Okay, io non me l'aspettavo proprio un'accoglienza del genere, piuttosto una sassata di pomodori ._. tanto che mi avete convinto e ho scritto un secondo capitolo tutto per voi - e mi sa che ne verrà fuori un terzo conclusivo - ma non aggiungo altro. Grazie a tutti e buona lettura. Ci rileggiamo giù.
Erano
passati tre giorni dal loro incontro a scuola, dopo la tragica dipartita del
nogitsune, e di Stiles nemmeno l'ombra.
All'inizio Derek aveva creduto di
trovarsi quel ragazzino davanti casa solo poche ore dopo il loro breve ma
intenso colloquio, poi aveva iniziato a considerare che - dato tutti i
trascorsi - aveva bisogno del suo tempo per rimettersi, come
biasimarlo? Successivamente aveva considerato la possibilità di presentarsi,
come mille volte era capitato, in camera sua, giusto per vedere come stava,
ma aveva sempre finito per scartare questa ipotesi con uno sbuffo sonoro. Aveva
quindi deciso di passare il tempo nel modo più costruttivo che era riuscito
a trovare: mangiarsi le mani, ripensando allo stupido comportamento che
aveva avuto - e considerando che i suoi artigli continuavano a ricrescere in
tempo zero, ne aveva per delle ore!
Aveva provato, a quel punto, con
scarsa nonchalance, a chiedere notizie di Stiles al resto del branco ma
come risposta era riuscito ad ottenere soltanto: un alzata di spalle da parte di
Isaac, uno sguardo perplesso da parte di Ethan, un sorriso ironico da Aiden e un
"credo voglia un pò di tempo per... sai no." da Scott. Utili, come
sempre.
All'alba del quarto giorno, un alpha esausto, aveva
finalmente preso una decisione: se Maometto non va alla
montagna...! - Aveva esordito, incitandosi mentalmente e
ripetendolo come un mantra, ma ehi! a volte le migliori risposte si trovano
nelle frasi fatte. Si armò di tutto il coraggio che era riuscito a trovare e in
pochi minuti si ritrovò a scavalcare la finestra schiusa. Di cosa aveva paura,
dopotutto? Solo di calpestare il suo orgoglio, magari.
Era mattina
presto, ma Stiles era seduto sul letto, stranamente non era sobbalzato al suo
arrivo. "Vecchie abitudini dure a morire, eh?" l'aveva invece apostrofato,
voltandosi a guardarlo con un debole sorriso sul volto. Derek s'inchiodò sul
posto; aveva il viso ancora molto pallido, gli occhi scavati, rossi e
stanchi, con delle occhiaie violacee a far da splendida cornice. In
quel lungo periodo di sofferenza era anche dimagrito, non che prima
fosse un peso massimo - il che acuiva ancora di più la sensazione di
fragilità che gli aveva sempre trasmesso. E se non avesse saputo che era
impossibile, Derek, avrebbe sinceramente pensato di essere ancora
davanti al nogitsune, non al frenetico ragazzino che si aspettava di trovare.
"Come stai?" si riscosse dai suoi pensieri, sedendosi sul davanzale e cercando
di convincersi che quello che aveva davanti fosse effettivamente il vecchio
Stiles - anche se del vecchio Stiles non aveva più molto.
"Sto." si limitò a
rispondere l'altro, gettando una rapida occhiata ai piedi racchiusi in
morbide pantaffole di spider-man.
"Sembri un pò..."
"Posseduto?" lo
anticipò il ragazzo.
Derek, alzò ambo le sopracciglia
sorpreso "Intendevo, stanco." precisò.
"Sì, beh suppongo..." un sorriso
amaro gli incrinò il volto "... non ho dormito molto."
Una fitta allo
stomaco del lupo, lo incoraggiò ad avvicinarsi "Ancora?" gli chiese,
con una palese preoccupazione dipinta sul viso.
Stiles aveva quasi
lo sguardo colpevole, mentre i suoi occhi vagavano per la stanza - aveva
fatto dei cambiamenti radicali in quell'ambiente - "Io..." si mosse piano, sedendosi
meglio sul letto "... ho paura. Ho ancora paura di addormentarmi." buttò lì,
stringendo le labbra.
Derek gli mise insistintivamente una mano sulla
spalla, stringendo leggermente, cercando di infondergli un pò di calore?
