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Autore: z34    25/07/2008    2 recensioni
Harry viene adottato da Sirius e cresce insieme al figlio dell'uomo, con Remus. Passano gli anni è diventa anche amico di Draco e Blaise...curiosi di sapere cosa accade in seguito? allora leggete^^
Genere: Generale, Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Julian, non appena fu in grado di restare in piedi senza l’aiuto di nessuno, fu condotto da Nevi e il vecchio fuori dalla stanza. Le rivelazioni che gli erano state fatte poco prima erano ancora in fase di assimilazione e una nuova domanda gli premeva sulle labbra, non permettendo al giovane di ammirare lo splendido paesaggio che si poteva vedere al di fuori dell’Albero del Mondo grazie ad alcune enormi finestre,che si aprivano nella sua corteccia

-Nonno...io...io sono io?-La domanda aveva un che di sibillino effettivamente, ma il ragazzo era sicuro che Elwe l’avrebbe capito comunque. Se era vero che erano parenti allora doveva conoscerlo da molto tempo, contando che la punizione gli era stata inflitta appena cinquemila anni prima e che sicuramente come Mani aveva vissuto per millenni.

-Sì..lo spirito di un corpo si crea in esso al concepimento, quindi non ha i rubato il posto a nessuno, Mani e anche la personalità è la tua. Nel tuo caso anche se non vieni creato e come se venissi risucchiato dal corpo che viene concepito nel momento preciso della tua morte, impedendoti in questo modo di andare in uno dei mondi della Morte.-

La risposta fece sorridere Julian...era veramente se stesso allora! Rasserenato cominciò ad interessarsi a cosa si estendeva al di fuori dell’albero. Sembrava una foresta secolare, ma nessuno degli alberi per quanto verdi alti e rigogliosi poteva anche solo lontanamente competere con l’Yggdrasill. Alcuni sfoggiavano chiome dai colori più particolari come uno proprio davanti alla finestra in cui Julian si era fermato ad ammirare, che aveva le foglie viola ed era cosparso di enormi fiori cangianti.  Nell’aria mille profumi diversi si mischiavano facendo girare la testa al ragazzo e uccelli multicolore sfrecciavano giocando fra di loro...in realtà nell’aria oltre agli uccelli c’era qualcos’altro, ma Julian preferì non indagare, perché intuiva che con quelle creature era meglio non avere a che fare.

Accortosi di essere rimasto indietro rispetto agli altri si affrettò a raggiungerli, seguendoli in un intrico di corridoi e passaggi, passando davanti a centinaia di porte che si affacciavano su stanze dagli usi più disparati. Dall’inclinazione del pavimento e dalle immagine che scorgeva, capiva di scendere sempre più in basso, ma non aveva idea di dove lo stessero portando...il Vecchio aveva parlato di risvegliarlo, ma Julian non sapeva cosa questo potesse significare.

Perso nell’ammirare tutte le splendide novità e stranezza che incontrava durante il cammino però dimentico di chiederlo e per poco non notò neppure di essere arrivato in una sala circolare non molto grande. Al centro si trovava una piscina, le cui acque cambiavano colore incessantemente formando arabeschi capaci di ipnotizzare lo sguardo del giovane. Attorno ad essa stavano dei bracieri, sette per la precisione, uniti da linee rosse pulsanti. L’atmosfera era pesante, ricca della potente magia imprigionata nelle acque...Julian non sapeva come mai avesse quella certezza, ma sapeva che era così.

-Questo è il luogo in cui sei stato Addormentato, questo è il luogo in cui sono racchiusi tutti i tuoi ricordi e la tua forza...-disse infatti Elwe confermando ciò che il ragazzo già intuiva. -Questo è il luogo in cui ti Risveglierai. Entra in quelle acque Julian, figlio di Sirius e Cassandra e rinasci come Mani.- Il ragazzo come mosso da una volontà non propria si immerse, nelle acque venendo immediatamente sommerso da emozioni troppo forti per essere gestite da una debole mente umana... ma che pian piano iniziò ad assorbire tornando a ciò che era stato un tempo. Conoscenze ormai da tempo dimenticate ritornarono, poteri sconosciuti fecero la loro comparsa, ricordi dimenticati vennero ricordati...ma tra tanti belli, quelli orribili erano i più numerosi, i più forti e i più dolorosi. Era morto così tante volte, era stato ucciso in maniere così tremende, gli avevano inferto tanti di quei dolori che per un attimo Julian temette di impazzire. Non ebbe però il tempo per soffermarcisi troppo. I suoi occhi cominciarono a vedere cose mai viste, il naso odori mai sentiti, la pelle sensazioni ma provate, la orecchie suoni mai percepiti, la lingua sapori mai gustati. Era tutto nuovo e tutto troppo, così dovette difendersi da tutti quelle stimolazioni esterne. Poi il potere fluì nelle sue vene ruggendo e galvanizzandolo. Infine si addormentò ricco di nuova consapevolezza.

