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Autore: xla    25/07/2008    5 recensioni
E se Duddley fosse geloso di Harry? E se Harry fosse fidanzato e la persona che ama lo venisse a trovare a casa? Chi è il biondino, ma, sopratutto; che ci fa un furetto in casa Dursley?!... CAP 31 OVVERO: LA MARCIA NUZIALE E' INIZIATA O LO SPOSO è SVENUTO! -ULTIMO CAPITOLO- [ non tiene conto del 5-6-7 libro ] buona lettura, lasciate un segnetto baci xla
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Famiglia Dursley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[9/06/08]

CQFP

- XX atto -

Dudley guardò soddisfatto il furetto che si dimenava nella gabbiettina. Ghignò. Ancora una volta Dud 1 e Potter 0! Ma questa volta proprio non gli poteva permettere di tenere una cosa del genere con se, non sapeva il perché ma quella palla di pelo gli stava alquanto sul pacco e da come lo guardava l’animaletto, la cosa era reciproca.

Si sedette sul letto e si portò una mano sul naso… quel piccolo stronzo lo aveva colpito per davvero! E se non ci fosse stato suo padre chissà cosa altro avrebbe potuto fare… bè, una mezza idea su cosa gli avrebbe fatto LUI la sapeva, però… l’immagine di un Harry legato a un qualunque cosa basta che sia legato bello stretto e mezzo nudo non era affatto un toccasana, anzi, si che lo era, ma che andava pensando? Solo… bè… era difficile rimanere arrabbiati con una simile visione, quindi era meglio concentrarsi sul pugno… mh… chissà se ad Harry piaceva violento?... Con quel visino d’angelo che si ritrovava poi… anche se le cose messe in contrasto erano molto più eccitanti di due cose in perfetta sintonia. Se Harry aveva l’aspetto angelico e al tempo stesso predisposizione al sadomaso, su se stesso in particolare, allora non c’era nulla che Potter voleva e non ottenere. Chissà, magari se sin dall’inizio lui fosse stato più… ehm… gentile? O quanto meno non pestarlo ogni Merlino di volta che lo intravedeva ed Harry avesse mostrato piacere mentre lo picchiava… Ok, stop, alt, rew e play. Schiariamoci la memoria, cancelliamo tutto ciò, la voce e ripartiamo! Forza che ce la possiamo fare capo!

Leggero tic sotto l’occhio…

No, nulla! E vabbè, noi ci abbiamo provato.

Ma ricapitolando un attimo, era stato picchiato, quel giorno, da quello (si, oramai chiamava così Draco), Harry e si, era dura ammetterlo, ma anche da un furetto… la cosa andava degradando minuto per minuto e la cosa non gli piaceva. No, non gli piaceva neanche un poco persino il fatto che un ragazzo che non fosse lui si avvicinasse così tanto ad Harry da poterlo toccare, e se vogliamo aggiungere anche il fatto che quello se lo era baciato, strofinato, spogliato e Dio solo sa cos’altro… gli saliva in corpo una rabbia indecifrabile!

Il senso che ciò che è tuo e solo tuo è stato profanato e che a quel TUO non è dispiaciuto affatto poi… ti fa venire solo voglia di uccidere o quanto meno pestare a sangue quella persona che aveva osato toccare la proprietà privata e riprenderti ciò che è tuo di diritto. Ma bastava l’avere un legame di sangue per rivendicare tuo qualcosa?

Dud rettificò bene quel “qualcosa”… aveva davvero intenzione di classificare Harry come un oggetto? Non poteva essere qualcosa di più? Magari… chissà… un… amante? La parola amante tuttavia gli dava di proibito e d’innaturale ma d’altronde, cosa c’era in Potter di normale? Si, certo, il corpo era come quello di un qualunque ragazzo (e che ragazzo!) magari lo stato psicologio sarà stato più… avanzato? Maturo? Una cosa era certa; Harry aveva l’aria di chi era stato costretto a crescere troppo in fretta e Dud prima si stupì, poi si diede dello stupido perché quella magari era una verità comune a tutti. Tutti… tranne lui, l’unica persona più vicina ad un fratello che Harry abbia mai avuto.

Fu come se si destasse da un sonno leggero. Il furetto aveva fatto ribaltare la gabbia e lui stesso dentro di essa. Poggiò i gomiti sui ginocchi e la faccia su una mano e i loro sguardi per un attimo si incontrarono. E Dud potè chiaramente avvertire una scossa di paura avvolgerlo che proveniva senza dubbio da quelle iridi fredde. Entrambi assottigliarono gli occhi e Dud capì che la vita non era facile (ben svegliato caro!) e che le cose non si avevano solo piangendo e battendo i piedi per terra, la gente non ti dice le cose, la gente non ti da così, a brullo, le cose.

