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Autore: Memento_B    26/07/2008    1 recensioni
Le tre bambine erano sedute sui divani posti dall’altra parte della grande sala. Lì vi era più luce ed allegria; le tre confabulavano fra loro per poi ridacchiare sommessamente, ben attente a non farsi sentire o vedere dalla madre. La più grande era Bellatrix, aveva sette anni ed era una bambina bellissima. Ira e vergogna si leggevano nei suoi occhi molto espressivi, spesso lanciava sguardi carichi d’odio e rancore verso la madre. Andromeda aveva cinque anni e fisicamente assomigliava molto alla sorella, ma quando sorrideva vi si poteva scorgere una traccia di bontà ben rara nei Black. Narcissa quel giorno compiva tre anni. Seppur piccola non le fu risparmiato l’abito elegante di pizzo nero.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Narcissa Malfoy, Ted Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Missing moments'
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Spells and tea




Londra, 1963
Febbraio.



Druella era seduta in uno degli innumerevoli salotti in compagnia delle figlie, della cognata Walburga e del nipote bevendo una tazza di tè e chiacchierando della settimana appena trascorsa. Narcissa era seduta accanto alla madre a cui assomigliava sempre più, mentre Andromeda era in un angolo della stanza a leggere un libro, lanciando ogni tanto occhiate al ventre ingrossato della zia e a Sirius, suo cugino, che in mezz’ora era riuscito ad incendiare una tenda dopo essersi arrampicato su di essa ed averla strappata.
La bambina era allo stesso tempo divertita e preoccupata per la salute del suo cuginetto, ancora troppo piccolo per capire cosa fosse pericoloso per la sua salute, ma non poteva fare a meno di ridere per ogni suo danno. Si preannunciava diverso dalla famiglia, o perlomeno sembrava vivo e non morto come tutti gli altri membri. Chissà se sarebbe rimasto sempre così oppure se sarebbe diventato come tutti gli altri loro parenti.
Ormai Walburga aveva rinunciato a rimproverarlo. Ogni volta che lo sgridava suo figlio sorrideva e qualche secondo dopo tornava al suo tentativo di distruzione. Non sapeva più cosa fare, come educarlo, sembrava infischiarsene delle regole ed era attratto da tutte quelle cose che chiunque avrebbe definito “pericolose”.
Druella osservava la sua figlia più piccola con un sorriso compiaciuto, era sempre così seria e quell’atteggiamento superiore che aveva sempre nei confronti di chiunque le donava molto, le riusciva piuttosto naturale. Quel che la preoccupava era la costante presenza di Andromeda. Andromeda era quasi pericolosa per Narcissa, l’aveva sentita parlare dei Babbani e dei Mezzosangue con una sfumatura benevola e Narcissa pendeva dalle labbra della sorella. Ora che non c’era più Bellatrix a rivelarle la verità, la donna temeva che Narcissa seguisse la sorella in quei suoi pensieri folli, che facesse amicizia con Mezzosangue. Per quanto irritata dal comportamento di Andromeda, Druella non riusciva a picchiarla o a sgridarla, le si bloccava la mano a mezz’aria e la voce le moriva in gola senza riuscire a capire il perché. Cosa aveva mai di speciale quella bambina? Perché non riusciva a picchiarla come faceva con le altre due figlie? Eppure era inquietata da quel comportamento, Andromeda meritava di essere punita, meritava di venire umiliata, forse così avrebbe capito quale fosse la verità sui Maghi e sui Babbani. Le mancava Bellatrix.
Andromeda, al contrario di tutto il resto della famiglia, era contenta che Bellatrix non fosse lì con loro, si sentiva libera di ridere, di gridare, di correre, di giocare, non correva il pericolo di incontrare quella sagoma scura della sorella, a volte era pronta a giurare che attorno a lei ci fosse un’aura negativa, tetra, e si era convinta di quel suo pensiero, perché nessuno poteva essere così negativo ed avere così poca voglia di vivere. Bellatrix per lei era diventata l’incarnazione dell’apatia e dell’angoscia.
Narcissa era bramosa di giocare con quel suo cugino minore che pareva divertirsi, eppure rimaneva seduta sul divano accanto alla madre, immobile. Si ripeteva che quel che faceva suo cugino era sbagliato, che sua madre non avrebbe gradito vederla giocare con quel nipote da lei tanto odiato, che non era divertente giocare e che il gioco in sé non portava risultato alcuno se non la perdita di tempo che avrebbe potuto impiegare in cose più utili. Ogni tanto gettava uno sguardo nervoso e veloce ad Andromeda, che durante l'assenza di Bellatrix era diventata il suo unico mito ed esempio, e la osservava sorridere ai gesti del cugino così intraprendente, trattenere risate anche.
Un rumore fece girare le due donne e le due bambine verso un angolo della stanza, dove Sirius aveva iniziato a strappare un pezzo di pergamena in diversi pezzi più piccoli dopo averlo staccato dalla parete. Druella si alzò in piedi, gli occhi spalancati e la bocca coperta da entrambe le mani, pietrificata.
<< Mamma! >> esclamò Sirius, tutto contento e con un sorriso enorme << Visto che belli i coriandoli con le facce dei nonni? Ci sei anche tu qui, guarda! >>
<< Sarà meglio mettere tutto in ordine, prima che torni Cygnus... Sai anche tu quanto tiene alla copia dell'arazzo di famiglia... >> mormorò Druella, ricadendo sul divano e portandosi una mano alla fronte.
<< Meda, porta fuori quel disastro di mio figlio e non farlo tornare qui dentro per nessun motivo >> ordinò Walburga, il tono della voce altero.
Andromeda si avvicinò al cugino, coprendo con i capelli il sorriso divertito e compiaciuto che le era spuntato sul volto in seguito alla sua opera. Era fiera di lui, anche lei aveva tentato diverse volte di staccare quel pezzo di pergamena su cui erano stampati i volti dei suoi familiari, ma ogni volta che ne afferrava un lembo ci ripensava, presa dal terrore. Non le era mai piaciuto, la inquietava, eppure non voleva farlo, nonostante tutto era sempre la sua famiglia e voleva bene ai suoi familiari, anche se molte volte esageravano nei comportamenti, e da qualche anno erano diventati sempre più fanatici di quelle idee strambe che si ostinavano a sbandierare in giro, fieri. Seppur strani, erano i suoi parenti e per nessuna ragione al mondo li avrebbe disonorati in qualsiasi maniera, anche se era dura essere alle loro aspettative.
Prese in braccio il bambino e lo portò in giardino, mentre Narcissa le trotterellava dietro.