Quando si risvegliò accanto a lui era seduto Nevi, sorridente.

-Buongiorno!- lo salutò solare l’elfo saltellando nella stanza.

-Buongiorno Nevi!- ricambiò Julian. Aveva deciso che quel nome per il momento gli andava benissimo...nuovi poteri o no lui restava pur sempre il figlio di Sirius nella altro mondo ed era fiero di esserlo.

-Sono contento che siate di buon umore, maestro.-Il piccolo elfo sembrava non stare nella pelle per l’eccitazione, ma il ragazzo non sapeva a cosa fosse dovuta...ora che aveva di nuovo il pieno controllo dei suoi poteri avrebbe potuto scoprirlo facilmente, ma conservava ancora il piacere di scoprire le cose poco per volta, che molti dei suoi simili non apprezzavano. Ricordava come in passato in tanti gli avessero chiesto una dettagliata  descrizione della loro vita, ma lui aveva sempre rifiutato un po’ perché non poteva sapere quale dei tanti futuri si sarebbero avverati, un po’ perché non voleva...se gli era fatti tutti nemici per quella sua testardaggine.

-Quante volte ti ho detto di darmi del tu? Non cominciamo per favore la stessa storia di cinquemila anni fa, eh?- Nevi sorrise ancora di più se era possibile, mentre il suo maestro scavava nell’armadio per trovare qualcosa di adatto. Aveva sempre avuto uno straordinario senso del gusto e in tutti i dipinti nei tempi che lo raffiguravano aveva sempre un ottimo aspetto.

-Che cercate?- Julian sorrise fra sé: Nevi era incredibile o  usava un tono rispettoso e distaccato oppure ti trattava come un amico d’infanzia, riservandoti lo stesso trattamento.

-Qualcosa di adatto a incontrare i miei parenti...ma perché mi tocca sopportare tutto ciò?-sbuffò esasperato il giovane Antico tirandosi sul letto. Non aveva nessuna voglia di vedere quei pazzi e tanto meno di parlarci un’altra volta...voleva tornare da Harry, voleva tornare da Remus, voleva tornare dalla sua famiglia nel mondo degli umani. Loro si che erano a posto!- E se scappassi?-

-Non credo ti servirebbe, Mani..ti troverebbero comunque. E poi dove andresti sentiamo?-

-Nel mondo degli umani...porterei anche te, così non avrebbero testimoni da torturare per avere le loro informazioni. Che ne dici?- mormorò Julian speranzoso. Sapeva che non gli serviva di certo il permesse del piccolo elfo dai capelli bianchi.

-Secondo me ci metteremmo nei guai, però tu e le regole non siete mai andati tanto d’accordo, quindi non vedo cosa ti potrebbe fermare- Malgrado il suo aspetto Nevi era perfettamente in grado di ragionare come un adulto... anche quando era un bambino umano sorprendeva chi aveva intorno a se per la sua perspicacia innata, non del tutto adatta ad un bambino così piccolo.

-Già...allora scappiamo?- chiese nuovamente ghignando il ragazzo, che aveva chiamato già intorno a se le fedeli Ombre.

-Non possiamo! Non si fa...-provò debolmente a convincerlo l’elfo, mentre l’Antico lo guardava con i suoi tipici occhi da cucciolo bastonato.

