[9/06/08]
CQFP
- XX atto -
Dudley
guardò soddisfatto il furetto che si dimenava nella
gabbiettina. Ghignò. Ancora una volta Dud 1 e Potter 0! Ma
questa volta proprio
non gli poteva permettere di tenere una cosa del genere con se, non
sapeva il
perché ma quella palla di pelo gli stava alquanto sul pacco
e da come lo
guardava l’animaletto, la cosa era reciproca.
Si sedette sul
letto e si portò una mano sul naso… quel
piccolo stronzo lo aveva colpito per davvero! E se non ci fosse stato
suo padre
chissà cosa altro avrebbe potuto fare…
bè, una mezza idea su cosa gli avrebbe
fatto LUI la sapeva, però… l’immagine
di un Harry legato a un qualunque cosa
basta che sia legato bello stretto e mezzo nudo non era affatto un
toccasana,
anzi, si che lo era, ma che andava pensando? Solo…
bè… era difficile rimanere
arrabbiati con una simile visione, quindi era meglio concentrarsi sul
pugno…
mh… chissà se ad Harry piaceva violento?... Con
quel visino d’angelo che si
ritrovava poi… anche se le cose messe in contrasto erano
molto più eccitanti di
due cose in perfetta sintonia. Se Harry aveva l’aspetto
angelico e al tempo
stesso predisposizione al sadomaso, su se stesso in particolare, allora
non
c’era nulla che Potter voleva e non ottenere.
Chissà, magari se sin dall’inizio
lui fosse stato più… ehm… gentile? O
quanto meno non pestarlo ogni Merlino di
volta che lo intravedeva ed Harry avesse mostrato piacere mentre lo
picchiava…
Ok, stop, alt, rew e play. Schiariamoci la memoria, cancelliamo tutto
ciò, la
voce e ripartiamo! Forza che ce la possiamo fare capo!
…
…
Leggero tic
sotto l’occhio…
…
…
No, nulla! E
vabbè, noi ci abbiamo provato.
Ma
ricapitolando un attimo, era stato picchiato, quel
giorno, da quello (si, oramai
chiamava così Draco), Harry e si, era dura ammetterlo, ma
anche da un furetto…
la cosa andava degradando minuto per minuto e la cosa non gli piaceva.
No, non
gli piaceva neanche un poco persino il fatto che un ragazzo che non
fosse lui
si avvicinasse così tanto ad Harry da poterlo toccare, e se
vogliamo aggiungere
anche il fatto che quello se lo era baciato, strofinato, spogliato e
Dio solo
sa cos’altro… gli saliva in corpo una rabbia
indecifrabile!
Il senso che
ciò che è tuo e solo tuo è stato
profanato e
che a quel TUO non è dispiaciuto affatto poi… ti
fa venire solo voglia di
uccidere o quanto meno pestare a sangue quella persona che aveva osato
toccare
la proprietà privata e riprenderti ciò che
è tuo di diritto. Ma bastava l’avere
un legame di sangue per rivendicare tuo qualcosa?
Dud
rettificò bene quel
“qualcosa”… aveva davvero
intenzione di classificare Harry come un oggetto? Non poteva essere
qualcosa di
più? Magari… chissà…
un… amante? La parola amante tuttavia gli dava di proibito
e d’innaturale ma d’altronde, cosa c’era
in Potter di normale? Si, certo, il corpo
era come quello di un qualunque ragazzo (e che ragazzo!) magari lo
stato
psicologio sarà stato più… avanzato?
Maturo? Una cosa era certa; Harry aveva
l’aria di chi era stato costretto a crescere troppo in fretta
e Dud prima si
stupì, poi si diede dello stupido perché quella
magari era una verità comune a
tutti. Tutti… tranne lui, l’unica persona
più vicina ad un fratello che Harry
abbia mai avuto.
Fu come se si
destasse da un sonno leggero. Il furetto
aveva fatto ribaltare la gabbia e lui stesso dentro di essa.
Poggiò i gomiti
sui ginocchi e la faccia su una mano e i loro sguardi per un attimo si
incontrarono. E Dud potè chiaramente avvertire una scossa di
paura avvolgerlo
che proveniva senza dubbio da quelle iridi fredde. Entrambi
assottigliarono gli
occhi e Dud capì che la vita non era facile (ben svegliato
caro!) e che le cose
non si avevano solo piangendo e battendo i piedi per terra, la gente
non ti
dice le cose, la gente non ti da così, a brullo, le cose.
La gelosia
invase entrambi.
Invase Draco,
strappato dalle braccia del suo amore, e in
collera con se stesso per aver permesso a persone qualunque di farlo.
Invase Dudley,
che quando aveva visto Harry così felice con
in braccio quella palla di pelo, aveva solo desiderato di separarli.
