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Autore: sixi    25/07/2008    1 recensioni
un mangiamorte che tenta di scappare dal suo destino e un ragazzo che l'aiuta a conoscere le meraviglie del mondo esterno, una vita basata su un'eterna fuga, cosa succederà? (se vi ho incuriosito leggete la loro storia)
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VI

Capitolo VI

 Il Cane e il Grifone

 

Finalmente erano arrivate le vacanze di Natale. Tutti gli studenti giravano felici per il castello, mentre altri andavano ad Hogsmeade per comprare i vari regali.

Una sera Harry prese Aliack in disparte, gli disse che sarebbe andato nella casa del padrino e gli propose di passare le vacanze con lui. Aliack ci riflettè un attimo, poichè tutti gli anni passava le vacanze con i tre amici, quello sarebbe stato il primo anno… accettò dopo qualche istante, la voglia di rivedere Sirius era troppo forte.

Il giorno dopo annunciò la sua partenza agli amici e Zecks commentò: - Ci abbandoni proprio a Natale… e vabbè, vorrà dire che il regalo non te lo do.

Nerix lo guardò torva e disse: - Evita di farti seguire dal Ministero, se succedesse sarebbe un problema.

- Lo so lo so… comunque i regali ve li faccio dare dal mio falco.

- Ti ho appena detto di non farti seguire… - ribattè Nerix.

- Li manderò qui al castello con la magia, un modo lo trovo sicuramente.

Partì il giorno seguente.

Arrivò davanti ad un palazzo e riconobbe Grimauld Place. Andò verso il numero dodici senza aspettare gli altri ed entrò nella casa senza neanche bussare, dopotutto quella era casa sua…

Inciampò nel portaombrelli come gli succedeva sempre e cadde disteso sul pavimento provocando un gran fracasso. Vide comparire molto persone davanti a lui e riconobbe istantaneamente il volto emaciato del fratello. Si alzò velocemente e gli gettò le braccia al collo.

- Sei rimasto il solito… - commentò l’altro.

Sentì vari insulti e riconobbe la voce acuta a aspra della madre. Entrò nel soggiorno ed urlò felice: - Ciao, mamma!

- Aliack, sei tornato. – le tende davanti al dipinto si richiusero e il ragazzo vide un vecchio elfo domestico nascosto nell’angolo della stanza. – Kreacher!

Abbracciò calorosamente l’elfo domestico, che rimase sconcertato, e ritornò a guardare il fratello.

- Che bello essere di nuovo a casa!

- Non ho mai capito che cosa ci trovassi di bello… È un vecchio appartamento che cade a pezzi…

- La mia stanza è ancora lì? – chiese senza curarsi delle sue frasi.

- Sì.

Salì di corsa le scale e afferrò la maniglia. Fece per girarla, ma quella rimase bloccata. – È chiusa! – urlò verso la tromba delle scale.

- Sei stato tu a chiuderla quando ce ne siamo andati! – ricordò Sirius da basso.

Si ricordò di quando erano scappati da quella casa e bussò alla porta che si aprì magicamente. La sua stanza era rimasta intatta. A differenza del resto della casa i muri erano in perfetto stato e non c’era neanche la polvere… i suoi incantesimi avevano funzionato perfettamente.

Guardò i vari poster e riconobbe le foto che gli avevano dato Sirius e Regulus quando era ancora un bambino e le trovò noiose. Per terra vide il disordine che aveva lasciato il giorno della sua fuga. Prese dei vestiti e li trovò minuscoli, poi vide il letto, troppo piccolo per poterlo contenere e si disse che doveva rinnovare la stanza.

Sentì che alcuni l’avevano raggiunto sul pianerottolo, ma non controllò chi fossero; prese la bacchetta e la puntò verso una sfera al centro della stanza. – Distreo.

Sembrò che la stanza fosse risucchiata dalla sfera, infatti tutti i mobili e i poster sparirono, lasciando una stanza spoglia con le pareti di un grigio topo e il pavimento in pietra.

