Need N° 1
Sasuke aveva
sempre amato disegnare; fin da quando era
riuscito a prendere in mano una matita riempiva la madre e il fratello
di fogli
all’inizio pieni di scarabocchi, con figure sempre
più complesse man mano che
cresceva.
A cinque anni non aveva perso la sua grande passione,
e all’asilo, mentre tutti giocavano con le bambole e con i
dinosauri di
plastica, lui se ne stava in disparte con il suo foglio spiegazzato e i
colori
ben appuntiti.
Fu un giovedì mattina qualsiasi, trascorso come sempre
a disegnare, che conobbe colui che dopo qualche tempo sarebbe diventato
il suo
migliore amico.
Naruto Uzumaki si era trasferito in quella città da
poco, ed era la prima volta che entrava in quell’asilo; era
letteralmente
euforico e ansioso di conoscere i suoi nuovi compagni, speranzoso di
farsi
tanti amici. La madre lo salutò con un bacio,
raccomandandosi di non far
arrabbiare l’insegnante e dandogli la cartella arancione che
gli aveva regalato
come premio per esser stato tanto bravo durante il trasloco.
« Bambini, lui è Naruto, è arrivato da
poco a Konoha.
Mi raccomando, trattatelo bene e fatelo giocare con voi! » lo
presentò il
maestro Iruka, colui che aveva il compito di badare a quella banda
scalmanata
di marmocchi. I ragazzini voltarono la testa verso di lui e lo
salutarono
cordiali, tornando poi alle loro attività.
« Su Naruto, vai a giocare con chi vuoi. » lo
esortò
il maestro, spingendolo gentilmente verso gli altri. Il piccolo si
guardò
intorno, un po’ spaesato: sembravano tutti molto affiatati e
si sentiva di
troppo. Le bambine erano solo cinque, mentre i maschietti erano ben
otto. Le
femminucce stavano tutte insieme, tranne una con i capelli biondo grano
raccolti in quattro code che continuava a dar fastidio a un bimbo moro,
che si
lamentava chiamandola ‘seccatura’ ma non sembrava
troppo dispiaciuto. Accanto a
loro c’era un piccoletto grassottello che mangiava delle
patatine, sorridendo
divertito. Poco lontano sedevano un ragazzino con i capelli
più lunghi che
avesse mai visto e gli occhi molto chiari, e uno con un caschetto
assurdo, nero
e lucidissimo. Poi due mocciosi piuttosto vivaci, uno con le guance
solcate da
quattro segni rossi e uno che indossava uno strano cappuccio, davano la
vita
maledetta ad un rossino dagli occhi di ghiaccio che pareva piuttosto
irritato
dal loro comportamento, un po’ troppo esuberante. Le quattro
amiche raggruppate
giocavano con le bambole chiacchierando allegramente, anche se una, dai
capelli
legati in due buffi codini, forse rimpiangeva un po’ la
compagnia dei maschi
trovando i loro discorsi più interessanti. Una morettina,
dalle pallide iridi
simili a quelli del ragazzo con i capelli lunghi, teneva lo sguardo
basso e
sembrava un po’ imbarazzata, quasi fuori posto tra quelle
ragazzine così
spavalde. Le altre due, una rosa e una bionda, si facevano i dispetti a
vicenda
ma sembravano molto legate. Naruto non sapeva proprio da chi andare e
si
sentiva a disagio, era certo che fossero tutti davvero simpatici ma non
sapeva
se loro avrebbero pensato lo stesso di lui.
Ad un tratto, vide un bimbo che ad una prima occhiata
non aveva notato; se ne stava da solo, indifferente agi schiamazzi dei
compagni, limitandosi a lanciar loro un’occhiata di
rimprovero quando il
frastuono diventava eccessivo. Impugnava con un po’ di
difficoltà un pastello
nero, fissando concentrato il foglio e impegnandosi a colorare il
disegno che
aveva appena completato. Appena chinava la testa per rimettersi al
lavoro i
capelli scuri di media lunghezza gli ricadevano davanti al viso,
celandolo agli
sguardi esterni. Lui li scostava infastidito, portandoseli dietro alle
orecchie, e Naruto non poté fare a meno di notare che era
proprio carino quando
lo faceva. Non sorrideva, ma aveva ugualmente un volto simpatico e gli
sarebbe
piaciuto fare amicizia con lui; si avvicinò, titubante,
dando un’occhiata al
disegno.