Convinto
che così le cose sarebbero state più facili. Fu
la prima volta che desiderò
essere un mago, così da poter essere al posto di Draco ed
essere stretto dalle
braccia del moro. Se solo il padre lo sarebbe venuto a
sapere… bè, molto
probabilmente avrebbe dato tutta al colpa ad Harry per averlo deviato.
E poi ci
si lamenta che Harry abbia la coda di paglia!
Draco stava
meditando di tornare umano e piantare un
paletto nel cuore di quel babbano ottuso e di affogarlo per bene dentro
l’acido
corrosivo (e vi dico, per esperienza
personale, che non è una cosa carina ma, dopotutto, basta
farci l’abitudine
come tutte le altre cose nd xla). Senza sapere che anche il
babbano ottuso
stava meditando la stessa cosa.
Quello che non
sapevano era che erano degli egoisti.
Entrambi. Pensavano solo al male che si potevano fare reciprocamente,
non gli
sfiorava affatto il pensiero che c’era già una
persona che soffrire, con
abbastanza dolore nel cuore da compensare per loro per la vita.
♥ ♦
♣ ♠
La sedia
sbattè addosso alla parete per la seconda volta
con tanta forza che lo schienale e due gambe si spezzarono, cadendo a
terra. Ed
Harry vide, in quei pezzi di legno, il sogno infranto di una vita, la
consapevolezza di non essere riuscito a fare nulla, nonostante ne
avesse le
qualità, per salvare il suo amore. Ironico il destino, ma
d’altronde per lui,
piccola foglia nella neve, era ormai cosa quotidiana il veder cadere
tutto ciò
per cui aveva lottato in un istante. Si
appoggiò al muro e fissò la stanza: le tende per
metà strappate lasciavano
entrare fiocamente la luce del sole d’estate dalla quale
Harry se ne teneva ben
lontano poiché si riteneva indegno di mostrarsi alla luce
del sole poiché non
poteva neanche più mostrarsi davanti al suo amore dai
capelli luminosi e
lucenti, il letto ribaltato ed intorno le piume dei cuscini che
cadevano
candide ed indifese per terra, la carta da parati tirata abbastanza da
far
intravedere il muro spoglio, un’anta dell’armadio
cigolava sinistra rotta, visto
che non si chiudeva.
Mentre vedeva
tutte quelle cose le lacrime iniziarono di
nuovo a pizzicare e a spingere prepotentemente per uscire dai suoi
occhi,
sapeva che piangere non risolveva nulla, eppure… come altri
si sono mai
dimenticati di farglielo notare…non sapeva fare altro che
piangere. Piangere…
senza fare nulla per rimediare e riscattarsi di quelle acque salate che
bagnavano le sue guance impunemente e senza il suo permesso.
Aprì le cataratte
senza neanche rendersene conto e scivolò a terra, su quel
pavimento pieno di
polvere dove zia Petunia non spolverava mai e pieno di piume, vetri
rotti e
calcinacci. Fece
sbattere la testa
contro la parete. Una, due… la terza volta più
forte delle precedenti e si
abbandonò a terra, accompagnato dalla parete.
Ingoiò la poca saliva che gli si
era accumulata in bocca.
Si dice che la
stanza dice molto della persona che la
abita. Se è piena di colore vuol dire che sei allegro, se
è disordinata e piena
di cianfrusaglia che sei un’artista. In quel momento la sua
stanza era nel
totale caos, tutto rotto e si ritrovò a pensare che quella
frase era tutta
vera.
Si sentiva a
pezzi come quei vetri rotti.
Si sentiva
fragile, esattamente come quelle piume.
E si sentiva
un fottutissimo niente, proprio come quella
polvere.
Si, ecco cosa
era; polvere. Un qualcosa che, anche se
mancava, non si notava, anzi; era meglio se mancava, almeno non avrebbe
potuto
nuocere a nessuno…
Si
portò le gambe al petto e le mani a circondarle, come a
chiudersi in un bozzo, sicuro che nessuno lo avrebbe potuto sorpassare.
Abbattere le sue difese ed arrivare sino a lui.
Se il sole non
arriva in tempo, quella piccola fogliolina
verrà sommersa dalla neve e morrà.
…
Aspetta un
attimo! Ehi, lui era Harry James Potter; aveva
affrontato ogni sorta di dolore e anche se questo pareva più
forte degli altri
come l’ennesima dimostrazione che si è al mondo
solo per soffrire, non poteva
arrendersi così! Gli è stata strappa la persona
più preziosa che aveva? Ok, si
sarebbe rialzato, avrebbe sguainato la spada e si sarebbe andato a
riprendere
il suo amore, anche se avrebbe dovuto affrontare quel troll da
strapazzo!
Ma Harry si
rese conto che, più che cavaliere, era tanto
principessa.
