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Autore: Rinkaku    08/05/2014    1 recensioni
Questo racconto, interamente dedicato alla trama di Dark Souls, è per tutti coloro che hanno amato il gioco e tutti i suoi personaggi. Il protagonista della storia è Eiryn, giovane piromante non-morto che si ritroverà a dover viaggiare per tutta Lordran, affrontando gigantesche creature mostruose e antichi cavalieri, per scoprire la verità su se stesso e sulle origini della sua stessa razza.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il luogo in cui il corvo aveva trasportato Eiryn veniva chiamato Lordran, una terra popolata solo da non-morti riusciti a fuggire e creature mostruose.

In quella landa, quasi del tutto inabitata, non cera spazio per la speranza, la felicità o altri sentimenti di questo genere, la disperazione regnava su ogni cosa, rendendo quel posto insopportabile anche solo alla vista, per chiunque fosse costretto a viverci.

Non c'era rifugio per nessuno, solo pochi riuscivano a mantenere il proprio senno e umanità, legati ai ricordi, a cose per loro importanti o ragioni per continuare a vivere.

Il giovane piromante si sentiva disperso, quando aprì gli occhi. Il luogo in cui si ritrovò era pieno di luce, circondato da alti alberi che proiettavano la propria ombra su di lui e, a pochi passi, in mezzo a uno spiazzo di terra, un falò dalla luce intensa, la più luminosa e forte che avesse mai visto fino ad ora.

Cos'è questo posto?, si domandò guardandosi attorno finchè una leggera risata, nervosa e tesa, giunse fino alle sue orecchie, facendolo rabbrividire, seppure la sua pelle secca e morta fosse senza alcuna vita, solo i suoi sentimenti e la maledizione dei non-morti lo tenevano in piedi.

-Eccone un altro..- Disse un uomo seduto su una panca non molto distante dal falò.

Indossava una semplice cotta di maglia, leggermente scintillante e, al suo fianco, teneva la spada e lo scudo.

Il suo volto era umano, cosa rara di quei tempi, anche se visibilmente stanco.

-Vieni dalla prigione dei non-morti? Che cosa rara, credevo ci fossero dei demoni molto potenti là...In ogni caso ti do il benvenuto a Lordran, per quanto tu possa essere il benvenuto qua..Heheheh...-

-Lordran?- Gli domandò il ragazzo incuriosito e spaventato dalle sue parole.

-Oh, tu vieni da una terra lontana, lo sento...Il caro corvo laggiù ti ha condotto fin qui in volo e, sinceramente, avresti fatto meglio a rimanere nella prigione, qua non c'è nulla per chi ancora mantiene il senno, come noi....In ogni caso ti consiglio di tornare umano a quel falò laggiù e, se proprio vuoi provare a salvarti...Cerca le due campane, non ne so molto ma quando verranno suonate accadrà qualcosa di...Molto particolare..-

Eiryn, dopo essere tornato umano, decise di esplorare il luogo, trovando molte cose interessanti all'interno delle rovine.

Un chierico di nome Petrus, rifugiato anche lui in quel luogo apparentemente deserto, gli aveva spiegato che quello era il santuario del legame del fuoco, luogo protetto dalla guardiana, colei che con la sua anima dava vita al falò e gli disse di andare a trovarla almeno una volta.

L'uomo pareva simpatico e buono, incredibilmente gentile e servizievole vista la situazione, agli occhi del piromante, l'unica persona sincera che avesse incontrato fino a quel momento e, con questo pensiero in mente, si avviò verso il luogo che il chierico gli aveva indicato, per incontrare la guardiana.

Questa era situata appena sotto il falò, raggiungibile grazie a delle scale scavate nella pietra e, quando si ritrovò al suo cospetto, rimase alquanto stupito.

La donna era imprigionata, senza alcuna via d'uscita.

Indossava abiti vecchi e stracciati, pieni di polvere e sporcizia e pareva essere muta.

Eyrin provò molta pena per lei, chiedendosi quanto le costasse tenere in vita il falò, donando a quelli come lui sollievo e felicità, senza poter essere ripagata in alcun modo ma non aveva tempo per questi pensieri, non in quel momento.

Doveva trovare le due campane e decise di cominciare da quello che l'uomo con la cotta di maglia gli aveva indicato come il borgo dei non-morti.

