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Autore: valentina4immer    10/05/2014    1 recensioni
Questa storia parla di due ragazze, una con una vita apparentemente perfetta, l'altra trasandata, che vive la sua vita nel dolore, nell'alcol e nella disperazione. Queste due ragazze sono però destinate ad incontrarsi e ad innamorarsi. Come finirà? La ragazza "perfetta" riuscirà a salvare e a cambiare l'altra ragazza o sarà l'altra a rovinarle la vita? è la mia prima storia e spero che vi piaccia =)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 3: Passato

Mi svegliai la mattina dopo e decisi di non andare a scuola.. Non mi andava per niente.. Così presi l’autobus ed andai al canile, dove per la cronaca passavo la maggior parte del mio tempo. Non mi accorsi però che mio fratello mi vide prendere un pullman diverso da quello che mi porta a scuola così me lo ritrovai davanti al cancello del canile col suo motorino che mi stava aspettando.
-“Cosa ci fai tu qui?” gli dissi con abbastanza indifferenza.
-“Sono venuto a prenderti, ti porto a scuola”
mi rispose con un tono molto freddo e distaccato. Dopo tutti quegli anni si ricordava dove si trovava il canile, con quale autobus ci arrivavo e con quale andavo a scuola, ero abbastanza stupita. Nonostante ciò però, continuai a fare l’indifferente e la menefreghista e lo sorpassai andando verso Pepe, Poldo e Byron. Lui però mi prese per un braccio stringendolo forte.
-“Tu adesso sali con me in moto e vai a scuola, non si discute”
-“Cos’è, dopo 3 anni ti presenti qui nel MIO posto e ti permetti pure di darmi degli ordini?”
in effetti non avevamo ancora parlato di questo. Del perché se ne andò e del perché ora fosse ritornato.
-“Non parlarmi così ragazzina, tu non sai niente di me, NIENTE!”
 mi sollevò di peso e mi mise sulla moto, dopo quella frase io ero rimasta di stucco, non sapevo più che dire, come avevamo fatto a ridurci così? L’ultima volta che ci eravamo visti eravamo inseparabili.. Ed ora non riuscivamo più nemmeno a rivolgerci la parola.
Dopo avermi accompagnata a scuola lui se ne andò senza nemmeno rivolgermi un saluto. Suonò la campanella delle 9, così riuscì ad entrare in seconda ora, mi stupii del fatto che la ragazzina di ieri non ci fosse.. Ma poi la vidi.. La vidi entrare subito dopo di me.. Aveva fatto una corsa per riuscire ad entrare, era tutta sudata ed aveva il fiatone.. Era bellissima! Ma cosa andavo a pensare?? Sono scema forse? Dai, solo perché aveva un paio di jeans neri attillati che le mettevano in risalto il fondoschiena ed una maglia nera dei Nightwish che le arrivava fino all’ombelico con quel fisico perfetto e senza nemmeno un velo di ciccia.. La vidi avvicinarsi a me.. Ero rimasta senza parole.. Non riuscivo nemmeno a dirle ‘Ciao’.. E mentre ero immersa in quella bellezza sconvolgente lei mi si avvicinò all’orecchio e mi sussurrò
-“Attenta, stai sbavando!”
così mi ripresi immediatamente e mi passai la manica della mia felpa sulla bocca come per pulirmi e solo quando la vidi ridere mi resi conto che mi stava prendendo in giro. Era così diversa da ieri.. Fino a nemmeno 24 ore fa era la tipica ragazza perfettina con dei genitori ricchi e con un gusto nel vestire a dir poco pessimo.. E invece ora.. Era li.. Accanto a me.. Con i capelli che gli cadevano sulle spalle, con le labbra sottili e con uno sguardo malizioso che cambiò radicalmente il pensiero di ‘ragazza innocente’ che mi ero fatta su di lei.. In quel momento mi sembrava una di quelle ragazze che ‘la faceva annusare a tutti ma non la dava a nessuno’!
Risvegliatami da quei pensieri, mi accorsi di una cicatrice che portava sullo stomaco.. Era coperta dalla maglietta ma, arrivando fino all’ombelico se ne vedeva un pezzettino. Stavo per chiederle il perché della cicatrice ma appena vide che l’avevo notata si abbassò la maglietta in fretta e furia, alzò la mano e chiese al professore se potesse cambiare posto e si spostò in prima fila, facendo sedere vicino a me uno di quei ragazzi con solo il calcio ed il sesso in testa, infatti appena si sedette al posto della ragazzina mi iniziò a guardare e mi mise la sua mano sulla mia gamba così gli tirai uno schiaffo e uscii dalla classe ancora prima che il professore mi sbattesse fuori. Ma che diavolo era successo con quella ragazzina? Perché se n’è andata così? Che le ho fatto?!