La gelosia invase entrambi.

Invase Draco, strappato dalle braccia del suo amore, e in collera con se stesso per aver permesso a persone qualunque di farlo.

Invase Dudley, che quando aveva visto Harry così felice con in braccio quella palla di pelo, aveva solo desiderato di separarli. Convinto che così le cose sarebbero state più facili. Fu la prima volta che desiderò essere un mago, così da poter essere al posto di Draco ed essere stretto dalle braccia del moro. Se solo il padre lo sarebbe venuto a sapere… bè, molto probabilmente avrebbe dato tutta al colpa ad Harry per averlo deviato. E poi ci si lamenta che Harry abbia la coda di paglia!

Draco stava meditando di tornare umano e piantare un paletto nel cuore di quel babbano ottuso e di affogarlo per bene dentro l’acido corrosivo (e vi dico, per esperienza personale, che non è una cosa carina ma, dopotutto, basta farci l’abitudine come tutte le altre cose nd xla). Senza sapere che anche il babbano ottuso stava meditando la stessa cosa.

Quello che non sapevano era che erano degli egoisti. Entrambi. Pensavano solo al male che si potevano fare reciprocamente, non gli sfiorava affatto il pensiero che c’era già una persona che soffrire, con abbastanza dolore nel cuore da compensare per loro per la vita.

La sedia sbattè addosso alla parete per la seconda volta con tanta forza che lo schienale e due gambe si spezzarono, cadendo a terra. Ed Harry vide, in quei pezzi di legno, il sogno infranto di una vita, la consapevolezza di non essere riuscito a fare nulla, nonostante ne avesse le qualità, per salvare il suo amore. Ironico il destino, ma d’altronde per lui, piccola foglia nella neve, era ormai cosa quotidiana il veder cadere tutto ciò per cui aveva lottato in un istante. Si appoggiò al muro e fissò la stanza: le tende per metà strappate lasciavano entrare fiocamente la luce del sole d’estate dalla quale Harry se ne teneva ben lontano poiché si riteneva indegno di mostrarsi alla luce del sole poiché non poteva neanche più mostrarsi davanti al suo amore dai capelli luminosi e lucenti, il letto ribaltato ed intorno le piume dei cuscini che cadevano candide ed indifese per terra, la carta da parati tirata abbastanza da far intravedere il muro spoglio, un’anta dell’armadio cigolava sinistra rotta, visto che non si chiudeva.

Mentre vedeva tutte quelle cose le lacrime iniziarono di nuovo a pizzicare e a spingere prepotentemente per uscire dai suoi occhi, sapeva che piangere non risolveva nulla, eppure… come altri si sono mai dimenticati di farglielo notare…non sapeva fare altro che piangere. Piangere… senza fare nulla per rimediare e riscattarsi di quelle acque salate che bagnavano le sue guance impunemente e senza il suo permesso. Aprì le cataratte senza neanche rendersene conto e scivolò a terra, su quel pavimento pieno di polvere dove zia Petunia non spolverava mai e pieno di piume, vetri rotti e calcinacci. Fece sbattere la testa contro la parete. Una, due… la terza volta più forte delle precedenti e si abbandonò a terra, accompagnato dalla parete. Ingoiò la poca saliva che gli si era accumulata in bocca.

Si dice che la stanza dice molto della persona che la abita. Se è piena di colore vuol dire che sei allegro, se è disordinata e piena di cianfrusaglia che sei un’artista. In quel momento la sua stanza era nel totale caos, tutto rotto e si ritrovò a pensare che quella frase era tutta vera.

Si sentiva a pezzi come quei vetri rotti.

Si sentiva fragile, esattamente come quelle piume.

E si sentiva un fottutissimo niente, proprio come quella polvere.

Si, ecco cosa era; polvere. Un qualcosa che, anche se mancava, non si notava, anzi; era meglio se mancava, almeno non avrebbe potuto nuocere a nessuno…

Si portò le gambe al petto e le mani a circondarle, come a chiudersi in un bozzo, sicuro che nessuno lo avrebbe potuto sorpassare. Abbattere le sue difese ed arrivare sino a lui.

Se il sole non arriva in tempo, quella piccola fogliolina verrà sommersa dalla neve e morrà.