Si
alzò da terra e con sguardo determinato si diresse verso
la sua porta, miracolosamente intatta dalla sua furia di poco prima. Si
sarebbe
ripreso ciò che gli apparteneva! Garantito!
Uscì
dalla sua stanza e con grandi falcate attraversò i
pochi metri che lo dividevano dal suo amore e ora che si ritrovava
dinnanzi a
quella tanto odiata porta… che fare? Potter non ci mise
tanto per trovare la
soluzione visto che quando c’è da riflettere lui
agisce e basta. E buttando la
logica nel cestino dei rifiuti portò la mano alla maniglia,
ma prima che
l’avesse raggiunta, essa si abbassò da sola e in
un nano secondo Harry si
ritrovò spiaccicato alla parete affianco.
Dudley mise il
testone fuori e, dopo aver dato una furtiva
occhiata intorno… strano, credeva di aver sentito dei rumori
di passi… richiuse
la porta piano.
Harry,
appiccicato come una sottiletta sulla parete, mosse
piano a piccoli scatti le mani, quasi fosse una zanzara e si
staccò con non
poche difficoltà da essa. Una volta che si fu ripreso, si
tastò velocemente la
tasche e… cazzo! Non si era portato dietro la bacchetta!...
Poco male pensò; aveva
già dato un pugno al cuginastro e se non fosse stato per suo
zio gliele avrebbe
suonata. Sissignore! Anche se era più stonato di una campana
stonata… eccome se
gliene avrebbe cantate quattro! Altrimenti tutti quegli allenamenti da
cercatore che li aveva fatti a fare eh? Solo per rincorrere una pallina
volante
e dorata che sfrecciava in ogni dove? Ma dai, non siamo ridicoli!
Massaggiandosi
il naso, sulla quale ci avrebbe messo volentieri un cerotto…
insomma; lui era
pure cagionevole un po’ di delicatezza per Merlino!
Mandò a quel paese anche la
bacchetta lasciarta sicuramente in camera sul…
in… vicino a… oh, insomma; in
camera era in camera, dove poi non si sa ma approssimatamene stava la!
Ok? E
sin abbassò abbastanza per essere all’altezza
dello spioncino ed iniziò a… non
proprio spiare, si potrebbe dire sorvegliare che quel troll del cugino
non
stesse avvelenando o fare chissà che cosa al suo povero
amore… un… un attimo?
Povero amore? POVERO? Rettificando… era quasi in pena per
Dudley, visto che
tipo era Draco.
Si,
decisamen…
Ma le parole
ultime lettere caddero nel vuoto, così come il
suo cuore, quando vide ciò che quella piccola visuale gli
permetteva… Avrebbe
davvero voluto avere i suoi amici con lui, lì, accanto,
anche se li sentiva.
Sentiva l’abbraccio consolatorio e caldo di Hermione e la
mano di Ron che
pacata e gentile si posava sulla sua spalla. Ciò poteva solo
rendere l’idea di
quante volte il mondo gli era caduto addosso…
♥ ♦
♣ ♠
Dud
aprì piano una piccola fessura e mise dell’acqua
dentro
una ciotola chiara. Il furetto, assetato, iniziò a bere
avidamente. Osando,
quasi, il ragazzo riportò dentro la mano grossa e con due
dita carezzò piano la
testolina bianca, trovando il pelo soffice e leggero come una nuvola.
Prince… o
Princess, a parer suo, era troppo impegnato a bere per farci caso. Ma
in cuor
suo sperava che fossero le mani di Harry, anche se sapeva perfettamente
che non
lo erano, visto che avrebbe saputo rinascere OVUNQUE il tocco del suo
amore e
quelle che sentiva, non erano le sue dita! Harry aveva un tocco appena
palpabile e che, quando s’intensificava, diventava prima
goffo e di colpo di
passionale ed audace senza che neanche il moretto se ne rendesse conto.
Invece,
quello che sentivi sulla sua regale testolina da furetto albino, era un
tocco
arrogante e superbo e a tratti insicuro se stava facendo una cosa
giusta o
meno. E, meditando ancora sul perfezionamento sul suo già
eccellente piano
“ammazza babbano insulto e ottuso” sul da farsi; se
usare la corda per
strozzarlo o meno, eh sono cose che contano queste, ma vogliamo
mettere? Si
rinfrescò con quell’acqua chiara…
trovando estenuante il dover leccare con la
piccola linguetta a millilitri l’acqua!
♥ ♦
♣ ♠
Harry si
portò una mano al cuore… ma quale cuore? Che lui
per caso aveva un cuore? Se si allora se lo era appena ingoiato!
Si diede di
nuovo del mostro… come aveva anche solo pensato
di poterli separare?