-Uffa! Sei troppi responsabile Nevi! Ogni tanto dovresti anche divertirti...ti ricordi quando ti ho fatto volare la prima volta? Anche quello non si doveva fare e a dirla tutta non mi sarei neppure mai dovuto palesare a te o raccontarti tutto sull’Antica Razza..impara questo: le regole sono fatte per essere violate- Le parole di Julian finirono al vento...nel vero senso della parole. Infatti un poderoso vento si era levato dal nulla facendo capire al giovane che i parenti erano venuti a dargli il bentornato..e l’arrivederci, aggiunse pensieroso il ragazzo, mentre sbuffando indossava un semplice paio di pantaloni neri, ricamati con arabeschi argentati e  una tunica grigia gli gli scendeva morbida fino alle ginocchia, stratta in vita con un’elaborata cintura.

-Sappi che ti sei guadagnato il mio odio, Nevi...su andiamo.- Il giovane, non si sprecò certo a scendere la scale, preferendo materializzare se stesso e l’amico direttamente davanti ai nuovi venuti, nel giardino che circondava per qualche  acro l’Yggdrasill, prima di lasciare spazio alla rigogliosa foresta, che occupava gran parte del Regno di Elwe

-Ohilà! Da quanto tempo non ci si vede!- Un giovane biondo, dai glaciali occhi chiari si fece avanti per abbracciare Julian, ma questo si fece immediatamente indietro, sfuggendo al tocco.

-Preferirei baciare Hati che avere a che fare ancora con te, Loki!..o con tutti voi se è per questo. Quindi finiamola con i convenevoli e andate dritti al sodo se non vi dispiace- Julian non era mi stato un tipo che amasse l’ipocrisia. Sapeva che dei presenti gli unici che fossero realmente felici di vederlo erano appunto Hati_ suo amico d’infanzia, benché nella varie mitologie li avessero descritti come nemici. Se si doveva dar retta a quelle infatti l’uomo lupo avrebbe dovuto inseguire Mani fino alla fine dei suoi giorni, o meglio fino all’avvento del Ragnarok, quando avrebbe finalmente potuto sbranarlo_ e Fenrir, l’altro uomo lupo presente al raduno. Tutti gli altri, Loki per primo, avrebbero preferito vederlo morto o comunque addormentato nel mondo degli umani.

-Ma come siamo scortesi... vedo che la tua punizione non è servita a farti abbassare la cresta, Mani. Ti ricordo che potrebbero cambiare idea i Saggi...-fece Loki, mostrando le vere emozioni che provava verso il suo simile.

-Ti consiglierei di non continuare la minaccia, Loki. Per il tuo bene...-Un imponente antico si era fatto avanti, frapponendosi tra Loki e Julian con il pugno alzato che sfolgorava di una minacciosa luce rossastra. I suoi arruffati capelli neri, il fisico muscoloso e il portamento fiero fecero immediatamente capire al moro di chi si trattasse: era Fenrir. Ricordava come i rapporti tra loro due non fossero iniziato sotto la migliore delle stelle, ma come pian piano avessero cominciato a provare rispetto l’uno nei confronti dell’altro ed infine amicizia, un’amicizia profonda e forte che ancora li legava.

-Già potrebbe non essere divertente essere fatto a pezzi...oppure qualcosa di peggio, visto che il nostro caro amico sembra aver conservato il sua adorabile caratterino- sghignazzò un enorme lupo dal pelo bianco, alzandosi sulla due zampe, prima di acquistare l’aspetto di un ragazzo sui diciotto anni, dai lineamenti nobili. Hati. Come se niente fosse stato i due si girarono verso Julian, rivolgendogli due enormi sorrisi... lupeschi, non c’era davvero altro modo per definirli. Entrambi sfoggiavano una dentatura bianca, perfetta e tremendamente acuminata, identica a quella degli animali in cui si tramutavano. Erano tutti e due più alti di qualche decina di centimetri rispetto a Julian, ma Fenrir era il più alto e il più spaventoso a vedersi. Ogni cosa di lui emanava il sentore della ferocia, che gli era stata attribuita e della straordinaria potenza fisica, neppure tanto nascosta, ma anzi testimoniata dai muscoli che guizzavano, celati a mala pena del vestiario poco ricercato_ in realtà sembrava appena passato sotto una schiacciasassi, ma questo era un dettagli insignificante. Hati al suo fianco invece appariva quasi fragile, con il fisico slanciato e fine, avvolto da splendide sete azzurre e blu, su ci ricadevano morbidamente acconciati i lunghi capelli argentati. Gli occhi ridevano, velati dalla malizia, mentre critico squadrava da capo a piedi l’amico ritrovato, poi sorprendendo tutti lo strinse tra le braccia. Hati non era il tipo da mostrare i suoi sentimenti, era sempre freddo, impassibile e cinico con tutti e tutto, fin da piccolo, ma evidentemente il ritorno di Julian non gli aveva lasciato altra scelta.

