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Autore: Disincanto294    08/05/2014    13 recensioni
Hermione lascia il suo lavoro al Ministero della Magia per occupare una cattedra libera alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts diretta dalla Professoressa Mc Granitt, diventata ufficialmente Preside dopo la morte di Albus Silente e la fine della Guerra.
Qui conosce alcuni nuovi insegnanti e ne ritrova di vecchi..primo fra tutti il cinico Professor Piton, miracolosamente sopravvissuto al morso del serpente Nagini.
Potrebbe nascere qualcosa tra i due colleghi?
Nuova Hermione/Severus dal rating variabile :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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19 - Ricordi di un passato fin troppo presente

 

 
31 Dicembre 2001




 
Non riesco a toglierle gli occhi di dosso.
Eh Dio, è bellissima!
Di fronte a me non c’è più una fastidiosa bambina.
Non c’è più l’insopportabile So-Tutto di Hogwarts.
Né la mocciosetta dai capelli cespugliosi e i denti sporgenti.
Seduta accanto a me c’è una donna.
Una donna bellissima.
E ancor più intelligente.
Una creatura che mi lascia col fiato mozzo ogni istante.
Una creatura con il più bel sorriso che abbia mai visto.
E per la prima volta dopo anni quei sorrisi sono per me.
Evidentemente non sono più una nube carica di pioggia.
Che porta lampi e tuoni.
Non scateno più impetuose tempeste.
Forse finalmente qualcosa è cambiato davvero.
Forse finalmente ho imparato a creare e non a distruggere.
Forse finalmente posso nuovamente amare.
Di nuovo.
O forse per la prima volta.
Non sono sicuro di aver mai amato realmente.
Lily.
Continuerò a chiedermi per sempre se l’ho davvero amata.
O se in realtà ero solo uno stupido ragazzino.
Inetto su qualsiasi fronte relazionale.
Un ragazzino che non è mai stato capace di una parola dolce.
O di una carezza.
E ora eccomi qua.
Totalmente fuori di testa.
Innamorato?
Forse.
Non so davvero dare una definizione a questa parola.
Una parola quasi sconosciuta.
Una parola di cui non ne conosco l’esatta definizione.
Una parola che non è mai stata davvero presente nel mio personale Dizionario.
Invece questo è ciò che credo di provare ora.
Sei proprio un vecchio idiota, Severus.
Sono innamorato di una donna vent’anni più giovane di me.
Una donna che potrebbe avere qualsiasi uomo ai suoi piedi.
E invece passa le sue giornate insieme a me.
Sospiro e continuo ad osservarla.
A contemplarla.
Mentre distrattamente si morde le labbra.
E con la lingua rimuove le ultime tracce di torta.
La famosa Torta Carbonella.
Quella che non si sa come è diventata la nostra torta.
La Nostra.
E inaspettatamente sorrido.
Quelle labbra.
Piene e rosee.
Completamente invitanti.
Quelle labbra che ho avuto la fortuna di assaporare.
Quelle labbra che amo.
Quelle labbra che considero mie.
Mie.
-Ehi, se ne vuoi basta dirlo!- esclama improvvisamente indicando la fetta di torta poggiata sul suo grembo. -Non c’è bisogno di rimanere lì a fissarmi!- La sua voce divertita e leggermente maliziosa mi scuote dalla mia attenta osservazione delle sue labbra.
Dovrei proprio smetterla di fissarla.
Ma non ci riesco.
E’ ciò che c’è di bello nella mia vita.
Non posso evitare di farlo.
-Puoi finirla..- rispondo tranquillamente inarcando un angolo delle labbra. -Contemplavo solo quella creatura davanti a me tanto intenta a divorare con voracità quella fetta di torta.
Da quando è arrivata lei ho ripreso a sorridere.
A sorridere veramente.
Sinceramente.
Non quel finto ghigno Serpeverde a cui ero abituato.
-E’ buona!- esclama aprendo le braccia e leccando felicemente il cucchiaino sporco colmo di cioccolato.