Hogwarts, 1963



<< Bella, aspettami! >>
<< Jane, non ho tempo da perdere, sbrigati! >> sibilò Bellatrix camminando fin troppo velocemente nei corridoi di Hogwarts, la voce eccitata ed un luccichio negli occhi << Non vorrai privarmi di questo divertimento. Oh, la pagherà! >>

Londra, 1963



<< Quanto vorrei avere anche io una figlia come Bellatrix, davvero Druella. E' obbediente e sa cosa vuole dalla vita, non come quel mio maledetto figlio. Anche Andromeda non è male, ma è troppo... buona, mi capisci vero? Buona ed ingenua, ecco. Te l'ho detto, l'ho sorpresa aiutare Kreacher nelle pulizie, ti sembra normale? Mi stupisco che tu non l'abbia punita, una Purosangue che si abbassa ai livelli di un sudicio elfo domestico, la cara vecchia zia Elladora andrebbe su tutte le furie! Ma non ti ho ancora raccontato cosa ha fatto quel mio elfo domestico ieri, ti invidio Dru! La tua Hilde non commette simili errori, lei è perfetta, sei davvero fortunata Dru. Pensa che Kreacher ha osato rompere il vaso che mi regalò Alphard per il compleanno, te lo ricordi quel bel vaso? E non ti ho detto tutto! Insisteva nel dire che si era trattato di un incidente, che non voleva romperlo. Fino a quando abuserà della mia pazienza? In quella casa diventerò matta, fra elfi domestici svergognati, figli ribelli e un marito che di certo non allieva la situazione. Ma tu non puoi capire, Dru, tu hai avuto tutte le fortune di questo mondo: un marito che ti ama, una bella casa -non che la mia sia brutta, sia chiaro-, tre figliole graziose, una buona famiglia Purosangue alle spalle e anche una buona posizione sociale, del resto il famoso sottosegretario anziano del Ministro Orpheus Rosier non è forse tuo padre? E anche tuo fratello Miles ha fatto un'ottima cosa quando ha sposato Dafnia, anche i Carrow sono una famiglia di tutto rispetto. Come si chiama la loro figlia? Jenna? >>
<< Jane, un nome piuttosto comune, ma adatto a mia nipote >> rispose Druella, sorseggiando una tazza di tè con un sorriso amabile. Lei era una donna di poche parole e quel che amava di sua cognata era la sua tendenza a fare monologhi, poteva parlare anche per ore senza che l'altro dovesse dire una parola << Del resto la piccola ha un aspetto piuttosto comune, come quello della madre. Se non fosse per il suo portamento fiero e gli abiti eleganti la si potrebbe facilmente confondere con una Weasley. Stessi capelli rossi, stessi occhi marroni, stesse lentiggini. >> << Ah, i Weasley. Traditori, ecco tutto. Fino a qualche generazione fa avevano tutta la mia stima, è una delle famiglie di sangue veramente puro, non come quei Prewett che quella sciocca di Lucretia si ostina a difendere. Eppure, non so se hai sentito, una di loro ha sposato un babbano, un ragioniere. Pensa che disonore per tutti loro! E attualmente poi, ho avuto a che fare con uno dei giovani, si ostinano a schierarsi contro il Signore Oscuro, anche se solo idealmente. Traditori e vigliacchi. Ma dimmi, quanti anni ha Jane? Dovrebbe avere la stessa età di tua figlia, se non sbaglio sono nate con solo qualche giorno di differenza >>
<< Sì, infatti. Jane è ad Hogwarts con Bellatrix, frequenta il primo anno come lei, lo stanno quasi finendo e sono nella stessa stanza. Ovviamente anche mia nipote è Serpeverde >> replicò la donna, una nota di fierezza nella voce.
Walburga era interessata alla vita di Hogwarts della sua nipote prediletta, trovava Bellatrix affascinante e misteriosa nonostante la giovanissima età, era certa che avrebbe fatto grandi cose, magari al fianco del Signore Oscuro << E dimmi, con chi stanno in stanza? >>