Aspetta un attimo! Ehi, lui era Harry James Potter; aveva affrontato ogni sorta di dolore e anche se questo pareva più forte degli altri come l’ennesima dimostrazione che si è al mondo solo per soffrire, non poteva arrendersi così! Gli è stata strappa la persona più preziosa che aveva? Ok, si sarebbe rialzato, avrebbe sguainato la spada e si sarebbe andato a riprendere il suo amore, anche se avrebbe dovuto affrontare quel troll da strapazzo!

Ma Harry si rese conto che, più che cavaliere, era tanto principessa.

Si alzò da terra e con sguardo determinato si diresse verso la sua porta, miracolosamente intatta dalla sua furia di poco prima. Si sarebbe ripreso ciò che gli apparteneva! Garantito!

Uscì dalla sua stanza e con grandi falcate attraversò i pochi metri che lo dividevano dal suo amore e ora che si ritrovava dinnanzi a quella tanto odiata porta… che fare? Potter non ci mise tanto per trovare la soluzione visto che quando c’è da riflettere lui agisce e basta. E buttando la logica nel cestino dei rifiuti portò la mano alla maniglia, ma prima che l’avesse raggiunta, essa si abbassò da sola e in un nano secondo Harry si ritrovò spiaccicato alla parete affianco.

Dudley mise il testone fuori e, dopo aver dato una furtiva occhiata intorno… strano, credeva di aver sentito dei rumori di passi… richiuse la porta piano.

Harry, appiccicato come una sottiletta sulla parete, mosse piano a piccoli scatti le mani, quasi fosse una zanzara e si staccò con non poche difficoltà da essa. Una volta che si fu ripreso, si tastò velocemente la tasche e… cazzo! Non si era portato dietro la bacchetta!... Poco male pensò; aveva già dato un pugno al cuginastro e se non fosse stato per suo zio gliele avrebbe suonata. Sissignore! Anche se era più stonato di una campana stonata… eccome se gliene avrebbe cantate quattro! Altrimenti tutti quegli allenamenti da cercatore che li aveva fatti a fare eh? Solo per rincorrere una pallina volante e dorata che sfrecciava in ogni dove? Ma dai, non siamo ridicoli! Massaggiandosi il naso, sulla quale ci avrebbe messo volentieri un cerotto… insomma; lui era pure cagionevole un po’ di delicatezza per Merlino! Mandò a quel paese anche la bacchetta lasciarta sicuramente in camera sul… in… vicino a… oh, insomma; in camera era in camera, dove poi non si sa ma approssimatamene stava la! Ok? E sin abbassò abbastanza per essere all’altezza dello spioncino ed iniziò a… non proprio spiare, si potrebbe dire sorvegliare che quel troll del cugino non stesse avvelenando o fare chissà che cosa al suo povero amore… un… un attimo? Povero amore? POVERO? Rettificando… era quasi in pena per Dudley, visto che tipo era Draco.

Si, decisamen…

Ma le parole ultime lettere caddero nel vuoto, così come il suo cuore, quando vide ciò che quella piccola visuale gli permetteva… Avrebbe davvero voluto avere i suoi amici con lui, lì, accanto, anche se li sentiva. Sentiva l’abbraccio consolatorio e caldo di Hermione e la mano di Ron che pacata e gentile si posava sulla sua spalla. Ciò poteva solo rendere l’idea di quante volte il mondo gli era caduto addosso…

Dud aprì piano una piccola fessura e mise dell’acqua dentro una ciotola chiara. Il furetto, assetato, iniziò a bere avidamente. Osando, quasi, il ragazzo riportò dentro la mano grossa e con due dita carezzò piano la testolina bianca, trovando il pelo soffice e leggero come una nuvola. Prince… o Princess, a parer suo, era troppo impegnato a bere per farci caso. Ma in cuor suo sperava che fossero le mani di Harry, anche se sapeva perfettamente che non lo erano, visto che avrebbe saputo rinascere OVUNQUE il tocco del suo amore e quelle che sentiva, non erano le sue dita! Harry aveva un tocco appena palpabile e che, quando s’intensificava, diventava prima goffo e di colpo di passionale ed audace senza che neanche il moretto se ne rendesse conto. Invece, quello che sentivi sulla sua regale testolina da furetto albino, era un tocco arrogante e superbo e a tratti insicuro se stava facendo una cosa giusta o meno. E, meditando ancora sul perfezionamento sul suo già eccellente piano “ammazza babbano insulto e ottuso” sul da farsi; se usare la corda per strozzarlo o meno, eh sono cose che contano queste, ma vogliamo mettere? Si rinfrescò con quell’acqua chiara… trovando estenuante il dover leccare con la piccola linguetta a millilitri l’acqua!

Harry si portò una mano al cuore… ma quale cuore? Che lui per caso aveva un cuore? Se si allora se lo era appena ingoiato!