-Lo so che è buona..semplicemente mi sorprendo ancora di quanto cioccolato il tuo stomaco riesca ad ingerire, Hermione. Davvero, sei un pozzo senza fondo quando si parla di dolci!- esclamo divertito soffocando una risata.
Ricordo bene il nostro aperitivo allo ‘Stupeficium’.
E ancor di più la nostra passeggiata per le vie di Sofia.
Sorrido internamente.
-Smettila altrimenti potrei costringerti a comprarmene un’altra fetta!- esclama minacciosa dandomi un leggero pugno sul braccio.
Ride.
E mi sorride.
Cosa posso mai fare con una così?
E poi le mie labbra assaporano le sue.
Sanno di cioccolato.
Di cocco.
Di caramello.
E di tanti altri sapori che non oso classificare.
Perché tutto ciò che sento è lei.
Tutto ciò che voglio è lei.
Hermione.
E la magia che mi tiene stretta a lei è sorprendente.
-Per ora credo proprio dovrai accontentarti..è già stato difficile procurare questa!
-Perché?- domanda pensosa, poi la risposta le viene subito in mente. -Ah giusto, sicuramente lo ‘Stupeficium’ sarà chiuso alla Vigilia del Nuovo Anno!
-Esatto.- annuisco. -E  la Signora Shortish è stata così gentile da utilizzare il suo tempo libero per preparare questo dolce solo per noi, nonostante la richiesta sia pervenuta di certo non con largo anticipo.
-Bè avresti potuto prepararla tu..dopo tutto la cena che mi hai servito questa sera è tutto merito tuo!
Fosse così facile!
La Torta Carbonella non è una torta normale.
Non che abbia tentato di farla.
Sapevo già che il risultato sarebbe stato negativo.
Nonostante me la cavi abbastanza bene in cucina.
E sono contento che Hermione abbia apprezzato la Cena.
-La preparazione della Torta Carbonella è molto complessa e ti stupirà apprendere che nemmeno la Signora Weasley è mai riuscita a completarne la cottura come si deve.
E’ sorpresa.
E non mi stupisce.
Molly Weasley ha provato parecchie volte a farla.
Nessun tentativo è riuscito.
E ciò dice tutto sulla difficoltà della ricetta.
Quella donna cucina da Dio.
E le mie giornate a Grimmauld Place sono state piuttosto utili.
Ero giovane.
Mi lamentavo sempre quando cercava di insegnarmi qualcosa.
Ma il sorriso sulle labbra di Hermione ripaga il sacrificio.
E dovrei davvero ringraziare la mia Maestra.
Non che lo farò mai.
Faccio spallucce.
E un ghigno si disegna sul mio viso.
Non posso di certo perdere la mia reputazione.
-Nonostante ti tratti come un figlio continui ad appellarla con titoli formali.- commenta Hermione poggiando il piatto vuoto e attentamente pulito sul tavolino accanto al divano.
-Abitudine.- mormoro indifferente. -E in ogni caso stare lontano dalla Tana e dai suoi abitanti mi da una scusa per evitare di ascoltare i loro incessanti ringraziamenti per il mio contributo alla..disfatta..del Signore Oscuro e per non illuderli che un giorno risponderò alle loro lettere.
Non c’è nessun motivo per cui dovrei essere ringraziato.
Nessuno.
Non sono il dannato salvatore del Mondo Magico.
Non sono il Bambino Sopravvissuto.
E non sono un eroe.
Anni luce lontano dall’essere un eroe.
Ma sembra che la gente non lo capisca.
Le mie mani sono sporche di sangue.
Non sono portatrici di gioia e felicità.
Sospiro.
-Mmm sì Molly mi aveva accennato una volta che non ha mai ricevuto una tua risposta..la stessa cosa Harry..e Severus, penso davvero sarebbe una buona cosa che tu rispondessi loro.- suggerisce apprensiva cambiando posizione sul divano e avvicinandosi a me.
Una cosa buona?
Una cosa buona??
Dannazione!
Non ho nessuna intenzione di mettermi in ridicolo.
La mia vita non è affar loro.
Non è affare di nessuno.
Se non forse un po’ di Hermione.
Ma questa è un’altra storia.
