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Autore: Lylawantsacracker    10/05/2014    5 recensioni
" ..Restavano solo i ricordi e i rimpianti. Tirò fuori una foto dalla tasca interna dell’impermeabile. Era un po’ ingiallita, e ritraeva lui, Dean, Sam, Bobby, Ellen e Jo. Lui e la sua famiglia. "
La storia è ambientata un secolo dopo la morte di Sam e Dean, avvenuta dopo aver chiuso finalmente i cancelli infernali.
Possibili spoiler riguardanti personaggi e ambientazioni dell'ottava e nona stagione.
Rating tra giallo e arancione.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Castiel e Gabriel tornarono al bunker. Ormai era notte fonda.
- Bene, fratellino. Io vado a riprendere da dove avevamo lasciato, io e Sam. Tu continua pure a fare da balia alla tua principessa. - disse l'arcangelo strizzando l'occhio.

Castiel sorrise, poi notò Dean steso sul divano. Era addormentato, con la mano che sfiorava il pavimento. Vicino c'erano quattro bottiglie di birra vuote.
Sbuffò. Si inginocchiò accanto a lui e si mise ad osservarlo, con la testa leggermente inclinata di lato. Sembrava così sereno quando dormiva.
Con delicatezza, lo prese in braccio e si avviò verso la sua camera.
Intanto Dean si svegliò.
- Cristo, Cas, non sono mica la tua sposina! - esclamò ridacchiando.
- Direi che per oggi hai bevuto abbastanza, Dean. - rispose Castiel mentre lo metteva a letto. Stava per uscire dalla stanza, quando Dean esclamò: - Ehi, non provare ad andartene. Ormai mi hai svegliato. Ora mi racconti un po' di cose.
L'angelo si stese di lato accanto a lui, appoggiato su un gomito. - Va bene. - rispose sorridendo.
- Insomma, - disse Dean stiracchiandosi. - non ti sei fatto vedere tutto il giorno. Sentiamo, dov'è che avresti portato il tuo culo angelico?
- Ho portato il mio culo angelico in Paradiso, se proprio vuoi saperlo. Giusto per controllare la situazione tra i miei fratelli e sorelle, e la loro organizzazione. Invece ho scoperto che Dio se n'è andato di nuovo, e loro sono solo delle pecorelle, troppo spaventate per agire senza un supervisore.
- Ah, sì, continua a parlare in questo modo aggressivo. Sei così eccitante. - disse Dean ammiccando e inumidendosi le labbra.
- Ma smettila, Dean. Sei ubriaco.
- Sono solo un po' brillo, Cas. In ogni caso, essere un angelo è una bella rottura di coglioni, vero?
Castiel sospirò. - Già. Ma anche essere umani non è proprio facile, sai? Me lo ricordo bene.
- Lo ricordo anch'io. Lavoravi in un fottutissimo supermercato e sembrava che stessi finalmente per scopare con la proprietaria, mentre invece dovevi solo fare da babysitter alla figlia! - disse Dean, ridendo di cuore. - È stato memorabile. E devo anche ammettere che non mi è affatto dispiaciuto.
L'angelo gli lanciò un'occhiataccia. - Grazie Dean, molto gentile da parte tua. Fu decisamente imbarazzante.
Dean gli passò una mano tra i capelli, e avvicinò il suo volto a quello di Castiel. - Lo so. - sussurrò. - Ma non ero pronto a condividerti con nessun'altro.
Castiel rimase un momento a guardarlo. Poi lo baciò con dolcezza.
Sapeva di alcol, ma non gli importava.
- Dean, ora dormi. Devi riprenderti dalla sbornia. Io resterò accanto a te.
Dean lo baciò all'angolo della bocca, lentamente. - Quanto sei gay, Cas. Ti adoro. - disse ridacchiando. Poi si addormentò tra le braccia dell'angelo.


Un paio d'ore più tardi Castiel era ancora sul letto, nella stessa posizione.
- Cas, sei sveglio? - disse Dean, con voce assonnata.
- Certo che sono sveglio, Dean. Non mi serve dormire, sono un angelo. Piuttosto, perché tu sei sveglio?
- Quindi mi stavi guardando mentre dormivo? - chiese Dean, ignorando la domanda di Castiel. - È un po' inquietante. Dovrei chiamarti Edward Cullen?
- Non sono una specie di parodia luccicante di un vampiro, Dean. In ogni caso, non avevo molto altro da fare. - disse. - Comunque dovresti tornare a dormire, sembri ancora brillo.
- Non ho sonno, Cas. Anzi, mi annoio.
- Ed io cosa dovrei farci? - chiese Castiel esasperato.

Dean rimase in silenzio. Iniziò a squadrarlo con un'intensità quasi famelica.- Fanculo Cas, devo prenderla per forza io l'iniziativa, eh? - disse. Poi lo afferrò quasi con violenza, e lo baciò. Cominciò a mordergli il collo, mentre gli sbottonava i pantaloni.

Dopo un momento di sorpresa, Castiel ricambiò il bacio con lo stesso ardore. Fremente, si mise a cavalcioni su di lui, e iniziò a strappargli i vestiti di dosso.
Dean stringeva le dita sull'impermeabile di Castiel. - Ehi, vacci piano tigre! - esclamò.
La bocca dell'angelo si fece presto largo sul collo e sul petto di Dean. Il suo impermeabile scivolò a terra, seguito dalla camicia che indossava sotto.
- Ti stai ancora annoiando, Dean? - gli sussurrò Castiel all'orecchio, divertito.
- No, Cas. - mormorò Dean in risposta, sospirando. Poi sorrise. - Ora chiudi quella cazzo di bocca e mostrami le tue capacità angeliche.
Castiel scoppiò in una delle sue rare risate. Una di quelle che riservava solo a Dean. - Volentieri. - gli rispose, mentre si liberavano degli ultimi indumenti che li separavano.