-Sono felice che tu sia di nuovo qua!-

-Anch’io, Hati, anch’io...-

-Ma..?-non ci voleva certo un genio per capire che c’era un ma nel discorso di Julian e Hati non era affatto stupido.

-Devo tornare indietro. Non resterò qui ancora per molto...devo sistemare parecchie cose. In particolare Marvenis si troverà ad avere a che fare con un dio della Luna parecchio infuriato e vendicativo.-sussurò Julian con lo sguardo basso, sentendosi tremendamente in colpa.

-Non ti preoccupare..sappiamo tutti che sei troppo leale per lasciare qualcuno a soffrire a causa di una tua azione. Vai a fare quello che devi fare, Mani e non esitare a chiamarci se dovessi avere bisogno di noi per qualunque cosa.-Era stato Fenrir a parlare sorridendo gentile, dopo aver posato una mano sulla sua spalla.

-Grazie! Siete dei veri amici...anche se ogni tanto potevate venire a trovarmi! Neppure un salutino in cinquemila anni!-Ovviamente il ragazzo scherzava e i suoi amici lo capirono scoppiando in una allegra risata insieme a lui. Continuarono a parlare e a prendersi in giro per un tempo indefinito, ignorando completamente tutto il resto dei visitatori e coinvolgendo solo Nevi. Si interruppero solo quando il sole tramontò colorando di rosso e oro tutto il paesaggio. I saluti comunque andarono avanti fino a che una luminosissima luna piena non apparve sulle loro teste. Un essere umano avrebbe notato sorpreso che quella luna non era la stessa che si vedeva dalla Terra. In realtà era un’immagine della Luna del passato, priva di molti dei crateri che la costellavano nel presente e resa più grande dall’aria priva di ogni inquinamento del Regno Satellite. Nel momento in cui anche Hati e Fenrir scomparvero da quel luogo, Julian si affrettò a recuperare i suoi vecchi abiti, indossarli ed afferrare Nevi per un braccio, mentre salutando distrattamente suo nonno scompariva da quel mondo per tornare dove aveva lasciato Harry.

 

Angolino dell’autrice.

Salve a tutti! Per prima cosa volevo chiarire che ho cambiato la data del sacrificio di Mani a cinquemila anni prima degli avvenimenti che narro e non più a diecimila e che quindi non è un mio errore. Seconda credo che sia giusto dire che non è tutta farina del mio sacco l’Antica Razza, ma l’ho copiata da un altro libro (“I segreti di Nicholas Flamel. L’immortale” di Michael Scott), anche se poi l’ho modificata secondo il mio uso e consumo.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e in particolare

 

_SiMoNa_ (Beh la fantasia non è tutta mia , ma mi fa comunque piacere che ti sia piaciuto lo scorso capitolo)

 PadFoot_07 (Julian resta Julian, niente paura...forse solo un po’ più saggio e meno impulsivo...ma che dico! Resterà esattamente lo stesso, solo più potente^^ Inoltre non preoccuparti neppure per Sirius e remus...ho in mente un piccolo espediente che non li metterà in ansia...Grazie per tutti i complimenti! P.S: ho corretto il tuo nome in tutti i capitoli precedenti^^)

 Marcolp(Grazie mille per i complimenti! Sono felice che ti piacciano i miei deliri^^)

Fedekikka(La contorsione è il mio mestiere! Sono capace di ricamare qualunque cosa su praticamente tutto, molte volte facendo un disastro altre solo un minestrone insipido e alcune qualcosa di carino..ma io non mi arrendo e continuo! Grazie anche a te^^)

Arrivederci al prossimo capitolo e mi raccomando....RECENSITE!

Ciao ciao^^

  
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