-Non ho alcuna intenzione di nutrire la curiosità Potter riguardante la mia vita!- sbotto spostando lo sguardo in direzione del camino.
Calma, Severus.
Calma.
Devi mantenere la calma.
La colpa non è di Hermione.
Respira e respira.
Respira e respira ancora.
Hermione lo dice per il tuo bene.
E forse ha ragione.
Dovrei fare come da lei suggerito.
Sì, forse dovrei.
Ma non lo farò.
E non lo farò perché non devo nulla a nessuno.
Tantomeno a Potter.
E le loro scuse e i loro ringraziamenti non mi servono a nulla.
Nulla.
-Sinceramente Severus, non penserai davvero che gli interessi la tua vita? Sai che non è il tuo passato che vorrebbe conoscere..
Certo.
Certo che non vuole conoscere il mio passato.
Vuole conoscere sua madre.
Vuole conoscere Lily.
No.
No non posso permettermi di ricordare.
Ho sbagliato troppe cose nella mia vita.
Non vale la pena ricordare.
Per cosa poi?
Per odiarmi ancora di più?
Il passato è parte di noi.
Non ci abbandona mai.
Mai.
Nemmeno quando cerchiamo in ogni modo di cancellarlo.
O di lasciarcelo alle spalle.
Rimane semplicemente sempre lì.
E solo ora io sto riprendendo a vivere.
I miei polmoni a respirare.
Il mio cuore a battere.
E tutto grazie ad una sola persona.
Hermione.
Non Lily.
Hermione.
La mia Hermione.
-Lupin può tranquillamente rispondere a tutte le sue domande, non sono l’unico sopravvissuto che conosceva Lily.
-Ma sei quello che la conosceva meglio. Lily era la tua migliore amica Severus, chi meglio di te credi che la possa conoscere?
Basta.
Non voglio più pensarci.
Non voglio più parlarne.
Sospiro.
-Hermione..-mormoro con tono di avvertimento tornando a guardarla negli occhi.
-No, Severus hai ragione.- sussurra prendendomi la mano. -Non è il mio posto quello di dirti cosa fare e cosa non fare e non è giusto nemmeno che io ti metta pressione.- continua abbassando lo sguardo. -So quanto hai sofferto per la sua morte, so che ti senti ancora in colpa e io non dovrei comportarmi così solo perché penso che sia tu che Harry dobbiate superare questa enorme montagna perché se non lo fate non riuscirete mai a vivere davvero, ed è l’unica cosa che io desidero per voi.
Ed è qua che tutto si blocca.
L’aria si incastra nei miei polmoni.
La rabbia scorre via.
L’ansia di continuare a pensare svanisce.
I brutti ricordi tornano al loro posto.
I margini della mia mente rimangono intatti.
E io non posso evitare di stare qui a fissarla.
Perché nessuno ha mai voluto questo per me.
Nessuno ha mai voluto che io vivessi.
Che io vivessi felice.
Forse Albus.
Sì, forse lui sì.
Ma poi cosa ha fatto?
Ha regolato la mia vita in base ai suoi bisogni.
In base ai bisogni dell’Ordine.
Tutto per il Bene Supremo.
Quello stesso Bene che mi ha tolto tutto.
Mi ha spogliato di ogni piccola cosa felice che potevo avere.
Erano davvero poche.
Ed è rimasto solo il Mostro.
Severus Piton l’assassino senza alcun rimpianto.
Invece poi è arrivata lei.
Questa splendida creatura che mi ama.
Mi ama.
Sì.
Dentro di me sorrido.
Ricordo le sue parole la notte di Natale.
Quando mi ha abbracciato e baciato.
Le ricordo bene.
‘Io amo questo vecchio Professore.’
Mi ama.
E non posso proprio immaginare come possa fare.
Non posso immaginare cosa possa vedere in me.
Ma forse è proprio questo il punto.
Lei vede in me ciò che gli altri non vedono.
Lei vede in me ciò che gli altri non si sono mai nemmeno preoccupati di cercare.
Lei mi ama.
Hermione Granger mi ama.
E io ci credo.