****************************************************

L’aveva vista.. Aveva visto la cicatrice.. Non ci potevo credere.. Nessuno l’aveva mai vista.. E nessuno doveva mai vederla!! Ho cambiato posto, lei è uscita dalla classe, ma non mi basta, me ne devo andare. Voglio scappare. Devo isolarmi, devo calmarmi, non deve riaprirsi quella cicatrice, non può! Presi le mie cose e me ne andai, il professore a urlarmi di tornare ma non ce la facevo, le sono passata davanti con gli occhi pieni di lacrime, stavo per scoppiare, lei mi guardò stranita e incapace di capire cosa fosse successo, ma non potevo restare, non aspettai nemmeno l’autobus, iniziai a correre verso strade che non conoscevo, non sapevo ancora girare per quella città eppure ho preferito perdermi nella speranza di trovare un posto isolato in cui potevo sfogarmi e tentare di ricucire quella ferita.
Correvo, le lacrime ormai mi erano già uscite fuori, non sapevo dove andare, non sapevo cosa fare, sapevo solo che dovevo continuare a correre perché se mi fossi fermata avrei rischiato che qualcuno mi vedesse, ma ormai avevo gli occhi talmente appannati dalle lacrime che non vedevo più dove stavo andando e non mi accorsi che stavo attraversando una strada finchè non sentì qualcosa di molto grosso e molto duro colpirmi di lato e caddi a terra.
Aprii gli occhi, ero circondata da dottori, non mi sentivo più nessuna parte del corpo, non riuscivo più a muovermi, non ricordavo cosa mi avesse colpita, un camion forse, sta di fatto che da quello che ho sentito farfugliare dai dottori avrei dovuto restare in ospedale per qualche giorno per accertarsi che non ci fosse nulla di grave, apparentemente infatti vi erano solo profonde ferite e dolori ovunque anche se mi avevano dato degli antidolorifici.
Quella notte non riuscii a dormire così mi alzai, decisi di andare a fare un giro, infatti da quel pomeriggio ero migliorata, evidentemente era solo la botta che mi aveva momentaneamente paralizzata. Uscii dalla stanza, decisi di esplorare un po’ l’ospedale così mi girai due o tre corridoi fino a quando rimasi paralizzata davanti ad una camera. Era lì. Stava dormendo. Cosa cavolo ci faceva lì? Cosa era successo? Si sarà fatta tanto male? Cavolo! Si sta girando! Non sta dormendo! Il battito del cuore mi stava accelerando in una maniera assurda, non volevo che mi vedesse li, non volevo proprio che mi vedesse! Entrai in panico e mi iniziò a salire l’ansia, cosa avrei dovuto fare? Per qualche strana ragione non riuscivo a muovermi! Feci appena in tempo a notare che mi aveva vista quando caddi a terra e svenni.

ANGOLO DELL’AUTRICE
Scusate questo capitolo l’ho scritto un po’ di fretta e mi sa che anche il prossimo probabilmente lo pubblicherò con un po’ di ritardo, sapete com’è, la fine della scuola si avvicina e devo recuperare un po’ di materie, spero mi perdoniate! Comunque ringrazio molto mersia e _Acqua per le loro recensioni, spero di migliorare col tempo, e ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia fra le preferite o le seguite =)
  
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