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Autore: telesette    09/05/2014    1 recensioni
Chi assisterà Ryo/Hunter, mentre Kaori si gode una settimana di vacanza nel sud del Pacifico?
Una bella assistente formosa... o piuttosto una versione in miniatura della focosa Makimura?
Scopriamolo assieme...
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Ryo Saeba/Hunter, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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- Una bambina di... E' uno scherzo, vero ?!?

Quando Mr. Koegisawa ( capo di una delle cosche malavitose più temibili dell'intero quartiere ) venne a sapere che la nuova assistente dell'odiatissimo Hunter era una marmocchia di appena otto anni, per un attimo pensò di aver capito male il rapporto dei suoi informatori.

- E' così, capo - ridacchiò uno dei suoi sottoposti, sottolineando appunto la comicità della cosa. - In tutta la città non si parla d'altro: quello sbruffone di City Hunter non oserà più muovere un dito contro di noi, se prendiamo quella mocciosa come ostaggio!
- Sembra quasi un sogno - fece Mr. Koegisawa con un sospiro. - Finalmente potrò riprendere il mio traffico illegale di armi, se riuscirò a mettere Saeba in condizioni di non nuocere; quel maledetto deve essersi proprio rincitrullito, per mettersi a fare da bàlia ad una bambina delle elementari...
- Già - sorrisero gli altri scagnozzi.
- D'accordo, allora, non perdiamo altro tempo - tagliò corto Koegisawa. - Andate a prendere la mocciosa, così avremo in mano l'arma per ricattare Hunter!

E così, dopo aver localizzato la vittima durante i suoi spostamenti, gli uomini di Koegisawa non dovettero far altro che attendere la loro piccola preda dietro l'angolo del supermercato. Giulia era andata a fare la spesa, secondo le istruzioni lasciatele da Kaori, ed era appena uscita dal negozio con le braccia cariche di provviste. Purtroppo per lei, quando Ryo si addormentava per il suo solito pisolino pomeridiano, neppure le cannonate erano in grado di svegliarlo... e comunque, la bambina non immaginava certo di ritrovarsi nei guai, andando e tornando lungo quel breve tragitto.

- Ehilà, piccolina - esclamarono ad un tratto gli uomini di Koegisawa, sbucando improvvisamente dal nulla.
- Non è un po' pesante per te, tutta quella roba?
- Se vuoi, possiamo aiutarti noi...

Giulia sbarrò gli occhi, chiaramente in preda allo spavento.

- Chi siete... Che cosa volete ?!?
- Su, cerca di fare la brava - sentenziò uno dei farabutti, nell'afferrarle la spalla. - Se sarai buona, ti compreremo i dolce... Ahiaaa-che-maleee!
- Giù le mani, mascalzone!

Malgrado la situazione impari, Giulia non esitò a sferrare un calcio proprio contro lo stinco del criminale alle sue spalle. Questi prese ad urlare per il dolore ma, infuriato com'era, si avventò rabbiosamente sulla piccola per sollevarla da terra e tapparle la bocca con il palmo della mano.

- Mmm... MMMPPPHHH !!!
- Zitta - ruggì il delinquente, stringendo per impedirle di liberarsi.

Per quanto Giulia scalciasse e si dibattesse, era ovvio che non poteva divincolarsi dai suoi rapitori.
Questi fecero bene attenzione che nessuno si stesse aggirando negli immediati paraggi e, dopo averla opportunamente legata ed imbavagliata, ficcarono Giulia dentro un sacco e la schiaffarono nel portabagagli della loro vettura.

- Andiamo, presto, metti in moto!

In men che non si dica, laddòve un attimo prima Giulia stava camminando tranquillamente, non era rimasto altro che una busta di carta per terra e un mucchio di generi alimentari sparsi miseramente per terra.
Tutto era andato liscio, o almeno così sembrava, e dunque non restava altro da fare che ricattare Hunter.
Se solo costoro avessero anche solo lontanamente potuto immaginare, prima di mettersi a rapire quella "dolce bambina innocente", ci avrebbero pensato senza dubbio due volte...

***

- Ma questa non è una bambina - osservò il povero Koegisawa, circa un paio d'ore dopo che i suoi ebbero condotto Giulia nel suo covo. - Questa è addirittura peggio di Hunter...