Si diede di nuovo del mostro… come aveva anche solo pensato di poterli separare?

Si diede di nuovo dell’idiota… anzi no, meglio; era un coglione! Per l’ennesima volta si era illuso… cosa in quel suo piccolo cervellino gli aveva dato anche solo l’idea che poteva essere felice, che poteva essere amato! Ma c’era anche da dire che gran parte del merito andavano a Malfoy e al suo talento nel recitare! Oh, come se lo era incantato per bere con tutti quei “non ti lascerò più andare” “ti amo” “temevo di non rivederti più” e lui coglione che ci era cascato con tutta la scopa e la bacchetta!

Era questo che voleva Draco? Bene allora!

La porta si riaprì di scattò ma stavolta Harry si fece trovare pronto e evitò di rifare la fine della zanzara… ma diciamoci pure che è scivolato! Dudley uscì dalla stanza e buttò un’occhiata al furetto:

-Torno subito!- ah adesso ci facciamo anche le promesse…

Quando il ragazzo raggiunse le scale diede un’ultima sguardo con la coda dell’occhio al corridoio, pensando di aver sentito qualcosa ma non vedendo nulla diede la colpa al troppo caldo e a tutte le cose che erano successe in quella giornata! In seguito il suo sguardo volò come una calamina sul ferra dritto sulla porta del cugino mago. Era aperta solo per uno spiraglio e… strano, pensava che stesse affogando il dolore nelle lacrime ed invece da dentro non proveniva alcun rumore… ma forse il pazzo aveva fatto una delle sue sventolate di bacchetta per insonorizzare la camera il che, se era davvero così, ciò faceva gongolare maggiormente Dudley che, quasi canticchiando, scese piano le scale, andando in salotto.

Quando Harry sentì la tv accesa e quei terribili suoni da cartoni da quattro soldi, era certo che il cugino non avrebbe più fatto cosa a ciò che lo circondava, quindi, la via era libera!

Il furetto li leccò una zampetta e, quando capì di essere osservato, portò gli occhi sulla porta dove vide un Harry retto e dal portamento quasi fiero, gli occhi malinconici ma determinati, lo vide espirare, buttando fuori l’aria dal naso come se si fosse liberato di un grosso peso e si volatilizzò. Draco si uscì dalla gabbia e si trasfigurò subito, senza neanche preoccuparsi di coprirsi con qualcosa, e si precipitò fuori da quella stanza di aria viziata e si diresse verso quella di Harry, vedendola sbattere. Si fermò davanti ad essa, bussare gli pareva da stupidi, tuttavia non far incazzare di più il moretto, bussò.

Ogni toc-toc per Harry era una falcata verso la rovina e mezzo passo dal burrone della pazzia. Eppure si doveva sforzare di essere forte, non doveva fare scenate cretine! Non era colpa di Draco! Ma sua! Sua! Sua! E Sua! E per una volta tanto Potter cerca di non sembrare un ragazzina in piena crisi da pre-mestruazione (e dopo aver avuto la ragione sulla radio, con la quale ci litigo da stramani, si riparte nd xla)! Dopo essersi fatto questa promessa a se stesso, chiuse gli occhi prese un profondo respiro e parlò sperando che la voce non lo tradisse.

-Avanti-

Quasi ad apparire timoroso, Draco entrò. Harry si fece forza e si disse che dopotutto non era poi così difficile evitare di fare scenate isteriche!

Il biondo mosse dei passi dentro la stanza e chiuse la porta ed Harry capì che non poteva sostenere quello sguardo tenero e glaciale. Cercò senza sembrare troppo disperato qualcosa… qualunque cosa da fare, pur di non guardarlo e realizzò quanto giovava a suo favore il non fissarlo negli occhi ma, al contrario, quasi ad ignorarlo. Cosa che, oltretutto. Draco odiava!

-Harry…-

Tic…

Sentiva che il suo cuore poteva anche essere salvato, anche se era una vana illusione! Ma dopotutto la speranza era sempre l’ultima a morire… DOVEVA essere l’ultima a morire, per forza! Era come se dentro di se il suo cuore fosse a pezzi e tenuto assieme da garze sporche di sangue che non smetteva di grondare da esso e tenuto al suo posto da dei fili di cristallo troppo fragili per poter sostenere un cuore grande e implorante d’amore, così come impaziente di donarlo, come quello. Quindi… aveva sentito male o quel tic coincideva quasi da far venire la nausea con una corda che si spezzava facendo inclinare la sua anima che si era recata a consolare il muscolo, così come l’orgoglio, ritirato per troppo tempo! E che ora reclamava la sua legittima vendetta contro chi lo aveva buttato via e beffeggiato con così tanta spavalderia!

