Capitolo VI
Il Cane e il Grifone
Finalmente erano arrivate
le vacanze di Natale. Tutti gli studenti giravano felici per il castello,
mentre altri andavano ad Hogsmeade per comprare i vari regali.
Una sera Harry prese Aliack
in disparte, gli disse che sarebbe andato nella casa del padrino e gli propose
di passare le vacanze con lui. Aliack ci riflettè un attimo, poichè tutti gli
anni passava le vacanze con i tre amici, quello sarebbe stato il primo anno…
accettò dopo qualche istante, la voglia di rivedere Sirius era troppo forte.
Il giorno dopo annunciò la
sua partenza agli amici e Zecks commentò: - Ci abbandoni proprio a Natale… e
vabbè, vorrà dire che il regalo non te lo do.
Nerix lo guardò torva e
disse: - Evita di farti seguire dal Ministero, se succedesse sarebbe un
problema.
- Lo so lo so… comunque i
regali ve li faccio dare dal mio falco.
- Ti ho appena detto di non
farti seguire… - ribattè Nerix.
- Li manderò qui al
castello con la magia, un modo lo trovo sicuramente.
Partì il giorno seguente.
Arrivò davanti ad un
palazzo e riconobbe Grimauld Place. Andò verso il numero dodici senza aspettare
gli altri ed entrò nella casa senza neanche bussare, dopotutto quella era casa
sua…
Inciampò nel portaombrelli
come gli succedeva sempre e cadde disteso sul pavimento provocando un gran
fracasso. Vide comparire molto persone davanti a lui e riconobbe
istantaneamente il volto emaciato del fratello. Si alzò velocemente e gli gettò
le braccia al collo.
- Sei rimasto il solito… -
commentò l’altro.
Sentì vari insulti e
riconobbe la voce acuta a aspra della madre. Entrò nel soggiorno ed urlò
felice: - Ciao, mamma!
- Aliack, sei tornato. – le
tende davanti al dipinto si richiusero e il ragazzo vide un vecchio elfo
domestico nascosto nell’angolo della stanza. – Kreacher!
Abbracciò calorosamente
l’elfo domestico, che rimase sconcertato, e ritornò a guardare il fratello.
- Che bello essere di nuovo
a casa!
- Non ho mai capito che
cosa ci trovassi di bello… È un vecchio appartamento che cade a pezzi…
- La mia stanza è ancora lì?
– chiese senza curarsi delle sue frasi.
- Sì.
Salì di corsa le scale e
afferrò la maniglia. Fece per girarla, ma quella rimase bloccata. – È chiusa! –
urlò verso la tromba delle scale.
- Sei stato tu a chiuderla
quando ce ne siamo andati! – ricordò Sirius da basso.
Si ricordò di quando erano
scappati da quella casa e bussò alla porta che si aprì magicamente. La sua
stanza era rimasta intatta. A differenza del resto della casa i muri erano in
perfetto stato e non c’era neanche la polvere… i suoi incantesimi avevano
funzionato perfettamente.
Guardò i vari poster e
riconobbe le foto che gli avevano dato Sirius e Regulus quando era ancora un
bambino e le trovò noiose. Per terra vide il disordine che aveva lasciato il
giorno della sua fuga. Prese dei vestiti e li trovò minuscoli, poi vide il
letto, troppo piccolo per poterlo contenere e si disse che doveva rinnovare la
stanza.
Sentì che alcuni l’avevano
raggiunto sul pianerottolo, ma non controllò chi fossero; prese la bacchetta e
la puntò verso una sfera al centro della stanza. – Distreo.
Sembrò che la stanza fosse
risucchiata dalla sfera, infatti tutti i mobili e i poster sparirono, lasciando
una stanza spoglia con le pareti di un grigio topo e il pavimento in pietra.
- Ligno. – la pietra fu sostituita dal parquet – Detergo. – il muro divenne bianco. Puntò la bacchetta verso la
sfera – Renovo.
Comparvero numerosi mobili
tra cui un letto delle dimensioni adatte a lui. Prese la sfera e la posò su un
mobile, poi prese delle foto dalla borsa che aveva e le lanciò verso il muro.
