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Autore: itsharrysharibo    11/05/2014    4 recensioni
Crono è finalmente stato sconfitto e per i nostri eroi sembra che i guai siano finiti, ma la vita di un semidio non è mai tranquilla.
Un nuovo pericolo incombe sull'Olimpo e sarà proprio la sorella di chi ha cercato di distruggerlo a doverlo salvare.
La nuova semidea rimarrà fedele ai suoi amici o commetterà lo stesso errore del fratello?

"Mi chiamo Elizabeth Castellan e ho appena scoperto che mio padre è una divinità greca e che mio fratello è morto mentre tentava di distruggere l’Olimpo.
Si prospetta un estate interessante."

Un nuovo nemico. || Una nuova grande profezia. || Una nuova avventura per i figli delle divinità greche.
MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THREE
NIGHTMARES
 
 
Sognare mi era sempre stato difficile, era una delle cose che proprio non riuscivo a fare.
Quando le maestre ci domandavano qual’era la nostra più grande difficoltà i miei compagni rispondevano con cose tipo non saper disegnare bene, non sapere la tabellina del sette perfettamente o non riuscire a fare goal in partita, ma poi con il tempo le loro difficoltà cambiavano e quello era un fattore che dipendeva dall’età.
La mia invece rimaneva sempre quella.
All’età di sei anni non ho mai sognato unicorni ed arcobaleni, all’età di otto anni non ho mai sognato di diventare una principessa e all’età di tredici anni non ho mai sognato il mio primo bacio.
Semplicemente non sognavo.
Non lo facevo più da quando Luke se ne era andato, da quel giorno facevo sempre lo stesso incubo ogni notte e mi risvegliavo in lacrime.
C’ero io che cercavo di raggiungere Luke e ogni volta che cercavo di stringerlo tra le mie braccia scompariva.
E come ogni notte quell’incubo era tornato a tormentarmi solo che questa volta non mi svegliai.
Il cielo si ricoprì di nuvole e l’erba sotto di me iniziò a seccarsi, il corpo di mio fratello ricomparve steso a terra in fin di vita.
Cercavo di chiamarlo, urlavo il suo nome, ma dalla mia bocca non usciva alcun suono. Volevo assolutamente svegliarmi da quella tortura.
<< Non preoccuparti figlia di Ermes, potrai rivederlo presto se farai come dico io. >> una voce iniziò a espandersi nell’aria, ma non riuscivo a capire da dove provenisse.
Mi giravo intorno, ma non c’era nessuno.
<< Chi sei? >> chiesi spaventata.
<< Non importa chi sono, ma so come riportare indietro Luke se lo vorrai. Devi solo darmi ascolto >> la voce continuò a parlare.
<< Chi ti dice che lo farò? >> dissi cercando di nascondere tutta la paura che mi scorreva nelle vene.
<< Oh, so che lo farai. >> la voce scoppiò in una risata poi tutto intorno a me iniziò a svanire.
Mi svegliai di colpo nel letto della casa 11 tutta sudata e con il fiatone.
Mi assicurai che nessun figlio di Ermes fosse sveglio ed uscii fuori per prendere una boccata d’aria.
Dopo aver raggiunto il lago iniziai a guardare il riflesso della luna proiettato nell’acqua e iniziai a pensare a quanto fosse cambiata la mia vita da un giorno all’altro.
Improvvisamente mi ero ritrovata in uno strano campo con tutti gli altri figli delle divinità greche e tra qualche ora sarei partita per salvare una ragazza che a malapena conoscevo con altri tre ragazzi, uno più strano dell’altro.
Questa non era di certo l’estate che mi ero programmata, no non ci si avvicinava proprio per niente.
Udii un rumore provenire dalla vegetazione e tirai fuori Vipera se avessi avuto bisogno di difendermi, ma prima che potessi fare qualcosa un ragazzo spuntò fuori dagli alberi.
<< Ehi, facci piano con quella. >> disse il ragazzo riferendosi alla spada.
<< Percy? Mi hai spaventata. >> misi a posto Vipera dopo aver riconosciuto il ragazzo.
