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Autore: Fede_EFP    10/05/2014    3 recensioni
Avery Evans.
La solita diciottenne che studia per il college? O insolita ragazza della stazione? Riuscirà a dimenticare il suo passato traumatizzato dall'insolito ragazzo di cui era innamorata e ricominciare una vita nuova?
QUESTA STORIA LA PUBBLICO ANCHE SU WATTPAD. MI CHIAMO Ftwentyfour. ecco il sito http://www.wattpad.com/48964804-drug
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 3

Mi svegliai urlando. Avevo il fiatone e le lacrime rigavano le mie guancie. Harry mi fissava seduto sulla sedia. Alzai lo sguardo per vedere che erano le prime ore del mattino. Doveva aver passato lì tutta la notte, così come quella precedente. Il dolore era diminuito, ma era ancora presente. Un altro getto di vomito uscì dalla mia bocca quando tossì,ma per fortuna Harry mi aveva procurato una bacinella la sera prima così da non sporcare il letto.

-I sintomi stanno diminuendo- Mi rassicurò lui.
Annuì leggermente, i sintomi stavano diminuendo così come la voglia di bucarmi.

-Quanti anni hai?- Gli chiesi sistemandomi al meglio nel letto.

-Venti.- la risposta mi era stata detta con non-chalance, il suo sguardo era puntato sul telefono che teneva in mano.

-Io ne ho diciotto- risposi cercando di attirare la sua attenzione.

-Scusa Avery, ho una faccenda abbastanza importante da sbrigare. Ti dispiace se ti lascio sola per un ora?- La sua voce roca era piena di... preoccupazione.

-No figurati, penso di sentirmi un po’ meglio...- In realtà avrei preferito che lui restasse in casa con me, avrei voluto conoscerlo, avrei voluto ammirare la sua somiglianza a Gale.

HARRY

Me ne andai lasciandola da sola in casa. Mi preoccupava l’idea di lasciarla da sola. “Non ti dovrebbe neanche importare di lei” mi ricordava il mio subconscio. E aveva ragione. Non mi doveva importare niente di quella ragazza, avrei dovuto lasciarla in quel parco. Eppure il suo viso, la sua espressione e i suoi modi di fare mi ricordavano quelli di mia sorella. Emily, morta di overdose circa un anno fa. Era più piccola di me di un solo anno e quando iniziò a drogarsi ne aveva soltanto diciassette. I soldi non erano mai stati un problema per la mia famiglia, eravamo abbastanza ricchi da permetterci ogni tipo di vizio che volevamo, anche se io non ero mai stato un bambino viziato. Quando i miei genitori scoprirono il segreto di mia sorella, gli tolsero tutti i soldi e la rinchiusero in casa per due mesi. Quando incominciò ad uscire di nuovo, ci ricascò , cominciò a drogarsi dopo neanche un mese di ‘libertà’. Aumentava le dosi ogni volta e un giorno finì in Overdose. Il suo caso, venne riportato su tutti i giornali della mia città, ogni mese la ricordavano con qualche stupida frase e a volte la paragonavano alle altre ragazze morte in tutto il mondo diventate famose per la droga. Fu quello uno dei motivi principali a spingermi a trasferirmi oltre che per frequentare il college.

-Ce l’hai fatta!- Il mio amico mi strinse la mano.

-Scusa dovevo assicurarmi che Ave... Niente lascia perdere! Allora hai quello che ti avevo chiesto?-

-Si. Gale Parker, nato il 15 aprile del ’94 è dell’Illinois. Il padre, di questo Gale, è stato arrestato quando aveva sei anni, per spaccio, uso di droghe e molestie sessuali… - Ascoltai le informazioni che il mio amico Liam aveva ricavato per me –Certo che se non ti conoscessi bene Harry, ti avrei scambiato per lui!-Disse guardando la foto sulle schede stampate. Aveva ragione, mi assomigliava davvero molto ma non per gli occhi.

-Grazie amico ti devo un favore!- Gli promisi.

