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Autore: ilsorrisodimirko    11/05/2014    9 recensioni
"- Ah, e quello è il mio cuore?
- Sì.
- E com’è?
- A me sembra un bel cuore.
- Tutto merito di Eleonora. La dovrebbero chiamare ‹‹L’aggiustacuori›› “
Questo piccolo pezzo è tratto da uno degli ultimi capitoli. Sicuramente vi ricorderete benissimo di che scena si tratta e saprete benissimo chi sono le persone che fanno parte di questa conversazione.
Di conseguenza (scusate per i troppi giri di parole), avrete capito che questa fan fiction è sì, basata su “Braccialetti Rossi”, ma in particolare su uno di loro : Davide, il bello. Un ragazzino duro, scontroso e menefreghista che farà la conoscenza di Eleonora, una sua coetanea, dolce e gentile, vivace e solare, ma allo stesso tempo una bambina alle prese con i problemi di una donna che da otto mesi non si dà pace e attende, probabilmente inutilmente, il giorno in cui il suo fratellino Rocco riaprirà gli occhi.
È una rivisitazione della fiction, la mia. Diciamo che ripercorrerò la storia principale ma con l’aggiunta di un braccialetto, appunto sorella del piccolo Rocco, e diverse scene inventate da me, che avrei volentieri voluto vedere nel film.
Potete definirla come uno schizzo del regista mai messo in atto, non so se mi spiego.
Un abbraccio, El.♥
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davide, Nuovo personaggio, Piera, Rocco, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella era una di quelle situazioni in cui El si sentiva in imbarazzo. Sapeva, che le cose da fare erano due: rimanere da una parte con  il pericolo che Leo dicesse qualcosa di compromettente a Davide, oppure andare lì con loro e far finta di non essere interessata. In effetti lo era, ma era anche troppo orgogliosa per farglielo capire. Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di essersi preoccupata per lui. Così, fece finta di fare una telefonata.
Leo: “Certo che sta cosa fa proprio schifo!”
Davide: “Già. Che poi non serve a niente, fa solo venire il vomito”
Leo: “Qui ti sbagli, se te lo fanno bere vuol dire che a qualcosa serve. Praticamente, fa sì che tutte le zone che loro vogliono vedere si illuminano così viene fuori una tac perfetta. Parlando seriamente, che ti è successo?”
Davide: “Mah non lo so, dicono tutti che mi sono infartato”
Leo: “Non credo, magari non è nulla di grave…”
El decise finalmente di intromettersi. Non voleva perder tempo, così appena avrebbe potuto sarebbe andata ad  aspettare Vale fuori dalla sala operatoria, insieme agli altri.
El: “Leo dai è il tuo turno”
Leo: “Di già? Non sono mai  stati così veloci”
Davide: “Scusate se mi intrometto; io mi sono appena infartato e tu non mi chiedi nemmeno come sto?”
El rimase di sasso. E come al solito, iniziò ad arrossire come non mai.
El: “Ehm.. come stai?”
Davide fece finta di essere soddisfatto.
“Bene.. o almeno credo”guardò verso il basso.
Leo rideva sotto i baffi.
El: “Ehm…si beh ecco…”
La sua salvezza fu l’infermiere.
Gionny: “Forza re Leone, è il tuo turno!”
Leo prese El per il braccio sinistro.
“Dai andiamo”disse.
Davide la prese per il braccio destro.
“No, lei resta con me”
El guardò Leo. Sapeva cosa stava per dire.
Leo: “Ah perfetto, tranquilla Ele resta pure, ci vediamo dopo così andiamo a vedere a che punto è l’intervento di Vale!”
E subito si voltò per ridere. Era incredibile quel ragazzo.
“Ti odio”rispose El sussurrando, per non farsi sentire da Davide.
Davide: “Pensi che farà male?”
El: “Ma no devi solo stare fermo sopra una sorta di ‹‹lettino››!”
Davide: “Non mi riferivo a quello. Mi riferivo al mio cuore. Pensi che farà male la prossima volta che avrò un infarto?”
El rimase senza parole. Non aveva idea di cosa dire visto che Davide non era un bambino e non poteva fingere come faceva con me. Quando ero piccolo e avevo paura di qualcosa lei mi diceva sempre di non averne perché la paura secondo lei è un’emozione inutile, uno spreco di tempo. Me lo diceva anche quando magari dovevo fare delle analisi e avevo paura della siringa. Lo diceva sempre anche quando non era vero. Ma Davide non era un bambino e non poteva mentirgli. Sia lui che lei sapevano che molto probabilmente sarebbe risuccesso.