La strada era lunga e tortuosa, piena di trappole e nemici che il ragazzo affrontò con coraggio e rapidità, seppure un po' impacciato nei movimenti.

Attraversato il primo muro di nebbia, il giovane si ritrovò nel centro esatto del borgo, una cittadella costruita interamente in pietra, circondata da mura e piena di torri e costruzioni in mattoni e legno.

All'improvviso un enorme drago, ricoperto di scaglie scarlatte, gli parò la strada, fermandosi per qualche istante proprio di fronte a lui.

Ad Eiryn sembrò di essere finito in un incubo.

“Come può un drago ritrovarsi proprio qui? Non erano estinti da secoli?” si domandò quasi in preda al panico, primo di fuggire ma, nel momento esatto in cui nella mente del giovane si formò l'idea di scappare il più in fretta possibile, l'enorme creatura se ne andò, senza nemmeno guardarlo, volando sopra a un ponte di pietra e sparendo all'orizzonte.

Il ragazzo prese coraggio, cercando di non pensare a ciò che aveva appena visto, dicendosi che quello non poteva in alcun modo essere uno dei draghi antichi e continuò la sua strada, schivando i colpi degli avversari e uccidendoli tutti, uno dopo l'altro, cercando di non soccombere sotto il mare di ricordi delle loro anime.

Dopo poco fece il suo primo incontro con un vero e proprio non morto, senza umanità, ma con ancora il senno, anche se di questo ne aveva qualche dubbio.

-Oh, Julia, guarda là! C'è un cliente! Finalmente delle anime, cara mia!- Gridò quello accarezzando una lunga e affilata spada, dall'aspetto orientale.

L'uomo era vestito di stracci, con la pelle raggrinzita e grigia, attaccata alle ossa proprio come tutti i non morti che aveva incontrato fino ad ora.

I denti ingialliti dal tempo si muovevano rumorosamente ad ogni parole che l'essere pronunciava, mentre con una mano accarezzava dolcemente la lunga spada al suo fianco.

Eiryn lo guardò sospettoso, pronto a difendersi in qualsiasi momento, senza mai fidarsi delle sue parole.

-Oh, tu sei un viaggiatore! Beh, di questi tempi non ce ne sono molti, sai? La gente preferisce trovare un posto tranquillo in cui passare il resto dei propri giorni, senza alcun disturbo, capisci? Ma se u sei in viaggio allora devi prendere qualcosa! Forza, ho molti oggetti utili, qui!-

-Mi servono solo un arco e delle frecce, niente di più...Ma questa chiave..Cos'è?- Domandò il giovane incuriosito da una piccola chiave quasi arrugginita, simile a quelle usate per le porte delle abitazioni ma gli pareva in qualche modo, stranamente famigliare, come se l'avesse già vista in passato.

-Oh, quella? Solo ciarpame, non serve a nulla, credimi! Sarà di qualche idiota chiuso nella propria casa per sbaglio!-Rispose il mercante cercando delle frecce fra gli oggetti in suo possesso.

-...La prendo insieme al resto.- Si limitò a dire Eyrin, aggiungendola al mazzo di chiavi che si portava dietro da prima della sua prima morte.

Dopo aver pagato con le anime raccolte durante il viaggio se ne andò, col solo desiderio di allontanarsi il più possibile da quel pazzo che lo salutava accarezzando la spada che teneva accanto.

 

I combattimenti sembravano non finire più, i nemici erano ovunque, lungo la strada e, ad ogni volta che tornava a un falò, loro resuscitavano, come se non li avesse mai uccisi.

Le braccia cominciavano a essere pesanti, la testa pareva in procinto di esplodere e non riusciva più a muoversi.

Decise di fermarsi un attimo e riposare, per recuperare le proprie energie e fu lì che vide un enorme cavaliere, con addosso un'armatura nera come la cenere.

Era molto alto, in mano teneva uno spadone dall'aria pesante e uno scudo resistente.

Era di spalle rispetto al ragazzo e osservava un cadavere non molto lontano da lui, come se lo difendesse. Con cautela Eiryn si avvicinò, il suo spirito combattivo vinceva di molto la sua stanchezza e, con l'accetta stretta fra le mani, pronto a combattere e uccidere, si avvicinò a passi leggeri.