<< Non dovresti essere a nanna a quest’ora? >> chiese con un tono canzonatorio.
<< Potrei benissimo dire la stessa cosa. >> dissi io risiedendomi sul masso su cui ero prima.
<< Touché. Che fai qui? >> Percy si sedette di fianco a me.
<< Avevo un po’ di cose su cui riflettere. >>
Non avevo intenzione di raccontare a qualcuno del mio sogno, il giorno dopo me ne sarei già dimenticata.
Non ci credi nemmeno tu.
<< Così domani è il grande giorno, eh? Cavolo, non si può stare neanche un anno tranquilli qui. Ricordo quella volta in cui Grover ed io… Liz mi stai ascoltando? >>  mi chiese il moro preoccupando notando che non stavo seguendo nemmeno una parola di quello che mi stava dicendo.
<< Io? Certo, è solo che… Percy tu sei sicuro che sono io la persona giusta? >> chiesi io titubante.
<< Sicuro. Non può essere nessun altro, ne sono convinto e anche gli altri lo sono. >> mi rispose sicuro.
<< Ma Drew ha ragione. Non so nemmeno usare una spada, sarei solo un impiccio. >> riportai lo sguardo a terra mentre sentivo gli occhi di Percy addosso.
Mi era venuta improvvisamente voglia di contare i granelli di sabbia nel terreno.
<< Liz, guardami. – Il ragazzo mi afferrò il viso con le mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi. – Tu non sarai mai un impiccio. Sei essenziale per la missione. Ti fidi di me? >> annui e Percy si alzò in piedi porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
<< Coraggio, dobbiamo essere in forma per domani. >>
Raggiungemmo insieme le case e poi ci salutammo.
<< Percy, grazie. >> dissi io sincera.
<< E di che? E’ a questo che servono gli amici. >> mi sorrise e poi si diresse verso la casa numero 3.
Amici. A parte Noah non ne avevo mai avuti di sinceri, ma qualcosa mi diceva che le cose sarebbero cambiate.
Mi stesi nel mio letto fissando il soffitto.
Non so che cosa voglia quella voce da me, ma se mi avrebbe fatto riavere Luke indietro avrei fatto qualsiasi cosa.
Mi riaddormentai e per fortuna non ebbi più incubi.
 
Il giorno seguente decisi di non andare a fare colazione così rimasi da sola nel letto.
Presto saremmo partiti per cercare Talia, ma oggi la mia intenzione era quella di rimanere tutto il giorno sotto le coperte.
Era un’abitudine che avevo fin da piccola: quando non volevo fare qualcosa mi rifugiavo nel mio letto e aspettavo che Luke mi venisse a tirar fuori.
Presto però dovetti imparare che Luke non sarebbe più venuto a chiamarmi e che quella era un’abitudine che doveva essere cambiata.
Venni interrotta da una mano che bussò alla porta e in pochi secondi trovai la figura del mio migliore vicino alla sponda del letto.
<< Buon giorno bella addormentata. Ti ho preparato questo. – Noah indicò lo zaino che aveva in mano. – Dentro c’è un cambio, del nettare e dell’ambrosia e dei soldi americani per le emergenze. >> il ragazzo mi sorrise.
Mi faceva così strano vederlo in piedi e camminare su quelle zampe caprine, per non parlare delle piccole corna che spuntavano dai riccioli biondi.
<< Grazie Noah, non dovevi. >> mi alzai dal mio stato di coma e mi misi seduta nel letto e il mio migliore amico fece lo stesso.
<< Di solito bisognerebbe mangiare in mensa, ma per questa volta Chirone ha fatto un’eccezione. >> Noah mi porse due brioche alla marmellata di albicocche.
<< Tesa per oggi? >> mi domandò poi.
<< Già. – Annuii io mentre addentai il primo pezzo di brioche. – Stanno succedendo troppe cose in una volta. >>
<< Partecipare a una missione non è poi così male. C’è gente che è qui da anni e non ne ha mai preso parte a neanche una, tu sei… >> non lo lasciai finire.