Da che era arrivata lì, infatti, Giulia aveva già avuto abbondantemente modo di rendersi insopportabile ai suoi carcerieri: le sue urla e i suoi piagnistei, oltre a riecheggiare per tutto l'edificio, avevano finito col provocare un mal di testa collettivo; l'addetto alla sua sorveglianza, un gigante di quasi due metri di altezza, si era buttato in ginocchio ad implorarle pietà come un bambino; e se qualcuno si azzardava anche solo a sfiorarla, dando ulteriore prova della sua incredibile forza di volontà, costei era in grado di staccare ed utilizzare come arma la testiera metallica del letto cui avevano commesso l'errore di ammanettarla all'arrivo.
Purtroppo, non potevano certo metterla a tacere con un colpo di pistola.
Se volevano ricattare Hunter, erano costretti a mantenerla viva e in buona salute.
Sfortunatamente, però, i nervi di Koegisawa stavano cedendo.

- Dannata mocciosa che non sei altro... VUOI STARE UN PO' ZITTA, UNA BUONA VOLTA !!!

In risposta, giunse un coro di voci lamentose e sfinite.

- Chi... Chi ha avuto questa bella idea di rapirla?
- No... Non lo so, io no di certo...
- Fatela tacere, per pietà, non ce la faccio più...
- Avrà anche otto anni, ma sembrano otto sirene della polizia messe assieme!

Dal momento che non c'era altro modo per zittirla, Koegisawa mostrò a Giulia la chiave delle manette e si offrì di liberarle i polsi da quella testiera di metallo... ovviamente, in cambio di una tregua.
Con grande sollievo dell'intera banda, Giulia acconsentì.
Koegisawa la fece trasferire nel suo ufficio privato, tenendola sotto stretta vigilanza, e le spiegò chiaramente il motivo del suo rapimento.

- Se il tuo amico Hunter accetterà certe mie condizioni, né io né i miei uomini ti faremo nulla - spiegò Koegisawa. - Nel frattempo, cerca di non abusare della nostra pazienza!

Giulia sbuffò con noncuranza.

- Figuriamoci - esclamò tranquilla, piantando i gomiti sul tavolo e fissando il boss con aria di sufficienza. - Sai le risate, se si sapesse che vi abbassate a rapire dei bambini...

Koegisawa strinse l'occhio, chiaramente infuriato.

- Brutta monellaccia impudente - mormorò lo yakuza tra i denti.

Era il colmo.
Come si permetteva, quella piccola peste, di farsi beffe di lui e della sua banda?
Per quanto fosse piccola, non aveva peli sulla lingua. Giulia era abituata a dire chiaramente tutto ciò che pensava, forte della sua incoscienza, e senza minimamente preoccuparsi delle possibili conseguenze.
Koegisawa fece per sollevare una mano, chiaramente intenzionato a darle uno schiaffo, ma si trattenne in tempo.
Rapire una bambina era un conto.
Picchiarla, o addirittura ucciderla, poteva ulteriormente aggravare la sua posizione ( specie agli occhi delle lettrici, capaci di denunciare la storia all'amministrazione del sito, con l'accusa di abuso verso i minori ). Anche se era un verme, Koegisawa non era assolutamente capace di alzare le mani contro quella marmocchia petulante.

- Sei fortunata, mocciosa - sibilò. - Mi servi viva, per costringere Hunter a non mettermi più i bastoni tra le ruote, altrimenti...

Purtroppo Koegisawa non ebbe il tempo di finire la frase che, seguito dalle voci concitate delle guardie all'ingresso, un forte rumore proveniente dall'esterno lo mise in allarme.

- Ma cosa diavolo succede, adesso?

La domanda del boss non dovette attendere molto, per avere una risposta.
Come si affacciò alla finestra, per rendersi conto della situazione, la vista dei suoi uomini tramortiti e del loro aggressore gli fece gelare il sangue nelle vene.

- Hu... Hun... HUNTER ?!?

Freddo e impassibile, come sempre all'occorrenza, Ryo Saeba rivolse uno dei suoi sguardi terribili e minacciosi verso un Mr. Koegisawa ormai del tutto privo di colore in viso.
Non vedendo tornare Giulia, e chiaramente preoccupato, gli era bastato fare un paio di domande in giro per scoprire dove quei dannati mascalzoni l'avevano portata.