Si diede di
nuovo dell’idiota… anzi no, meglio; era un
coglione! Per l’ennesima volta si era illuso… cosa
in quel suo piccolo
cervellino gli aveva dato anche solo l’idea che poteva essere
felice, che
poteva essere amato! Ma c’era anche da dire che gran parte
del merito andavano
a Malfoy e al suo talento nel recitare! Oh, come se lo era incantato
per bere
con tutti quei “non ti lascerò più
andare” “ti amo” “temevo di non
rivederti
più” e lui coglione che ci era cascato con tutta
la scopa e la bacchetta!
…
Era questo che
voleva Draco? Bene allora!
La porta si
riaprì di scattò ma stavolta Harry si fece
trovare pronto e evitò di rifare la fine della
zanzara… ma diciamoci pure che è
scivolato! Dudley uscì dalla stanza e buttò
un’occhiata al furetto:
-Torno
subito!- ah adesso ci facciamo anche le promesse…
Quando il
ragazzo raggiunse le scale diede un’ultima
sguardo con la coda dell’occhio al corridoio, pensando di
aver sentito qualcosa
ma non vedendo nulla diede la colpa al troppo caldo e a tutte le cose
che erano
successe in quella giornata! In seguito il suo sguardo volò
come una calamina
sul ferra dritto sulla porta del cugino mago. Era aperta solo per uno
spiraglio
e… strano, pensava che stesse affogando il dolore nelle
lacrime ed invece da
dentro non proveniva alcun rumore… ma forse il pazzo aveva
fatto una delle sue
sventolate di bacchetta per insonorizzare la camera il che, se era
davvero
così, ciò faceva gongolare maggiormente Dudley
che, quasi canticchiando, scese
piano le scale, andando in salotto.
Quando Harry
sentì la tv accesa e quei terribili suoni da
cartoni da quattro soldi, era certo che il cugino non avrebbe
più fatto cosa a
ciò che lo circondava, quindi, la via era libera!
Il furetto li
leccò una zampetta e, quando capì di essere
osservato, portò gli occhi sulla porta dove vide un Harry
retto e dal
portamento quasi fiero, gli occhi malinconici ma determinati, lo vide
espirare,
buttando fuori l’aria dal naso come se si fosse liberato di
un grosso peso e si
volatilizzò. Draco si uscì dalla gabbia e si
trasfigurò subito, senza neanche preoccuparsi
di coprirsi con qualcosa, e si precipitò fuori da quella
stanza di aria viziata
e si diresse verso quella di Harry, vedendola sbattere. Si
fermò davanti ad
essa, bussare gli pareva da stupidi, tuttavia non far incazzare di
più il
moretto, bussò.
♥ ♦
♣ ♠
Ogni toc-toc
per Harry era una falcata verso la rovina e
mezzo passo dal burrone della pazzia. Eppure si doveva sforzare di
essere
forte, non doveva fare scenate cretine! Non era colpa di Draco! Ma sua!
Sua!
Sua! E Sua! E per una volta tanto Potter cerca di non sembrare un
ragazzina in
piena crisi da pre-mestruazione (e dopo
aver avuto la ragione sulla radio, con la quale ci litigo da stramani,
si
riparte nd xla)! Dopo essersi fatto questa promessa a se
stesso, chiuse gli
occhi prese un profondo respiro e parlò sperando che la voce
non lo tradisse.
-Avanti-
Quasi ad
apparire timoroso, Draco entrò. Harry si fece
forza e si disse che dopotutto non era poi così difficile
evitare di fare
scenate isteriche!
Il biondo
mosse dei passi dentro la stanza e chiuse la
porta ed Harry capì che non poteva sostenere quello sguardo
tenero e glaciale.
Cercò senza sembrare troppo disperato qualcosa…
qualunque cosa da fare, pur di
non guardarlo e realizzò quanto giovava a suo favore il non
fissarlo negli
occhi ma, al contrario, quasi ad ignorarlo. Cosa che, oltretutto. Draco
odiava!
-Harry…-
Tic…
Sentiva che il
suo cuore poteva anche essere salvato, anche
se era una vana illusione! Ma dopotutto la speranza era sempre
l’ultima a
morire… DOVEVA essere l’ultima a morire, per
forza! Era come se dentro di se il
suo cuore fosse a pezzi e tenuto assieme da garze sporche di sangue che
non
smetteva di grondare da esso e tenuto al suo posto da dei fili di
cristallo
troppo fragili per poter sostenere un cuore grande e implorante
d’amore, così
come impaziente di donarlo, come quello. Quindi… aveva
sentito male o quel tic
coincideva quasi da far venire la nausea con una corda che si spezzava
facendo
inclinare la sua anima che si era recata a consolare il muscolo,
così come
l’orgoglio, ritirato per troppo tempo! E che ora reclamava la
sua legittima
vendetta contro chi lo aveva buttato via e beffeggiato con
così tanta
spavalderia!
-Harry…-
ripetè Draco per poi guardarsi attorno -... Ma che
diamine è successo qui dentro? Per caso hai avuto un altro
dei tuoi attacchi
isterici?- disse sarcastico.