- Ligno. – la pietra fu sostituita dal parquet – Detergo. – il muro divenne bianco. Puntò la bacchetta verso la sfera – Renovo.

Comparvero numerosi mobili tra cui un letto delle dimensioni adatte a lui. Prese la sfera e la posò su un mobile, poi prese delle foto dalla borsa che aveva e le lanciò verso il muro. Quelle si attaccarono magneticamente. Sirius entrò nella stanza e fissò le immagini. – Vedo che Miriam è diventata una bella ragazza. – l’immagine rappresentava la ragazza mentre fissava il mare rasserenata. Guardò un foglio verticale con attaccate sopra tre immagini: tutte e tre ritraevano gli stessi soggetti nella stessa posa, Aliack mentre abbracciava Zecks che nel frattempo abbracciava Nerix che abbracciava Miriam, ma erano tutte di anni differenti, la prima li ritraeva il loro primo anno ad Hogwarts, la seconda a diciassette anni subito dopo aver ricevuto il titolo di Aquila, infatti avevano una spilla con l’animale sul petto, e l’ultima scattata l’anno prima quando avevano sostituito i gufi con delle aquile, infatti i quattro animali erano davanti a loro.

- Questi due sono Nerix e Zecks, giusto?

- Sì, come mai li conosci?

- Ho chiesto ad Harry di scrivermi qualcosa su di te e mi ha parlato anche dei tuoi amici.

Guardò altre immagini, molte rappresentavano i quattro ragazzi, mentre altre i paesaggi che i quattro avevano visitato.

Nella stanza entrarono anche i gemelli, ma sembravano delusi dalla stanza. – Non c’è neanche una foto di quando giocavi?

- Le sto cercando… - il ragazzo, infatti, stava sfogliando freneticamente degli album di foto. Dopo qualche istante si bloccò e tornò indietro, si fermò nuovamente; i gemelli si avvicinarono per guardare: la foto era immobile, ritraeva i suoi tre amici che lo guardavano sorridendo, la prese e la girò ‘E questo è solo l’inizio…’

Poggiò la foto per terra e riprese a cercare. Dopo qualche minuto si alzò in piedi trionfante. – Trovate!

La prima foto era stata scattata il suo primo anno ad Hogwarts mentre prendeva il boccino d’oro; la seconda era del secondo anno e lo ritraeva con in una mano la scopa, mentre nell’altra teneva la Coppa delle Case; la terza era del suo penultimo anno ad Hogwarts ed era stata ritagliata dal giornale e come titolo c’era scritto: ‘I Grifondoro stracciano i Tassorosso’ rappresentava l’intera squadra Grifondoro sorridente con la divisa e l’inseparabile scopa; la quarta era sempre del terzo anno e lo rappresentava insieme agli altri tre amici: lui e Nerix erano in piedi, mentre davanti a loro c’erano Miriam e Zecks seduti; tutti e quattro avevano in mano la scopa e ridevano silenziosamente.

- Anche Zecks e Nerix giocavano? – chiesero i gemelli appena videro la foto.

- Sì, Zecks era battitore, mentre Nerix giocava nel ruolo di cacciatore.

L’ultima foto era quando Miriam aveva preso il boccino. La ragazza aveva afferrato l’oggetto con il braccio teso e dalla parte opposta c’era Aliack, anche lui con il braccio teso.

Mentre i gemelli guardavano le altre foto Aliack aveva preso i vari stemmi di Grifondoro e li stava disponendo vicino al muro del suo letto.

Nella stanza entrarono anche Harry, Ron ed Hermione. Tutti e tre guardavano estasiati la stanza, ma il ragazzo non aveva ancora finito di sistemarla. Prese dalla borsa la miniatura di una spada e disse: - Ingrando. – l’arma prese le sue dimensioni reali. Aveva l’elsa d’oro e incastonati vari rubini, la lama era ampia con incisi dei disegni in oro vicino all’elsa e alla punta. L’appese al muro e annuì soddisfatto.

Dalle scale giunse la voce di Molly Weasley che li chiamò a gran voce: - Ragazzi, è pronto in tavola!

