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Autore: EnaHutcherson    08/05/2014    0 recensioni
Dal testo:
-Oh, quanto ti odio!- gli dissi.
-L’odio va bene, l’odio è un sentimento. Non tra i miei preferiti, ovviamente, ma significa che nonostante tutto tu provi qualcosa per me.- mi disse sorridendo. -L’odio è quello che di più si avvicina all’amore.- mi prese la mano.
-Continua a ripetertelo.- risposi, allontanando la mia mano dalla sua.
-Maliziosa!- esclamò improvvisamente. -Ecco l’aggettivo che mi fai venire in mente!-
-Io non sono maliziosa!- dissi.
-Ah no?- chiese avvicinandosi a me. -Allora..- mi sussurrò all’orecchio. -Quando ti deciderai a pagare la scommessa che hai perso?-
-Ancora questa storia?- dissi cercando di trattenere un brivido. -Non uscirò con te Darian!-
-Si,- disse. –Continua a ripetertelo.-
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Finalmente domenica !
Un’altra settimana era passata lentamente ed io temevo che i miei nervi non potessero sopportare altre interrogazioni né litigi tra compagni di classe.
Oggi non avrei fatto niente.
Decisi di stare in casa a rilassarmi guardando un film. Non avevo la minima intenzione di pensare alla scuola, a mia madre che non si faceva sentire, e soprattutto a Darian.
Darian..
Dopo la mia caduta a scuola non si era più fatto vedere. Probabilmente l’imbarazzo era troppo.
Non mi importava, non sentivo affatto la sua mancanza.
Mi coricai sul divano, popcorn e il dvd di ‘Cappuccetto rosso sangue’.  Adoro quel film!
Mi lasciai trasportare dal dvd fino a che sentii il campanello suonare.
Mi alzai svogliata e andai alla porta, non feci in tempo ad aprire che mi ritrovai Felicia tra le braccia che sorrideva.
- che ci fai qui ? - le chiesi mentre mi stringeva ancora.
- se tu guardassi il cellulare ogni tanto lo sapresti, cazzo ma dove l’hai nascosto ?  odi così tanto la tecnologia ? -
- il cellulare devo averlo lasciato di sopra. – ammisi. – e non ho ancora capito cosa ci fai qui ! -
- sono venuta a prenderti ! oggi si fa shopping – mi disse e cominciò a saltellare di qua e di là.
La presi per un braccio e la feci sedere sul divano.
- ok, sono la tua migliore amica a me puoi dirlo. Chi è stato ?
- chi è stato a fare cosa ? – mi chiese perplessa.
- chi è stato a farti bere ? perché ti hanno fatta bere, vero ? altrimenti non vaneggeresti in questo modo! – le dissi
- oh, andiamo! Non fare sempre la guasta feste!
 
Un ora dopo mi ritrovai immersa in uno sfrenato via vai di gente, Felicia mi aveva portato in un enorme centro commerciale fuori città.
Ci saranno stati più o meno 400 negozi e la faccia che aveva la mia amica, sembrava una bambina anoressica appena entrata in un negozio di dolci, mi fece capire che saremmo entrate in ogni singolo negozio. In fondo un po’ di shopping mi avrebbe tirato su di morale quindi mi feci coraggio e mi avviai con lei nel primo negozio.
3 ore e 250 euro dopo, le mie gambe non reggevano quasi più, Felicia era appena entrata in un negozio con oggetti per la casa, per un motivo a me sconosciuto, quindi le dissi che sarei andata a fare un giro nel negozio di cd accanto. Mi diressi verso la sezione “cd stranieri” e trovai il cd dei Linkin Park. Lo scannerizzai sotto all’aggeggio per ascoltare la musica (come diavolo si chiama?), mi misi le cuffie e schiacciai play. Partì “Castle of Glass” una delle mie canzoni preferite. Mi lasciai trasportare dalla musica fino a che un ragazzo si mise di fianco a me per ascoltare a sua volta un cd. era girato di spalle e aveva un non so che di familiare, quando si voltò verso di me lo riconobbi subito.
-Dom!- dissi quasi urlando. Si girò e subito mi sfoggiò uno dei suoi miglior sorrisi
-Edith! che ci fai qui?- chiese
-Shopping infernale con la mia amica.- dissi sorridendo. -Tu?-
-volevo staccare un po’, non ce la facevo più a stare in casa. Allora, cosa ascolti di bello?-Mi chiese.
Gli mostrai il cd, lui sorrise e mi mostrò il suo, era lo stesso. Scoppiammo a ridere entrambi. Con lui era tutto facile.
-volevo chiederti una cosa forse un po’, impertinente..- mi disse.
-dimmi pure.- risposi, il cuore che cominciava ad aumentare di velocità.
-ti andrebbe.. di venire a cena da me una sera di queste?- disse guardandomi negli occhi.
La domanda mi lasciò così sbalordita che non risposi subito, e lui lo prese come un rifiuto.
-lo so’ che forse è un po’ presto, è che vorrei conoscerti meglio, niente di impegnativo, solo una cena tra amici.- disse
-ma, certo che mi va bene!- gli dissi, e sorrisi.
-davvero?- sembrava ancora più sorpreso di me. -Ti, ti andrebbe bene venerdì?-
-benissimo!- risposi e gli presi istintivamente la mano.
Improvvisamente spuntò Felicia da dietro uno scaffale.
-ehi, ti stavo cercando da un pezzo! Dove eri finita?- mentre diceva questa frase si bloccò. Fissò prima la mia mano che teneva quella di Dom, e poi direttamente lui, senza alcun pudore.
-ehm, lui è Dominic- dissi, lasciandogli la mano. –Dom, lei è Felicia.
Si diedero la mano senza smettere di fissarsi per un attimo, sembrava che Felicia lo stesse incendiando.
-bè io ora dovrei proprio andare, ci vediamo a scuola Edith.- disse Dom con evidente imbarazzo e se ne andò.
Felicia mi guardò serissima.
-Ti hanno forse attaccato qualche calamita per i fighi quando eri piccola?- mi chiese.
-e tu avevi forse una paralisi agli occhi? Lo stavi uccidendo con lo sguardo!- dissi.
-stavo solo controllando che non fosse un altro stronzo fotonico.- mi disse sorridendo
-mi ha invitata a cena da lui, venerdì sera.- dissi tutto d’un fiato.
-aah, e così infine il buono ti ha fatta dimenticare lo stronzo eh?- Disse e si mise a ridere.
Le sorrisi ma non ero del tutto sicura che Darian si fosse levato dalla mia testa.
 