-Harry…- ripetè Draco per poi guardarsi attorno -... Ma che diamine è successo qui dentro? Per caso hai avuto un altro dei tuoi attacchi isterici?- disse sarcastico.

Tic…

-A quanto pare…- disse alzando le spalle noncurante.

Draco alzò un sopracciglio; a quanto pare? Aveva davvero detto quelle parole senza urlare, piangere o strepitare? Bè, o era maturato tutto d’un colpo, e la cosa era utopica, oppure… Draco raggiunge una delle sue valigie, messe in un angolo e miracolosamente sopravvissuto alla furia che è il suo ragazzo, ne aprì una magicamente e ne trasse fuori una vestaglia di seta nero notte e coprì le proprie nudità… oppure c’era qualcosa sotto, finì di pensare mentre si aggiustava meglio il noto della cinta di tessuto sul ventre.

-Uh… tuo cugino non è tanto male…-

Questa volta Harry sentì ben tre tic. Ingoiò a vuoto e rimise al suo posto quel che ne rimaneva della sua sedia, affianco alla scrivania, con la magia la ricompose e si appoggiò sulla spalliera. Ne aveva bisogno, di avere un sostegno, in quel momento, altrimenti ne sarebbe crollato. Non sapeva quante corde-salvezze gli rimanevano ma ormai, dopo quelle parole, tanto valeva tentare il tutto per tutto no?

-Già…- abbassò gli occhi. Sapeva che c’era il sole poco in alto lo si poteva vedere chiaramente dalle tende mal messe che aveva rovinato lui stesso, ma non voleva alzare lo sguardo, un po’ perché era troppo forte… e un po’ perché lui, coglione e debole, non se ne sentiva degno.

-Già…- ripetè Draco sentendosi montare dalla rabbia, o quantomeno una cosa molto simile ad essa! Quello stupido babbano li aveva fatti separare, lo aveva fatto piangere, ridurre a quel modo la stanza, lui fa un complimento a questo ed Harry che dice? Acconsente e basta?

Vide Harry piegarsi e capì che non lo voleva vedere negli occhi, così come capì che si stava tenendo impegnato anche in maniera che lui stava ben distante dalla sua visuale.

Harry fissò per qualche istante i pezzi di vetro della vecchia lampada, e dannarti vetri, potevano riflettere! Infatti Harry vi vide Draco che dietro di se ed in piedi, lo fissava con gli occhi ridotti a due fessure, cosa che faceva solo quando voleva vederci chiaro su una cosa che gli dava molto, MOLTO fastidio.

-Harry, alzati!-

-…-

-Harry!-

-…-

-Potter!- urlò, strattonandolo per tirarlo su. Harry si divincolò.

-Ma si può sapere che vuoi?- urlò a sua volta il moro, portandosi il braccio al petto, come fosse infetto, anche se senza volerlo, aveva paura di macchiare quel biondo angelo col suo sudiciume –Vai dal tuo ragazzo! Si sta chiedendo dove sei a quest’ora!-

Draco fece una faccia stranita, alzando un sopracciglio –Ma ci sono dal mio ragazzo- lo abbracciò dalla vita e lo trasse a se per baciarlo dolcemente, ma Harry quel giorno doveva avere proprio la cicatrice storta, visto che con forza di staccò da lui.

Sorrise amaro –Non mi prendere per il culo Malfoy… lo hai fatto anche per troppo tempo…- disse, sapendo bene che il biondo aveva colpo entrambi i sensi di quella frase, dopotutto era lui quello intelligente, no? Quello astuto!

-Ma che…- Draco non fece in tempo a finire la frase se Harry riparlò.

-Chissà come ti sei vantato con gli altri… “ho sverginato Potty”- scimmiottò il moro –Ora basta Malfoy! Vattene e lasciami stare…- mano a mano che parlava la sua voce si era inclinata, diventando auto-accusatoria, -E pensare che io ci aveva pure creduto…- si coprì gli occhi con una mano –Complimenti Malfoy, ci sei riuscito!- gli battè ironicamente le mani in un pietoso applauso -Ci siamo… ti sei, divertito…- e in un attimo gli passarono davanti agli occhi tutte le notte di passioni che avevano vissuto assieme –Ma ora basta!- soffiò stanco abbassando la testa e scompigliandosi i capelli con una mano con gesti agitati.