Sarò uno stupido.
Sarò un perdente.
Ma io ci credo.
Le mie dita si intrecciano con le sue.
Con la mano libera le sollevo piano il mento.
E i miei occhi incontrano i suoi.
I suoi occhi color nocciola.
Lucidi.
E so che sta cercando di trattenere le lacrime.
Perché lei sa che non ci so fare con le donne che piangono.
Sono bravissimo a farle piangere, sì.
Mai stato un grande esperto nel consolarle, però.
Ma per Hermione farei qualsiasi cosa.
Ed è per questo che mi avvicino a lei.
E le mie labbra si poggiano sulla sua palpebra abbassata.
Poi sull’altra.
E infine sulle sue dolci labbra.
-Anche io desidero essere felice, Hermione..- mormoro acchiappando una singola piccola lacrima che ha deciso di lottare e scappare via dalle sue ciglia.
-Non era mia intenzione obbligarti a parlare con Harry..- risponde respirando a fondo dal naso improvvisamente leggermente rosso. -Mi perdoni?- mi domanda speranzosa.
E mi torna in mente Lily.
Quando piangeva dopo ai litigi con sua sorella Petunia.
Gli occhi lucidi e le guance e il naso rosso.
Ma lei non è niente in confronto ad Hermione.
So che Hermione mi ha perdonato per tutto il male che le ho fatto.
E so di averla fatta soffrire tante volte.
Invece Lily no.
Perdonarmi era troppo difficile.
O forse era solo l’occasione buona per liberarsi di me.
‘Sanguesporco’.
Il peggior ricordo della mia vita.
Chiudo gli occhi e sospiro.
-Non ho proprio nulla da perdonarti..sono io semmai che dovrei chiederti scusa per tutte le volte che ho insultato la tua intelligenza e che ho avuto da ridire sui tuoi capelli..o sui tuoi denti..- sospiro e poi riprendo fiato. -Ricordo quel giorno Hermione eh..e so che mi hai odiato per quel che ti ho detto..
E io mi sento ancora in colpa.
Sono io che dovrei chiedere perdono.
Non lei.
-Sì non credo che riuscirò facilmente a dimenticare quel giorno, ma sono qui no? Se sono qui è perché evidentemente ho messo da parte quel ricordo per stare con te..- mormora sorridendomi debolmente.
-Non me lo merito, lo sai vero?- traccio la sua guancia leggermente con il dito indice. -Non è il mio posto quello di deridere una persona per il suo aspetto fisico, e tantomeno per i suoi denti..
Faccio spallucce.
Non sono bello.
Non lo sono mai stato.
Troppo alto e troppo magro per la mia età.
Il naso troppo grande per il mio viso.
I capelli troppo lunghi e troppo sporchi.
Il carattere troppo difficile.
Non sono mai stato un bambino normale.
Troppi problemi in famiglia.
Troppi problemi chiusi dentro di me.
Tutto è sempre stato troppo, troppo, troppo.
Mai abbastanza, mai giusto.
-Ti ho già detto che mi piaci così, giusto?- sorride afferrandomi il viso con entrambe le mani e baciandomi a labbra dischiuse.
E la bacio a fondo.
Dolcemente.
Fino a quando mi manca il respiro.
Perché amo la morbidezza delle sue labbra.
La sensazione della sua lingua che si intreccia con la mia.
E il leggero prurito che prende la mia lingua quando la sua la accarezza.
-Non ho mai sfiorato Lily..- commento poi pensoso accarezzandole piano il braccio, dal polso sino all’incavo del collo. -Non mi ha mai permesso nemmeno di accarezzarle la guancia..
Vedo il suo sguardo incupirsi.
E capisco di aver sbagliato.
Non avrei dovuto parlarne.
In realtà non so nemmeno perché l’abbia fatto.
Solo che a volte sembra così semplice poter parlare con lei.
Poter buttare fuori tutto ciò che ho dentro.
Come un fiume in piena.
Tutto ciò che non ho mai osato far uscire.
La osservo alzarsi piano dal suo posto sul divano.
Ora è in piedi di fronte a me.
Le braccia distese verso di me.