<< Speciale, lo so. Non fate altro che ripetermelo da quando sono arrivata, ma se essere speciali è così allora non voglio esserlo. >> dissi io irritata.
<< Veramente stavo per dire fortunata. >> Noah sorrise divertito e io cercai di colpirlo con il cuscino solo che riuscì a parare il colpo.
La parte positiva di tutta quella faccenda era lui.
Se non fossi stata una mezzosangue non lo avrei mai incontrato e Noah era davvero importante per me.
<< Senti so che ora tu vedi le cose in modo negativo, tutta questa pressione ti sta mandando fuori di testa. Ma io so che puoi farcela Liz, sei più forte di quanto pensi. >> cercò di rassicurarmi il ragazzo.
<< Ti voglio bene Noah. >> allargai le braccia e le circondai attorno al corpo del ragazzo che ricambiò il l’abbraccio.
<< Anche io e cerca di rimanere viva, ho ancora bisogno di una rompiscatole come te. >>
Sciogliemmo l’abbraccio proprio quando la figura di Annabeth si presentò sullo stipite della porta.
<< Liz, dobbiamo andare. >> annuii seria e uscii dalla casa 11 con lo zaino in spalla.
Fuori c’erano già Percy e Nico ad attendermi.
C’erano anche alcuni mezzosangue tra cui riconobbi i fratelli Stoll e Clarisse, poi in lontananza stavano arrivando Chirone e Rachel.
Mi avvicinai a Connor e Travis per salutarli.
<< Ciao Liz, cambieremo i tuoi lenzuoli e manterremo pulita la tua parte di stanza. >> disse Connor in tono drammatico.
<< So che non lo farete, ma grazie comunque per il pensiero. >> sorridemmo e poi mi avvicinai a Clarisse.
<< Allora ciao. >> dissi semplicemente aspettando una sua reazione.
<< Buona fortuna principessa. >> disse la ragazza abbracciandomi facendo rimanere tutti sorpresi.
Abbracciai anche Rachel e poi portai il mio sguardo su Percy.
<< Sono pronta. >> gli dissi convinta mentre lui annuì soddisfatto.
<< Possiamo andare. >> il ragazzo si rivolse a Chirone per ottenere indicazioni.
<< Argo vi sta aspettando fuori dal campo, vi condurrà in città e da li potrete iniziare a cercare Talia. >> spiegò Chirone a noi quattro.
<< La troveremo. >> tutti annuimmo seri alle parole di Percy.
Ci dirigemmo verso l’uscita del Campo Mezzosangue, Percy e Annabeth camminavano davanti a noi mano nella mano.
Quei due erano bellissimi insieme: Annabeth era come un gancio d’appiglio per Percy mentre invece si vedeva che lui l’avrebbe protetta da qualsiasi cosa.
La guardava con due occhi sognati come se fosse una gemma preziosa, anche quando lei non se ne accorgeva.
Quei due devono averne passate tante inisieme.
Chissà se anche io un giorno avrei trovato un ragazzo come Percy.
Nico e io li seguivamo da dietro, lui aveva una faccia davvero scocciata e tutti le volte che Percy diceva qualcosa nell’orecchio ad Annabeth e lei rideva alzava gli occhi al cielo.
Quando si accorse che lo stavo guardando iniziò a fissarmi pure lui.
<< Che c’è? Sono disgustosi. >> lo guardai ancora più accigliata e dopo avermi fatto una smorfia iniziò a fissare il terreno.
Fuori dal campo Argo ci aspettava con la sua vecchia auto. Salimmo in auto, Percy aveva occupato il posto del passeggero mentre io ero rimasta schiacciata tra Annabeth e Nico.
Ad ogni buca della strada la macchina tremava e dovetti impiegare tutta la mia forza e la mia buona volontà per non finire addosso a uno dei due durante le curve.
Ora capivo perché Percy aveva insistito tanto per stare davanti.
Il viaggio sembrò durare un’eternità e ogni volta che la mia pelle entrava in contatto con quella del moro mi irrigidivo e diventavo rossa in viso.