Coraggio? Qualcos'altro di cui non era ancora sicuro? Gli strinse la spalla,
come aveva fatto Stiles davanti al corpo esanime di Boyd. Strinse perchè
non poteva abbracciarlo, non di nuovo e non in quel momento. Strinse
per fagli sentire che lui era lì, era vicino e tutto sarebbe andato
bene.
"Sai... pensavo saresti venuto a trovarmi." disse piano, quasi un
sussurro, senza pensarci troppo.
Stiles sussultò sopreso da quelle parole,
poi un lieve rossore si dilatò sulle sue guance candide. "Io..."
giocherellava, torturandosi le mani - allora non tutto era poi così cambiato. -
Spostò lo sguardo dalle sue dita a quelle del lupo ancora sulla sua spalla e
viceversa senza guardarlo mai negli occhi. " Io... cioè tu... no, io... beh,
avevi detto..."
"Respira e scandisci, Stiles." gli intimò,
cedendo un attimo al suo vecchio tono burbero
"No, è...
stupido."
"Non sarebbe la prima volta che ti sento dire qualcosa di
stupido." lo schernì, giusto quel tanto che bastava per indispettirlo e farlo
parlare, adesso la curiosità era un fiume in piena nel petto
dell'alpha.
"Allora?" insistette, cercando un contatto visivo che non
arrivava.
Stiles, sembrò farsi ancora più piccolo mentre si stringeva nelle
spalle e la sua voce diventava un sussurro "Avevi detto... fatti una doccia,
Stiles - lo scimmiottò - beh io..."
"Sì?"
"Non l'ho fatta." ammise
alla fine. Derek indietreggiò debolmente, giusto per piegare la testa da un lato
e guardarlo meglio, incapace di capire cosa effettivamente stesse
dicendo, per tutta risposta il ragazzo si voltò di scatto a quel
gesto, con gli occhi traslucidi e dilatati "Ma questo non vuol dire che io non
mi sia lavato! Solo che... non ho fatto una doccia, ecco." la voce
che passava da un acuto ad un sussurro, mentre Derek meditava su quale
fosse la risposta migliore. Poi optò per i fatti più che per le parole.
Gli
si avvicinò cingendo un fianco con il suo braccio, poi con una lieve pressione -
che venne subito assecondata - lo trasse a se. Stiles appoggiò la testa sulla
sua spalla mentre una mano gli sfiorava la gamba, Derek immerse il naso nei suoi
capelli ormai lunghi, folti e scombinati "Hai un buon odore, nonostante
tutto..." sorrise, percependo che anche il più piccolo l'aveva fatto.
Per quanto lui non fosse la persona più espansiva di questo mondo - anzi
tutt'altro - la situazione in cui era precipitato - con tutte le
scarpe e la pelliccia - non gli erano mai sembrate più adeguate: Stiles
abbandonato contro di lui, mentre respirava piano, nel suo abbraccio. Lui che
passava di quando in quando il naso tra i suoi capelli o sul suo profilo, in una
debole carezza, mentre contemporaneamente il tocco morbido dei suoi
polpastrelli percorreva la pelle esposta del braccio del ragazzo, cercando
di sciogliere quello spesso strato di irrequietezza che lo attanagliava e
impregnava l'aria. E allo stesso modo, quando la mano di Stiles che gli sfiorava
la gamba aveva rivolto piano, millimetro per millimetro con una lentezza
esasperante, il palmo verso l'altro - in una tacita domanda - lui sapeva,
credeva ed era fermamente convinto, che il posto della sua fosse proprio lì, in
quella dell'altro. E l'aveva afferrata e stretta, senza aggiungere niente.
Aspettando, semplicemente. Mentre i minuti passavano nel silenzio.
"Ho
paura di dormire." esordì piano Stiles, consapevole che avrebbe comunque sentito
benissimo.
"Ho paura di... entrare in bagno. E' uno spazio troppo piccolo, è
angusto, mi sento soffocare. E lo specchio...
Ho paura di guardarmi allo
specchio." ammise, con una nota dolorosa, mentre il lupo lo stringeva un pò più
al petto. "L'ultima volta che sono stato qui, che ho guardato la mia immagine
riflessa, non ero io.
Si
dice non ero in me ma io c'ero Derek. Ero lì. Vedevo tutto, ma
ero bloccato. Come se mi mancasse l'aria, come se avessi un peso sulle spalle
che mi costringeva a tenere il capo chino. E volevo urlare ma non c'era suono
che riuscissi a produrre. -
Quando sono tornato a casa, quella sera,
sono corso qui. Volevo scrollarmi di dosso tutto, la tensione, lo sporco, la
paura, ma varcata la soglia e incontrato il mio riflesso, quelle
sensazioni mi si sono riversate contro con maggiore violenza.