Tic…
-A quanto
pare…- disse alzando le spalle noncurante.
Draco
alzò un sopracciglio; a quanto pare? Aveva davvero
detto quelle parole senza urlare, piangere o strepitare? Bè,
o era maturato
tutto d’un colpo, e la cosa era utopica, oppure…
Draco raggiunge una delle sue
valigie, messe in un angolo e miracolosamente sopravvissuto alla furia
che è il
suo ragazzo, ne aprì una magicamente e ne trasse fuori una
vestaglia di seta
nero notte e coprì le proprie nudità…
oppure c’era qualcosa sotto, finì di
pensare mentre si aggiustava meglio il noto della cinta di tessuto sul
ventre.
-Uh…
tuo cugino non è tanto male…-
Questa volta
Harry sentì ben tre tic. Ingoiò a vuoto e
rimise al suo posto quel che ne rimaneva della sua sedia, affianco alla
scrivania, con la magia la ricompose e si appoggiò sulla
spalliera. Ne aveva
bisogno, di avere un sostegno, in quel momento, altrimenti ne sarebbe
crollato.
Non sapeva quante corde-salvezze gli rimanevano ma ormai, dopo quelle
parole,
tanto valeva tentare il tutto per tutto no?
-Già…-
abbassò gli occhi. Sapeva che c’era il sole poco
in
alto lo si poteva vedere chiaramente dalle tende mal messe che aveva
rovinato
lui stesso, ma non voleva alzare lo sguardo, un po’
perché era troppo forte… e
un po’ perché lui, coglione e debole, non se ne
sentiva degno.
-Già…-
ripetè Draco sentendosi montare dalla rabbia, o
quantomeno una cosa molto simile ad essa! Quello stupido babbano li
aveva fatti
separare, lo aveva fatto piangere, ridurre a quel modo la stanza, lui
fa un
complimento a questo ed Harry che dice? Acconsente e basta?
Vide Harry
piegarsi e capì che non lo voleva vedere negli
occhi, così come capì che si stava tenendo
impegnato anche in maniera che lui
stava ben distante dalla sua visuale.
Harry
fissò per qualche istante i pezzi di vetro della
vecchia lampada, e dannarti vetri, potevano riflettere! Infatti Harry
vi vide
Draco che dietro di se ed in piedi, lo fissava con gli occhi ridotti a
due
fessure, cosa che faceva solo quando voleva vederci chiaro su una cosa
che gli
dava molto, MOLTO fastidio.
-Harry,
alzati!-
-…-
-Harry!-
-…-
-Potter!-
urlò, strattonandolo per tirarlo su. Harry si
divincolò.
-Ma si
può sapere che vuoi?- urlò a sua volta il moro,
portandosi il braccio al petto, come fosse infetto, anche se senza
volerlo,
aveva paura di macchiare quel biondo angelo col suo sudiciume
–Vai dal tuo
ragazzo! Si sta chiedendo dove sei a quest’ora!-
Draco fece una
faccia stranita, alzando un sopracciglio –Ma
ci sono dal mio ragazzo- lo abbracciò dalla vita e lo trasse
a se per baciarlo
dolcemente, ma Harry quel giorno doveva avere proprio la cicatrice
storta,
visto che con forza di staccò da lui.
Sorrise amaro
–Non mi prendere per il culo Malfoy… lo hai
fatto anche per troppo tempo…- disse, sapendo bene che il
biondo aveva colpo
entrambi i sensi di quella frase, dopotutto era lui quello
intelligente, no?
Quello astuto!
-Ma
che…- Draco non fece in tempo a finire la frase se
Harry riparlò.
-Chissà
come ti sei vantato con gli altri… “ho sverginato
Potty”- scimmiottò il moro –Ora basta
Malfoy! Vattene e lasciami stare…- mano a
mano che parlava la sua voce si era inclinata, diventando
auto-accusatoria, -E
pensare che io ci aveva pure creduto…- si coprì
gli occhi con una mano
–Complimenti Malfoy, ci sei riuscito!- gli battè
ironicamente le mani in un
pietoso applauso -Ci siamo… ti sei, divertito…- e
in un attimo gli passarono
davanti agli occhi tutte le notte di passioni che avevano vissuto
assieme –Ma
ora basta!- soffiò stanco abbassando la testa e
scompigliandosi i capelli con
una mano con gesti agitati.
Ok, non era
proprio come si era programmato, ma non c’era
male, no? Si poteva dire che stava reagendo con filosofia! Ma la voglia
di
buttarsi tra le sue braccia, scoppiare a piangere disperatamente e
lasciarsi
stringere e cullare faceva aspramente a botte con quel pizzico di
orgoglio che
aveva lasciato distrattamente affiorare in lui qualche attimo prima che
il
biondo entrasse. Forse… gli pareva tutto così
confuso… persino suoi
vecchi incubi erano più chiari:
Voldemort lo voleva morto!... Quasi, quasi… preferiva di
gran lunga quelli...