Nico sembrò accorgersene perché ogni volta tratteneva delle risatine e sembrava farlo apposta a far scontrare le nostra braccia.
Dopo dieci minuti di viaggio decisi di tirare fuori l’ipod e infilarmi le cuffie nelle orecchie.
Annabeth mi guardò male, ma non disse nulla, Nico invece mi rubò una cuffietta e se la portò all’orecchio.
Chiusi gli occhi e appoggiai la testa completamente sul sedile sperando che quel viaggio finisse presto.
Era già la sesta volta che Nico mi chiedeva di cambiare canzone quando la macchina si fermò.
Arrivammo a New York e dopo che fummo scesi dall’auto Argo se ne andò subito, forse era stanco di sentire i miei continui bisticci con Nico.
<< Allora che si fa? >> chiese il ragazzo annoiato.
<< Sappiamo che Talia è sulla Principessa Andromeda, ci basterà scoprire dove si trova la barca. >> spiegò Percy.
<< Ma Percy, l’oceano è enorme. >> disse Annabeth affranta.
<< Sono o non sono il figlio del dio del mare? >> chiese il ragazzo retorico.
<< E allora? >> disse Nico scettico.
<< E allora chiederemo aiuto a papino. >> Percy sorrise.
Il ragazzo ci fece camminare per moltissime miglia non sapendo di preciso dove ci stava conducendo.
Erano le dieci passate e le strade di New York erano già piene di persone che camminavano frettolosamente non badando a quattro ragazzini che dovrebbero essere ancora a scuola.
<< Percy si può sapere dove ci stai portando? >> chiese la bionda stanca.
<< Siamo quasi arrivati. >> rispose il ragazzo sbrigativo.
Svoltammo ancora un paio di isolati fino a quando raggiungemmo un condominio in mattoni. Era molto alto, poteva contenere benissimo quindici o sedici piani.
Percy ci fece entrare poi ci condusse davanti a un ascensore e poi premette il tasto per chiamarlo.
Sbiancai e iniziai a torturarmi le mani.
<< Io penso che… prenderò le scale. >> dissi cercando di attirare l’attenzione dei tre ragazzi.
<< Vuoi farti veramente dieci rampe di scale? >> mi chiese Percy allibito.
Le porte dell’ascensore si aprirono e guardai ancora per poco negli occhi il ragazzo.
<< Vado io con lei. >> si propose Nico e dopo aver fatto un cenno a Percy iniziò a salire le scale.
Percy e Annabeth mi guardarono e poi entrarono dentro l’ascensore e mi rivolsero dei piccoli sorrisi così raggiunsi Nico sulle rampe di scale.
I primi due piani li avevamo superati nel totale silenzio e anche se io avevo sempre bisogno di un rumore in sottofondo questa volta mi andava più che bene.
Mancavano ancora otto rampe di scale e per quanto Nico fosse un tipo che sta molto sulle sue sapevo che quel silenzio non sarebbe durato molto.
Nico era l’unico ragazzo al campo che non indossava la solita maglietta arancione, indossava quelle felpe in stile dark che erano il doppio di lui, ma che comunque le cadevano alla perfezione sul corpo.
Ero riuscita anche a notare una strana collana con appeso una piccola statuetta in ora che sembrava raffigurare un uomo e mi chiesi che cosa ci facesse lui con un ciondolo del genere.
Il ragazzo mi guardò di sbieco e poi si fermò per aspettare che raggiungessi il suo stesso gradino.
Quando lo feci riprese a camminare svogliatamente al mio fianco.
<< Così hai paura degli ascensori. >> Nico accennò un piccolo sorriso.
Colpita e affondata.
<< Ho paura di rimanerci bloccata dentro. – Risposi io vergognandomi. – Qual è la tua paura, Nico? >> il ragazzo mi guardò sorpreso, evidentemente non si aspettava quella domanda.
Fissò per un minuto il pavimento poi tornò a guardarmi.
<< Della morte. >> mi rispose semplicemente.
Starà scherzando spero?