E’ un invito ad afferrare le sue mani.
E le afferro.
Perché tutto ciò che voglio ora è baciarla.
Baciarla ancora e ancora.
Ed è ciò che faccio.
Perché so che non direbbe di no.
Perché so che è anche ciò che lei stessa vuole.
E mi stuzzica sfiorando piano le mie labbra.
Cercandone i confini.
Delineandoli.
Muove la sua bocca insieme alla mia.
Ci accarezziamo piano.
E ogni carezza è un brivido che corre lungo la schiena.
Poi le nostre lingue si incontrano e tutto diventa nero.
Non c’è più niente.
Non ci siamo né io né lei.
Non ci siamo noi.
C’è solo quella splendida sensazione di abbandono.
Quella sensazione che ci spinge ad andare avanti.
Che ci spinge ad andare oltre.
Fin quando i nostri baci non sono più timide carezze.
I nostri corpi si fanno sempre più caldi.
Entrambi vogliamo di più.
Cerchiamo di più.
Finchè le sue piccole mani non si aggrappano alla mia camicia.
E le sottili dita liberano i bottoni dalle loro asole.
Uno dopo l’altro.
L’aria fresca mi colpisce il petto glabro.
Ricoperto di mille cicatrici.
E i polpastrelli delle sue dita sono sulla mia pelle.
Si muovono su e giù.
Così come le mie mani su suoi fianchi.
Toccano piano la sua liscia pelle rosea.
Su e giù.
Fin quando il suo maglione non sparisce oltre la sua testa.
E cade a terra con un sordo tonfo.
Ma noi non lo sentiamo.
Continuiamo a baciarci.
I nostri corpi che emanano passione e desiderio.
E poco dopo il mio corpo copre il suo.
I suoi capelli sparsi scompostamente sopra il tappeto rosso.
Le mia labbra scoprono la pelle sotto il suo mento.
La mia lingua lambisce piano quella porzione dietro l’orecchio.
E i denti mordicchiano il lobo.
Mentre le sue mani si insinuano sotto la mia camicia.
Esplorano le cicatrici che ricoprono la mia schiena.
Una ad una.
La lascio fare.
La lascio fare perché amo la sensazione delle sue mani su di me.
Poi ricatturo la sua bocca.
E così anche le sue mani.
Le tengo strette nella mia sopra la sua testa.
Ed Hermione geme.
Si muove sotto di me.
Gioco con la pelle del suo petto.
Poco sopra il suo seno.
E si muove ancora.
Contro di me.
Cerca di liberare i polsi dalla mia stretta.
E forse le sto facendo male.
Ma continuo a baciarla.
Lei si lamenta nuovamente.
Ed un brutto ricordo mi torna in mente.
Pesante.
Come un macigno nella mia testa.
Nel mio cuore.
Ricordo tutto.
Qui in questo stesso punto.
Quella notte d’inverno.
Fredda e cupa.
Mia madre che si lamenta.
Mia madre che piange.
Mia madre che urla sotto il peso del corpo di mio padre.
Ricordo tutto.
Ricordo i miei pensieri.
Ricordo le mie parole.
‘Non voglio essere come mio padre’.
‘Non voglio essere come mio padre’.
E ricordo le mie lacrime per giorni e giorni.
Ogni volta che chiudevo gli occhi quell'immagine mi tornava in mente.
Mi allontano velocemente dal suo corpo.
Come bruciato irreparabilmente.
Incespico sulle mie stesse mani mentre cerco di alzarmi.
Devo allontanarmi.
Devo allontanarmi da lei.
Cosa ho fatto.
Cosa ho fatto??
‘Non voglio essere come mio padre’.
-Non voglio essere come mio padre. Non voglio essere come mio padre.- ripeto incessantemente, quasi fosse un mantra, mentre mi rintano in cucina.
Appoggio la testa e le braccia contro la parete fredda.
Gli occhi serrati.
Il respiro pesante e irregolare.
‘Non voglio essere come mio padre’.
‘Non voglio essere come mio padre’.
Che diavolo stavo facendo?
Che cosa avevo in mente?
Non è questo che voglio!
