“salve sono Thomas Neri. Piacere di conoscervi” –disse con un sorriso
Ma quello non era il ragazzo di prima?

Ok mi sembrava aver preso un abbaglio.
Ma continuavo ad aprire e chiudere gli occhi ma era sempre lì.
Era proprio lui. Mi erano rimasti impressi i cappelli nero corvino. Credo che non c’era nessuno in quella scuola così.
Sembrava davvero più grande di noi, ma se frequentava questa scuola forse non era come lo immaginava Giusy.
Dopo le presentazioni si sedette in un banco vicino alla finestra e la lezione continuò fino allo scoccare della pausa.
Tutti uscirono tranne lui. Anzi tranne lui e tre che gli stavano vicino e lo adoravano come se fosse una star.
Le solite oche appunto.

“quindi ti chiami Thomas?”
“si”
“è da molto che sei qui? Noi conosciamo ogni persona di questa città ma te non ti abbiamo mai visto”
“in effetti mi sono trasferito da poco” – dissi tentando di ignorarle
“immaginiamo che tu abbia seguito la tua famiglia..”
“no”
“caspita come mai?”
“così. Avevo voglia di cambiare aria..” – disse ormai stufo di quelle domande che lo riguardavano
“oh un ragazzo indipendente! Sei davvero un ragazzo che attrae molte ragazze. Non sarebbe male averti come partito!”
Si certo. Ma non per quello che pensate voi.

Stare in classe con quelle odiose era impossibile e perciò uscii.
Odiavo ascoltare gli interrogatori che facevano.
Feci una piccola rampa di scale prima di arrivare alla porta che dava su un balcone.
Li mi aspettavano le mie amiche.
“finalmente Giusy! Cos’è successo che ti ha fatto tardare?”
“mah niente di che”
“il prof ha voluto continuare la lezione?”
“no. Il fatto e.. ecco e arrivato un nuovo ragazzo nella mia classe”
“dai! E come è?”
“vi ricordate il ragazzo di stamattina che ci aveva chiesto se questo era il liceo?”
“dai! Quel ragazzo affascinante? Incredibile!”
“si e le mie compagne “oche” gli stanno facendo l’interrogatorio”
“ha ha! Ecco perché tardavi! Volevi sapere più su di lui!”
“mah guarda. Non è che mi interessa più di tanto, tanto fra qualche giorno non mi calcolerà nemmeno”
“mi dispiace però. Non sarebbe male conoscerlo”
“dubito che voglia poi parlare con una come me..”
Suonò la campanella.
“caspita è già ora di andare. Ci vediamo all’uscita”
“ok ciao!”

Le ore passarono e volò la giornata.
Ok non proprio volate ma speravo come ogni giorno che passassero in fretta per via delle solite prese in giro.
Vidi che il ragazzo nuovo se ne stava in disparte e cercava di attirare meno che poteva l’attenzione e che cercava di non rispondere alle domande di curiosità che facevano.
Strano questo ragazzo.
Uscii dall’edificio, trovai le mie amiche e feci la solita strada con loro per arrivare a casa.

“bentornata Maria!”
“ciao pà”
“come è andata oggi a scuola?”
“come sempre. Mamma?”
“è andata fuori città per lavoro. Non credo tornerà questo fine settimana”
“va bene”
“ti va se stasera usciamo a mangiare una pizza?”
“ok”
Perfetto almeno potevo distrarmi un pochino.
Entrai nella mia stanza e buttai lo zaino sul pavimento per poi sdraiarmi sul letto.
Avevo ancora in mente la figura del nuovo arrivato.
Thomas. Davvero un bel nome.