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Autore: silvians    08/05/2014    0 recensioni
Solo un gruppo di ragazzi, in una semplice cittadina inglese, Bristol.
Solo una vita crudele, rude, da prendere per come si presenta, con una sigaretta in mano ed un sorriso finto in volto.
Solo sogni chiusi in fondo ad un cassetto, paure da dare il tormento, alcool e droga sono il pane quotidiano, liti e problemi a far compagnia.
Solo emozioni, adolescenti, amori, passioni, bugie.
Ma se c'è una cosa che non manca è il divertimento, quello sfrenato, l'adrenalina.
«Oh baby, baby, it's a wild world. It's hard to get by just upon a smile.»
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7.

Era una sera come tante; in strada la gente brulicava e si atteneva alla propria routine.
Esattamente come Fannie, sola ma sicura di sé nei suoi tacchi e con i suoi pantaloncini strappati.
Non aveva mai avuto una forte inclinazione al vestirsi bene. D’altronde chi, del suo gruppo, l’aveva mai avuta? Forse Chloe, ma lei neanche si sforzava a scegliere dei vestiti “appropriati” – come lei stessa li definiva.
Era semplice, pura, ingenua ed il suo modo di vestire rispecchiava semplicemente il suo carattere.
Sarebbe stata la nota perfetta nella musica distorta che i suoi amici costituivano, se non fosse stato per il vizio del fumo e del bere, esattamente comune a tutti gli altri.
Era stata l’ultima ad unirsi al gruppo, ma era già da tempo nel cuore di tutti, solo non aveva mai mostrato quanto fosse a loro simile.
Al contrario, la sua migliore amica – Fannie – si poteva dire che fosse stata la fondatrice di quella compagnia di tossicodipendenti folli.
Socievole, bella, scaltra e carismatica: non le era mai mancato nulla. Eppure si ritrovava sempre ed immancabilmente sola.
O era, forse, il vuoto che si portava dentro a macchiarla indelebilmente di una malinconia che solo pochi riuscivano a vedere. Perfino i suoi amici non si erano mai accorti di nulla, tranne Chloe.
Ma con lei, ora, era stato tutto rovinato dall’impulsività, dall’istinto e dal sesso.
Finiva sempre così: qualche ragazzo le dimostrava di essere attratto di lei – quasi tutti, a dire il vero – e lei se ne faceva affascinare, facevano sesso e poi il tutto spariva come neve al sole.
Con Edward aveva davvero sperato che vi potesse essere qualcosa, nonostante il senso di colpa, nonostante il tradimento, nonostante non fossero mai stati realmente intimi.
Invece, era stata solo una scappatella. Un’altra storia di una notte, niente di più.
In certi momenti non le dispiaceva essere “quella facile”, non perché effettivamente le piacesse la sua fama, ma perché così avrebbe tenuto ben lontano da sé persone noiose, ipocrite e sdolcinate.
Tuttavia, a volte, desiderava anche la sicurezza che solo un ragazzo innamorato avrebbe potuto darle.
Nessun tradimento, nessuna bugia, non sarebbe sparito, solo l’avrebbe amata.
E forse, in questo modo, anche lei avrebbe imparato a lasciare andare i propri sentimenti, a gestirli piuttosto che reprimerli.
Ma l’Amore non era roba da ragazzi di strada e lei era ufficialmente etichettata così, non conosceva altra casa.
 
Quella sera si stava dirigendo da Jo, o meglio Joseph. Un ragazzo bello, popolare, stronzo ma comunque interessato a lei. A dire il vero, si conoscevano da molto tempo, avendo frequentato alcuni anni di scuola insieme.
Si erano piaciuti dal primo istante in cui si erano visti, ci avevano anche provato a stare vicini come amici, ma tra loro c’era molto di più.
Se solo lui non avesse avuto un migliore amico a mettersi in mezzo a loro due, probabilmente sarebbero stati una coppia felice ora. Sì, perché sarebbero durati nel tempo, non si sarebbero lasciati e di questo ne era certa.
Ora si erano ritrovati, forse per un qualche destino o forse semplicemente per puro caso, a riavvicinarsi di nuovo.
Come vecchi amici, nuovi amanti. Era così palese quanto si piacessero a vicenda; per Fannie non era solo uno dei tanti.
Ogni volta che erano insieme era diversa – e tutti non mancavano dal farglielo notare.
E solo da poco tempo avevano cominciato a frequentarsi, perché lui le aveva dato speranza di una relazione seria.
All’inizio era stato difficile, riprendere i rapporti e superare il ricordo di un passato di odio, soprattutto per lui, che era stato allontanato già tempo prima.
Ma ora era decisa: lo voleva, tutto per sé. Era il suo ideale ragazzo per una ideale relazione seria.
 
- Ciao, baby.
 
Era il suo intercalare, chiamava tutti così ma lei non vi era abituata ancora.
La sua voce metallica, quasi agghiacciante come i suoi occhi, la destarono dai pensieri di poco prima.
Come poteva non farlo? Sentiva già le guance farsi più calde. Prese un respiro e sorrise appena.
 
- Ehi.
 