<< Cosa? Ma tu sei il figlio del dio degli Inferi, non puoi averne paura. >> dissi io quasi sconvolta.
<< Proprio perché so com’è la temo. – Mi guardò serio. – Mia sorella è morta per recuperare questa stupida statuina, per me, perché si sentiva in colpa e voleva rendermi felice. >> disse afferrando la collana.
Si fermò e si sedette nello scalino e anche io feci lo stesso mettendo di fianco a lui.
<< Come si chiamava? >>
<< Bianca, è morta durante la sua prima missione, era appena diventata una Cacciatrice. >>
Avvolsi il suo braccio con le mie mani e appoggiai la testa sulla sua spalla e lui appoggiò la sua testa sulla mia.
Rimanemmo così per alcuni minuti.
<< Sono sicura che è molto fiera di te. >>
Nico mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorrise.
<< Anche Luke è fiero di te. >>
Dopo tutto io e Nico non eravamo così diversi, forse un giorno avremmo smesso di litigare e saremmo potuti diventare amici.
<< Andiamo, gli altri si chiederanno che fine abbiamo fatto. >> mi alzai in piedi e tesi una mano al ragazzo per aiutarlo ad alzarsi e poi percorremmo insieme le ultime rampe di scale mentre lui mi diceva quanto fossero pessimi i miei gusti musicali.
Quando finalmente raggiungemmo il decimo piano Annabeth e Percy stavano chiacchierando e quando si accorsero della nostra presenza riportarono la loro attenzione su di noi.
<< Finalmente. Ce ne avete messo di tempo. >>
Percy mise un braccio intorno al collo di Nico e si posizionò davanti a una porta.
Dopo che ebbe bussato aspettammo qualche minuto prima che una donna venisse ad aprirci.
Era davvero bella, i capelli mossi e scuri le ricadevano perfettamente sulla schiena mentre gli occhi castani erano contornati da un filo di matita.
Quando riconobbe il ragazzo davanti a lei la sua bocca si aprì in un grande sorriso mentre circondò il corpo del ragazzo con le sue braccia.
<< Percy, ma che ci fai qui? >> chiese la donna sorpresa mentre continuava ad accarezzargli la faccia amorevolmente.
<< Ciao mamma, abbiamo bisogno del tuo aiuto. >> la donna annuì seria e poi riportò la sua attenzione su di noi.
<< Annabeth, come stai? Ogni giorno diventi sempre più bella. – La bionda arrossì e poi abbracciò la donna. – Nico? Quanto sei cresciuto. Avanti, fatti abbracciare. >> la madre di Percy abbracciò pure il moro che non sembrò infastidito.
Infine la donna posò il suo sguardo su di me mentre io le sorrisi cordialmente.
<< Mamma, ti presento Liz, una nuova amica. >> Percy ci presentò e poi sorrise divertito.
<< Piacere, signora Jackson. >> le dissi io gentilmente.
<< Chiamami pure Sally. Sei una ragazza davvero adorabile. >> mi disse prima di stritolarmi in un abbraccio.
Nessuno mi aveva mai detto che ero adorabile, di solito era più facile che mi dicessero che ero una ragazza arrogante o acida.
<< Oh che sbadata, accomodatevi pure. Ho appena finito di preparare i biscotti che piacciono tanto al mio bambino. >> disse Sally stringendo la guancia di Percy prima di dirigersi in un’altra stanza.
Percy alzò gli occhi al cielo e noi tre scoppiammo in una risata, quella donna era fantastica.
Ci accomodammo nel soggiorno. La casa di Percy non era tanto grande: la porta d’ingresso dava sul salotto e poco più in la c’era un corridoio che conduceva a delle altre stanze.
Sally uscì poco dopo da quella che doveva essere la cucina con un vassoio pieno zeppo di biscotti blu.
Sorrisi alla vista di quei strani dolci e la donna non fece nemmeno tempo ad appoggiare il vassoio sul tavolino davanti al divano che Percy ci si fiondò sopra prendendo tre biscotti per mano.