Ok, non era proprio come si era programmato, ma non c’era male, no? Si poteva dire che stava reagendo con filosofia! Ma la voglia di buttarsi tra le sue braccia, scoppiare a piangere disperatamente e lasciarsi stringere e cullare faceva aspramente a botte con quel pizzico di orgoglio che aveva lasciato distrattamente affiorare in lui qualche attimo prima che il biondo entrasse. Forse… gli pareva tutto così confuso… persino suoi vecchi incubi erano più chiari: Voldemort lo voleva morto!... Quasi, quasi… preferiva di gran lunga quelli...

Si riabbassò stanco e prese a raccogliere i cocci di vetro per terra, senza preoccuparsi se si poteva fare male o meno, ne prese due/tre alla volta e se li mise su una mano. Dopo quello che stava provando gli pareva difficile immaginarsi che un piccolo dolore come quello corporale lo potesse superare, ma anche solo vagamente raggiungerlo. Anche se se lo era detto non sapeva quante volte… a quanto pare si superava ogni volta di più! Stupefacente!

Draco, offeso nell’orgoglio e nel cuore, lo riprese per un polso.

-Non dire cazzate! Ma si può sapere da dove te ne sei uscito? Hai per caso preso una botta in testa?-

-Può d’arsi!- lo accusò Harry, con tono che pareva non gli appartenesse, da una parte sembrava voler piangere, dall’altra cercare di mantenere il controllo… il risultato era una voce quasi fredda, di metallo, magari intervallata da piccole pause di silenzio che permettevano al proprietario di impedirsi di piangere e si boccheggiare aria dentro il corpo per mantenere il controllo –Per credere a tutte le puttanate che mi hai det…-

Ma non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò faccia a terra, con i vetri che gli graffiavano le guance, una mano di Draco sulla testa a tenergliela ferma a quanto pare… il biondo non ci aveva visto più: come si permetteva quello scemo di dire stronzate del genere? Allora non si era espresso bene in quei mesi! Era il caso di ripetere il concetto allora…

Sbottonò i pantaloni sporchi di Harry, gli abbassò assieme alla biancheria intima e gli fece divaricare prepotentemente le gambe. La posa che aveva assunto Harry era molto invitante; non era solito prenderlo così, gli sembrava di violentarlo in quella posa così vergognosa… che se ne ricordava solo una volta era accaduto e dopo una bella litigata. Si bloccò un attimo; che stava facendo? Già poteva immaginarsi quel cucciolo che piangeva sconnessamente dal dolore e le proprie urla di piacere al pensiero che lo stava prendendo con violenza e senza preparazione. Eppure… eppure… lo penetrò in un sol colpo, facendolo sobbalzare! Rimase fermo per qualche istante, assaporando quella sensazione dapprima di compressione da quelle carni strette e bollenti e successivamente di allargamento, Harry che allargava per lui. Solo per lui… E forse Voldemort si era guadagnato una medaglia al valore, aveva ragione; conta solo il potere! Ti da alla testa, la consapevolezza di avere tutti e tutto nel palmo della mano, da alla testa l’avere la vita e la morte nel palmo della mano… Così come ora lui si sentiva a casa e potente al sicuro da chi gli voleva fare del male. E il pensiero che tutto questo glielo dava SOLO quel piccolo lo fece affondare di più e più forte.

Harry sobbalzò! Non ci poteva credere! Non ci voleva credere! Per mille volte gli aveva detto che detestava quella posizione, era così vergognosa e benché a Draco, lo sapeva, piacesse da impazzire, non lo aveva mai più fatto dopo quella volta.. glielo aveva promesso e così era stato… fino ad allora… dunque… una volta tanto ci aveva visto giusto… Draco lo aveva preso solo in giro, si era fatto beffe di lui. Si sentiva tanto il giocattolino che si è rotto o, peggio, della quale il padrone di era stufato ed ora stava solo verificando se ne aveva ancora voglio, testando se era effettivamente, per lui, difettoso e da buttare in un angolettino a marcire come un qualunque giocattolo. Ed Harry non sapeva perché, ma aveva la vaga idea, che ne avrebbe trovati tanti altri come lui, in quell’angolo… e questa idea piano, piano che quell’incubo continuava e si faceva più intenso diventava quasi una certezza. La chiarezza e il faro di speranza, l’unico che gli rimaneva, era che quell’incubo finisse il prima possibile! La sensazione di lacerazione e di fallimento s’impadroniva sempre di più di lui, facendolo sentire uno schifo, con l’assurda convinzione che in quella maniera, con quel contatto, stava macchiando Draco con la sua sporcizia. Fallimento… perché ancora una volta si era lasciato imbambolare dal primo che passava e che lo trattava gentilmente… quella strana e famigliare sensazione, quasi una sorella, di non essere ancora una volta riuscito a tenersi stretto e caro chi amava.