Non è questo che voglio, dannazione!!
Respiro pesantemente cercando di calmarmi.
Se non mi calmo potrei seriamente farmi del male.
Questo non è un uomo che ama.
Questo è un uomo che sfrutta il suo potere.
‘Lo faccio per il suo bene, figlio mio.’
Per il suo bene un cazzo!
Non ha mai amato mia madre.
Non ha mai amato me.
Mai!
E io non sarò come lui.
No.
-Non sarò come lui. Non sarò come mio padre. Non sarò come mio padre.- ripeto ancora cercando di far entrare ogni singola parola nella mia testa.
Come ho potuto farle questo?
Come ho potuto fare questo alla mia Hermione?
Usare la mia forza su di lei..
Non mi perdonerà mai.
Dio mio, che cosa ho fatto?
Raschio con forza la mia fronte contro il muro.
Poi trasalisco e il sangue mi si congela nelle vene.
Due braccia mi circondano la vita.
Mi stringono piano.
Sento il peso della sua testa appoggiata tra le mie scapole.
Sospiro.
Com’è possibile che sia ancora qua?
Dopo tutto ciò che ho fatto?
Accidenti, non sa quello che sta facendo!
Perché non è corsa via?
Qualunque persona sana di mente sarebbe già scappata via.
E invece lei è ancora qua.
Grugnisco.
E’ una Grifondoro.
E’ normale da parte loro cercare il bene anche dove non c’è.
Sospiro ma non mi volto.
E rimaniamo così per chissà quanto tempo.
Fino a quando non è lei stessa a parlare.
-Ehi..ti va di dirmi qual è il problema?- domanda con calma senza lasciar andare la presa intorno al mio bacino.
Mi volto esasperato verso di lei.
Le braccia mollano me e ricadono lungo i fianchi.
Si è rimessa addosso il maglione che le ho levato.
-Secondo te?- domando infastidito. -Ti ho messo le mani addosso, Hermione!
Il suo sorriso è un po' malizioso.
Che diavolo c’è da sorridere?
E’ in utile non capirò mai le donne.
Non capirò mai le donne Grifondoro.
-Mmm sì tecnicamente sì..non che mi dispiacesse!- esclama ridacchiando mentre mi riabbottona piano la camicia bianca.
La guardo con espressione seria.
Non c’è nulla da ridere.
Ciò che ho fatto è imperdonabile.
E lei non dovrebbe essere qua ad abbottonarmi premurosa la camicia.
-Non voglio essere come mio padre, Hermione.- commento serio come se questa frase potesse spiegare tutto.
-Tuo padre?- domanda finalmente seria disegnando cerchi con il pollice sul palmo della mia mano.
-Non voglio essere come mio padre.- ripeto nuovamente chiudendo gli occhi brevemente e respirando pesantemente.
-Vieni Severus..- mormora piano portandomi dalla cucina al piccolo soggiorno. -Dimmi cosa c’è che non va, ti ascolto.- dice sorridendomi debolmente e sedendosi sul divano e facendomi cenno di parlare.
Dovrei davvero dirle cosa c’è che non va?
Dovrei dirle quanto schifo ha fatto la mia infanzia?
Quanto ho odiato mio padre?
Quanta pena mi ha fatto mia madre?
Quante botte ho preso?
Quante volte sono dovuto stare a guardare?
‘E se ti mostro il mio lato oscuro, mi stringerai ugualmente questa notte?’
‘E se ti apro il mio cuore e ti mostro il mio lato debole, che cosa farai?’
Certe volte è davvero semplice parlare con lei.
Ma raccontare queste cose?
Solo Albus conosceva questa parte della mia vita.
E forse Lily.
Quante volte mi aveva chiesto perché ero coperto di lividi.
‘Sono inciampato nelle scale mentre scendevo in soggiorno.’
Ripetevo sempre qualcosa del genere.
Non ho mai voluto che si preoccupasse.
Non ho mai voluto che mostrasse pietà per me.
Che cosa è cambiato ora?
Che cos’ha Hermione che Lily non aveva?
Hermione è abbastanza paziente da stare dietro ad un uomo come me.