Lo colpì alle spalle più volte, con feroce impeto e pervaso dalla voglia di ucciderlo ma questo era molto più forte. Col solo scudo riuscì a scaraventarlo a terra e si rialzò, dirigendosi verso il ragazzo.

A Eyrin non rimaneva altra scelta che fuggire e trovare un luogo aperto in ci affrontare l'avversario, in modo da essere più libero nei movimenti.

Non appena giunse in uno spiazzo abbastanza grande lo affrontò, schivando e parando tutti i colpi e, nonostante l'equipaggiamento inadatto riuscì a vincere, stando sempre alle spalle dell'enorme cavaliere che, scomparendo, lasciò a terra un pezzo di roccia scura e la sua spada.

Eyrin, dopo aver raccolto la pietra e equipaggiato la spada al posto dell'accetta, tornò davanti al cadavere e recuperò un anello dalla strana forma, con una grossa pietra blu al centro che, però, lo faceva sentire stranamente più forte, più resistente, sicuro di poter resistere a qualunque colpo avesse ricevuto.

Avanzando lungo l'unica strada percorribile si ritrovò ancora una volta davanti ad un muro di nebbia, all'interno di una piccola torre di pietra.

Appena si avvicinò al muro uno spettro di luce lo sorpassò correndo, come se non lo avesse nemmeno visto e scomparve.

“Cos'era quello?” si domandò, estremamente incuriosito dalla figura che gli era appena passata accanto, sfiorandolo leggermente e dandogli una piccola scossa “Sembrava un fantasma ma non era in questo mondo”.

Non appena oltrepassò quella fitta nebbia si ritrovò su un ponte, con un lato quasi interamente distrutto e, avanzando, notò che due non-morti lo attaccavano dall'alto della torre con delle balestre.

Dopo averli uccisi proseguì lungo il ponte con estrema cautela, pronto a sfoderare lo spadone per difendersi e un grosso demone dall'aspetto taurino gli parò la strada.

Era gigantesco, furioso, con gli occhi sbarrati e senza vita propria, il suo petto era ricoperto di peli che nascondevano i grossi muscoli dei pettorali e il muso contorto in un'espressione di rabbia.

Il ragazzo cercò di fuggire, raggiungendo la torre da cui proveniva ma si ritrovò bloccato su quel ponte insieme al mostro che lo stava inseguendo, tenendo l'enorme ascia in mano per colpirlo.

Rapidamente Eiryn salì sulla torre, evitando di poco uno dei possenti attacchi del demone e, quando fu sul tetto, lo attese, con l'enorme spada scura in mano, pronto a combattere.

L'enorme demone non si fece aspettare troppo e saltò sul piccolo tetto, raggiungendo il piromante che gli scagliò contro una sfera di fuoco, colpendolo dritto sul volto.

La bestia non sembrò provare dolore anche se le fiamme gli stavano bruciando rapidamente il volto e si scagliò contro il ragazzo, facendo calare l'enorme ascia di roccia sul terreno, con tutta la sua forza.

Eyrin schivò il colpo con agilità, contrattaccando la bestia con la spada, che usava con naturalezza anche se non senza fatica e corse dal lato opposto, lanciando un'altra sfera d fuoco che questa volta cadde sulla schiena della bestia.

L'enorme creatura si alzò, barcollando leggermente per il dolore che le fiamme gli provocavano e il ragazzo ne approfittò, scagliandogli contro quante più sfere infuocate potesse, finché il demone non fu sommerso dalle fiamme e cadde a terra.

Il piromante si sentiva sicuro, ora che la creatura sembrava scomparsa ma un forte ruggito lo fece voltare verso il muro di fiamme alle sue spalle e il demone ne uscì, fumante e ancora più rabbioso.

Eyrin, sicuro che all'avversario mancassero ormai poche energie,gli corse incontro, colpendolo in volo al petto e, solo quando il demone scomparve davanti ai suoi occhi, in un'esplosione di energia bianca, fu sicuro di averlo eliminato per sempre.

Quando la sua anima raggiunse il giovane, questo scoprì che non aveva ricordi, se non dei muri di fiamme alte metri e lava.

  
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