Lo salutai e mi avviai verso la mia macchina. Durante il tragitto di ritorno ebbi il tempo di leggere il resto delle informazioni su Gale che Liam mi aveva lasciato. Non capivo proprio come aveva fatto Avery a innamorarsi di un coglione come quello, era finito più volte in degli istituti per smettere di drogarsi ma alla fine ritornava a farlo, non aveva nessun tipo di laurea e aveva una denuncia per aver picchiato un ragazzo della nostra età.
Quando tornai a casa trovai Avery addormentata sul divano con la televisione accesa. La spensi e poi coprì la ragazza con una coperta. La guardai dormire, emanava un senso di tranquillità assoluta, mi chiesi più volte come aveva fatto una ragazza come lei a conoscere quel’ idiota di Gale, ma cercai di non pensarci troppo e approfittai del fatto che lei stesse dormendo per farmi una doccia e preparare un pasto decente.

AVERY

Mi ritrovai di nuovo davanti le due porte. Sta volta sulla porta di sinistra non trovai più la foto di Gale, ma la foto di un cadavere, mentre nella porta di destra la foto ritraeva una bambina. Le scritte dorate apparvero: ‘Morte’ a sinistra e ‘Vita’ a destra. Ovviamente, mi affrettai ad aprire la porta di destra prima che il nero la ricoprisse. Quando attraversai la porta mi ritrovai nella camera da letto di Harry. La porta della stanza si aprì e entrò Harry con una ragazza. Cercai di avvicinarmi ai due ragazzi ma loro mi attraversarono come se fossi un fantasma. La ragazza venne amorevolmente gettata nel letto mentre si spogliavano. Mi avvicinai per capire chi fosse quella ragazza quando mi accorsi che quella ero io. Io ed Harry stavamo per fare l’amore. Cercai disperatamente di sostare il corpo di Harry dal mio ma ero come un fantasma. Iniziai ad urlare al ragazzo di spostarsi, ma lui non mi sentiva. Avrei dovuto scegliere la porta di sinistra, la ‘morte’ magari mi avrebbe portata da Gale.

Mi svegliai sudata. Ero nel divano dove mi ero addormentata mentre guardavo una stupida fiction. Mi accorsi solo allora che la televisione non era accesa, Harry doveva essere tornato. Per quanto volessi la sua compagnia, mi rifiutai mentalmente di vederlo, quel sogno non avrei dovuto farlo. Amavo ancora Gale, non dovevo rimpiazzarlo con Harry.

-Buongiorno!- mi girai verso la voce roca del ragazzo. Il suo sorriso bianco si abbinava perfettamente al suo viso, così come gli occhi verdi. “No. Avery. No.” Il mio subconscio mi fece tornare alla realtà.

-Ciao- risposi con non-chalance mentre mi sistemavo sul divano.

-Tutto bene?- Chiese lui avvicinandosi a me. Aveva un asciugamano in vita e i suoi addominali erano perfettamente in vista. Mi immersi a guardare ogni dettaglio del suo splendido fisico e anche dei suoi tatuaggi. “No. Avery. No.” Ripeteva e ripeteva il mio subconscio.

-Ti sei lavato?- Cercai disperatamente di spostare lo sguardo dai suoi addominali alle mie unghie delle mani.

-Dovresti fartela anche tu!- Aveva ragione. Non mi facevo una doccia da più di cinque giorni. Dovevo avere un aspetto orrendo, molto peggio di quando mi bucavo.

-Suppongo di si. Il mio aspetto è sicuramente orrendo.- Rise alla mia affermazione. Chiesi ad Harry degli asciugamani puliti e mi lavai molto intensamente, stando sotto l’acqua calda per schiarirmi le idee. Ero appena uscita dalla doccia quando qualcuno busso alla porta del bagno, ovviamente doveva essere Harry.

-Avery, ho preparato qualcosa di buono da mangiare, suppongo- risi fra me e me mentre lui pronunciava quelle parole.