Mi sento
sporco. Hai ragione tu, c'ho pensato. Sono sporco di crimini che non volevo
commettere, di azioni che non volevo compiere, c'è sangue sulle mie mani. So che
lo senti. Ho capito cosa volevi dirmi quel giorno e..."
"No." Derek lo fermò,
brusco. Lo spostò per guardarlo dritto in volto "Smettila di dire queste
cazzate."
"Sai che è vero." rispose, con una risolutezza che sfociava
nella disperazione. Il lupo scosse la testa, piano. "So che forse davvero hai
perso la testa, per le cose prive di senso che dici..." Il ragazzo spalancò gli
occhi sorpreso e ferito, ma Derek sorrise. "Non sono bravo con le parole. Pensa che
il miglior discorso della mia vita l'ho fatto ai gemelli, poco prima dello
scontro. - raccontò con fare pensieroso - E sai qual è il bello?"
Stiles
scosse la testa piano in segno di diniego
"Non c'era nessuno ad ascoltarlo! -
affermò con la sua migliore espressione compiaciuta - Che c'è? Credi
che quei due abbiano forse capito qualcosa?" fece con sguardo scettico,
mentre internamente gioiva. Era riuscito a strappare un sorriso a Stiles,
stava andando bene.
"Ho una cosa per te." disse a quel punto, spostandosi verso la finestra e afferrando una sacca abbandonata
sul tetto spiovente. "Vai in campeggio?" chiese stupido e allo stesso tempo
divertito il ragazzo, per quell'affare che si era portato dietro. "No, pensavo
di rimanere per la notte." rispose Derek ammiccante "...ho il mio pigiama
qui." indicò sicuro la sacca " scherzavo, Stiles. Io dormo nudo." vide il ragazzo
deglutire arrossendo deliziosamente. Distrarlo, era la tattica migliore per fargli combattere i
suoi demoni e riprendere il controllo.
"Cosa fai con quella?" Stiles
aveva ritrovato il suo solito tono di voce, non aveva accennato ad alzarsi da
quel punto del letto, che a quanto pareva gli piaceva tanto, ma almeno il
suo sguardo era vispo e attento "Perchè vai in giro con quella cosa
nella borsa?" il suo tono si fece nervoso, mentre lo guardava trafficare
sul suo tavolo.
Derek fece spallucce "Ho pensato che la volessi indietro." disse
pacato, regalandogli un veloce sorriso. "Per quanto ancora mi rinfaccerai questa
storia?" gli chiese.
"Mh...chi può dirlo." sorrise sornione, poi si spostò, concedendo finalmente a
Stiles una completa panoramica della sua scrivania dove adesso svettava in bella
mostra la sua vecchia scacchiera, proprio come l'aveva lasciata e loro l'avevano
trovata. Ogni pezzo era al suo posto e ad ognuno il suo nome.
I loro
occhi si incontrarono, rimanendo incatenati gli uni negli altri, quando Derek
gli si avvicinò porgendogli la mano. Stiles la guardò interrogativo "Ti fidi di
me?" gli chiese in un sussurrò e per la prima volta Stiles ebbe un flash di un
vecchio ricordo che non riguardava il nogitsune, si vide stretto al lupo nella
piscina della scuola, mentre cercava con tutte le sue forze di tenerlo a
galla.
Ti puoi fidare di me per una volta?
No. Tu non ti fidi di me
ed io non mi fido di te.
"Io mi fido di te" aggiunse Derek, che aveva
avuto lo stesso pensiero. Il ragazzo presa la sua mano e capendo l'implicita
richiesta si alzò, su gambe leggermente instabili. Il lupo gli passò una mano
intorno alle spalle con fare protettivo, mentre non lasciava la sua mano e lo
scortava a passo incerto verso il bagno. "Che cosa..." provò a chiedere il
ragazzo, guardandolo spaventato, ma poi fissò i suoi occhi verdi "Mi fido"
annuì, oltrepassando quella porta di cui aveva avuto tanta paura.
"Laviamo
via - fece una pausa - tutto."
Se in
tempi non sospetti, qualcuno avesse detto a Stiles che dopo essere stato
posseduto da un demone giapponese, si sarebbe trovato nudo nel suo
bagno, con Derek, sicuramente avrebbe detto dove devo firmare?!