Lo sfregamento col pavimento provocò ad Harry altri tagliettini appena percettibili. Draco prese uno di quei pezzettini, alzò la camicia di Harry e con il vetro rotto iniziò a tracciare la linea della spina dorsale di del moro, che gemette dal dolore. Dolore che aumentò quando Draco passò sopra una delle vecchie cicatrici, questa in particolare, era orizzontale (ma ci credete che io ho imparato la differenza tra orizzontale e verticalare facendo i cruciverba? E mi sbagliavo anche lì! Ma poi… ci avete fatto caso alla parola? CRICIverba? Nel senso… che ti devi cruciare il cervello prima di riuscire a trovare la soluzione == nd xla) e di qualche centimetro sotto la metà schiena. Draco fissava soddisfatto il suo operato ma quando la prima goccia di sangue uscì dalla carne bronzea e ambrata per andare verso il fianco morbido… spalancò gli occhi mentre fissava quella piccola vittima scendere fino ad arrivava, dopo un tuffo nell’aria, sul pavimento, la vide, come ipnotizzato a rallentatore… e così, piano piano, seguendo la via della goccia di sangue diminuì la potenza delle sue spinte, sino a fermarsi del tutto. Si udì chiaramente il cessare dello schiocco di carne contro carne bollente e un sussulto di Harry che ansimava dal dolore.

Draco uscì dall’antro caldo di Harry e vide con orrore altro sangue uscirne fuori, attraversare le cosce tutte da mordere e finire per terra.

-H…H-Ha..Harry…- la voce gli tremava come se davanti a lui fosse stato messo un molliccio. Sapeva di aver fatto una cazzata!

-…- Harry voleva parlare… cavolo se lo voleva! Ma aveva la mente troppo piena di pensieri, avrebbe avuto troppe cose da dire, eppure sentiva che se non avrebbe parlare si sarebbe soffocato, ma era cosa se ogni parola gli costava fiato e fatica, che magari era meglio risparmiare. Aprì gli occhi offuscati dalle lacrime ed una cadè su di un vetro a qualche centimetro dal suo viso… guardò quel pezzettino di materiale trasparente così intensamente che chiunque si fosse fermato ad osservarlo, sarebbe stato pronto a scommettere che il vetro si sarebbe sciolto, causa il fuoco che scaturiva dagli occhi smeraldo di Harry.

Ma non fece nulla. Sbattè piano un paio di volte le palpebre, tranquillamente. Non ebbe il tempo materiale di fare nulla. Il biondo lo prese e lo voltò, per poterlo guardare in faccia e solo Merlino saprebbe descrivere l’espressione di Draco, quasi sull’orlo del pianto. Gli accarezzò piano il pollice una guancia, togliendo del sangue, gli occhi di Harry che si ostinavano a non volerlo degnare di uno sguardo, lo teneva puntato per terra verso i vetri rotti. La tentazione di unirsi a lui, piangendo come un deficiente era allettante, ma si sforzò di avere ragione sulle lacrime. Ma non poteva fare nulla per gli occhi lucidi e una lacrima, a dispetto delle sue difese Malfoy, scalfite nel tempo, gli scappò. Harry, solo in quel momento alzò gli occhi gonfi e lucidi e si specchiò in quelli di Draco… vide quel cristallo mentre cadeva, ne seguiva la strada. Si avvicinò col viso a lui, sempre di più e con le labbra la portò via, poi fece per abbracciarlo, ma si allontanò come scottato, così come ritirò il viso.

-Scusami…- mormorò piano il moro –E’ tutta colpa mia- volle alzarsi, ma sapeva che non ci sarebbe riuscito, gli tremavano le gambe.

-…-

-Ehi… basta con quel broncio Draco- tentò Harry –Ora ti dai una bella sistemata e poi… e poi… torni da Dud, che ti starà cercando…- gli costava molto dire quelle parole, ma ormai…

-Lo odio…-

-Lo ami…-

-COSA?- spalancò gli occhi Draco.

-Aspetta Draco, fammi parlare, perché non credo che… che riuscirò a riprendere, una volta perso l filo- respirò profondamente. Aveva appena iniziato e già sentiva di nuovo le lacrime. Che scemo! –Io ti amo ok? Non… non posso farci nulla! Nonostante tutti mi davano contro, per la mia scelta, io… io ci credevo, sai? Ci credevo quando mi dicevi le promesse e le parole dolci- si sentiva tanto piccolo e gli pareva di parlare come un bambino –Ma… se non mi ami… non ha… non ha senso continuare questa sceneggiata! Io ti amo e voglio solo il tuo bene, perché ti amo- più lo ripeteva e più gli faceva male il cuore, che ormai si reggeva con una corda che si stava per spezzare. Un ultimo tic, non bastava altro per distruggerlo!