-Emm.. si ora mi asciugo e arrivo.-

-Ti ho lasciato dei vestiti puliti sul lavandino- Era entrato nel bagno mentre mi stavo lavando! Non l’avevo neanche sentito! E se fossi uscita dalla doccia, nuda, mentre lui era lì?
Mille domande mi riempirono la testa mentre mi vestivo irritata. “Non mi aveva chiesto il permesso di entrare, molto probabilmente non aveva bussato. Certo se fossi uscita con l’asciugamano addosso sarebbe stato imbarazzante per entrambi, ma poi mi sarei potuta cambiare in camera sua..” pensai mentre indossavo i suoi boxer puliti. Il profumo che emanava la maglia di Harry era qualcosa di irresistibile e permise alla mia testa di smettere di pensare. Di solito i vestiti di Gale puzzavano ed erano sporchi, infatti mi rifiutavo quasi sempre di indossarli. Quando uscì dal bagno lui era nel tavolo della cucina con due piatti di pasta davanti.

-Spero ti piaccia la pasta- mi indicò la sedia davanti a lui e mi invitò a sedermi.

-Si grazie.- balbettai ancora frustata dall'azione che aveva commesso mentre ero nella doccia.

-Qualcosa non va?- Si era accordo del mio tono irritato, e questo mi mandava in bestia.

-No. Perché?- Molto probabilmente non ero credibile, ma mi limitai a restare calma. Scosse leggermente la testa e tornò a concentrasi sul suo piatto di pasta. L’irritazione iniziò a scomparire ad ogni forchettata di quella deliziosa pasta al sugo che aveva preparato. Non ne mangiavo una da mesi. Di solito durante il giorno facevo uno o al massimo due pasti, cioè due panini, poi passavo il resto della giornata in stazione, fusa o bucata.

-Allora in che scuola vai?- Chiese lui mentre prendeva un'altra forchettata.

-Non ci vado- risposi guardando il mio piatto.

-Come mai?- la sua curiosità mi piaceva. Mi piaceva il fatto che qualcuno mi considerasse visto che ero rimasta da sola e inconsiderata da quando Gale era sparito.

-Bhe... È una lunga storia.. Diciamo che ho preferito smetterci di andarci..- in realtà Gale mi aveva consigliato e quasi obbligato a non andarci più.

-Hai?- sapevo a cosa si riferiva.

-Bhe.. si, insomma, sono stata un po’ condizionata da … amici … - Dovevo prendere lezioni di bugie.

-Quindi non hai finito l’anno?-

-No.-

-Perché non ci vai?- ora però iniziava irritarmi.

-L’anno sta finendo oramai, i miei compagni saranno molto più avanti di me. Ho perso dei mesi, quindi oramai tanto vale restare a cas… tanto vale non continuare.- ‘restare a casa’ avevo una casa? Certo ogni tanto stavo a casa di Gale, anche se lui oramai se n’era andato, ma la maggior parte del tempo stavo in stazione. –Tu invece cosa fai? Cioè lavori o vai al College?- Volevo assolutamente chiudere quel discorso sulla mia vita.

-Entrambe le cose- Rispose. –Principalmente lavoro e non frequento molto le lezioni, ma studio a casa quindi riesco ad andare avanti con gli esami e tutto il resto.-

-Che lavoro fai?- Mi interessava sapere cosa faceva.

-Lavoro in una palestra.-

-E ci lavori tutto il giorno che non frequenti le lezioni?-

-No. Lavoro al pomeriggio qualche giorno alla settimana. Non mi piacciono le lezioni, ecco perchè non le frequento. Poi preferisco studiare a casa, ho più tranquillità.-
La conversazione finì lì e per il resto del pranzo restammo in silenzio finchè lui mi disse che doveva andare a lavorare oggi e se ne andò.
Il dolore della crisi d’astinenza era diminuito, quasi era diventato inesistente, e ne approfittai per lavare i miei vestiti e risistemare la casa... di Harry. 


SPAZIO AUTRICE:
Ciao. Allora questo capitolo non è il massimo ci scommetto, non ci resterei male se molte di voi me lo criticano. spero comunque di ricevere recensioni e grazie a tutte quelle che seguono la mia storia. Vi ricordo che pubblico questa storia anche su Wattpad, ecco il sito http://www.wattpad.com/48964804-drug . Grazie per l'attenzione. Baci F24
 
  
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