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Autore: holmeslessassbutttimelord    10/05/2014    5 recensioni
Castiel non ha parlato per quasi vent'anni, e sembra sul punto di essere mandato fuori dall'ennesimo ospedale psichiatrico. È irrispettoso, non cooperativo ed antisociale rende difficile a chiunque essergli amici. Ma quando Dean viene internato nello stesso ospedale, l'intero mondo di Castiel cambia.
(Mental Hospital!AU)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note della traduttrice: Questo, questo capitolo era pronto da più di un mese! Dovete incolpare la maturità e tutto il sistema scolastico T_T perdonatemi, spero che questo capitolo vi posso calmare un po'.
Allora ringrazio sempre tutti coloro che recensiscono e mi sorprende perché siete tanti, a volte non rispondo, ma è perché sono tonta e non so come rispondere perché i complimenti mi emozionano ^^' coooomunque spero vi piaccia e dovete anche sapere che da adesso in poi l'attesa potrebbe essere ancora più lunga, perché ho finito i capitoli già tradotti e non ho proprio tempo per mettermi a tradurre #shameonme
Come sempre grazie, e come avete fatto l'altra volta, fatemi sapere se ci sono errori <3 grazie mille :*

Quello che ha più apprezzato Castiel della sua giornata è stato il fatto di poter creare. Se solo potesse fare terapia occupazionale tutto il giorno, così da poter passare il tempo dipingendo e disegnando in pace senza stress. Ancora più belli erano i giorni in cui Dean decideva di unirsi a lui.
Per la maggior parte del tempo lavoravano in silenzio, godendosi la presenza l'uno dell'altro mentre si dedicavano ai loro progetti. Ogni tanto Castiel chiedeva a Dean di passargli un pennello o Dean esprimeva il suo parere sul dipinto di Castiel, ma in genere si sentivano a loro agio in un comodo silenzio. Non avevano bisogno di parole per sciogliere l'imbarazzo, stare insieme era abbastanza.
Ci fu, però, uno dei rari momenti in cui Castiel ruppe il silenzio. “Ho quello che chiamano blocco dell'artista.” disse, lasciando la matita libera di scarabocchiare sulla tela.
“Cosa intendi?” chiese Dean, senza spostare lo sguardo dall'acchiappa-sogni che stava costruendo.
“Voglio dire che non so cosa disegnare.”
“Perché non disegni una casa o della frutta o qualcosa del genere?”
“No, no, preferisco le persone. Le persone hanno dei sentimenti, fanno delle espressioni. Sono molto più interessanti, per non dire che sono come una sfida.”
“E allora disegna una persona.”
“Non capisci, Dean!” Castiel fece un sospiro carico di frustrazione, “Ho bisogno di un'ispirazione... Forse una sorta di modello?”
“Sì, certo un modello.” concordò distrattamente.
“Quindi sarai tu il mio modello?” chiese. Dean alzò lo sguardo per la prima volta, con un'espressione chiaramente scocciata dipinta in volto.
“Cas, no, non era quello che stavo dicendo.” protestò.
“Tutto quello che devi fare è stare seduto e sembrare carino. Sei molto bravo in questo, o sbaglio?” disse facendo un piccolo sorriso per alleggerire il sarcasmo della sua battuta. Dean aggrottò le sopracciglia.
“Non puoi semplicemente disegnarmi mentre lavoro?”
“No, voglio studiarti in ogni minimo dettaglio, e lo posso fare solo se stai fermo. Puoi interrompere il tuo lavoro su quell'acchiappa-sogni per un'oretta, no?” lo implorò.
“Un'ora intera?”
“Dean, per favore.”
“Va bene.” disse infine con aria sconfitta. “Ti do un'ora, non un minuto in più.”
Castiel annuì felice. “Certo, un'ora dovrebbe essere sufficiente.”
Dean posò il suo acchiappa-sogni e si sedette sulla sedia. “Quindi cosa devo fare?”
“Stai solamente seduto e fai del tuo meglio per sembrare carino.”
“Dai amico, è noioso!” si lagnò Dean.
“Possiamo continuare a parlare se ti può intrattenere.” disse Castiel, preparandosi. La matita schizzava da una parte all'altra della tela.
“Non posso credere che ti lascio fare tutto ciò, non sono una delle tue ragazze francesi, Jack.”
“Te l'ho già detto Dean: Il mio nome è Castiel e non capisco il tuo riferimento.”
Dean rise, divertito da quanto Castiel prendesse le cose alla lettera. Si divertiva citare ogni tanto qualcosa della cultura pop, in modo da poter vedere Castiel inclinare la testa e guardarlo con quegli occhi da cucciolo confuso.
“Comunque dove dovrei guardare?”
“Il pavimento, il muro, il posteriore di Dustin non mi interessa!” esclamò, ancora concentrato sul disegno, Dean grugnì.
“Qualcuno qui è un artista scontroso. Siamo un po' bipolari eh, Van Gogh?”
“Da quanto ne so, no, non soffro di quel disturbo. Van Gogh sì, comunque, e alla fine l'ha condotto al suicidio. Perdonami, ma non riesco a cogliere l'ilarità della situazione.”
“Wow Cas, non volevo offenderti.” si scusò, mettendo le mani in avanti. Castiel lo guardò con occhi duri, per poi addolcirli quando vide lo sguardo di Dean. Contrasse le labbra e disse. “Lo so.”
“L'hai presa molto seriamente questa cosa del disegno, eh?”
“Sì, è il mio modo di 'esprimere me stesso' così come ha detto la dottoressa Perri.”
“Se lo fai per esprimere te stesso, perché disegni me?”