Scesero tutti e sei e si sedettero  intorno al tavolo. Quella sera c’erano anche Moody e Tonks che guardarono sorridendo il ragazzo perchè, anche loro, non lo vedevano da quasi quattordici anni.

Trascorsero la serata ridendo e scherzando e verso mezzanotte tornarono nella loro stanza.

 

Il giorno dopo Aliack si svegliò per via di una brutta sensazione. Scese in cucina e vide Piton mentre parlava con Sirius. Quando l’uomo se ne andò entrò nella stanza e chiese: - Che voleva?

- Cercava Harry, ma il ragazzo sta ancora dormendo. Tu che ci fai sveglio a quest’ora? Quando vivevamo in questa casa ti svegliavano solo le cannonate.

- Avevo una brutta sensazione, probabilmente era per Piton.

Aprì il frigo e lo vide desolatamente vuoto. Guardò il fratello scoraggiato e chiese: - E io che mangio?

- Fra poco arriverà Molly con la colazione.

Aliack si sedette su una sedia appoggiando la testa sul tavolo. – Ho fame.

Sirius si sedette vicino a lui. – Sei rimasto il solito ragazzino, sei sempre stato intollerante alla fame…

Il ragazzo alzò la testa e chiese: - Che hai fatto da quando sei scappato?

- Ho vissuto tutto il tempo in questa casa… Tu, invece?

- Non ho fatto molto… ho studiato, studiato e studiato.

Sirius lo guardò divertito e Aliack disse orgoglioso: - Sai che ho la medaglia dell’Aquila?

- L’ho vista nella foto. Comunque, come stai?

- Bene, grazie…

- Miriam? Ha superato l’incubo di Tu-Sai-Chi?

- Non lo so… con me non parla di queste cose…

- Perchè?

- Mi preoccuperei e questo mio atteggiamento le dà fastidio.

Rimise la testa sul tavolo e dopo qualche istante sentì Sirius dargli un leggero colpo sulla spalla. – Ti piace, vero?

Aliack divenne paonazzo; si alzò e si girò per evitare che il fratello lo vedesse.

- Ho indovinato. E lei?

- Siamo insieme.

- L’ho sempre detto che vi sareste sposati.

Aliack divenne ancora più rosso e Sirius rise divertito. Sentì un colpo alla finestra e riconobbe l’aquila di Nerix. Aprì la finestra e l’aquila gli diede una lettera, per poi andarsene.

Richiuse la finestra e aprì la busta. Vide una foto e la tirò fuori. Nell’immagine c’era Miriam seduta mentre teneva in mano un’aquila marrone. Vide il suo sguardo intenerito e non poté fare a meno di sorridere. Girò la foto e lesse: ‘Pensa se fossi tu al posto di quell’aquila’

Divenne paonazzo e Sirius gli prese la foto dalle mani.

- Ti ama così tanto da spedirti una foto simile?

- Non credo che sia stata lei…- si riprese la foto e sentirono la porta aprirsi. Dopo qualche secondo entrò la signora Weasley con in mano numerose buste. Aliack l’aiutò e le appoggiò sul tavolo.

- Aliack, potresti prenderti la febbre, con questo tempo vestito così.

Aliack era, come al solito, a torso nudo e la donna fece comparire un pesante maglione di lana coprendolo. Il ragazzo iniziò a starnutire e Sirius gli tolse il maglione.

- È allergico alla lana. – spiegò.

Verso le dieci del mattino la sala iniziò ad animarsi; Aliack notò Harry, Hermione e Ron guardarsi preoccupati. Mentre tutti finivano la colazione, il ragazzo andò in una stanza di fronte alla cucina e rimase ad osservare l’immenso albero genealogico dei Black. Notò molte facce cancellate, tra cui quella del fratello Sirius, la sua, invece, era ancora nitida, anche se l’uomo rappresentato fra le foglie non gli assomigliava.

- Che ci fai qui? – si voltò e vide Sirius guardarlo appoggiato alla porta.