Si
riabbassò stanco e prese a raccogliere i cocci di vetro
per terra, senza preoccuparsi se si poteva fare male o meno, ne prese
due/tre
alla volta e se li mise su una mano. Dopo quello che stava provando gli
pareva
difficile immaginarsi che un piccolo dolore come quello corporale lo
potesse
superare, ma anche solo vagamente raggiungerlo. Anche se se lo era
detto non
sapeva quante volte… a quanto pare si superava ogni volta di
più! Stupefacente!
Draco, offeso
nell’orgoglio e nel cuore, lo riprese per un
polso.
-Non dire
cazzate! Ma si può sapere da dove te ne sei
uscito? Hai per caso preso una botta in testa?-
-Può
d’arsi!- lo accusò Harry, con tono che pareva non
gli
appartenesse, da una parte sembrava voler piangere,
dall’altra cercare di
mantenere il controllo… il risultato era una voce quasi
fredda, di metallo,
magari intervallata da piccole pause di silenzio che permettevano al
proprietario di impedirsi di piangere e si boccheggiare aria dentro il
corpo
per mantenere il controllo –Per credere a tutte le puttanate
che mi hai det…-
Ma non fece in
tempo a finire la frase che si ritrovò
faccia a terra, con i vetri che gli graffiavano le guance, una mano di
Draco
sulla testa a tenergliela ferma a quanto pare… il biondo non
ci aveva visto
più: come si permetteva quello scemo di dire stronzate del
genere? Allora non
si era espresso bene in quei mesi! Era il caso di ripetere il concetto
allora…
Sbottonò
i pantaloni sporchi di Harry, gli abbassò assieme
alla biancheria intima e gli fece divaricare prepotentemente le gambe.
La posa
che aveva assunto Harry era molto invitante; non era solito prenderlo
così, gli
sembrava di violentarlo in quella posa così
vergognosa… che se ne ricordava
solo una volta era accaduto e dopo una bella litigata. Si
bloccò un attimo; che
stava facendo? Già poteva immaginarsi quel cucciolo che
piangeva sconnessamente
dal dolore e le proprie urla di piacere al pensiero che lo stava
prendendo con
violenza e senza preparazione. Eppure… eppure… lo
penetrò in un sol colpo,
facendolo sobbalzare! Rimase fermo per qualche istante, assaporando
quella
sensazione dapprima di compressione da quelle carni strette e bollenti
e
successivamente di allargamento, Harry che allargava per lui. Solo per
lui… E
forse Voldemort si era guadagnato una medaglia al valore, aveva
ragione; conta
solo il potere! Ti da alla testa, la consapevolezza di avere tutti e
tutto nel
palmo della mano, da alla testa l’avere la vita e la morte
nel palmo della
mano… Così come ora lui si sentiva a casa e
potente al sicuro da chi gli voleva
fare del male. E il pensiero che tutto questo glielo dava SOLO quel
piccolo lo
fece affondare di più e più forte.
Harry
sobbalzò! Non ci poteva credere! Non ci voleva
credere! Per mille volte gli aveva detto che detestava quella
posizione, era
così vergognosa e benché a Draco, lo sapeva,
piacesse da impazzire, non lo
aveva mai più fatto dopo quella volta.. glielo aveva
promesso e così era stato…
fino ad allora… dunque… una volta tanto ci aveva
visto giusto… Draco lo aveva
preso solo in giro, si era fatto beffe di lui. Si sentiva tanto il
giocattolino
che si è rotto o, peggio, della quale il padrone di era
stufato ed ora stava
solo verificando se ne aveva ancora voglio, testando se era
effettivamente, per
lui, difettoso e da buttare in un angolettino a marcire come un
qualunque
giocattolo. Ed Harry non sapeva perché, ma aveva la vaga
idea, che ne avrebbe
trovati tanti altri come lui, in quell’angolo… e
questa idea piano, piano che
quell’incubo continuava e si faceva più intenso
diventava quasi una certezza.
La chiarezza e il faro di speranza, l’unico che gli rimaneva,
era che
quell’incubo finisse il prima possibile! La sensazione di
lacerazione e di
fallimento s’impadroniva sempre di più di lui,
facendolo sentire uno schifo,
con l’assurda convinzione che in quella maniera, con quel
contatto, stava
macchiando Draco con la sua sporcizia. Fallimento…
perché ancora una volta si
era lasciato imbambolare dal primo che passava e che lo trattava
gentilmente…
quella strana e famigliare sensazione, quasi una sorella, di non essere
ancora
una volta riuscito a tenersi stretto e caro chi amava.