El: “Hai sentito male sta volta?”
Davide: “Non lo so”
El: “Rimani con il dubbio. Io resto sempre con dei dubbi. Per esempio: non so quando Rocco si risveglierà. Potrebbe succedere quando meno me l’aspetto, potrebbe succedere in qualunque momento anche ora, anche fra due secondi, anche fra due anni. Rimango con il dubbio, così quando succederà mi sembrerà che il tempo non sia mai passato. Tu rimani con il dubbio così la prossima volta che succederà, SE proprio dovrà succedere, non te ne accorgerai talmente sarai immerso nel dubbio”
Davide: “E’ facile per te dirlo. Prova a metterlo in pratica”
El: “Oh no caro mio, fidati che non è facile. Solo perché non sto male fisicamente tu credi davvero che io stia bene? Godo di ottima salute ma sono distrutta dentro. L’infarto che ti è appena venuto a me viene ogni giorno quando vengo qui con la speranza che Rocco abbia aperto gli occhi e invece dorme ancora! Quindi non credere che per me sia facile. Non credere che sia facile avere 14 anni e sopra le spalle il peso di una donna vissuta. Non credere che sia facile vedere mia madre piangere tutte le dannatissime sere. Non credere che sia facile non avere un padre che la consola, che MI consola. A mia madre ci penso sempre io, ma chi pensa a me? Nessuno. Quindi non ti permetto di dire che per me è facile, capito? Ah, ma perché perdo tempo a spiegartelo tanto sei un incompetente, non capisci niente e sei insopportabile!”
Gridò in lacrime prima di andarsene. Probabilmente Davide non voleva offenderla, non credeva che quella semplice frase avrebbe scatenato una reazione del genere. Ma vedete, quando si è così giovani e costretti ad affrontare certe situazioni anche una piccola parola o affermazione detta senza pensare può far esplodere la bomba.
Davide: “Hei aspetta!”
Provò a seguirla, invano, visto che l’infermiere non glielo permise.
 
[…]
 
“Fai un poco di attenzione che se corri così veloce poi finisci come me!”sorrise un ragazzo in sedia a rotelle, ‹‹addobbato›› con varie fasciature. El mentre cercava di raggiungere la mia stanza gli era andata contro.
El: “Scusami tanto, spero di non averti fatto male”
“Peggio di così non fa quindi! Ahahah! Piacere, Tony!”
El: “El, piacere. Sei nuovo?”
Tony: “Mi piace il tuo nome; El! Come El Shaarawy! Comunque si, sono qui da stamattina!”
El: “Ahahah, sei davvero simpatico! Beh io sono la sorella di Rocco, il ragazzino che sta nella stanza 3… quello in coma”disse asciugandosi le lacrime.
Tony: “Dici sul serio? Proprio lui cercavo! Sei diretta lì? Spero di si così vengo anche io!”
El: “Ah e perché lo cercavi?”
Tony: “Perché si! Dai andiamo!”
El: “Senti io devo andare da un mio amico  magari ti raggiungo più tardi, tu se proprio ci tieni così tanto puoi iniziare ad andare”
Tony: “Fai come vuoi! A dopo allora!”
Tony era una persona veramente speciale, in tutti i sensi. Dopo capirete perché.
El si riprese dal pianto di prima e andò in sala d’aspetto fuori dal reparto “radiologia”. Lì trovò sia Leo che Davide.
El: “Scusa Leo se ho fatto tardi. Dai andiamo”disse scrutando Davide con lo sguardo.
Davide: “E’ colpa mia”
Leo: “Ma come, vi ho lasciato insieme e vi ritrovo separati?”
El: “E’ colpa sua”indicò Davide.
Leo: “Che cazzo le hai fatto?”
Davide: “Io non ho fatto niente. Non è colpa mia se si arrabbia per niente!”
El: “E’ questo il punto! Quello che tu consideri niente per me è la sofferenza che vivo ogni santo giorno!”
Davide: “Eh va bene, scusa, dannazione!”
El: “Non me ne faccio niente delle tue scuse se non sono dette dal cuore!”
