Ho appena finito di preparare le valigie. Non vedo l’ora di arrivare lì, per vedere quel bocconcino che mi aspetta.
P: “Justin, hai messo tutto dentro la valigia?”
J: “Certo, ma Chaz e Ryan?”, domando prendendo le valigie.
P: “Stanno già all’aeroporto. Dai vieni.”
J: “Mamma, metto una cosa in valigia e vengo da te. Tu intanto vai.”, annuisce.
Apro l’armadio, nel secondo cassetto ci sono i preservativi. Mi serviranno di certo.
Manca qualcosa...ah, giusto. Apro un altro cassetto, dentro c’è una scatolina, la apro e prendo il pacchetto di sigarette rimasto. 
Li metto dentro alla valigia, sorrido e adesso sono pronto. Esco, e raggiungo l’aeroporto.
Sono tutti lì, mia madre, Chaz e Ryan. 
Ch&R: “Ehi, amico.”, facciamo la stretta di mano.
Ch: “Li hai portati?”
J: “Ovvio.”, faccio l’occhiolino.
P: “Di che parlate?”
J: “Ehm, nulla...”, dopo di che sentiamo una voce che ci urla:
‘L’AEREO DIRETTO A NEW YORK STA PER PARTIRE, SI PREGA ALLA GENTILE CLIENTELA DI RAGGIUNGERE L’AEREO.’
P: “Ok, ragazzi. Venite con me.”
In pochi secondi raggiungiamo l’aereo che ci avrebbe portato lì. Entriamo e ci sediamo.
Siamo io, Chaz e Ryan dietro, e mia madre davanti. Meglio così.
R: “Ah, amico. Io sono più elettrizzato di te!”
Ch: “Ho sentito dire che a New York ci sono delle fighe pazzesche.”
J: “Calma ragazzi, calma. Tutto ma la figlia di Mason è mia.”
R: “E chi te la tocca?!”
Ch: “Esiste di meglio a New York!”, sorridiamo.
-Dopo un paio di ore arrivano.-
-Justin...Justin...svegliati!!.-
J: “Siamo arrivati?”, metto a fuoco l’immagine.
Ch: “Siamo atterrati. Prendi le valigie.”
Finalmente siamo arrivati, prendo le valigie e scendo dall’aereo.
P: “Justin non vedo l’ora di presentarti Mason e la figlia.”
J: “Non vedo l’ora di scop...di conoscere la figlia, mamma.”, sorrido.
Chaz e Ryan trattengono la risata. Li guardo male.
P: “Fra poco arriverà un auto che ci scorterà fino alla casa di Mason.”
Infatti arriva davanti a noi una macchina. Saliamo.
New York è stupenda. La spiaggia, il mare, tutto davvero figo. Soprattutto quella ragazza in bikini che in questo momento mi sta guardando. Mi passo la lingua sopra alle labbra, per poi sorridere.
Dopo un po’ arriviamo, si vede già che è un ricco sbonnato di soldi.
Dall’enorme villa, con piscina...si può dedurre questo. Scendiamo dall’auto. 
R: “Wow! Ma...è enorme!”, rimane a bocca aperta.
Ch: “Qui ci entrano minimo mille persone...”
Busso alla porta, e ad aprirmi mi si presenta la figlia. 
Oh, che meraviglia che ho davanti a me. 
Tette, culo...wow. Tu sei la mia prossima preda. 
Cr: “Ciao, entrare pure.”
J: “Ciao dolcezza.”, li porgo la mano. La stringe.
Entriamo tutti. 
P: “Crystal, c’è tuo padre?”
Cr: “Sta di sopra, ve lo chiamo...”, la vedo salire per le scale.
Ch: “Ma l’hai vista? Wow.”
R: “Ve l’avevo detto...però Justin...”, sposto lo sguardo su di lui. “Non vederla così facile, sarà molto difficile.”
J: “Io ottengo quello che voglio. Sempre!”, mi mordo il labbro.