Castiel si fermò un istante, la matita a mezz'aria, elaborando la risposta. “Ho bisogno di fare pratica con i volti maschili.” rispose debolmente.
“Okay, va bene. Mi sembra legittimo.”
Castiel continuò a lavorare appena la conversazione si spense, il suo disegno cominciava a prendere forma. Si lasciò la maggior parte del tempo per rifinire perfettamente gli occhi di Dean. Erano la sua parte preferita da disegnare in una persona, ma soprattutto in Dean. C'era qualcosa di fantastico nei suoi occhi luminosi, le iridi color giada e le pupille marroni spalancate. Brillavano di un'onestà che Castiel fece fatica a catturare nel suo dipinto.
“Come mai fai gli acchiappa-sogni?” chiese dopo un lungo momento di silenzio. Era quasi arrivata la fine dell'ora data a disposizione da Dean.
”Quando ero un bambino, mio padre mi raccontò la legenda, sai, quella che mandano via i brutti sogni; e mio fratello, faceva spesso gli incubi, quindi quando ce n'era la possibilità gliene facevo uno. Era il mio modo per proteggerlo sempre, anche quando dormiva.”
“Quindi adesso è diventata soltanto un'abitudine.”
“Ehm... Beh, no. Veramente ho notato che spesso ti agiti e ti rigiri nel letto quando dormi, quindi ne sto facendo un po' per te. Sono un po' arrugginito, quindi i primi non saranno bellissimi. Quello su cui stavo lavorando quando te e Allen avete litigate, è piuttosto bello, se ti va l'offerta è ancora valida.”
Dean si spostò sulla sedia e si grattò il collo. Castiel era sicuro che fosse in imbarazzo.
“Ne sarei felice. Grazie.”
“Okay, fantastico.” rispose. Il suo sorriso era nervoso. Castiel gli rispose sorridendo affettuosamente.
“Il tuo ritratto è pronto, se vuoi vederlo.”
“È già passata un'ora?”
“Un po' di più, in realtà.” lo informò, girando la tela in modo da farla vedere a Dean. “Quindi, cosa ne pensi?”
Lo stupore levò a Dean ogni possibile parola. Ogni linea era al posto giusto. Era quasi come guardarsi allo specchio, il suo sorriso sembrava sarcastico, ma i suoi occhi erano... Dolci, caldi, attorno ad essi c'erano delle rughe d'espressione, che mostravano come fosse felice. Il disegno aveva una nota dolce amara, un contrasto tra il suo sorriso ed i suoi occhi.
“Wow!” fu tutto quello che riuscì a dire.
“È così male? Voglio dire, so di non aver fatto molto bene il tuo naso e i tuoi capelli non sono molto azzeccati—"
“Zitto” lo interruppe. “Stai zitto. È bellissimo.”
Castiel si sedette, chiudendo la bocca, aspettando che Dean continuasse a studiare il suo disegno.
“Dio, Cas, sei così pieno di talento. È meraviglioso! Non ci sono parole per descriverlo... Solo wow!”
Castiel non poté fare a meno di non sorridere soddisfatto, le parole gentili di Dean gli avevano fatto salire un moto d'orgoglio. Continuava ancora a trovare mille difetti, ma se a Dean piaceva, avrebbe cercato di non notarli. Era felice di vedere la faccia di Dean così meravigliata.
“Ti piace sul serio?” chiese timidamente.
“Piacere? Lo adoro! Posso tenerlo?”
“Certamente.”
Dean prese la tela, ancora sorridente, e la posò per terra vicino il tavolo. Poi prese a rovistare nella sua scatola degli acchiappa-sogni, per poi tirare fuori il preferito di Castiel, quello che aveva visto l'altra volta e lo porse all'amico.
“Prendilo, ora abbiamo entrambi qualcosa da appendere al muro.”
Quella sera, dopo la cena ed il Gruppo, i ragazzi appesero i rispettivi doni alle pareti della stanza. Castiel lo appese sopra il suo letto, così come gli aveva detto di fare Dean, e l'altro appese il suo ritratto sull'armadio. La combinazione fra rock e arte era perfetta.
Dopo aver finito qualche schizzo e ascoltato qualche album dei Metallica era giunta l'ora di spegnere le luci. Castiel si sistemò nel letto, aspettando che il sonno lo raggiungesse.
“Cas?” bisbigliò Dean, giusto quando Castiel stava per addormentarsi.
“Sì?”
“Dovremmo fare terapia occupazionale insieme ogni giorno.”
“Vedrò cosa si può fare con la dottoressa Perri.”
“Okay.”
Non molto dopo Castiel sentì Dean iniziare a russare. Si domandò come riusciva ad addormentarsi così in fretta. La sua mente era ancora impegnata a creare e pensare, aveva milioni di idee che gli ronzavano per la testa. Se non fosse stato per la regola delle luci spente, Castiel avrebbe disegnato anche di notte. Aveva una voglia immensa di disegnare ancora Dean, riportarlo sulla carta proprio come era ora: tranquillo ed inconsapevole. Probabilmente la mattina dopo...
“Castiel” sospirò Dean nel sonno.
“Sì?” rispose, ignaro dell'inconsapevolezza del suo compagno di stanza. Dean non rispose, ma si girò nel letto scalciando la coperta e scoprendo le gambe.
“Cas...” mormorò ancora, in tono rilassato.
“Buonanotte Dean.” Castiel abbracciò il cuscino, sbirciando la sagoma di Dean, avrebbe dovuto informarlo della sua nuova abitudine di parlare nel sonno.
Non molto tempo dopo Castiel si addormentò. Per una volta non fece incubi, sembrava veramente che Dean stesse vegliando sul suo sonno.

  
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