Quelle si attaccarono magneticamente. Sirius entrò nella stanza e fissò le
immagini. – Vedo che Miriam è diventata una bella ragazza. – l’immagine
rappresentava la ragazza mentre fissava il mare rasserenata. Guardò un foglio
verticale con attaccate sopra tre immagini: tutte e tre ritraevano gli stessi
soggetti nella stessa posa, Aliack mentre abbracciava Zecks che nel frattempo
abbracciava Nerix che abbracciava Miriam, ma erano tutte di anni differenti, la
prima li ritraeva il loro primo anno ad Hogwarts, la seconda a diciassette anni
subito dopo aver ricevuto il titolo di Aquila, infatti avevano una spilla con
l’animale sul petto, e l’ultima scattata l’anno prima quando avevano sostituito
i gufi con delle aquile, infatti i quattro animali erano davanti a loro.
- Questi due sono Nerix e
Zecks, giusto?
- Sì, come mai li conosci?
- Ho chiesto ad Harry di
scrivermi qualcosa su di te e mi ha parlato anche dei tuoi amici.
Guardò altre immagini,
molte rappresentavano i quattro ragazzi, mentre altre i paesaggi che i quattro
avevano visitato.
Nella stanza entrarono
anche i gemelli, ma sembravano delusi dalla stanza. – Non c’è neanche una foto
di quando giocavi?
- Le sto cercando… - il
ragazzo, infatti, stava sfogliando freneticamente degli album di foto. Dopo
qualche istante si bloccò e tornò indietro, si fermò nuovamente; i gemelli si
avvicinarono per guardare: la foto era immobile, ritraeva i suoi tre amici che
lo guardavano sorridendo, la prese e la girò ‘E questo è solo l’inizio…’
Poggiò la foto per terra e
riprese a cercare. Dopo qualche minuto si alzò in piedi trionfante. – Trovate!
La prima foto era stata
scattata il suo primo anno ad Hogwarts mentre prendeva il boccino d’oro; la
seconda era del secondo anno e lo ritraeva con in una mano la scopa, mentre
nell’altra teneva la Coppa delle Case; la terza era del suo penultimo anno ad
Hogwarts ed era stata ritagliata dal giornale e come titolo c’era scritto: ‘I
Grifondoro stracciano i Tassorosso’ rappresentava l’intera squadra Grifondoro
sorridente con la divisa e l’inseparabile scopa; la quarta era sempre del terzo
anno e lo rappresentava insieme agli altri tre amici: lui e Nerix erano in
piedi, mentre davanti a loro c’erano Miriam e Zecks seduti; tutti e quattro
avevano in mano la scopa e ridevano silenziosamente.
- Anche Zecks e Nerix
giocavano? – chiesero i gemelli appena videro la foto.
- Sì, Zecks era battitore,
mentre Nerix giocava nel ruolo di cacciatore.
L’ultima foto era quando Miriam
aveva preso il boccino. La ragazza aveva afferrato l’oggetto con il braccio
teso e dalla parte opposta c’era Aliack, anche lui con il braccio teso.
Mentre i gemelli guardavano
le altre foto Aliack aveva preso i vari stemmi di Grifondoro e li stava
disponendo vicino al muro del suo letto.
Nella stanza entrarono anche
Harry, Ron ed Hermione. Tutti e tre guardavano estasiati la stanza, ma il
ragazzo non aveva ancora finito di sistemarla. Prese dalla borsa la miniatura
di una spada e disse: - Ingrando. –
l’arma prese le sue dimensioni reali. Aveva l’elsa d’oro e incastonati vari
rubini, la lama era ampia con incisi dei disegni in oro vicino all’elsa e alla
punta. L’appese al muro e annuì soddisfatto.
Dalle scale giunse la voce
di Molly Weasley che li chiamò a gran voce: - Ragazzi, è pronto in tavola!
Scesero tutti e sei e si
sedettero intorno al tavolo. Quella sera
c’erano anche Moody e Tonks che guardarono sorridendo il ragazzo perchè, anche
loro, non lo vedevano da quasi quattordici anni.