Hogwarts,1963



<< Bella, ma ti sembra davvero il caso? Dai, è solo una Mezzosangue! >> disse Jane, raggiungendo la cugina ansimando.
Bellatrix si voltò di scatto, il viso duro e colmo d'ira << Una Mezzosangue che ha osato infangare me e la mia famiglia, che è anche la tua in parte >>
<< Ma non so se è la cosa giusta da fare, se poi scrivessero a casa... >>
<< Zia Dafnia e zio Miles sarebbero fieri di te, loro non lascerebbero mai impunita quest'onta! Ma forse sei troppo vigliacca, del resto Jane è un nome da coniglio, dovresti unirti ai Tassorosso, lì staresti bene. Sai cosa significa il mio nome, eh? Significa "guerriera", significa. E poi vuoi forse che una stupida, sciocca, deficiente Grifondoro Mezzosangue si prenda gioco di te per tutti questi sette anni? Fa' come ti pare, io non lo permetterò, nessuno può prendersi gioco di me >>

Londra, 1963

<< Oh, con ragazze Purosangue con grandi famiglie alle spalle. C'è una Avery, una Mulciber e una McNair. E se proprio devo dirla tutta, il fratello di Josie Avery si è appena unito ai Mangiamorte, lui ha finito la scuola. Insomma, gente dabbene. Posso essere soddisfatta, mia figlia Bellatrix vive in un ambiente consono al suo rango >> Druella si gonfiò di orgoglio, unì le mani in grembo e sospirò << Cosa darei per tornare ad Hogwarts, anche se allora ero piuttosto sciocca >>
<< Me lo ricordo, me lo ricordo. E ricordo anche che Cygnus ed io ti abbiamo snobbato per un bel po', eri troppo intenta a civettare con i nostri compagni di scuola e a partecipare a tutte le festicciole, comportamento piuttosto disdicevole in effetti. Ma l'età fa miracoli, anche se non avrei mai detto che quella sciocca di Druella Rosier, due anni più piccola di me, sarebbe diventata mia cognata, davvero >> commentò Walburga, pensierosa. L'aveva odiata Druella, era gelosa di lei e della sua bellezza, aveva attirato perfino le attenzioni di Orion -per il quale lei aveva sempre avuto un debole, fin da piccolissima- ma la cognata l'aveva sempre rifiutato. Seppur fosse sempre stata una bella donna, non avrebbe mai potuto eguagliare la bionda Druella, molto più disinibita e sfacciata di lei. Era rimasta sorpresa quando Cygnus le aveva confessato che erano fidanzati da un anno e che aveva intenzione di sposarsi. Non riusciva a concepire come una donna meravigliosa come sua cognata che avrebbe potuto avere chiunque avesse deciso di sposare suo fratello, che certo non brillava per bellezza. Ed era rimasta sconcertata per la scelta del fratello, per poi riconoscere che Druella era davvero cambiata in meglio e ch'era degna d'essere sposata da un Black.