- Osservo la tua bella faccia. – l’uomo si voltò e prese Harry dai due amici trascinandolo nella stanza.

- Harry, questo è l’albero genealogico della famiglia Black. – Aliack uscì dalla stanza e incrociò lo sguardo di Hermione. La ragazza abbassò sistematicamente la testa, mentre Aliack risaliva le scale sperando di aver visto male. Chiuse la porta della stanza e andò nel bagno adiacente a quella.

Si fece un bagno e rimase sotto l’acqua calda per più di mezz’ora sentendosi rinato. Si avvolse un asciugamano in vita e uscì dal bagno.

Appena aprì la porta vide Hermione, Harry e Ron davanti a lui. La ragazza divenne paonazza, ma non riuscì a distogliere lo sguardo dal ragazzo parzialmente bagnato con i capelli ancora gocciolanti. Dopo qualche istante per riprendersi dallo shock richiuse la porta e disse: - Che cavolo ci fate qui?

- Dobbiamo parlarti.

- Hermione girati.

- Perchè?

- Perchè devo prendere i vestiti.

Aprì la porta e recuperò gli abiti da un mobile. Sentì un ticchettio alla finestra e questa volta vide l’aquila di Miriam. Aprì la finestra e fece entrare l’animale che gli diede una lettera. A differenza di qualche ora prima l’animale rimase in camera e Aliack aprì la busta. ‘Visto che non mi fido di te, ti lascio la mia aquila come sorvegliante. Fai una cosa sbagliata nei miei confronti e me lo riferirà.’

Chiuse la finestra e tornò nel bagno per cambiarsi. Ne uscì dopo poco e si sedette su una poltrona aspettando che qualcuno dei ragazzi iniziasse a parlare.

Vide Hermione guardarlo rossa in viso e pensò che, probabilmente, non era neanche abituata a vedere un ragazzo senza la divisa scolastica. Indossava un gilet di jeans senza niente sotto lasciando intravedere i muscoli perfetti di braccia e torace; dei jeans non molto larghi e una cintura con disegnato un grifone. L’aquila di Miriam gli volò sulla spalla e rimase immobile a fissare grave i tre ragazzi.

- In queste vacanze vorremmo imparare delle nuove tecniche. – annunciò Harry.

- E non potevate aspettare?

- Volevamo iniziare subito. – tentò di scusarsi Hermione.

L’aquila le volò intorno, poi emise un grido e dopo qualche istante comparve una lettera. La busta iniziò a parlare e Aliack riconobbe la voce di Miriam: - Ti ho appena detto che ti controllo e già mi tradisci… certo che hai dei gusti strani, poi, con la Granger.

Il ragazzo si alzò dalla poltrona; liberò la sua aquila dalla gabbia sotto alla scrivania e si risedette.

- Che è successo? – chiese Ron guardando la busta che era caduta immobile a terra.

- Miriam non si fida di me e mi ha mandato la sua aquila per controllarmi.

- E perchè ha detto quelle cose? – Ron aveva assunto un’aria aggressiva.

- L’aquila ha frainteso…

- E perchè hai liberato la tua?

- Perchè così convincerà quella di Miriam a starsene buona. Comunque, che tecniche volete imparare?

Passarono il resto della mattinata ad allenarsi e a mezzogiorno scesero per il pranzo. Appena la signora Weasley vide Aliack materializzò una coperta e gliela mise addosso.

Aliack iniziò a starnutire e la donna si ricordò della sua allergia. Fece per materializzare qualcos’altro, ma il ragazzo la bloccò dicendo: - Sto benissimo così, ho passato due anni in Norvegia e questa temperatura per me è estiva.

- Potresti ammalarti comunque, meglio se ti metti qualcosa di più pesante. – Aliack si vide rassegnato a materializzare una maglietta sotto al gilet e la signora Weasley lo fece passare.

