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Autore: Vanee x_x    11/05/2014    0 recensioni
Una piccola raccolta di parti di storie e racconti che ho scritto nel corso del tempo, che trattano i temi più disparati e che non penso di terminare per ora :)
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il vecchio orologio a pendolo batteva sommesso le tre del mattino, coperto dal vociare potente e indistinto di un gruppo di uomini intenti a conversare di donne e di birra, durante quella che doveva essere proprio una riunione lavorativa delle due grandi aziende della provincia di Castelcupo: quella dei Madonna che si occupava di ricambi per automezzi e quella degli Stronati che invece era specializzata in trasporti.

Il vento gelido di Gennaio sibilava attraverso le crepe della vecchia porta della locanda deserta, solleticando impertinente la schiena della dozzina di individui incravattati che erano seduti attorno al tavolo più grande, al centro della stanza.

Il fumo scivolava viscido fuori dalle loro bocche, formava una grande nube opaca che saliva fino al soffitto.

La porta scricchiolò, si aprì e un altro ometto di mezza età in giacca e cravatta prese trafelato una sedia e si unì all'assemblea: era Stefano Madonna, il proprietario dell'azienda che aveva preso il suo cognome.

- Alla buon'ora, signor Madonna. - commentò un anzianotto panciuto, un ricco fratello del padrone dell'azienda.

- Ho avuto dei contrattempi, signor Stronati -

- Spero che almeno questi  "contrattempi" abbiano avuto delle tette enormi! - commentò un uomo evidentemente ubriaco dal fondo della fila e improvvisamente tutto il comitato scoppiò in una di quelle risate sporche, da baretto di periferia.

Stefano, pudico, si limitò a sorridere imbarazzato e commentare:

- È sempre il solito vecchio volpone, signor Medici… A dire il vero i miei contrattempi avevano clausole e firme da fare, altro che tette. -

- Lavori troppo Stefà, non lo sai che ti si ammoscia? È ora che tu prenda in considerazione i bisogni del tuo amico. -

- Nicola ha ragione, ultimamente mi hanno dato il numero di una certa Erika, ho visto delle foto e mi fa impazzire… Anzi, me lo fa impazzire. Lo vuoi anche tu? -

- Non siamo forse qui per parlare di affari, buonsignori? - Stefano si alzò in piedi di scatto, battendo i palmi sul tavolo e tutti i presenti si ricomposero in preda alla vergogna, stupiti dalla sua fermezza. 

Si cominciò così a discutere in maniera seria di quello che era il problema: il vecchio fornitore, concorrente dell'azienda dei Madonna, stava per cedere ed avrebbe sicuramente causato un fallimento anche agli Stronati; essi quindi avevano ben pensato di cambiare grossista per evitare che la sciagura avesse potuto contagiare anche loro.

Stefano doveva a tutti i costi aggiudicarsi l'affiliazione perché avrebbe cambiato il futuro della sua carriera e della sua intera famiglia. Tuttavia, si sarebbe guadagnato la totale inimicizia dell'azienda degli Stone, alla quale avrebbe causato una chiusura prematura.

Era conscio del rischio che stava correndo e gli era indifferente, voleva raggiungere il suo obiettivo a tutti i costi.

Intanto si fece mattino, e il sole cominciò a fare capolino dalle colline poco distanti.

Buona parte dei partecipanti si era addormentata, cullata dall'alcool e dal buio della notte, tranne Stefano: era rimasto lì seduto a fissare quei documenti, quelle firme che di punto in bianco gli avrebbero cambiato tutta la vita. D'improvviso il sole sembrava emanare ancora più luce, l'aria gli sembrava ancora più profumata, pregustava già la sua vita agiata e quella dei suoi figli in futuro.

Tornò a casa con gli occhi pesti di sonno, abbracciò forte i suoi figli e dando poche spiegazioni corse in camera da letto e si addormentò sorridente: cominciava una nuova vita per Stefano e la sua famiglia.

Stefano era stato sposato per tanti anni con una buona donna, che morì tragicamente per una brutta malattia proprio poco dopo aver dato alla luce i suoi due figli: Tonio e Zara.

Zara era una ragazzina sui quindici anni, di bell'aspetto: aveva un fisico minuto e grazioso, gli occhi piccoli e scuri di sua mamma e i capelli castani lunghi alle spalle, lisci come l'olio. Riservata di carattere, arrossiva facilmente ed era un'inguaribile sognatrice.

Suo fratello ventenne Tonio, invece, era tutt'altro che minuto. Non aveva un fisico atletico, a dirla tutta aveva un po' di grasso qua e là ma rimaneva nella norma. Come sua sorella aveva occhi color nocciola e capelli castani, inoltre anche lui arrossiva facilmente ed era dal sorriso facile. Soffriva molto di gelosia, aveva molto spesso comportamenti possessivi nei confronti di sua sorella ma lei non gli dava molto peso e finiva sempre per non dargli retta.

Veloce come era salito, il sole scese e ben presto Stefano aprì gli occhi: subito si trovò davanti le facce curiose dei suoi figli e le loro incessanti domande.

- Bà cos'è successo? Ti hanno dato il lavoro? -

- Allora puoi comprarmi la macchina che mi piace tanto, Bà? -

- Ci trasferiamo? Andiamo a vivere in una casa enorme? Come vorrei avere un grande giardino per metterci tanti cani e gatti… -

Stefano, ancora mezzo addormentato non capì a fondo tutte le domande e si limitò a dire, stiracchiandosi:

- Non lo so ragazzi, non lo so ancora. Però i presupposti ci sono! SIAMO QUASI RICCHI! - 

Si misero tutti a esultare eccitati e dopo poco i ragazzi si avviarono di corsa verso la porta.

- Bà andiamo a dirlo agli amici nostri! -

- No! Fermi! Cercate di mantenere il segreto finché non sarà tutto sicuro, intesi? - 

- Intesi! Torniamo per cena. -

Le grida e le risate dei due fratelli si allontanarono fuori dalla porta e con loro tutta la spensieratezza dell'uomo.

Benché fosse felice, non riusciva a togliersi dalla testa quell'ansia: l'affiliazione doveva rimanere segreta fino al momento della consegna del materiale, prevista per l'anno successivo; lo stesso periodo in cui si ipotizzava che l'azienda degli Stone avrebbe definitivamente chiuso. In pratica, gli Stone si sarebbero dovuti accorgere della frode solo e soltanto dopo la fine della loro impresa, oppure sia la sua famiglia che gli Stronati sarebbero finiti in un mare di guai.

  
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