Lo sfregamento
col pavimento provocò ad Harry altri
tagliettini appena percettibili. Draco prese uno di quei pezzettini,
alzò la
camicia di Harry e con il vetro rotto iniziò a tracciare la
linea della spina
dorsale di del moro, che gemette dal dolore. Dolore che
aumentò quando Draco
passò sopra una delle vecchie cicatrici, questa in
particolare, era orizzontale
(ma ci credete che io ho imparato la
differenza
tra orizzontale e verticalare facendo i cruciverba? E mi sbagliavo
anche lì! Ma
poi… ci avete fatto caso alla parola? CRICIverba? Nel
senso… che ti devi
cruciare il cervello prima di riuscire a trovare la soluzione == nd xla)
e
di qualche centimetro sotto la metà schiena. Draco fissava
soddisfatto il suo
operato ma quando la prima goccia di sangue uscì dalla carne
bronzea e ambrata
per andare verso il fianco morbido… spalancò gli
occhi mentre fissava quella
piccola vittima scendere fino ad arrivava, dopo un tuffo
nell’aria, sul
pavimento, la vide, come ipnotizzato a rallentatore… e
così, piano piano,
seguendo la via della goccia di sangue diminuì la potenza
delle sue spinte,
sino a fermarsi del tutto. Si udì chiaramente il cessare
dello schiocco di
carne contro carne bollente e un sussulto di Harry che ansimava dal
dolore.
Draco
uscì dall’antro caldo di Harry e vide con orrore
altro sangue uscirne fuori, attraversare le cosce tutte da mordere e
finire per
terra.
-H…H-Ha..Harry…-
la voce gli tremava come se davanti a lui
fosse stato messo un molliccio. Sapeva di aver fatto una cazzata!
-…-
Harry voleva parlare… cavolo se lo voleva! Ma aveva la
mente troppo piena di pensieri, avrebbe avuto troppe cose da dire,
eppure
sentiva che se non avrebbe parlare si sarebbe soffocato, ma era cosa se
ogni
parola gli costava fiato e fatica, che magari era meglio risparmiare.
Aprì gli
occhi offuscati dalle lacrime ed una cadè su di un vetro a
qualche centimetro
dal suo viso… guardò quel pezzettino di materiale
trasparente così intensamente
che chiunque si fosse fermato ad osservarlo, sarebbe stato pronto a
scommettere
che il vetro si sarebbe sciolto, causa il fuoco che scaturiva dagli
occhi
smeraldo di Harry.
Ma non fece
nulla. Sbattè piano un paio di volte le
palpebre, tranquillamente. Non ebbe il tempo materiale di fare nulla.
Il biondo
lo prese e lo voltò, per poterlo guardare in faccia e solo
Merlino saprebbe
descrivere l’espressione di Draco, quasi sull’orlo
del pianto. Gli accarezzò
piano il pollice una guancia, togliendo del sangue, gli occhi di Harry
che si
ostinavano a non volerlo degnare di uno sguardo, lo teneva puntato per
terra
verso i vetri rotti. La tentazione di unirsi a lui, piangendo come un
deficiente era allettante, ma si sforzò di avere ragione
sulle lacrime. Ma non
poteva fare nulla per gli occhi lucidi e una lacrima, a dispetto delle
sue
difese Malfoy, scalfite nel tempo, gli scappò. Harry, solo
in quel momento alzò
gli occhi gonfi e lucidi e si specchiò in quelli di
Draco… vide quel cristallo
mentre cadeva, ne seguiva la strada. Si avvicinò col viso a
lui, sempre di più
e con le labbra la portò via, poi fece per abbracciarlo, ma
si allontanò come
scottato, così come ritirò il viso.
-Scusami…-
mormorò piano il moro –E’ tutta colpa
mia- volle
alzarsi, ma sapeva che non ci sarebbe riuscito, gli tremavano le gambe.
-…-
-Ehi…
basta con quel broncio Draco- tentò Harry –Ora ti
dai
una bella sistemata e poi… e poi… torni da Dud,
che ti starà cercando…- gli
costava molto dire quelle parole, ma ormai…
-Lo
odio…-
-Lo
ami…-
-COSA?-
spalancò gli occhi Draco.
-Aspetta
Draco, fammi parlare, perché non credo che… che
riuscirò a riprendere, una volta perso l filo-
respirò profondamente. Aveva
appena iniziato e già sentiva di nuovo le lacrime. Che
scemo! –Io ti amo ok?
Non… non posso farci nulla! Nonostante tutti mi davano
contro, per la mia
scelta, io… io ci credevo, sai? Ci credevo quando mi dicevi
le promesse e le
parole dolci- si sentiva tanto piccolo e gli pareva di parlare come un
bambino
–Ma… se non mi ami… non ha…
non ha senso continuare questa sceneggiata! Io ti
amo e voglio solo il tuo bene, perché ti amo- più
lo ripeteva e più gli faceva
male il cuore, che ormai si reggeva con una corda che si stava per
spezzare. Un
ultimo tic, non bastava altro per distruggerlo!
