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Autore: IShallWearMidnight    23/12/2004    7 recensioni
La Tokyo di oggi. La città che incarna i sogni e le speranze di molti, giovani o adulti che siano. Che invece, quando ogni faro effimero si è spento, non rimanga che il buio? Che, dietro alle vicende quotidiane che attraversano ogni giorno, un gruppo di adolescenti ben noti nascondano dentro di sé disillusione e disgusto? Ancora una volta, non avere nulla. Ancora una volta, non essere schiavo di nessuno. Ancora una volta, non avere legami. Ma vivere semplicemente per la tua vita è possibile se, quando chiudi gli occhi, qualcosa o qualcuno bisbiglia dal passato, o forse dal presente? O forse non puoi ignorare quei frammenti che ti trapassano il cuore, provenienti da quello specchio rotto che è il passato? La vita, alla fine, è davvero solo un inutile e disperato tentativo di resistenza?
@Iniziata la revisione dei capitoli. Capitoli rivisitati: 1/6, 11/13, 30/39@
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Sha Gojio, Son Goku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti

Salve a tutti! Innanzitutto vorrei fare un mondo di auguri a chiunque stia leggendo queste righe, e ringraziare le solite commentatrici incallite, ovvero Yuri, Lorusgra, PoisonApple, Kakashi e Kairi84. Thanks a lot! Grazie anche a chi legge e non commenta. Vi lascio al capitolo…

 

 

Capitolo 10 – Ruined birthday

 

Il fiatone, Shinobu correva intorno al campetto, con i bloomers che tanto detestava; spesso e volentieri indossava un paio di pantaloncini maschili, perché detestava quell’indumento da maniaci, però per quella giornata aveva deciso di evitare altri comportamenti scorretti (dato che era per il momento coinvolta ingiustamente nella rissa di Gojyo e Sanzo, e aveva perduto due ore di lezione tra la sosta in presidenza e l’infermeria); così, a malincuore, si era convinta a indossare i bloomers.

Detestava la noiosa ripetizione delle ore di ginnastica; anche se correre le piaceva, e spesso e volentieri lo faceva da sola durante il pomeriggio o la sera, avrebbe milioni di volte preferito essere al campo di calcio con i maschi, piuttosto che essere obbligata a ripercorrere infinite volte quello stramaledetto cortile insieme alle ragazze della sua classe.

Sbuffando, evitò agilmente uno sgambetto che “casualmente” le aveva rivolto una sua compagna.

Si voltò verso il campo di calcio; oltre a guardare i ragazzi giocare, cercò con gli occhi Gojyo, che aveva educazione fisica anche lui in quell’ora.

“Quell’idiota ha bigiato di nuovo?”, pensò Shinobu non vedendolo.

E dire che lei avrebbe dato non sapeva cosa per giocare a calcio…

Questa volta non riuscì a evitare un ulteriore sgambetto, così rovinò per terra, mentre le ragazze ridacchiavano.

La professoressa suonò il fischietto. “Insomma, Ori! Più concentrata! Così rallenti anche le tue compagne, si può sapere come sei caduta?”

Shinobu strinse i pugni. Calma…calma. Emise un respiro e rispose sorridendo, mentre si rialzava: “Non saprei, professoressa. Devo essere inciampata”

Sarebbe servito solo a perdere un mucchio di tempo, dire che era stata una delle compagne a farle lo sgambetto.

La professoressa la guardò scuotendo la testa, mentre nessuno fiatava. Inutile, quella ragazza aveva sempre una gran faccia tosta..

La risposta, comunque, di certo non piacque alla padrona dell’inciampo, che giurò di fargliela pagare. Per l’ennesima volta, quella bamboccia aveva avuto l’ultima parola su di lei.

 

“Deve avere ragione Hakkai…questi sogni sono tutti collegati tra loro. Persino Shinobu li fa di frequente…chissà se riuscirò a capirci qualcosa”, pensava Gojyo baciando un po’ distrattamente la ragazza del terzo anno che era riuscito a imbarcare per non dover giocare una delle solite partite di calcio.

“Sei distratto, Sha…che ti prende?”, chiese la ragazza facendo per aprirsi un po’ di più la camicia sul davanti.

Il ragazzo le scoccò un’occhiata non troppo interessata, dicendo: “Non è niente. Solo un po’ di stanchezza, dolcezza. Fammela passare un po’…”, continuò attirandola a sé.

“Che ne dici di andare in un posto più comodo dopo le lezioni?”, gli sussurrò nell’orecchio la ragazza.

“Mi dispiace, ma sono occupato. Vado a bere fuori con gli amici”, disse Gojyo con un sorriso sardonico.

“Se preferisci loro a me…”, sussurrò la ragazza con un sorriso malizioso, allontanandosi appena un po’ da lui.

“Bè…oggi non posso proprio. Sarà per un’altra volta”, disse lui risistemandosi la camicia. Come al solito, alle lunghe tutte le ragazze diventavano noiose, e accampavano diritti su di lui.