Il giorno seguente mi svegliai di buon umore, avevo ancora in testa l’invito ad uscire di Dom e speravo proprio di incontrarlo a scuola. Ma ne all’entrata ne alla lezione di inglese l’avevo trovato. Chissà, forse si era ammalato. Controllai l’orario, biologia. Non avevo finito il compito con Darian!! Mancavano 5 minuti alla lezione e cominciai a cercarlo disperatamente nei corridoi sperando di trovarlo, inutilmente.
La campanella suonò e, arresa all’inevitabile, entrai in classe. Lui non c’era ancora. Mi sedetti cercando una scusa valida per spiegare che non avevo fatto il compito.
La Pasiani entrò, immediatamente seguita dal mio incomprensibile compagno di banco.
-non abbiamo fatto la ricerca!- gli dissi prima ancora che riuscisse a sedersi.
-e allora?- chiese con menefreghismo.
-e allora la Pasiani ucciderà prima me e poi te!-
-non ho paura di una banalissima professoressa di biologia.. e poi ho cose più importanti a cui pensare.-
-a me non importa delle “cose più importanti” che hai da fare, si da il caso che non voglio abbassarmi la media per uno come te!- dissi con tutto il fiato che avevo in gola.
-uno come me?- mi sorrise. –e come sarei, sentiamo!- mi chiese con un sorrisetto malizioso.
-stronzo!- risposi di getto.
La Pasiani era arrivata davanti al nostro banco e porgendo la mano ci chiese il compito. Era la mia fine.
-ehm..- dissi, ma non feci in tempo a formulare la frase che si intromise Darian.
-mi scusi tanto, l’altro ieri è morta mia nonna e ho avuto il funerale da organizzare.. il foglio del compito lo avevo io a casa quindi Edith non ha potuto svolgerlo. Ma per settimana prossima glielo consegneremo, promesso!- disse Darian. era forse una delle poche volte che lo sentivo parlare senza un filo di arroganza nella voce.
stavo aspettando la sclerata della Pasiani che, invece, non arrivò.
-va bene, siete giustificati per questa volta.- disse. –ah, e condoglianze!-
abbassò lo sguardo e se ne tornò alla cattedra. Ero scioccata! La prof “mangia teste” aveva creduto alla balla di Darian e ce l’aveva fatta passare buona.
-bella scusa quella della nonna morta!- dissi a Darian.
-è morta davvero.- mi disse Darian, serissimo. –sei un’insensibile!-
non sapevo cosa dire, tra tutte le gaffe che avevo fatto nella mia vita questa era forse la più brutta!
-mi.. mi dispiace..- dissi a bassa voce, al che Darian alzò lo sguardo e scoppiò a ridere. Non potevo crederci! Mi stava prendendo in giro, di nuovo!
-oh, quanto ti odio!- gli dissi.
-l’odio va bene, l’odio è un sentimento. Non tra i miei preferiti, ovviamente, ma significa che nonostante tutto tu provi qualcosa per me.- mi disse sorridendo. –l’odio è quello che di più si avvicina all’amore.- mi disse prendendomi la mano.
-continua a ripetertelo.- risposi, allontanando la mia mano dalla sua.
-maliziosa!- esclamò improvvisamente. –ecco l’aggettivo che mi fai venire in mente!-
-io non sono maliziosa!- dissi.
-certo come no.- disse avvicinandosi a me. –allora,- mi sussurrò all’orecchio. -quando avrò l’onore di poter uscire con te?-
-ancora questa storia?- dissi cercando di trattenere un brivido.  -Non uscirò con te Darian!-
-si,- disse. –continua a ripetertelo.-
la Pasiani ci zittì e la lezione continuò in totale silenzio.
Il pomeriggio tornai a casa più incavolata del solito, Darian era uno stronzo apocalittico, non c’erano più dubbi!
  
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