-Ti sei
divertito un’ultima volta ma se ami Dud, non lo
puoi fare più con me, lo sai no, che sono contrario a queste
cose…- ridacchiò
piano con forza.
Draco non
sapeva più che fare; poco prima aveva provato a
risolvere, per dire, la faccenda come faceva sempre, con una bella
cavalcata,
ma forse questa volta non sarebbe bastata, anzi; non sarebbe stato
proprio il
caso… Guardò Harry… si vedeva che
soffriva e già in passato lo aveva visto
così, e questo perché lui si lasciava troppo
andare in stupidi scherzi con
altri ragazzi. Non sapeva davvero cosa fare… era bravo con
le parole, ma non
sarebbero valse a nulla con Harry in quelle condizioni,
così, decise di
alzarsi. Il moro pensò che stava facendo come gli aveva
consigliato; lasciarlo
nella sua pozza di sangue e andare da Dud, la persona che ama davvero.
Ma lui
non ci poteva fare nulla! Nulla! Quella era una decisione di Draco e
lui la
doveva rispettare. Ma faceva male… dio se faceva male!
Tutte le sue
capriole mentali terminarono appena sentì il
tocco di Draco che lo sollevava gentilmente da terra, prendendolo in
braccio.
D’istinto, portò le mani al suo collo e il volto
nascosto nell’incavo di esso.
Tremava come una foglia.
Draco si
avvicinò a quello che ne rimaneva del letto, con
due calci sistemò alla bene e meglio una parte del
materasso, si sedette su di
esso e vi portò con se anche Harry; parte del materasso era
rialzato dalla
spalliera del letto, vi poggiò la schiena e
abbracciò Harry che si accoccolò
come un cucciolo spaurito. Gli carezzò i capelli e ne
saggiò ma morbidezza
anche con le labbra, che poi scesero sulla fronte, il naso, dove sulla
punta
poggiò uno schiocco e poi i loro occhi
s’incontrarono. Harry si diede dello
stupido. Semplicemente dello stupido.
Unirono le
loro labbra così che anche loro potessero
chiedere scusa e le mani di Draco andarono a cingere i suoi fianchi
mentre
percepiva le mani di Harry andare fino ai suoi capelli. Appena le
lingue s’incontrarono
si persero nel loro mondo e non udirono per nulla un bicchiere rompersi
fuori
in corridoio e due occhi porcini spalancati che li fissavano.
[10/06/08]
________
Ecco qua il
ventesimo capitolo! E’ la prima volta che
arrivo a questo punto in una long-fic e ne sono molto fiera. Mi scuso
ancora
per la mancata betatura ma per fortuna ho avuto notizie dalla zietta
Ada che,
appena può, mi manderà tutto in una mail! Scusate
anche per lo… mhm… non si può
chiamare ne stupro ne violenza a mio avviso ma comunque scusate se vi
ha dato
fastidio ma non penso di aver esagerato… cioè;
non è una lemon in piena regola,
perché ovviamente questa ff non è rossa quindi mi
sono limitata il più
possibile… contando quanto io odi i limiti ==.
Il
titolo… ecco; penso che vi siate accorti di cosa ho
usato per i cambi di scenari, quattro simboli conosciutizzimi, e visto
che non
sapevo come intitolare il capitolo ho pensato a CQFP, me lo ha
insegnato mio
padre, il Naka (che fa strage di donne ==), da quando ero piccola; COME
QUANDO
FUORI PIOVE che corrisponde a CUORI QUADRI FIORI e PICCHE.. e penso che
il
significato della sigla lo condividiate per il capitolo ^^!
E… si; amo giocare
a carte! Specie ramino XD, non m’importa vincere…
perché la scena di mia
cuginetta (Glò ti voglio bene *ç*) che non riesce
a tenere tutte e dieci le
carte in mano non ha prezzo XD… oltretutto non è
che sia più picciula di me,
ora la signorinella da diciotto anni, eh ==! Ma meglio giocare ai
Panpunsetti,
vero Glò *ç*? (il nome se
l’è inventato lei, così come il
gioco… ora capite che
il vizio di dare nomi a tutti e tutti è un vizio di sangue
XD)
GRAZIE a chi legge
GRAZIE a chi ha
messo la fanfa tra i
preferiti
GRAZIE a chi
commenta
Ps; lo so che
dopo tanto tempo, quando una fanfa viene
aggiornata non ce ne tè di leggerla e magari facciamo
“la leggerò” e poi non
succederà mai perché la fanfa in questione
andrà avanti e ovviamente noi
abbiamo altro da fare, per questo scusate per il ritardo e grazie a chi
commenta e a chi legge ^_^.