La ragazza lo guardò delusa: “Ultimamente non sei più tu, Sha. Le donne non erano la tua vita?”

“E lo sono ancora”, rise Gojyo. Dove voleva arrivare?

Lei iniziò a ricoprirsi: “Ti stai allontanando sempre più da quello che eri, da quello che piaceva a noi tutte. Perché?”

“Ti ho detto che è solo un po’ di stanchezza, niente di più. Se vuoi, domani sera ci vediamo nel mio appartamento, e allora vedrai se non sono più io”, disse lui con un sorriso spaccone.

“Prima, insieme al tuo corpo, ci davi anche l’anima. Adesso sembra che sia da qualche altra parte”

Gojyo scoppiò in una risatina: “Ma che sciocchezze vai dicendo?”

Lei terminò di rivestirsi, scuotendo la testa e decidendo di cambiare discorso: “Esci con i ragazzi delle moto?”

“No. Con Genjo, Cho, Son…”

“…e Ori?”

Gojyo annuì.

“E’ quella mocciosa che ti sta cambiando?”

“Non sto cambiando, Maki. Sono sempre lo stesso ragazzo che scopa con te quando non c’è nessuna di meglio da farsi”, concluse lui un po’ irritato.

La ragazza gli assestò un sonoro schiaffo. “Sono una delle poche che c’è sempre quando ne hai bisogno”, fece per andarsene.

Si fermò sulla soglia del ripostiglio. “…E in ogni caso, credo che quella sgualdrinella troverà più divertente uscire con Gojuin, stasera”.

“Che c’entra Gojuin?”

“L’hanno vista in infermeria con Gojuin. Sì, erano in atteggiamenti mooolto intimi, Gojyo”

“Un’altra delle solite cazzate che mettete in giro sul suo conto? A me non interessa”, disse accendendosi una sigaretta, con lo sguardo annoiato.

“Questa volta è vero. L’ha vista Misao, e sai che è una di quelle che vuole restare fuori da qualsiasi chiacchiera. Non vuole andare contro Ori. O meglio, non lo voleva, prima che vedesse il ragazzo che le piaceva baciare un’altra che, si dice, ci prova con tutti”, concluse la ragazza uscendo dal ripostiglio.

Gojyo rimase lì con la sigaretta in bocca. Non che gliene importasse, ma voleva proprio chiedere a Shinobu se era vero. E lo avrebbe fatto all’uscita.

 

Goku e Shinobu, chiacchierando allegramente del più e del meno, stavano andando verso la moto di Gojyo. Sarebbero andati tutti insieme a bere, e Goku era eccitatissimo all’idea.

“Sai che sono molti anni che non festeggio il mio compleanno?”, disse, saltellando.

“Davvero? Allora stasera ci divertiremo un sacco! Andremo al karaoke, a bere, e poi a mangiare”

“Evviva! Cibo cibo cibo!”

“Ci mangeremo una bella torta al cioccolato!”, disse saltellando anche lei.

“Ah! Eccolo il pervertito!”, disse Goku indicando Gojyo, che se ne stava appoggiato alla moto.

Lo raggiunsero.

“Ehi, Ginger! Tu vai in moto? Dove ci vediamo?”, gli chiese la ragazza tranquillamente.

“Non dovresti uscire con Gojuin?”, le disse il ragazzo per provocarla.

“Eh?”, chiese stupita Shinobu. Non poteva immaginare che lui sapesse.

“Ma sì, mi hanno detto che siete diventati molto intimi, ultimamente…”

“Ma che ti prende? Non avevamo chiarito quella faccenda?”.

Pensava che si stesse riferendo ancora alla lite nel corridoio, riesumata per una qualche arcana ragione.

“Non sono affari miei, ma non dovresti uscire con lui?”

“Ma perché?”

“Perché mi hanno detto che l’hai baciato in infermeria, oggi”, concluse lui, gelido.

Ci furono alcuni secondi di silenzio totale. Goku stava per chiedere: “Ma è vero?”, ma capì subito che tirava una brutta aria, peggiore di quando litigavano ad alta voce.

Shinobu scosse la testa. L’ultima persona che, chissà perché, voleva che lo sapesse, l’aveva saputo.

“Chi te lo ha detto?”, si limitò a chiedere.

“Un uccellino. O meglio, una figa”, rispose, volgarmente, Gojyo.

“Non c’è bisogno di essere volgare, adesso”

“In ogni caso, io adesso vado”, disse superandola e avviandosi verso il cancello.

“Aspetta un attimo! E la cena fuori?”

“Bè…credo che anch’io avrò il diritto di spassarmela con chi mi pare, no?”

“Capisco che la cosa ti irriti perché non provi simpatia verso Gojuin, ma…”

“Veramente la cosa mi è indifferente”, rispose lui.

“E allora perché non esci con noi?”, gli chiese la ragazza. Decisamente, iniziava ad irritarsi anche lei.

“Non mi va più. Ci si vede”, disse lui.

“Gojyo!”

Lui si voltò per un momento.