Leo: “Ahahahah questa era una bella battuta El, davvero, non ti facevo così ironica”
El: “Non fare lo scemo. Ero seria”
Davide: “Cosa vorresti dire con questo? Non vuol dire che siccome ho avuto un infarto non so usare il cuore! Ho dei sentimenti anche io”disse ‹‹maliziosamente››.
Leo rideva sotto i baffi.
El: “Basta adesso. Leo, andiamo”
Mia sorella accompagnata da Leo, arrivò fino all’ascensore tenendo il broncio. Davide era dietro di loro.
El: “Ora dimmi. Perché diavolo ci stai seguendo?”
Davide: “Senti, nell’ascensore non c’è scritto il tuo nome, si da il caso che la mia stanza si trovi al piano terra quindi ci devo salire per forza. E ora se non ti dispiace, fammi passare”
El: “Mi dispiace invece!”
Leo: “Piantatela però ed entrate!”
Davide cliccò il tasto per il piano terra. El e Leo dovevano andare da Vale, quindi si dirigevano al terzo piano. Iniziarono a litigare su quale pulsante cliccare, tanto che li cliccarono tutti uno dopo l’altro, mandando completamente in tilt l’ascensore.
El: “Se rimaniamo bloccati qua vi ammazzo, soffro di claustrofobia e un altro minuto qua dentro potrebbe uccidermi”
Davide: “Anche a me. Anzi credo che lo stia già facendo!”
Sospirò mettendosi una mano sul petto.
Davide: “Non riesco a respirare”aggiunse balbettando.
Leo: “Cazzo un altro attacco”gridò Leo scendendo dalla sedia a rotelle per aiutare Davide.
 
*SPAZIO AUTRICE*
Ammazzatemi. So che volete farlo.
Bene, non so da dove cominciare con le scuse, ahahah.
Allora, partiamo dal presupposto che mi hanno ammazzata di compiti. Ho passato tutte le sere a studiare, fare i compiti, scrivere appunti e studiare di nuovo. Mi hanno bombardata di verifiche ed essendo nel bel mezzo del secondo quadrimestre non potevo permettermi di sbagliare. A questo punto vi chiedo scusa per essere sparita senza nemmeno avvisare, per non aver pubblicato un capitolo per più di un mese ma comunque mi aspetto che voi capiate visto che circa abbiamo tutte la stessa età (ho 14 anni e faccio la prima superiore) quindi sapete che purtroppo a scuola c’è da impegnarsi parecchio. Soprattutto nella mia, lol.
MA ADESSO LASCIAMOCI ALLE SPALLE QUESTA ASSENZA E TORNIAMO ALLA STORIA. VI VOGLIO ASSOLUTAMENTE RINGRAZIARE PER TUTTE LE RECENSIONI E I MESSAGGI CHE MI AVETE MANDATO, GRAZIE PER L’INTERESSAMENTO, MOLTE RAGAZZE MI HANNO CHIESTO IL PERCHE’ DELL’ASSENZA, ALTRE MI  HANNO CONSIGLIATO COME CONTINUARE LA STORIA VISTO CHE, ANCHE SE NON VE L’HO MAI DETTO, SONO INDECISA SE FAR “MORIRE” SI O NO IL POVERO DAVIDE. SONO SICURA CHE TUTTE VOI SPERATE CHE ALMENO IN QUESTA STORIA NON MUOIA PERO’ IO SONO ANCORA TANTO INDECISA VISTO CHE HO TANTE IDEE CHE MI FRULLANO PER LA TESTA E COMUNQUE VADA HO DEI FINALI PRONTI E “BELLI” ALLO STESSO MODO. RIGUARDO ALLA SORTE DEL NOSTRO FUNGHETTO VI LASCIO UN DUBBIO. SE VOELTE SAPERE CONTINUATE A LEGGERE! QUESTO CAPITOLO E’ DAVVERO CORTO, LO SO, MA DICIAMO CHE MI “SERIVA” SOLO PER AVVISARVI E FARVI CAPIRE CHE SONO TORNATA E NON FARO’ PIU’ UN’ASSENZA LUNGA COME QUEST’ULTIMA. SPERO COMUNQUE CHE VI PIACCIA, ALMENO UN POCHINO, MI SCUSO ANCORA E NIENTE, LA PIANTO QUI ALTRIMENTI FINISCE PER DIVENTARE PIU’ LUNGO LO SPAZIO AUTRICE DEL CAPITOLO STESSO, AHAHAH.
VI ABBRACCIO FORTE FORTE<3
El.
  
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