« Wow! Sei proprio bravo! » esclamò
meravigliato,
quando vide i segni incerti, ma comunque davvero belli, tracciati dal
moro.
Quest’ultimo, sorpreso dal fatto che qualcuno gli rivolgesse
la parola, alzò il
volto verso il disturbatore che gli sorrideva ammirato.
« Grazie. » rispose semplicemente, sospettoso, non
capendo cosa voleva da lui.
« Io mi chiamo Naruto, e tu? » chiese il biondo,
mettendoglisi accanto.
« Sasuke. » biascicò l’altro,
non particolarmente
felice di trovarsi vicino a quello strano bambino.
« Chi ti ha insegnato a disegnare, Sasuke? »
domandò
curioso il nuovo arrivato, continuando a fissare il disegno del
neo-compagno.
« Nessuno, ho imparato da solo! » rispose
fieramente
il piccolo artista, dandosi un’aria importante e tornando a
colorare con ancora
più attenzione. Sul foglio erano ritratte due figure che si
tenevano per mano
in un giardino, una sembrava essere il piccolo disegnatore mentre
l’altra era
più alta.
« Chi è il signore accanto a te? »
chiese interessato.
« Mio fratello Itachi. »
s’inorgoglì l’interpellato. «
È il fratello migliore del mondo! »
raccontò, mentre l’altro lo osservava
attentamente.
« Ma non puoi fare i fiori neri! »
protestò ad un
tratto lo spettatore. « I fiori sono allegri e vivaci, di
tutti i colori
dell’arcobaleno. Rossi, arancioni, gialli, ma non neri!
»
« E perché? » domandò seccato
il moro, infastidito dal
fatto che criticasse il suo lavoro.
« Perché i fiori devono far sorridere. »
spiegò
Naruto. « Insomma, sono i fiori! Sono belli e ti mettono
voglia di correre per
i prati, di giocare a nascondino, e fanno venire in mente la primavera
con i
loro colori luminosi e brillanti. Così scuri invece sembrano
cattivi… »
« Però il nero è il mio colore
preferito. » enunciò
Sasuke, non del tutto convinto. Forse quello strambo bimbo aveva
ragione, ma
non lo avrebbe mai confessato.
« Ma è un colore triste! »
s’impuntò il biondino, e si
mise a frugare nella cartella. Tirò fuori il suo astuccio, e
dopo un’attenta
ricerca tese la manina stretta a pugno verso il compagno. «
Tieni! » esclamò,
porgendogli un pastello arancione. « È il mio
colore preferito. »
« Non ne ho bisogno. » lo snobbò il
moro, incredulo di
come fosse impertinente quel ragazzino.
« Si invece! Ecco perché sei così
musone, se usi
questi toni scuri non me ne stupisco! » ribatté
Naruto, sorridendogli e
continuando a offrirgli il colore. Dopo qualche secondo, sbuffando,
Sasuke lo
afferrò.
« Benvenuto a Konoha, Naruto. » si
limitò a borbottare,
arrossendo e tingendo i suoi fiori con quella nuova colorazione.
Il volto dell’altro fu attraversato da un sorriso.
Gli piaceva proprio, la nuova città.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Note Autrice
Allora. Emh. Questa è la mia prima SasuNaru *----* conta 5 capitoli tutti riferiti al tema ‘Need’, e ogni singolo capitolo si riferisce a un tema particolare. I temi ovviamente sono stati dati dalle giudicie del concorso, Rosicrucian e Nami, che ancora ringrazio. Emh, che dire, spero vi sia piaciuta XD