Trascorsero la serata
ridendo e scherzando e verso mezzanotte tornarono nella loro stanza.
Il giorno dopo Aliack si
svegliò per via di una brutta sensazione. Scese in cucina e vide Piton mentre
parlava con Sirius. Quando l’uomo se ne andò entrò nella stanza e chiese: - Che
voleva?
- Cercava Harry, ma il
ragazzo sta ancora dormendo. Tu che ci fai sveglio a quest’ora? Quando vivevamo
in questa casa ti svegliavano solo le cannonate.
- Avevo una brutta
sensazione, probabilmente era per Piton.
Aprì il frigo e lo vide
desolatamente vuoto. Guardò il fratello scoraggiato e chiese: - E io che
mangio?
- Fra poco arriverà Molly
con la colazione.
Aliack si sedette su una
sedia appoggiando la testa sul tavolo. – Ho fame.
Sirius si sedette vicino a
lui. – Sei rimasto il solito ragazzino, sei sempre stato intollerante alla
fame…
Il ragazzo alzò la testa e
chiese: - Che hai fatto da quando sei scappato?
- Ho vissuto tutto il tempo
in questa casa… Tu, invece?
- Non ho fatto molto… ho
studiato, studiato e studiato.
Sirius lo guardò divertito
e Aliack disse orgoglioso: - Sai che ho la medaglia dell’Aquila?
- L’ho vista nella foto.
Comunque, come stai?
- Bene, grazie…
- Miriam? Ha superato
l’incubo di Tu-Sai-Chi?
- Non lo so… con me non
parla di queste cose…
- Perchè?
- Mi preoccuperei e questo
mio atteggiamento le dà fastidio.
Rimise la testa sul tavolo
e dopo qualche istante sentì Sirius dargli un leggero colpo sulla spalla. – Ti
piace, vero?
Aliack divenne paonazzo; si
alzò e si girò per evitare che il fratello lo vedesse.
- Ho indovinato. E lei?
- Siamo insieme.
- L’ho sempre detto che vi
sareste sposati.
Aliack divenne ancora più
rosso e Sirius rise divertito. Sentì un colpo alla finestra e riconobbe
l’aquila di Nerix. Aprì la finestra e l’aquila gli diede una lettera, per poi
andarsene.
Richiuse la finestra e aprì
la busta. Vide una foto e la tirò fuori. Nell’immagine c’era Miriam seduta
mentre teneva in mano un’aquila marrone. Vide il suo sguardo intenerito e non
poté fare a meno di sorridere. Girò la foto e lesse: ‘Pensa se fossi tu al
posto di quell’aquila’
Divenne paonazzo e Sirius
gli prese la foto dalle mani.
- Ti ama così tanto da
spedirti una foto simile?
- Non credo che sia stata
lei…- si riprese la foto e sentirono la porta aprirsi. Dopo qualche secondo entrò
la signora Weasley con in mano numerose buste. Aliack l’aiutò e le appoggiò sul
tavolo.
- Aliack, potresti
prenderti la febbre, con questo tempo vestito così.
Aliack era, come al solito,
a torso nudo e la donna fece comparire un pesante maglione di lana coprendolo.
Il ragazzo iniziò a starnutire e Sirius gli tolse il maglione.
- È allergico alla lana. –
spiegò.
Verso le dieci del mattino
la sala iniziò ad animarsi; Aliack notò Harry, Hermione e Ron guardarsi
preoccupati. Mentre tutti finivano la colazione, il ragazzo andò in una stanza
di fronte alla cucina e rimase ad osservare l’immenso albero genealogico dei
Black. Notò molte facce cancellate, tra cui quella del fratello Sirius, la sua,
invece, era ancora nitida, anche se l’uomo rappresentato fra le foglie non gli
assomigliava.
- Che ci fai qui? – si voltò
e vide Sirius guardarlo appoggiato alla porta.
- Osservo la tua bella
faccia. – l’uomo si voltò e prese Harry dai due amici trascinandolo nella
stanza.