- Bene, bene - esclamò Ryo severo. - Non ti smentisci mai, Koegisawa, sei sempre la solita carogna... Cos'è, ti diverti a sequestrare le bambine, adesso?
- No... Non è come sembra - gemette il povero yakuza indifeso. - Ti prego, Hunter, ti assicuro che c'è un equivoco...
- Certo, ne sono convinto - disse Ryo calmissimo, estraendo la propria arma dalla fondina. - Ma ti concedo generosamente altri otto secondi del mio tempo, per lasciare libera Giulia e chiarire il tuo equivoco con me... a meno che tu non sia stanco di vivere, s'intende!

Pur essendo un criminale grande e grosso, Koegisawa non era tanto stupido da pensare di avere anche solo la benché minima possibilità contro Hunter.
Inutile anche insistere con la carta dell'ostaggio: sfidare oltremodo Hunter, significava un biglietto di sola andata per l'inferno...
Tutti sapevano che, tra le cose che Hunter odiava di più in assoluto del mondo criminale, rapitori e ricattatori difficilmente potevano uscirne vivi.
Tremando come una foglia, incapace di fare o dire qualcosa, Koegisawa buttò a terra la propria pistola e si prostrò ai piedi dello sweeper chiedendogli umilmente perdono.

- Hunter, sei magnifico - strillò Giulia con ammirazione.
- Ciao, piccola - la salutò Ryo, senza smettere di tenere sotto tiro quel verme di Koegisawa. - Stai bene?
- Oh sì, sto benissimo - rispose lei, correndogli incontro. - Sapevo che saresti venuto a prendermi, non avevo il benché minimo dubbio!
- Scusa se ti ho fatto aspettare - fece l'altro mortificato. - Non ho sentito la sveglia, e allora...

Subito Giulia cambiò espressione, passando da quella gioiosa ad una terribilmente delusa.

- Dovevo immaginarlo - sussurrò.
- A proposito, che fine ha fatto la spesa? Ho saltato anche la cena e sto morendo di fame!
- Non guardare me: io la spesa l'avevo fatta, prima che mi rapissero, ma questi tizi hanno pensato bene di rovesciarmela...
- COOOSAAA ?!? - urlò Ryo, fissando Koegisawa ancor più minacciosamente. - Per un'eresìa del genere, puoi considerarti praticamente già morto!
- Nàààhhh, pie... pietà, nobile Hunter, io... io ti prometto che riparerò al mio errore: pranzi e cene gratis nei migliori ristoranti, per una settimana, ma ti imploro... ti supplico, abbi pietà di un povero peccatore!
- E sia - concluse Ryo, inarcando severamente il sopracciglio. - In fondo, sono un uomo estremamente misericordioso; se il tuo pentimento è sincero ebbene, io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome della mia 357 Magnum!
- Cosissìa - ringraziò Koegisawa, baciando il pavimento, nelle sue incessanti genuflessioni. - Sia fatta la tua volontà!
- Amen - concluse Hunter, rinfoderando l'arma e prendendo Giulia in braccio.

La bambina sbadigliò a bocca aperta.

- Andiamo a casa, adesso - tagliò corto Ryo con una smorfia, vedendo quant'era assonnata. - A quest'ora, le brave assistenti devono fare la nanna!

***

Più tardi, una volta tornati a casa, Giulia era praticamente addormentata da un pezzo.
Ryo la fece coricare senza svegliarla, rimboccandole piano le coperte, e si sedette di fianco al letto per osservarla dormire.

- Incredibile - pensò Ryo. - Certo che, nel sonno, sembra proprio un angelo...
- Hunter - mormorò Giulia nel sonno. - Grazie... per avermi salvata!

Ryo sorrise.

- Non c'è di che, piccola - fece lui sottovoce, sfiorandole la fronte con tenerezza.

Che dire?
Giulia era una vera peste.
Una specie di Kaori in miniatura: pasticciona, invadente, petulante, asfissiante...
Ma era comunque una bambina e, come tale, in lei vi era anche lo specchio dell'innocenza.
Ryo rimase immobile per qualche istante, assicurandosi che il suo sonno fosse più che tranquillo, dopodiché spense la piccola lampada sul comodino e si alzò per uscire dalla stanza in punta di piedi.

- Buonanotte - sussurrò. - Sogni d'oro!

 

( continua )

   
 
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