Abbastanza affezionata da conoscere i miei bisogni.
Sospiro e mi avvicino alla finestra.
Sta nevicando.
Osservo il campanile che si vede in lontananza.
E’ passata la mezzanotte.
E’ arrivato il nuovo anno.
Nemmeno ce ne siamo accorti.
Sospiro ancora e mi preparo a dischiudere i miei segreti.
Mi preparo a raccontare di un passato che nessuno dovrebbe aver mai vissuto.
-Mio padre..- esito un istante, poi vado avanti. -Mio padre non era un brav'uomo..
-Sì mi era sembrato di capire una cosa del genere..- commenta silenziosamente.
-Non so come fossero le cose prima che io nascessi, ma non credo che andassero bene nemmeno allora. Non ho mai capito perché si fossero sposati.- ammetto un po’ tra me e me. -Non ho idea di cosa mia madre possa aver visto in un uomo come Tobias Piton, un Babbano senza arte né parte. Sono quasi certo che non si siano mai amati, non hanno mai mostrato nessun legame affettivo, mai.
Ricordare fa male.
Il cuore mi batte forte nel petto.
Rimbomba nelle mie orecchie.
-Sapeva che lei fosse una strega?- domanda Hermione tranquillamente dandomi così la possibilità di riprendere fiato ed organizzare le idee.
-Oh sì che lo sapeva, lo sapeva eccome! A casa mia, però, la magia non è mai stata granché usata. Lui spezzò in due la bacchetta di mia madre.- aggiungo, e nel dire ciò un forte dolore mi si riversa nel sangue. -Ci vollero 9 lunghi mesi per racimolare i soldi per acquistarne una nuova.
-Immagino tuo padre non lo sapesse..
-No, naturalmente no. L’idea le venne qualche settimana dopo la mia prima magia, non avevo nemmeno 5 anni..- dico, e un sorriso mi sfugge mentre quell’episodio mi torna in mente.
Non vedo il viso di Hermione.
Ma so che anche lei sta sorridendo.
-Eri un passo avanti agli altri già dalla tenera età!
-Sì..- commento distrattamente. -Decise di coltivare alcune piante magiche nel piccolo orto che avevamo in giardino e nei mesi successivi le usò come ingredienti per alcune semplici e veloci pozioni curative che preparava in un piccolo calderone che teneva nascosto sotto il lavello della cucina..poi appena pronte le vendeva alle vicine di casa spacciandole per rimedi naturali preparati in casa..
-Ecco da dove è nata la passione per Pozioni..le cose iniziano a quadrare ora..
-Sì, forse..- commento assente, totalmente immerso nei miei pensieri. -Alla fine riuscì ad acquistare una nuova bacchetta ma le cose, a dir la verità, non cambiarono molto..- osservo pensoso. -Era davvero un brutto periodo quello..Mio padre lavorava saltuariamente come agricoltore, proprio come tanti altri che avevano perso il loro posto alla fabbrica della città, e c’erano pochissimi soldi. Vestivo gli abiti smessi di mio padre o del figlio della vicina, la Signora Precious, che aveva fatto i bagagli ed era partito in cerca di fortuna negli Stati Uniti.
-Non ne so molto della storia di quel periodo per la verità..ma immagino debba essere stato davvero un brutto periodo.
Butto è un eufemismo.
-In alcuni periodi non potevamo nemmeno permetterci di mangiare e Tobias preferiva morire di fame, e farci morire di fame, più che abbassarsi a chiedere l’aiuto di una donna. Alla fin fine quella bacchetta l’ha usata praticamente solo per la mia istruzione e quasi mai per scopi più pratici come riscaldare l’acqua della tinozza quando dovevo farmi il bagno o per aumentare le dimensioni della fetta di pane che mandavo giù a cena.- constato con una leggera punta di amarezza. -L’arrivo della mia lettera da Hogwarts era stata una vera e propria benedizione. Mio padre si liberava di me e io di lui, ma il problema rimaneva sempre mia madre..
La settimana prima della partenza lui era sempre di buon umore.
Era felice che io partissi per Hogwarts.