Eppure in quel momento rimaneva immobile, concentrato sul suo
respiro, quasi ipnotizzato a guardare davanti a sè, mentre il lupo con una
lentezza ed una delicatezza disarmante lo spogliava, liberandolo della sottile
t-shirt e facendo scivolare piano - senza troppa fatica - i pantaloni
della tuta, ormai di una taglia più grande, sulle sue gambe pallide. Ad ogni
movimento lo osservava, quasi chiedendo il suo consenso, spaventato più
dell'adolescente per quello che - con un coraggio che non sapeva di avere, non
in una situazione del genere almeno - stava facendo.
Quando rimase solo in
boxer, rabbrividì più per le mani del moro che l'avevano sfiorato che per il
freddo. Derek, si guardò intorno, spostandosi verso la vasca, calibrò il getto
dell'acqua e la osservò mentre si riempiva piano, con uno scroscio rumoroso. Poi
gli si avvicinò, prendendolo per il mento "Tutto bene?" chiese con una
punta di apprensione nella voce. Stiles annuì, cercando inutilmente di evitare i
suoi occhi mentre l'imbarazzo lo riempiva come l'acqua stava riempiendo quella
vasca bianca.
Quando lo ritenne adeguato, il più grande, versò un notevole
quantitativo di sapone e chiuse i rubinetti mentre già una soffice schiuma
ricopriva la superficie limpida. "Se non ti va, possiamo sempre tornare in
camera." disse.
"No, va bene." Stiles sorrise, seppure rigido "Non mi
lasciare." disse poi
"Non vado da nessuna parte." In un colpo i boxer caddero
a terra mentre il ragazzo si lasciava scivolare nell'acqua, sorretto dall'altro
e si abbandonava a quella sensazione meravigliosa che non provava da tempo. Un
sorriso gli increspò il viso mentre teneva saldamente le mani strette ai bordi
freddi della vasca. Derek gli passò un polpastrello sulla guancia, poi sedutosi
sul bordo prese il sapone e lo versò sulle sue spalle, massaggiandole piano.
Delicatamente percorse le sue scapole, salì e riscese per il collo. Si appropriò
di una spugna abbandonata nell'angolo e immergendola con cura nell'acqua
schiumosa la passo sulle braccia di Stiles, che si faceva coccolare come un
bambino. Si occupò di un braccio, poi l'altro e successivamente del petto,
giusto quel tanto non coperto dall'acqua. Poi Derek si accigliò, considerando
che da quella posizione era poco quello che poteva fare. Porse la spugna al
ragazzo e gli intimò di proseguire da solo mentre lui si occupava dei suoi
capelli, ma Stiles lo guardò con qualcosa di diverso negli occhi. "No..."
bisbigliò in risposta, portando un sopracciglio del lupo a sollevarsi stupito
"Tua decisione, tuo compito..." aggiunse.
"Ma..." provò a ribattere l'altro,
venendo subito interrotto "Se da lì non puoi, potrai da qui." disse sapiente,
indicando la vasca.
"Che cosa stai cercando di dire?" fece ancora più
sorpreso
"Sto cercando di dire - esalò, abbandonandosi all'indietro quel
tanto che bastava da appoggiare la testa e immergersi fino al mento. - che non
capisco perchè tu sia ancora lì, vestito."
Derek si sentì uno stupido, a
nulla era servito tenere addosso i boxer - che non aveva avuto l'ardire di
togliere, quando con un atteggiamento fintamente deciso - era entrato nella
vasca, posizionandosi alle spalle di Stiles, il quale prontamente si
era abbandonato sul suo petto. Adesso, il tessuto gli dava particolarmente
fastidio e si maledì interiormente, imprecando contro se stesso e contro Stiles,
che inconsciamente o di proposito, si strusciava piano contro di lui, rischiando
di farlo partire per la tangente da un momento all'altro. Okay, le cose gli
erano decisamente sfuggite di mano.
Cercò di concentrarsi sul suo obbiettivo
- gli ci volle tutta la sua buona volontà perchè il suddetto obbiettivo non si
trasformasse in missione: prendi Stiles e fallo tuo. Adesso. Ovunque. -
sicuramente stava andando bene, visto che percepiva la tranquillità dell'altro e
lo vedeva rilassato - fin troppo, forse.