La donna sorrise divertita e poi si accomodò nella poltrona all’angolo della stanza.
<< Allora, che è successo? >> domandò poi.
<< Talia è stata rapita, la tengono rinchiusa nella vecchia nave di Luke. >> spiegò Annabeth alla donna.
<< Oh povera ragazza, sarà spaventata. >> disse Sally preoccupata.
<< Sli, dobbliamo localizzale la navle pel tlovalla e potella salvale. >> disse Percy con un pezzo di biscotto ancora in bocca.
<< Perseus Jackson quante volte dovrò ripeterti che non si parla a bocca piena? >> lo sgridò la madre facendoci ancora una volta ridere.
<< Mamma, ci serve l’aiuto di papà. Sai come poterlo contattare velocemente? >> disse il ragazzo dopo aver ingoiato l’ultimo pezzo di biscotto.
Sally annuì e dopo essersi alzata si diresse dentro un’altra stanza.
Pochi minuti dopo tornò con qualcosa in mano e la porse a Percy che la guardò perplesso.
<< Una conchiglia? >> chiese il ragazzo dubbioso.
<< Si, me la diede tuo padre. Disse che serviva per le emergenze. >>
Nico prese la conchiglia dalle mani di Percy e iniziò a rigirarsela tra le dita osservandola curioso.
<< Come funziona? >> chiese prima che Percy potesse riprendergliela infastidito.
<< Basta immergerla nell’acqua. >> disse semplicemente la donna.
Tutti e quattro ci alzammo dal divano pronti a lasciare la casa per continuare la missione.
Percy si guardò un po’ in giro e poi guardò la madre.
<< Dov’è Paul? >> domandò il ragazzo.
<< E’ a scuola, doveva sbrigare delle ultime faccende prima della fine delle lezioni. Perché? >>
<< Penso ci servirà il suo pick-up. >> le rispose il moro con un sorrisetto furbo.
Salutammo la donna e poi ci dirigemmo fuori dal palazzo.
Percy ci condusse davanti a un’auto nera e dopo aver posizionato gli zaini nel bagagliaio salimmo al suo interno.
Percy si mise alla guida mentre Nico si posizionò al suo fianco nel posto del passeggero, Annabeth ed io ci accontentammo dei sedili posteriori.
<< Dove si va ora? >> chiesi io curiosa.
<< Al mare. >> rispose Percy divertito e dopo aver messo in moto si insediò nel traffico newyorkese.
 
La nave era affollata da mostri di ogni tipo che facevano da guardia in ogni punto.
Talia era rinchiusa in quella che sembrava una prigione mentre si dimenava per cercare di sciogliersi dalle corde che le circondavano il corpo.
Non si accorgeva della mia presenza e io non potevo far nulla per avvicinarmi o per chiamarla.
Poco dopo si udirono dei passi scendere le scale e un ragazzo si portò davanti alla cella dove si trovava la ragazza.
Non l’avevo mai visto in vita mia. Talia invece lo guardò con gli occhi pieni di odio e disprezzo.
<< Suvvia non c’è bisogno di agitarsi tanto Grace, prima o poi i tuoi amici saranno qui. – il ragazzo assunse un ghigno divertito. – A meno che uno dei nostri alleati li uccida prima. >> poi scoppiò in una risata.
Sapevo a chi si stesse riferendo il ragazzo e anche Talia sembrò capirlo bene perché assunse un’espressione sorpresa e poi i suoi occhi iniziarono a diventare lucidi.
Quindi il rapimento di Talia era solo una trappola per attiraci su quella nave.
<< Non posso credere che dopo tutto quello che hanno fatto per te tu li ripaghi così, tradendoli. >> gli disse la ragazza furiosa.
<< Vedi Talia, Silena non era l’unica spia al Campo Mezzosangue. >> il ragazzo se ne andò soddisfatto lasciando la ragazza di nuovo sola e poi la scena cambiò.
May Castellan si trovava seduta davanti alla finestra che dava sul vialetto di casa.
Piangeva mentre continuava a sussurrare parole incomprensibili e si torturava le mani.