 

Dopo pranzo risalì nella stanza e si sdraiò sul letto. Venne raggiunto dal falco che si mise sul cuscino osservando il suo padrone. Guardò l’aquila di Miriam e la vide addormentata sulla sua scrivania. Sprofondò la testa nella coperta e si tolse la maglietta che gli dava fastidio. Sentì qualcuno bussare e si rialzò svogliatamente andando ad aprire. Si trovò davanti Hermione e la fece entrare sconcertato.

La ragazza si sedette sulla poltrona e disse decisa: - Mettiti una maglietta che così non riesco a parlarti.

Il ragazzo obbedì sbuffando. Hermione esordì: - Ti ricordi del discorso che mi hai fatto qualche mese fa?

- Sì.

- Io… ho provato a dimenticarti, ma non ci riesco…

Aliack si sedette sul letto. – Hermione, più ti costringi a dimenticare più diverrà impossibile farlo. Non devi pensare a tutti i costi che vuoi dimenticarmi, non devi pensare a niente, prima o poi ti dimenticherai  di me.

La ragazza abbassò il capo e Aliack notò l’aquila di Miriam risvegliarsi. Stava per avvertire la sua padrona, ma l’aquila del ragazzo era volata lì bloccandola.

Nella stanza scese un lungo silenzio che fu interrotto da Hermione: - Aliack, ti dà fastidio se mi piaci?

- Cosa?

- Sì, insomma, ti do fastidio?

- No, certo che no… Però soffriresti solamente.

La ragazza annuì col capo e alzò lo sguardo. Aliack notò che stava per piangere e pregò che avrebbe trattenuto le lacrime, non riusciva a sopportare qualcuno che piangeva, fin da piccolo appena vedeva qualcuno piangere lo consolava. Il problema era che in quella situazione avrebbe solamente peggiorato le cose.

- Senti, Hermione, c’è già qualcuno che ti ama, pensa a rendere felice lui, così renderai felice anche me.

- Nessuno mi ama – stava iniziando a singhiozzare. Aliack strinse i pugni fino a sanguinare e ribattè: - Non direi mai una cosa simile per scherzo, se l’ho detto vuol dire che qualcuno c’è.

La ragazza iniziò a piangere; il ragazzo si sedette di fronte a lei e disse: - Non fare così o quello mi picchia.

- Chi?

- La persona che ti ama.

- Qui non c’è nessuno che… - la parola fu interrotta da un singhiozzo e lei ricominciò a piangere.

- Hermione, ti prego, non piangere. Ho sempre consolato coloro che piangevano, anche se non li conoscevo, ma se lo facessi ora peggiorerei le cose, quindi, ti prego, smettila.

La ragazza si calmò; si alzò e uscì dalla stanza. Aliack si sdraiò nuovamente sul letto, ma dopo qualche istante la porta si aprì di scatto ed entrò Ron incavolato nero.

- Che lei hai fatto?

- Calmati, non ho fatto niente, abbiamo solo parlato.

- Di che cosa?

- Non sono affari tuoi, quindi lasciami in pace.

Come risposta il rosso lo prese per il piede e lo buttò per terra.

- Senti, Ron, te l’ho già chiesto: hai voglia di morire?

- Scommetto che non saresti neanche in grado di ferire una mosca… - Ron venne circondato da un cerchio rosso e Aliack si alzò lentamente. – Fai un passo oltre quella linea e ti carbonizzerai.

Vide l’espressione spaventata del ragazzo e ruppe l’incantesimo. Il ragazzo si avvicinò alla porta e con uno scatto fulmineo prese la spada attaccata al muro. Aliack schivò il colpo e bloccò con un piede la mano del ragazzo. – Togli le mani da quell’arma e non ti faccio niente. – Ron tenne stretta l’elsa e Aliack gli puntò contro l’indice. Dal dito partì una striscia di fuoco che prese a danzare sulla mano del ragazzo. Il rosso mollò la presa e vide la mano ustionata. Aliack prese il rosso con una mano e con l’altra la spada: buttò fuori il primo e rimise al suo posto l’arma.

Chiuse la porta con la magia e si addormentò incavolato sul letto.

 

 

 

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