“Sei uno stronzo. Non sono cazzi tuoi quello che faccio e con chi lo faccio, ma se hai problemi risolvili con me e con nessun altro. Non ti farò rovinare il giorno del compleanno di Goku con la tua stupida boria. Hai capito?”, gli disse, arrabbiata con lui come non mai.

Era troppo. La prima era sbottata, adesso toccava a lui.

Gojyo le si avvicinò, mettendole due dita sotto il mento e alzandole il viso; la ragazza era già bassa di suo, circa cinque centimetri in meno di Goku, ma al confronto con Gojyo sembrava ancora più piccola: “Cerca di non prenderti tutta questa confidenza con me. Chi sei tu, per dirmi che sono stronzo e borioso? Vedi di starmi alla larga. Non ho tempo da perdere con le ragazzine presuntuose”.

E così dicendo, fissando i suoi occhi rossi in quelli della ragazza, si allontanò.

Shinobu lo guardò; stava tremando di rabbia. Davvero quello era il ragazzo che poco tempo prima l’aveva salvata da una violenza sessuale e le aveva poggiato la sua giacca sulle spalle, lo stesso con cui aveva passato una mattinata tra gli alberi di ciliegio e con cui si divertiva a bere?

“Ma si può sapere che c’è?”, chiese Goku, che finalmente, credendo scampata la tempesta, si rischiò a parlare.

“C’è che è un gran coglione”, esclamò risentita la ragazza.

 

Fuori del cancello, Hakkai e Sanzo stavano aspettando Gojyo e gli altri due. Lo videro passare a piedi, senza la moto.

“C’è qualcosa che non va, Gojyo?”, chiese gentilmente Hakkai.

“Sto andando a fare due passi!”, mormorò lui continuando a camminare.

“Dov’è Goku? E Shinobu?”

Il ragazzo dai capelli rossi si voltò di scatto: “Penso che quella troverà più piacevole uscire con Gojuin, stasera. E comunque non parlarmi più di quella mocciosa”

“Sbaglio o percepisco una nota d’irritazione nella tua voce?”, disse lui tentando di nascondere uno dei suoi soliti sorrisi.

“Perché dovrei essere irritato?” chiese Gojyo.

Sanzo arrivò con una sigaretta in bocca: “Allora, dove sono le due saru?”

Gojyo non rispose e si allontanò.

Hakkai, sospirando, rispose: “Credo che sia successo qualcosa. Se fosse stata una delle solite discussioni, si sarebbe messo a urlare , o qualcosa del genere. Invece il suo tono era…deluso”

Sanzo soffiò il fumo e, indicando Gojyo, disse: “E’ un idiota”

Hakkai annuì: “Sono d’accordo con te. Certe cose non sa proprio ammetterle”

Il ragazzo dagli occhi verdi scosse la testa e soggiunse: “Temo che toccherà a noi andare a cercare tutti”.

Ma non ce ne fu bisogno, perché in quel momento dal cancello uscirono Goku e Shinobu, che sembrava avere le braci sotto i piedi, dato che con la sua andatura avrebbe comodamente superato una moto da corsa, mentre Goku stentava quasi a starle dietro.

La ragazza, mormorando una specie di saluto, girò l’angolo e si allontanò.

“Goku, sai cos’è successo a quei due?”, chiese Hakkai.

“L’avessi capito! So solo che hanno litigato come non li avevo mai visti prima. Gojyo sembrava volerla schiaffeggiare e c’è mancato poco che Shinobu non sollevasse la moto e gliela tirasse in testa! Uffa! Shinobu mi aveva promesso che avremmo mangiato la torta al cioccolato, che saremmo andati a cantare e…”

Il pugno di Sanzo, inesorabile, calò sulla testa di Goku. “Ti dispiace spiegarti in due parole, razza di scimmia logorroica?”

“Sanzo, calmati. Goku, sai perché hanno litigato?”, s’intromise Hakkai, anche se iniziava già a capire.

“Non ho capito bene…Gojyo ha detto a Shinobu che avrebbe dovuto uscire con quel Gojuin, ma lei non capiva, così lui le ha detto che una figa…questa parola non l’ho capita bene… gli aveva detto che l’aveva vista baciarsi con Gojuin…e così hanno iniziato a litigare come non mai. Io non lo capisco quel pervertito!”

“Ci vorrebbe l’interprete per capirlo! E la cosa peggiore è che non si capisce neanche lui stesso…”, sentenziò Hakkai, che invece aveva capito ogni cosa.

Sanzo si ficcò un mignolo nell’orecchio, sentenziando “Tsk!”

Hakkai sospirò; “Goku, andiamo noi tre a mangiare la torta al cioccolato. Gojyo sarà meglio lasciarlo perdere, ma più tardi chiameremo Shinobu e le chiederemo se vuole unirsi a noi, d’accordo?” 

“Sì!”, esclamò Goku un po’ rinfrancato.

Tsuzuku…

 

Concludo augurando ancora buone feste, e con qualche anticipazione: il prossimo capitolo svelerà il passato di Hakkai…basta, non spoilero più!

   
 
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