Dall’altra stanza sbucò un uomo che si mise accanto a lei e le appoggiò una mano sulla spalla per confortarla.
In quel momento capii che in casa mia, di fronte a me c’era mio padre.
<< Io so che ce la farà, me lo riporterà indietro. I miei bambini. >> disse mia madre con la voce rotta dal pianto mentre mio padre iniziò ad accarezzarle i capelli.
Una lacrima rigò il mio viso, sarei voluta andare da lei ed abbracciarla più forte possibile e dirle che andava tutto bene, ma ovviamente non potevo.
<< Non ti piace vederla così vero? >> la solita voce tornò a tormentarmi.
<< Cose vuoi da me? Lasciami in pace. >> urlai in preda al nervosismo.
<< So che anche tu vuoi Luke indietro e so come fare perché possa tornare. >>
Sapevo che mentiva, ormai non c’era più nulla da fare per mio fratello.
<< Luke è morto, non si può fare nulla. >> le risposi io con disprezzo.
<< Oh, ma io conosco un modo per riportarlo in vita e anche il tuo amico Nico lo conosce. – la voce rise divertita producendo un suono che mi fece rizzare la pelle. – Se mi ascolterai ti dirò come fare. >> continuò poi.
<< Perché fai tutto questo? >> le chiesi incredula.
Non ci capivo più nulla, volevo che tutto finisse. Non sopportavo più questi incubi.
<< Perché voglio aiutarti. Sei molto importante per me figlia di Ermes. >> la voce tornò a ridere e poi tutto sparì.
Aprii gli occhi di colpo quando realizzai di trovarmi ancora in macchina.
<< Ehi, tutto bene? >> Annabeth mi osservò preoccupata.
A parte lei sembrò che nessun’altro si fosse accorto di cosa fosse successo: Percy osservava concentrato la strada mentre Nico teneva lo sguardo fuori da finestrino.
<< Si, era solo un brutto sogno. Per quanto ho dormito? >> chiesi stiracchiandomi.
<< Circa dieci minuti. >> mi sorrise lei.
Ricambiai il sorriso, ma non riuscii a levarmi dalla mente i miei incubi continui.
Avrei dovuto dire agli altri che stavamo andando incontro a una trappola, che ci stavano aspettando, ma ancora non me la sentivo di raccontare della voce che mi minacciava.
<< Quanto manca? >> chiese Nico scocciato.
Percy sbuffò e guardò male il ragazzo. << Nico, me lo hai chiesto appena due minuti fa. >>
<< Sono tre ore che siamo dentro questa macchina, sono stufo. >> continuò a lamentarsi il moro.
<< Te l’ho detto, siamo quasi arrivati. >> rispose Percy irritato mentre Nico riportò la sua attenzione annoiato fuori dal finestrino.
Anche io osservai il paesaggio intorno a noi e notai che ci stavamo avvicinando al mare.
Dopo una quindicina di minuti Percy parcheggiò l’auto davanti a una villetta.
<< Che posto è questo? >> chiese Nico mentre scaricava gli zaini dal baule.
<< Ci venivo con mia madre da piccolo. Parleremo con mio padre e poi per questa notte potremmo riposarci qui. >> spiegò Percy e dopo aver portato le nostre cose all’interno della casa ci dirigemmo in spiaggia.
Quando raggiungemmo la riva del mare il ragazzo appoggiò la conchiglia a terra che venne risucchiata dal mare.
Pochi minuti dopo dall’acqua emerse un uomo alto circa sei metri che più si avvicinava alla riva più diventava a grandezza naturale.
Sorrise riconoscendo il figlio.
<< Papà. >> Percy lo salutò felice.
<< Figlio mio. – Poseidone allargò le braccia per abbracciarlo. – Annabeth, Nico… Oh, tu devi essere la figlia di May. Tuo padre mi ha parlato di te. >> rimasi sorpresa dall’affermazione del dio.
<< Mio padre le ha parlato di me? >> domandai stupita.