- Harry, questo è l’albero
genealogico della famiglia Black. – Aliack uscì dalla stanza e incrociò lo
sguardo di Hermione. La ragazza abbassò sistematicamente la testa, mentre
Aliack risaliva le scale sperando di aver visto male. Chiuse la porta della
stanza e andò nel bagno adiacente a quella.
Si fece un bagno e rimase
sotto l’acqua calda per più di mezz’ora sentendosi rinato. Si avvolse un
asciugamano in vita e uscì dal bagno.
Appena aprì la porta vide
Hermione, Harry e Ron davanti a lui. La ragazza divenne paonazza, ma non riuscì
a distogliere lo sguardo dal ragazzo parzialmente bagnato con i capelli ancora
gocciolanti. Dopo qualche istante per riprendersi dallo shock richiuse la porta
e disse: - Che cavolo ci fate qui?
- Dobbiamo parlarti.
- Hermione girati.
- Perchè?
- Perchè devo prendere i
vestiti.
Aprì la porta e recuperò
gli abiti da un mobile. Sentì un ticchettio alla finestra e questa volta vide
l’aquila di Miriam. Aprì la finestra e fece entrare l’animale che gli diede una
lettera. A differenza di qualche ora prima l’animale rimase in camera e Aliack
aprì la busta. ‘Visto che non mi fido di te, ti lascio la mia aquila come sorvegliante.
Fai una cosa sbagliata nei miei confronti e me lo riferirà.’
Chiuse la finestra e tornò
nel bagno per cambiarsi. Ne uscì dopo poco e si sedette su una poltrona
aspettando che qualcuno dei ragazzi iniziasse a parlare.
Vide Hermione guardarlo rossa
in viso e pensò che, probabilmente, non era neanche abituata a vedere un
ragazzo senza la divisa scolastica. Indossava un gilet di jeans senza niente
sotto lasciando intravedere i muscoli perfetti di braccia e torace; dei jeans
non molto larghi e una cintura con disegnato un grifone. L’aquila di Miriam gli
volò sulla spalla e rimase immobile a fissare grave i tre ragazzi.
- In queste vacanze
vorremmo imparare delle nuove tecniche. – annunciò Harry.
- E non potevate aspettare?
- Volevamo iniziare subito.
– tentò di scusarsi Hermione.
L’aquila le volò intorno,
poi emise un grido e dopo qualche istante comparve una lettera. La busta iniziò
a parlare e Aliack riconobbe la voce di Miriam: - Ti ho appena detto che ti
controllo e già mi tradisci… certo che hai dei gusti strani, poi, con la
Granger.
Il ragazzo si alzò dalla
poltrona; liberò la sua aquila dalla gabbia sotto alla scrivania e si
risedette.
- Che è successo? – chiese
Ron guardando la busta che era caduta immobile a terra.
- Miriam non si fida di me e
mi ha mandato la sua aquila per controllarmi.
- E perchè ha detto quelle
cose? – Ron aveva assunto un’aria aggressiva.
- L’aquila ha frainteso…
- E perchè hai liberato la
tua?
- Perchè così convincerà
quella di Miriam a starsene buona. Comunque, che tecniche volete imparare?
Passarono il resto della
mattinata ad allenarsi e a mezzogiorno scesero per il pranzo. Appena la signora
Weasley vide Aliack materializzò una coperta e gliela mise addosso.
Aliack iniziò a starnutire
e la donna si ricordò della sua allergia. Fece per materializzare
qualcos’altro, ma il ragazzo la bloccò dicendo: - Sto benissimo così, ho
passato due anni in Norvegia e questa temperatura per me è estiva.
- Potresti ammalarti
comunque, meglio se ti metti qualcosa di più pesante. – Aliack si vide
rassegnato a materializzare una maglietta sotto al gilet e la signora Weasley
lo fece passare.