Il ragazzino gli porse la spugna
"Allora, che stai aspettando?" chiese spingendosi un pò di più contro di lui,
facendolo strozzare con la sua stessa saliva. Non era mezzo morto fino a qualche
ora prima?! Okay, a quel gioco si giocava in due. Afferrò la spugna e tirandolo
a se con un braccio la passò su tutto il suo petto, indugiando all'altezza
dell'ombelico. Con un movimento fluido virò verso la gamba accarezzandola fin
dove riusciva ad arrivare senza muoversi troppo, la schiena di Stiles contro il
suo petto era una sensazione a cui non voleva rinunciare. Con una lentezza
esasperante, fece il percorso al contrario spostandosi sull'altra gamba, stando
ben attento a non sfiorare l'intimità del ragazzo, con suo malcelato disappunto.
Un ghignò si allargò sul volto del più grande, di certo non si stava
approfittando di un ragazzino che l'aveva invitato - completamente nudo - a fare
il bagno con lui; quindi libero da ogni responsabilità, sfiorò l'erezione quasi
completa di Stiles, provocandogli un sospirò rumoroso.
Derek continuò a
girarci intorno, senza andare al dunque, mentre il ragazzo si muoveva piano,
cercando una soddisfazione che non riusciva ad ottenere. Quando fu troppo anche
per Derek, che credeva di esplodere in quei boxer che ormai aderivano impudenti
come una seconda pelle, abbandonò quell'inutile spugna e partendo dalla base del
collo di Stiles, fece scorrere i palmi delle mani verso il basso. Il ragazzo
reclinò istintivamente la testa mentre prendeva un grosso respiro, Derek ne
approfittò afferrando saldamente una gamba dall'interno e tirandolo con forza
verso di sè mentre con l'altra finalmente raggiungeva territori inesplorati.
Frizionare con dovizia non sarebbe stato un problema, aiutato
dall'acqua, ma il lupo voleva giocare limitandosi a scorrere le dita avanti
e indietro. Torturando la punta, per poi passare repentinamente a
massaggiare l'interno coscia, senza una logica precisa.
"Ti odio..." sussurrò
Stiles col la voce spezzata mentre una mano risaliva sulla gamba dell'alpha
posta ai lati del suo corpo. Se la passò dietro la schiena - in
una posizione tutt'altro che comoda - raggiungendo il punto in
cui sentiva Derek junior premere contro il suo corpo, e strinse. Derek
strabuzzò gli occhi colto di sorpresa, non pensava fosse così ardito, nè
tantomeno che andasse così al sodo. "Pensi di toglierli o...?" gli chiese
malizioso.
Il più grande fece per accontenarlo ma Stiles lo fermò, riportò
la mano sulla sua erezione "Avevo detto... non mi lasciare" scandì, mentre Derek
lo assecondava stringendo finalmente con decisione la sua asta. "Ci penso io."
con un movimento strano portò indietro le braccia afferrò il bordo dei boxer del
più grande e tirò, facendoli poi scivolare sotto di se con una mossa
imprevedibile che portò l'altro a pensare se fosse snodabile o cosa, e a
desiderare di scoprirlo presto.
La sensazione di sollievo e libertà vennero
subito sostituite da un'ancora più eclatante eccitazione quando Stiles tornò a
riempirlo di attenzioni, chiedendo con un movimento del bacino di fare lo stesso
per lui. "Non è stata poi una cattiva idea..." buttò lì, voltandosi quel
tanto che bastava per guardarlo, con le gote arrossate e gli occhi lucidi. "Ho
sempre delle buone idee..." gli sussurrò il lupo all'orecchio, leccandolo e poi
scendendo a mordergli il collo con decisione. Un gemitò più forte si infranse
nell'aria seguito dai suoni rochi del lupo, sintomo che entrambi aveva
raggiunto l'apice. "Non smetterò mai di aver paura di entrare qui..."
smozzicò il figlio dello sceriffo tra un suono godurioso e l'altro. Derek si
irrigidì sporgendosi a guardarlo "...adesso ogni qual volta guarderò questa
vasca, avrò dei pensieri molto poco casti a danzarmi davanti agli occhi."
sorrise
"Per così poco..."
"Meglio di niente..."
"Vorresti di più?"
colse la palla al banzo il moro.
"E tu?"
Derek non perse tempo, si
sollevò portando con se Stiles, afferrò una tovaglia e lo avvolse premuroso.