<< Certo, ne abbiamo riparlato proprio ieri sera durante il banchetto. Voi non sapete quanto sia irritabile Ares quando Afrodite… >>
<< Papà, papà, fermo. Abbiamo bisogno di una favore. >> Percy lo fermò prima che potesse rivelarci qualche dettaglio della vita privata del padre di Clarisse.
<< Dimmi Percy. >> Poseidone assunse un posa seria.
<< Dobbiamo localizzare la Principessa Andromeda. Sai dove si trova? >> chiese il ragazzo al padre.
Poseidone chiuse gli occhi e serrò la fronte e un tridente spuntò tra le sue mani.
<< In questo momento la Principessa Andromeda sta navigando nel Golfo del Messico. Si, si trova in quelle acque da settimane. Che è successo? >> domandò il dio del mare.
<< Talia è stata rapita, dobbiamo salvarla. >>  spiegò Percy a suo padre.
<< Ah, la giovane figlia di Zeus. Sapevamo che prima o poi sarebbe successo. >> disse Poseidone accarezzandosi la barba.
<< Si può spiegare meglio, signore? >> chiese Annabeth gentilmente.
<< Un nuovo pericolo si sta risvegliando, ragazzi. Sentiamo la sua presenza da molti anni e quando lo farà sarà ancora più distruttivo di Crono. >>
<< A cosa si riferisce di preciso? >> questa volta fu Nico a parlare.
<< Non lo sappiamo ancora, ma il rapimento della ragazza centra con il suo risveglio. Dovete stare all’erta, presto una nuova guerra potrebbe scagliarsi sull’Olimpo. >>
Percy, Annabeth e Nico sembravano paralizzati.
Un nuovo nemico, peggio di Crono, si stava per risvegliare per distruggere l’Olimpo e qualcosa mi diceva che i miei sogni centravano con tutto quello.


 
NEXT CHAPTER


<< Non pensarci neanche, Testa d'Alghe. >>

 
Attention to me. 

Non so con quale faccia tosta io riesca a postare.
Scusate, scusate, scusate per l'immenso ritardo.
Questa settimana è stata veramente un inferno con lo studio, avevo il capitolo pronto, ma non riuscivo mai a trovare il tempo per trascriverlo al computer.
Spero di essermi fatta perdonare con un capitolo più lungo del solito.
Allora, la nostra Liz ha il suo primo sogno da semidea e sembra che qualcuno la voglia aiutare a far risorgere suo fratello. 
Poi vediamo una scena dove Percy incoraggia Liz che si sente tesa per la missione che dovranno affrontare.
Nella seconda parte vediamo un dolce momento tra Liz e Noah prima che lei parta e poi vediamo i nostri quattro eroi arrivare in città.
Nico si confida con Liz per la prima volta e poi incontreremo la fantastica mamma di Percy che li aiuterà a contatattare Poseidone.
Liz fa il suo secondo sogno dove vede Talia e una ragazzo misterioso che con il tempo si scoprirà di chi si tratta, poi vede sua madre piangere per la sua scomparsa e, colpo di scena, suo padre.
Infine Poseidone rivela che un nuovo pericolo si sta risvegliando e sarà veramente distruttivo.
Vi ho incuriosito almeno un po'? Chi pensate che sia questa nuova minaccia? La voce che compare in sogno a Liz? E il ragazzo che tiene prigioniera Talia?
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo con una piccola recensione, mi fareste davvero contentissima.
Intanto volevo ringraziarvi infinitamente per le 5 recensioni che la storia ha avuto e volevo ringraziere le 4 persone che l'hanno messa tra i preferiti, le 2 che l'hanno messa nei ricordati e le 11 che l'hanno messa nei seguiti.
Volevo informarvi che "The blood of the heroes" viene anche trascritta nella pagina Facebook L'altra parte, Nico. Ci vedremo là, capito? Promettimelo quindi se per caso qualcuno segue la storia, ma non è iscritto ad efp e vuole farmi sapere che ne pensa potete farmelo sapere anche qui :)
Vi ho già ribato troppo tempo.
Baci, al prossimo capitolo :D
  
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