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Autore: Ixumy    09/05/2014    1 recensioni
In questa raccolta di OneShot ho voluto parlare di un anno particolarmente movimentato passato in una delle peggiori scuole superiori della regione.
Tra insegnanti incapaci, compagni viziati e snob, bidelli con manie di protagonismo o ossessivi compulsivi e la consapevolezza di non poter passare l'anno, come si può sopravvivere un anno intero con due amici contati se non facendo casino?
Queste sono storie vere. Ho cambiato solo i nomi per la privaci (e perché sul sito viaggia anche mia madre. Vista la sfiga che ho potrebbe anche leggere. Insomma, io sono Ixumy anche in queste storie.)
Genere: Demenziale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non ero mai stata molto brava a farmi degli amici a scuola. Sono sempre stata la tipica “sfigata” che tutti prendevano in giro e questo mi aveva causato vari problemi emotivi e di autostima.
Quel giorno, quando per la prima volta salii le scale di quella scuola superiore verso la mia classe pensavo che finalmente sarebbe cambiato tutto.
A parte due ragazze, non conoscevo nessuno in tutta la scuola. Queste due, le chiameremo Lucy e Giulia, erano in classe con me alle medie ma ora erano in un’altra scuola. Sono due gemelle diverse, Lucy castana e introversa (con cui avevo legato parecchio durante l’estate) e Giulia era bionda e bella, la tipica figa di turno della scuola.
Entrata in classe vedo banchi senza sotto banco, sedie mezze rotte, finestre enormi e un casino di gente ognuna intenta a farsi gli affari propri. C’era chi si truccava (tutte le ragazze), chi giocava sulla psp, chi dormiva, chi nascondeva la sigaretta appena spenta sotto il cestino della spazzatura (questo era un genio del male. Lo chiamerò Jeremia, ricordatevelo.)… Tutti vestiti con abiti di marca. TUTTI.
Io addosso avevo jeans dei cinesi, maglietta del mercato, una collana in ferro con un drago, cintura distrutta… L’unica cosa di marca che avevo erano le scarpe… Immaginate quando sono entrata come mi hanno guardata.
Tutti a guardare la “pezzente”. Effettivamente, questo era stato il mio primo nomignolo. Da “cane” alle medie, “pezzente” era quasi meglio. Quasi.
Sono passati qualcosa come otto o nove giorni prima che mi decidessi a parlare con qualcuno, giusto il tempo per capire che nessuno voleva parlarmi di propria iniziativa.
Non sapendo come fare a parlare durante la lezione di economia, di cui non capivo una mazza, ho scritto un bigliettino alla mia compagna di banco.
 
“Ciao, sono Ixumy.
Tu come ti chiami?”
 
Lei squadra il bigliettino come se fosse caduto da un ufo, poi prende la penna e scrive.
 
“Io mi chiamo Stefania.
Perché?”
 
Vi prego di soffermarvi su quella risposta… Veramente, vi prego e poi spiegatemi come avrei dovuto reagire, perché io sono rimasta a guardare quel dannato foglio per tre quarti d’ora!!
Magari vi starete dicendo “Dai, se l’è inventato..” No! Ho ancora quel foglio da qualche parte nei cassetti della scrivania, a casa.
Comunque, non sapendo come reagire ho fissato il foglio fino al suono della campanella. Era iniziato l’intervallo. Dopo esserci alzati in piedi per salutare la prof di economia, a cui non darò nomignoli perché non voglio essere volgare, mi decido di parlare a sta ragazza di persona.
Le porgo la mano e col sorriso più smagliante che potessi fare dico
«Piacere di conoscerti, Stefania!»
Lei  guarda la mano, poi me, poi i miei vestiti (avevo addosso una bellissima maglia dell’Hard Rock Cafè di Venezia presa in gita alle medie… In una scuola piena di tamarretti viziati. E’ la mia maglia delle grandi occasioni… Vi giuro, sto quasi piangendo a ripensarci. Sono stata un’idiota), poi guarda ancora me.
Sorride anche lei, mi stringe la mano e io sono al settimo cielo! Finchè non mi dice una singola parola.
«Grazie!»
“Grazie”…
Vi giuro che non ho mai odiato così tanto quella parola.
Ora io vi chiedo, per rispondere una cosa simile ad una ragazza che cerca di fare amicizia con te, quanto devi essere infame?
Morale della favola? Meglio non cercare di fare amicizia col primo che capita. Provate con chi è dall’altra parte dell’aula, magari va meglio.
----angolo autrice----
Credetemi, è stato parecchio traumatico quel "grazie", mi rimbomba ancora in testa!
A voi cretiche e commenti, ci becchiamo prossima settimana col secondo capitolo =)
Ixumy
  
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