Poi, si avvolse un asciugamano intorno ai fianchi e lo scortò in camera, fino a
farlo stendere sul letto. Stiles lo lasciava fare, sembrava divertito
dall'essere pilotato come un burattino - anche se poi così pilotato non era - si
sistemò comodo, con i capelli ancora umidi sul cuscino e lo studiò. "Mi sento
meglio, decisamente."
"Ne sono felice. Era questo lo scopo..."
"Solo
questo?" lo punzecchiò ancora.
"Mi stai provocando, ragazzino?"
"Affatto.
Sono solo un povero adolescente traumatizzato, sfuggito ad un demone e finito
nella tana del lupo. Come si suol dire dalla padella alla brace." esclamò con
gli occhi rivolti al soffitto ed un sorriso impudente sul volto.
"Si, stai
decisamente meglio." convenne Derek, guardandolo ritrovare la sua solita
irriverenza.
Con uno scatto lo sovrastò mettendo le mani ai lati della sua
testa, un lampo di sorpresa percorse gli occhi ambrati del più giovane, che si
spalancarono quando le labbra del lupo si impossessarono delle sue, prendendolo
alla sprovvista. Era successo davvero, finalmente. Il suo cervello quasi si
perse in un black out, rilassandosi e sguazzando in un caldo torpore di
felicità.
Fu un bacio lungo e passionale, necessario ad appagare la
frustrazione ed il desiderio accumulati - da ambo le parti - nell'attesa di quel
momento. Derek gli baciò ogni centimetro del viso, spostandosi poi con lentezza
esasperante sul collo, facendolo ridere divertito. Una mano ad accarezzagli il
fianco, mentre la scia di baci percorreva lo sterno e si spostava in lungo e in
largo per non perdersi neanche un spazio di quella pelle diafana che voleva
studiare, assaporare e conoscere millimetro dopo millimetro. I risolini, vennero
rapidamente sostituiti da gemiti e respiri pesanti. Mentre avanzava, il lupo
scostava piano il telo che copriva Stiles, giusto quanto bastava per fargli
assaporare il nuovo lembo di pelle che aveva raggiunto, procendendo così fino a
quando non si trovò nuovamente davanti alla sua intimità. Lo guardò un attimo
incerto, con il viso a due centimetri da quell'erezione già turgida, non si era
mai spinto così in là con un uomo, ma quello era Stiles, poteva anzi voleva
farlo. Si sollevò di poco per cercare i suoi occhi ma "Are you kidding
me?!" esclamò, mentre la mandibola si apriva eccessivamente. "Stiles!" lo
chiamò, ma il ragazzo aveva gli occhi chiusi, un'espressione pacifica sul volto
e dormiva beato, come un pupo nella culla. Derek si tirò su, guardando tutta
quella adolescenziale perfezione che aveva quasi rischiato di essere sua, ma che
Morfeo gli aveva rubato sotto il naso. Si schiaffò una mano sul volto, notando
come la sua erezione fosse già allegra e pimpante, conscio del fatto che sarebbe
rimasta allegra, pimpante e trascurata per molto tempo ancora. Poi borbottando
buttò un ultimo sguardo al ragazzino, chissà da quanto non dormiva e quanto
seriamente ne avesse bisogno, incapace di trattenere un sorriso gli posò un
bacio sulla fronte e si diresse in bagno. Gliel'avrebbe fatta pagare, in ogni
caso, più tardi.
Nda.
Io proprio le scene pop-porno non le so
scrivere. Abbiate pietà xD
Ovviamente ho dovuto cambiare il raiting di questa
follia. Perchè è una follia, passa dal serio al faceto con un'invidiabile
nonchalance, ma io sono molto lunatica, sarà per questo che le mie storie
prendono queste direzioni strane?! Poi, insomma diciamocelo anche se si è di
pessimo umore, con un Derek deambulante per casa, chiunque ritroverebbe il
sorriso. E sì, lo ammetto, l'ho scritta canticchiando "Vendetta, sweet vendetta,
thi beretta of the night..." mi sembra appropriato, il nostro alpha se lo
meritava -per chi non lo sapesse è una canzone dei Green Day, Peacemaker.
Ascoltatela! u.u
Mh che altro dovevo dire: ah sì, forse ( restiamo sempre sul forse che è meglio ) scriverò un terzo
capitolo conclusivo. A questo punto, siamo in ballo, balliamo.
Mi avete
incastrato alla grande.
Spero che vi piaccia almeno!
A presto.
A.
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