Dopo pranzo risalì nella
stanza e si sdraiò sul letto. Venne raggiunto dal falco che si mise sul cuscino
osservando il suo padrone. Guardò l’aquila di Miriam e la vide addormentata
sulla sua scrivania. Sprofondò la testa nella coperta e si tolse la maglietta
che gli dava fastidio. Sentì qualcuno bussare e si rialzò svogliatamente
andando ad aprire. Si trovò davanti Hermione e la fece entrare sconcertato.
La ragazza si sedette sulla
poltrona e disse decisa: - Mettiti una maglietta che così non riesco a
parlarti.
Il ragazzo obbedì
sbuffando. Hermione esordì: - Ti ricordi del discorso che mi hai fatto qualche
mese fa?
- Sì.
- Io… ho provato a
dimenticarti, ma non ci riesco…
Aliack si sedette sul
letto. – Hermione, più ti costringi a dimenticare più diverrà impossibile
farlo. Non devi pensare a tutti i costi che vuoi dimenticarmi, non devi pensare
a niente, prima o poi ti dimenticherai
di me.
La ragazza abbassò il capo
e Aliack notò l’aquila di Miriam risvegliarsi. Stava per avvertire la sua
padrona, ma l’aquila del ragazzo era volata lì bloccandola.
Nella stanza scese un lungo
silenzio che fu interrotto da Hermione: - Aliack, ti dà fastidio se mi piaci?
- Cosa?
- Sì, insomma, ti do
fastidio?
- No, certo che no… Però
soffriresti solamente.
La ragazza annuì col capo e
alzò lo sguardo. Aliack notò che stava per piangere e pregò che avrebbe
trattenuto le lacrime, non riusciva a sopportare qualcuno che piangeva, fin da
piccolo appena vedeva qualcuno piangere lo consolava. Il problema era che in
quella situazione avrebbe solamente peggiorato le cose.
- Senti, Hermione, c’è già
qualcuno che ti ama, pensa a rendere felice lui, così renderai felice anche me.
- Nessuno mi ama – stava
iniziando a singhiozzare. Aliack strinse i pugni fino a sanguinare e ribattè: -
Non direi mai una cosa simile per scherzo, se l’ho detto vuol dire che qualcuno
c’è.
La ragazza iniziò a
piangere; il ragazzo si sedette di fronte a lei e disse: - Non fare così o
quello mi picchia.
- Chi?
- La persona che ti ama.
- Qui non c’è nessuno che…
- la parola fu interrotta da un singhiozzo e lei ricominciò a piangere.
- Hermione, ti prego, non
piangere. Ho sempre consolato coloro che piangevano, anche se non li conoscevo,
ma se lo facessi ora peggiorerei le cose, quindi, ti prego, smettila.
La ragazza si calmò; si alzò
e uscì dalla stanza. Aliack si sdraiò nuovamente sul letto, ma dopo qualche
istante la porta si aprì di scatto ed entrò Ron incavolato nero.
- Che lei hai fatto?
- Calmati, non ho fatto
niente, abbiamo solo parlato.
- Di che cosa?
- Non sono affari tuoi,
quindi lasciami in pace.
Come risposta il rosso lo
prese per il piede e lo buttò per terra.
- Senti, Ron, te l’ho già
chiesto: hai voglia di morire?
- Scommetto che non saresti
neanche in grado di ferire una mosca… - Ron venne circondato da un cerchio
rosso e Aliack si alzò lentamente. – Fai un passo oltre quella linea e ti
carbonizzerai.
Vide l’espressione
spaventata del ragazzo e ruppe l’incantesimo. Il ragazzo si avvicinò alla porta
e con uno scatto fulmineo prese la spada attaccata al muro. Aliack schivò il
colpo e bloccò con un piede la mano del ragazzo. – Togli le mani da quell’arma
e non ti faccio niente. – Ron tenne stretta l’elsa e Aliack gli puntò contro
l’indice. Dal dito partì una striscia di fuoco che prese a danzare sulla mano
del ragazzo. Il rosso mollò la presa e vide la mano ustionata. Aliack prese il
rosso con una mano e con l’altra la spada: buttò fuori il primo e rimise al suo
posto l’arma.
Chiuse la porta con la
magia e si addormentò incavolato sul letto.
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