Il mattino dopo Dean dormiva, mentre Castiel si beava di ogni suo lineamento, illuminato dalla luce del sole. Sfiorò il suo volto con le dita, delicatamente, e con dolcezza lo baciò dietro l'orecchio.
- Ehi, Cas... - mugolò Dean assonnato, mentre si svegliava.
Castiel gli sorrise. - Buongiorno, Dean. Come ti senti?
Dean si stiracchiò. - Ho un gran mal di testa e ho sonno, ma sto da Dio. Grazie a te, Cas. - disse strizzandogli l'occhio. - In ogni caso... Posso farti una domanda?
- Certo.
- Perché non l'abbiamo mai fatto prima?
- Perché siamo degli idioti. - rispose l'angelo con aria seria. Poi sorrise. - Per fortuna abbiamo tutto il tempo di recuperare.
Poi strinse Dean a sé, baciandolo teneramente.
- Ti amo, Dean.
Dean distolse lo sguardo, leggermente imbarazzato. Ma sorrideva. - Maledizione, Cas. Mi fai sentire come un ragazzino alle prime armi. Comunque... sappi che provo la stessa cosa, ecco. Non sono bravo con le parole, lo sai.
Castiel rise. - Dean, sei uno scrittore!
- Sì, ma quando si tratta di parlare dei miei sentimenti è un'altra faccenda, razza di idiota. Soprattutto con te.
Castiel lo osservò in silenzio. C'era talmente tanto amore, talmente tanta dedizione nei suoi occhi, da far rabbrividire Dean.
- Cas, io... - inziò a dire, emozionato, ma fu interrotto dai rumorosi tonfi che venivano dal salone.

I due vi si diressero, allarmati, e videro il soggiorno completamente a soqquadro. Intanto, Gabriel e Sam amoreggiavano sul divano.
- Insomma, cosa diamine è successo? - chiese Dean irritato. - Ci avete fatto prendere un colpo.
Gabriel si alzò. - Stavo semplicemente lottando contro tuo fratello per allenarlo un po', visto che è un secolo che non muovete il culo per cacciare, poi, guarda un po', è capitato che la mia mano sia finita nei pantaloni di Sam. È stato un incidente, lo giuro.
Sam gli diede un pugno scherzosamente. - Gab, smettila di fare il cretino.
- Mai. - rispose Gabriel mordendogli giocosamente le labbra. Poi osservò Castiel e Dean. - Wow, ragazzi. A giudicare dai segni rossi che avete su tutto il corpo, e dal fatto che siete usciti dalla stanza di Dean in mutande, credo di aver capito cosa fosse tutto quel casino di stanotte. Vi siete dati da fare anche voi, a quanto pare. Congratulazioni Cassie, sei finalmente riuscito a farti la tua principessina!
Sam scoppiò a ridere.
- Non chiamarmi principessina, Cristo. E poi non sono affari tuoi. - grugnì Dean in imbarazzo, mentre andava in cucina.
Gabriel gli fece la linguaccia alle spalle. - Cavoli, Cassie, quell'imbecille del tuo ragazzo è un po' scontroso.
Castiel intanto lo seguì in cucina, ignorando Gabriel. Dean era seduto con la testa appoggiata al tavolo.
- Dean, rilassati. Ti preparo qualcosa. - disse con premura, dirigendosi ai fornelli.
Dean gli sorrise. - Grazie, Cas, ma a dire il vero non ho affatto fame. Ho solo un gran mal di testa; maledetto me e quando bevo così tanto. Vado a prendermi un'aspirina.
- Non dovresti mangiare qualcosa prima di prenderla? Dai, ti preparo un tè. - insistette Castiel, mettendo il bollitore sul fuoco.
Dean alzò gli occhi al cielo, ma sorridendo. - E va bene.
Dopo qualche minuto, il tè fu pronto. Castiel glielo porse e si sedette di fronte a lui.
- Grazie, Cas.
Dean si mise a bere il tè fumante in silenzio, mentre Castiel lo osservava.
Poi questi si alzò dalla sedia e lo strinse da dietro, baciandogli la nuca.
- Ehi Cas. - commentò Dean tenendogli stretta la mano. - Oggi siamo in vena di coccole, eh?
- Sembra proprio di sì. Voglio recuperare tutto il tempo perso.
Dean si voltò sorridendo, e lo abbracciò, con la testa contro il suo petto.
- Cas, oggi non andare da nessuna parte, okay? Voglio averti tutto per me.
- Va bene. Oggi sarò a tua completa disposizione. - sussurrò Castiel, baciandogli piano la fronte.
















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Rieccomi qui.
Questo capitolo è tremendo, lo so .-.
È stato un po' una sfida contro me stessa, visto che mi imbarazza da morire scrivere di momenti un po'... hot.
Infatti ci ho messo una vita a finirlo, spero che non vi dispiaccia troppo ç_ç
Anche se vi fa schifo, fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va :)

p.s: Un altro immenso grazie a tutti quelli che seguono la storia. *abbraccia*
p.s2: Ho pubblicato "Madness", una one shot sugli eventi riguardanti la chiusura dei cancelli infernali, ambientata prima dell'inizio di questa storia.
Se volete datele un'occhiata ^^
p.s3: niente, volevo solo mettere un terzo punto a casaccio.

  
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