-Ti sei divertito un’ultima volta ma se ami Dud, non lo puoi fare più con me, lo sai no, che sono contrario a queste cose…- ridacchiò piano con forza.

Draco non sapeva più che fare; poco prima aveva provato a risolvere, per dire, la faccenda come faceva sempre, con una bella cavalcata, ma forse questa volta non sarebbe bastata, anzi; non sarebbe stato proprio il caso… Guardò Harry… si vedeva che soffriva e già in passato lo aveva visto così, e questo perché lui si lasciava troppo andare in stupidi scherzi con altri ragazzi. Non sapeva davvero cosa fare… era bravo con le parole, ma non sarebbero valse a nulla con Harry in quelle condizioni, così, decise di alzarsi. Il moro pensò che stava facendo come gli aveva consigliato; lasciarlo nella sua pozza di sangue e andare da Dud, la persona che ama davvero. Ma lui non ci poteva fare nulla! Nulla! Quella era una decisione di Draco e lui la doveva rispettare. Ma faceva male… dio se faceva male!

Tutte le sue capriole mentali terminarono appena sentì il tocco di Draco che lo sollevava gentilmente da terra, prendendolo in braccio. D’istinto, portò le mani al suo collo e il volto nascosto nell’incavo di esso. Tremava come una foglia.

Draco si avvicinò a quello che ne rimaneva del letto, con due calci sistemò alla bene e meglio una parte del materasso, si sedette su di esso e vi portò con se anche Harry; parte del materasso era rialzato dalla spalliera del letto, vi poggiò la schiena e abbracciò Harry che si accoccolò come un cucciolo spaurito. Gli carezzò i capelli e ne saggiò ma morbidezza anche con le labbra, che poi scesero sulla fronte, il naso, dove sulla punta poggiò uno schiocco e poi i loro occhi s’incontrarono. Harry si diede dello stupido. Semplicemente dello stupido.

Unirono le loro labbra così che anche loro potessero chiedere scusa e le mani di Draco andarono a cingere i suoi fianchi mentre percepiva le mani di Harry andare fino ai suoi capelli. Appena le lingue s’incontrarono si persero nel loro mondo e non udirono per nulla un bicchiere rompersi fuori in corridoio e due occhi porcini spalancati che li fissavano.

[10/06/08]

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Ecco qua il ventesimo capitolo! E’ la prima volta che arrivo a questo punto in una long-fic e ne sono molto fiera. Mi scuso ancora per la mancata betatura ma per fortuna ho avuto notizie dalla zietta Ada che, appena può, mi manderà tutto in una mail! Scusate anche per lo… mhm… non si può chiamare ne stupro ne violenza a mio avviso ma comunque scusate se vi ha dato fastidio ma non penso di aver esagerato… cioè; non è una lemon in piena regola, perché ovviamente questa ff non è rossa quindi mi sono limitata il più possibile… contando quanto io odi i limiti ==.

Il titolo… ecco; penso che vi siate accorti di cosa ho usato per i cambi di scenari, quattro simboli conosciutizzimi, e visto che non sapevo come intitolare il capitolo ho pensato a CQFP, me lo ha insegnato mio padre, il Naka (che fa strage di donne ==), da quando ero piccola; COME QUANDO FUORI PIOVE che corrisponde a CUORI QUADRI FIORI e PICCHE.. e penso che il significato della sigla lo condividiate per il capitolo ^^! E… si; amo giocare a carte! Specie ramino XD, non m’importa vincere… perché la scena di mia cuginetta (Glò ti voglio bene *ç*) che non riesce a tenere tutte e dieci le carte in mano non ha prezzo XD… oltretutto non è che sia più picciula di me, ora la signorinella da diciotto anni, eh ==! Ma meglio giocare ai Panpunsetti, vero Glò *ç*? (il nome se l’è inventato lei, così come il gioco… ora capite che il vizio di dare nomi a tutti e tutti è un vizio di sangue XD)

GRAZIE a chi legge

GRAZIE a chi ha messo la fanfa tra i preferiti

GRAZIE a chi commenta

Ps; lo so che dopo tanto tempo, quando una fanfa viene aggiornata non ce ne tè di leggerla e magari facciamo “la leggerò” e poi non succederà mai perché la fanfa in questione andrà avanti e ovviamente noi abbiamo altro da fare, per questo scusate per il ritardo e grazie a chi commenta e a chi legge ^_^.

   
 
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