Hogwarts, 1963


<< Io non sono una vigliacca! >> protestò Jane, rossa in volto per la rabbia e la vergogna. Lei aveva davvero paura delle conseguenze, ma non l'avrebbe mai mostrato, specialmente a quella sua perfida cugina.
<< Dimostramelo, allora >> la sfidò Bellatrix, con un sorriso di sfida e le mani sui fianchi. Aveva ottenuto quel che voleva, avrebbe fatto vergognare e pentire la Grifondoro e avrebbe dimostrato la sua superiorità alla cugina.

Londra, 1963

<< Mi vergogno io stessa della mia gioventù >> confessò Druella, con un sorrisetto << Eppure mi mancano quei giorni, mi piacerebbe tornare indietro nel tempo. Oh, ma non pensiamoci più. Ancora un po’ di tè, Walburga? >>
<< Sì, grazie Dru >> accettò Walburga, porgendo la tazza alla cognata << Ancora una tazza e poi torno a casa, il mio maledetto dovere m’attende. >> si portò la tazza nuovamente piena alla bocca, ne bevve un sorso e schioccò le labbra << Mi piace questa qualità. Ottima, davvero. >>
<< E’ anche la preferita di Narcissa, per me è fin troppo dolce >> disse Druella, scostandosi i capelli dal volto.
<< Narcissa. E’ strana, sai? Non ha le idee molto chiare, mi sembra. Ma comunque è fin troppo piccola, è normale. A volte, però, mi sembra come Andromeda, persa in un mondo tutto suo, anche se il suo amore verso Bella è palese. >> Walburga non nutriva un affetto particolare nei confronti delle altre due nipoti: Andromeda era fin troppo diversa da lei, estranea alla famiglia quasi, Narcissa era facilmente condizionata dalle due sorelle, fin al punto che non assomigliava né all’una né all’altra. Pareva condividere le idee della famiglia ma non osava metterle in pratica. << Cissy >> riprese poi << E’ facilmente plasmabile. Io starei attenta alle sue compagnie. Non alludo certo a Meda, ma ti consiglierei di seguirla da vicino, una volta ad Hogwarts >>.
<< Narcissa non mi deluderà, ne sono certa. E’ stata educata da me e da Cygnus come Bellatrix e Andromeda >>

Hogwarts, 1963


Bellatrix riprese a camminare, seguita da Jane. Ogni tanto la Black imprecava e mormorava frasi sconnesse, che riguardavano comunque la vendetta. Raggiunse il giardino, dove sapeva che avrebbe trovato la Mezzosangue. Si fermò, non riuscendo più a trovarla sotto la quercia dove era seduta fino a poco tempo prima. Si guardò attorno e la trovò in riva al lago con qualche sua amica, solo qualche metro più avanti.
<< Bella, rifletti! Avete solo undici anni, cosa volete fare? >>
<< Il solo sfidarla è per me un riscatto, taci, essere ignobile >>
Una ragazzina dai capelli biondi e dal viso grazioso che indossava la divisa di Grifondoro la vide e con un sorriso si rivolse alla Mezzosangue tanto odiata da Bellatrix << Ehi, Tara, c’è la Black qui >> Tara si voltò divertita. Era una ragazzina minuta, una folta capigliatura biondo sporco incorniciava il suo volto allungato, aveva gli occhi di un marrone banale e il naso piuttosto grande, che creava un contrasto piuttosto brutto con le labbra scarne.
<< Lake! >> la chiamò Bellatrix << Come stanno i tuoi cari genitori babbani? >>
<< Come mai tutta questa premura nei confronti dei miei genitori, Black? >> chiese Tara Lake, alzandosi in piedi, le braccia incrociate al petto.
<< Pura semplice informazione >> rispose Bellatrix, gli occhi accesi da una rabbia incontrollata.
<< Ciò mi sorprende non po… >> Tara Lake non ebbe opportunità di finire la frase. Prima che la ragazzina potesse rendersi conto di quel che Bellatrix stesse facendo, si vide la bacchetta della Serpeverde puntata contro e qualche istante dopo si ritrovò pietrificata.
Bellatrix scoppiò in una risatina allegra ed infantile, poi si rivolse alle amiche della Grifondoro << Sbloccatela voi, se siete vere streghe. E ricordatele sempre cosa può fare Bellatrix Black. >>



  
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