Rispose senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso.
Era il tipico ragazzo ricco, totalmente diverso da lei in questo. Scarpe nuove, magliette costosissime, cappotti di lusso ed un orologio a distinguerlo dalla massa.
Eppure, sotto quell’aspetto così curato si nascondeva un’anima selvaggia, menefreghista, di un vero bastardo.
Fannie lo sapeva, ma aveva deciso di rischiare. D’altronde, anche lei non scherzava in quanto ad essere stronza ed a ferire la persone. Non avrebbe mai immaginato, però, di poter cadere vittima del suo stesso gioco.
 
-  Che farai domani?
- Che giorno è domani?
- Vacanza.
- Oh. Tu che farai?
- Jace da una festa nella sua villa di campagna. Sarò lì… Con te.
- Mi stai invitando ufficialmente?
- Già.
 
Non era servito dire altro per convincerla: avrebbe cancellato ogni impegno per stare con lui.
Soprattutto in un giorno in cui non avrebbe avuto alcuna preoccupazione: casa enorme, alcool e Jo.
In confronto al resto dei suoi giorni, le sembrava eccitante come un giro sulle montagne russe.
Le mise un braccio intorno alla vita, la strinse a sé e tornò a parlare con i suoi amici.
E lei non avrebbe desiderato altra attenzione, le bastava rimanere lì ad osservarlo fumarsi una canna e ridere, come un bambino di fronte ad un giocattolino nuovo.
A sera, aveva fatto ritorno a casa come sempre, ma, quando Joy le scrisse per chiederle del giorno dopo, un sorriso soddisfatto le illuminò il volto nello scrivere ‘sono impegnata’.
 
Il giorno dopo, che era sembrato così lontano la notte prima, era già arrivato.
Fannie, quasi come svegliata da una cannonata, si alzò di scatto, mettendosi seduta in mezzo al letto. Poi con un colpo secco scostò le coperte e si diresse, di corsa, verso la porta.
Scese le scale il più velocemente possibile e si fermò in cucina. Era ancora in tempo.
Se solo si fosse svegliata un’ora più tardi, non l’avrebbero mai aspettata fuori casa, con la loro macchina nuova fiammante, per andare insieme da Jace.
Aprì il frigo e buttò giù del latte ed un po’ di cereali: il minimo indispensabile per non morire di fame prima di arrivare.
Salì di sopra e si infilò sotto la doccia, tirando fuori il rasoio e cominciando a depilarsi ovunque.
Per una volta, si ritrovava davanti all’armadio a scegliere dei vestiti decenti – all’altezza di quelle facce false e arroganti.
Finalmente decise di indossare un paio di jeans ed una maglietta, rigorosamente aderente.
Il trucco, ovviamente, sarebbe rimasto il solito, pesante e totalmente nero.
“Scendi” diceva il messaggio appena arrivato al suo cellulare.
Ovviamente, era lui.
Mise in tasca il telefono, prese le sigarette e volò fuori di casa.
Appena si videro, sebbene fosse sempre una sensazione strana, sorrisero in simbiosi.
Aprì la portiera della macchina, già affollata di persone, e si mise sulle sue gambe.
 
- Sei bellissima.
- Lo so.
 
Si finse molto più sicura di quanto in quel momento si sentisse, ma la tattica funzionò e riuscì a strappargli una risatina divertita.
La casa era molto più grande di quanto aveva immaginato, ma a lei servivano solo un po’ di birre, la cocaina ed una stanza dove poter stare con Joseph.
E fu accontentata subito, perché lui non le toglieva gli occhi di dosso ed anche quando era lei stessa ad allontanarsi riusciva sempre a seguirla, almeno con lo sguardo.
La musica le entrava nelle orecchie mentre tutti ridevano, ballavano, cantavano e parlavano tra loro; loro erano beatamente distesi sull’erba, in giardino, a fumare.
Le cingeva le spalle con il braccio e Fannie si appoggiava sul suo petto, come fossero stati una coppia felice in luna di miele e mai si sarebbe sognata di provare una tale sensazione.
 
- Vieni con me.
 
Disse lui alzandosi, atono. Lei non proferì parola, si alzò e gli strinse la mano.
Si avviarono dentro, verso una delle stanze più nascoste dove nessuno li avrebbe potuti disturbare.
Sapeva cosa sarebbe accaduto, era esperta ormai. Si sarebbero appartati, avrebbero pomiciato un po’ e poi lo avrebbero fatto.
E così fu. Era andato tutto secondo i piani, come al solito. Era stato bellissimo, emozionante, eccitante, passionale ma Fannie era costantemente angosciata da un unico pensiero.
Joseph non l’avrebbe cercata il giorno dopo, non lo aveva fatto fino ad allora. Era la ragazza dell’occasione, quella da farsi ma non era abbastanza per interessarsi a lei per una storia vera.
 
- Non sparire.
 
Gli sussurrò sulle labbra, sperando che questo l’avrebbe spinto a scriverle, a cercarla tra la folla, ad interessarsi a lei più di quanto aveva fatto fino ad allora con il suo comportamento ambiguo.
Lui si limitò ad annuire ed un sorriso sghembo gli si disegnò sul volto, appena prima di baciarla per l’ultima volta.
Poi Fannie scese al piano di sotto, dove la attendeva l’unico passaggio disponibile verso casa.

  
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