lui si stacca dolcemente da me e mi attira a
sé,
stringendomi leggermente: posso sentire il profumo del suo bagnoschiuma
alla
vaniglia e la sua barba mi fa un po’ il solletico. Ma ne va
così fiero che non
se la taglierà prima di tre giorni. Mi sorride dolcemente e
accorcia le
distanze tra i nostri volti ma sono io a colmarla. Baciare Finnick
Odair è come
andare in un altro mondo. O forse è l’essere
innamorata di lui che lo fa
diventare così speciale; le nostre lingue si incontrano,
giocano e si
abbracciano tra di loro e so che, tra pochi minuti, la mia treccia
sarà solo un
lontano ricordo e tornerò a casa con i capelli scompigliati
e pieni del SUO
profumo.
-Coraggio, andiamo a mangiare un gelato adesso.-
mi dice
lui, allontanandosi.
Gli sorrido e gli annuisco, seguendolo al
chioschetto della
spiaggia, poco lontano dalle nostre case del distretto 4.
-Quando ti sei reso conto di esserti innamorato di
me?- gli
chiedo, mordendo l’ultimo pezzo del mio cono gelato.
Lui mi guarda, sorpreso, e ridacchia, divertito.
Mia madre
dice che, quando Finn ride, è uguale al padre, morto durante
la rivoluzione: è
doloroso e bello allo stesso tempo, rivederlo nel mio ragazzo.
-Cosa ti fa pensare che io sia innamorato di te?-
-Odair!!- urlo “indispettita”-
Sei un maleducato.-
Ridacchia ancora un po’ e mi bacia con
le labbra sporche di
gelato al cocco e poi, all’improvviso, il suo sguardo si fa
serio.
-Al tuo sedicesimo compleanno, penso. Anzi, ne
sono sicuro. Eravamo
venuti tutti al 12, ti ricordi? E tu eri così bella, Delion,
con i capelli
sciolti e quell’abito verde che il mio cuore si è
fermato per un attimo. Poi c’era
quell’ idiota di… com’è che
si chiama? Daniel qualcosa…-
-Daniel Mayer, Finn, Mayer.-
-Sì, vabbè, quello. Come ti
guardava, ti mangiava con gli
occhi ed era terribilmente irritante, ti giuro! Poi per una come
te… non vale
una cippa quello lì.-
-Tranquillizzati, Finn, sono qui con te adesso,
no?-
-Sì. E tu quando ti sei innamorata di
me, signorina?-
Sorrido, alzandomi e inchinandomi davanti a lui.
–Questo è
un segreto.- e corro, prima che lui mi possa prendere e gettare in
acqua.
Io so quando mi sono resa conto di essere
perdutamente, follemente
, innamorata di Finnick Odair. Era successo prima del mio sedicesimo
compleanno, diverso tempo prima. Avevamo quattordici anni e quella
notte estiva
la ricordo benissimo. Le urla di mia madre, come quasi ogni notte, mi
avevano
ridestata dal sonno profondo in cui ero caduta, dopo una giornata di
giochi in
spiaggia con Hay, Finn e Catnip. Ma c’era qualcosa di strano
nell’aria, lo
potevo sentire benissimo: ed era stato forse quel presentimento a farmi
alzare
dal letto.
E lì, nella camera da letto dei miei
genitori, avevo visto
mio padre che stringeva forte il polso della mamma, così
forte da provocarle
una smorfia di dolore.
-Peeta. Peeta sono io, resta con me…-
gli aveva detto lei,
quasi un sussurro.
Poi la mamma, Katniss, mi aveva vista e uno
sguardo di puro
terrore le era apparso nel viso.
-Vai via, Dandelion.- mi aveva detto, in tono
fermo.
-Ma mamma… papà sta bene?
Perché ti tiene così stretta?-
-Dandelion, va via!!- aveva urlato lei, uno
sguardo quasi
folle in viso.
Io ero scappata in giardino, quasi inciampando
sugli oggetti
nel corridoio, giochi usati durante il giorno e buttati in giro a
casaccio. Mi
ero seduta sul portico, fuori dalla nostra casa delle vacanze, tremante
e con
le lacrime che cercavano di uscire fuori ma io, come sempre, le
ricacciavo
dentro.
La vita è
troppo breve
per essere tristi, mi diceva sempre mio padre.
Eppure la mamma, e anche lui, durante la notte,
durante
questi incubi, lo erano, lo diventavano: segnati da cicatrici, che dopo
anni
ancora non si erano rimarginate.
-Ehi, splendore.-
Alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti Finnick, il
sorriso
splendente anche alla luce della luna: in mano, portava un cesto di
muffin al
cioccolato, i miei preferiti. Gli lanciai uno sguardo interrogativo.
-I muri sono sottili, ho sentito le urla.- mi
disse lui, e
non ci fu bisogno di aggiungere nient’altro.
Restammo semplicemente lì, alla luce
della luna, a mangiare
muffin al cioccolato sino a che non ci fece male la pancia e non sorse
il sole:
mia madre ci vide, ma ci lasciò stare da soli.
-Finn?-
-Sì?-
-Noi staremo sempre insieme, vero?-
-Certo, Delion.-
Era lui, l’unico che la poteva chiamare
così, gli altri non
osavano o forse non volevano: Dandy era più semplice,
d’altronde.
All’inizio del nuovo giorno, ero
irrimediabilmente,
perdutamente, innamorata di Finnick Odair.
POV PEETA
-Lo uccido.- dico, spiando mia figlia nel mentre
che se ne
va con il traditore a procreare chissà dove.
Vedo Katniss alzare gli occhi al cielo e
continuare a farsi
la solita treccia che porta da quand’era ragazza. Abbiamo
entrambi passato i
quarant’anni, eppure per me lei è sempre
splendida: le forme sono più morbide e
qualche chilo in più la fa sembrare più donna.
E’ sempre più splendida.
-Sono ragazzi, Pee, e sono innamorati. In
più, lui è il
figlio di Finnick e Annie: perfetto, no?-
-Oh non fingere, Kat. Anche tu sei preoccupata.
Presto se ne
andrà e ci lascerà soli. E Finn mi ha tradito in
questo modo!!!-
A questo punto Katniss ride ma poi si avvicina a
me e mi posa
un dolce bacio sulla spalla. So che anche lei è preoccupata
per il futuro, so
che non li vuole lasciare andare, né Hay né
Dandy. La mia bambina dagli enormi
occhi azzurri.
Già donna.
-Dovremo abituarci, Peeta. Avrai dei nipotini, non
sei
felice?- bisbiglia lei, al mio orecchio.
No che non sono felice. Perché per
avere dei nipoti, Dandy
dovrebbe… oddio, la mia bambina.
No, non voglio diventare nonno.
Guardati
le spalle, Odair.