Così aveva una bocca in meno da sfamare.
E un problema in meno per cui preoccuparsi.
Ma mia madre però rimaneva lì insieme a lui.
-Era un uomo violento..- constata amaramente stringendo insieme le mani.
-Tobias beveva, beveva molto..ed era violento. Ho perso il conto di tutte le volte che ha abusato di me e di mia madre, e prima..- sospiro e ingoio il groppo che mi si era formato in gola. -..prima mi è tornato in mente una volta in cui mi aveva costretto a guardare. Secondo lui era una ottima educazione quella che mi impartiva, come se assistere ad una violenza sessuale fosse l’unico modo per trasformare la femminuccia che ero al tempo in un vero uomo.
Odio mio padre.
Odio Tobias Snape.
Per tutto ciò che mi ha fatto.
Per tutto ciò che non mi ha dato.
Per ciò che mi ha tolto.
E per ciò che non mi ha insegnato.
Nel corso degli anni mi sono spesso visto uguale a lui.
Sospiro e mi volto.
Credo di aver terminato.
Non ho più nulla da dire.
Hermione è di fronte a me.
Mi osserva con gli occhi lucidi.
Ma son contento di non vedere pietà.
O compassione.
Non ho bisogno di niente di tutto ciò.
Ho bisogno di ciò che non ho mai avuto.
Di ciò che rincorso tutta la vita.
Ho bisogno d’amore.
Del suo amore.
Mi sorride debolmente.
Poi le sue braccia si stringono intorno a me.
E le mie intorno al suo piccolo corpo.
Sento il suo respiro attraverso la leggera stoffa della camicia.
E il battito furioso del suo cuore.
Corre quasi quanto il mio.
Piano butto fuori l’aria.
Sono davvero distrutto.
Sollevo ancora una volta la testa.
E incontro nuovamente i suoi occhi.
Amore.
C’è tanto amore l’ha dentro.
Dentro di me quasi sorrido.
-Rimani..- mormoro piano, quasi impaurito, e forse lo sono davvero. -Mi piacerebbe passare la notte insieme a te.
Il suo sguardo ora è pensoso.
E la capisco.
Chi vorrebbe passare la notte con un nuovo come me.
Non dopo tutto ciò che ho detto.
E fatto.
-Severus, io..
-Non voglio portarti a letto..- mormoro piano interrompendola, e un piccolo sorriso mi cattura le labbra. -..non in quel senso almeno.
 






Sono tornata!:D Dai ora sto aggiornando con più regolarità! Purtroppo tra 3 settimane ho 3 esami (Sì, avete capito bene..3 esami!) quindi ho pochissimo tempo per scrivere! Ho comunque già in testa cosa succederà nei prossimi 2 capitoli :)
Anche questo è un capitolo abbastanza corposo e come vedete è tornato il POV SEVERUS :D Molto diverso dai due precedenti, ma è così che dev'essere..in questo momento ormai Hermione e Severus sono abbastanza vicini..dai due precedenti Pov Severus è passato tanto tempo e le cose si sono piuttosto evolute :)
Cosa ne pensate? Abbiamo un po' di storia della infanzia di Sev, tragica no? Bè mi piacciono le cose tristi ahahah :) Povero Sev :(

La frase:
‘E se ti mostro il mio lato oscuro, mi stringerai ugualmente questa notte?’
‘E se ti apro il mio cuore e ti mostro il mio lato debole, che cosa farai?’
                      purtroppo non è mia ma dei Pink Floyd e penso che con Severus ci calzi a pennello!


Ho notato che purtroppo la storia non sta ricevendo più recensioni e mi dispiace da morire :( So benissimo che non è colpa vostra ma bensì MIA perchè non aggiorno spesso ma purtroppo non posso aumentare la frequenza degli aggiornamenti! Spero di ritrovare i miei vecchi lettori e di scoprirne anche di nuovi.
Sono sinceramente curiosa di sapere cosa ne pensate di questo capitolo quindi aspetto le vostre recensioni, spero positive!

Vi mando un bacione,
Disincanto294

 
   
 
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