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Autore: Bab1974    12/05/2014    1 recensioni
Serie di storie partecipante al contest a turni indetto da Mitsuki91 ' Storie d'amore - Fandom Harry Potter'.
Prima parte: due drabble pov Draco e pov Harry.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Oneshot2
L'amore (e i danni che crea)



"Potter." borbottò fra i denti Draco, accogliendo al Manor il Golden Boy. Ignorò del tutto Ginny Weasley, che era appoggiata al suo braccio. La ragazza, abituata a essere trattata peggio dal Serpeverde o denominata in maniera volgare per sé e per la sua famiglia, alzò un ciglio ma non recriminò.
"Draco, hai accolto i nostri ospiti degnamente, spero." lo apostrofò severa la madre Narcissa, raggiungendo l'entrata.
"Come no." ribatté Draco, sfidando i due ospiti a fare la spia.
Harry e Ginny decisero, scambiandosi un sorriso complice, di tacere, sperando che quella serata in compagnia della famiglia Malfoy fosse meno imbarazzante di quanto si aspettassero: l'inizio non era stato dei più piacevoli ma almeno era divertente.
Narcissa aveva voluto quell'incontro con tutta se stessa. Vedere Harry Potter al processo a loro carico, sentire le parole di ringraziamento verso lei e Draco, le aveva fatto comprendere quanto quel gesto che le era venuto spontaneo, rassicurarsi sulla salute del figlio, avesse contribuito a salvare la sua famiglia.
Ultimamente il Signore Oscuro li aveva in noia e non era certa che una volta giunto al potere non si sarebbe liberati di loro. Persino Lucius, che in passato lo seguiva con fervore, aveva cominciato a temerlo.
Aveva fatto la scelta giusta e ora ne raccoglieva i frutti. Suo marito, contento meno di Draco di quell'incontro, era intento a leggere La Gazzetta del Profeta (al contrario) e fingeva di essere talmente interessato a ciò che c'era scritto da non essersi accorto della loro presenza.
Narcissa scosse la testa e sperò che bastasse il suo impegno per non fallire quella che doveva essere una semplice cena di ringraziamento.


Harry lo osservò con un sospiro imbarazzato: aveva accettato quell'incontro solo su insistenza di Narcissa Malfoy e lo sguardo sostenuto di Draco e il comportamento disinteressato di Lucius, non rendevano tutto più facile. La donna, al settimo cielo per aver salvato la sua famiglia da un'incarcerazione quasi certa ad Azkaban, aveva accolto il ragazzo con un sorriso che non era il suo solito: era aperto e solare. Il ricordo della donna con la puzza sotto il naso era un lontano ricordo o, almeno, in quel momento si era ritirata in un angolo, per dare spazio a questa versione amichevole e, a suo modo, spaventosa. Non sarebbe stato molto diverso se avesse visto Voldemort vestito di rosso, intento a raccogliere margherite. Cercò di trattenere la sensazione negativa, si strinse il più possibile al braccio di Ginny, che era più imbarazzata di lui, e accettarono di buon grado un aperitivo prima di cena. Lucius farfugliando una scusa banale si dileguò.
"Succo di zucca e Firewiskie. Si tratta di un cocktail molto alla moda." avvertì la padrona di casa. "Appena Lucius ritorna, faccio portare in tavola."
La donna, presa dal panico, si rese conto che il marito non appariva e che anche Draco era scomparso. Si scusò con i due ragazzi e partì alla loro ricerca.
"Harry, sei certo che nell'invito fosse specificato che dovevi portare anche me?" chiese Ginny, sussurrando nell'orecchio de proprio fidanzato "Ho avuto la sensazione che Draco volesse uccidermi con lo sguardo."
"Ha trapassato anche me da parte a parte, non preoccuparti." la rassicurò Harry "Se fossi stato single e non avessi avuto nessuna da portare, non sarebbe stato diverso.  Mi dispiace solo che tu debba assistere a queste scenette pietose, non eri obbligata a venire con me."
"Non potevo certo farti passare un intero pasto con loro, tutto solo." lo rassicurò lei "Non sarei stata una buona fidanzata. Già mi sento in colpa a non averti accompagnato ai processi. Non lo ritenevo necessario all'epoca, neppure ora, a dire il vero, ma questo è molto peggio."
Si sedettero e assaggiarono la bevanda, che non era affatto male.


Draco si era rifugiato nella sua stanza e meditava come eliminare, in qualsiasi modo, Ginevra Weasley. Aveva ragione la ragazza che, oltre a essere stata ignorata, lui la fissava in maniera omicida. In effetti tutto era accaduto in maniera improvvisa e imprevista e qualche settimana prima, all'apparizione di Potter al processo, lo aveva guardato male, convinto com'era che fosse giunto per ridere di lui. Almeno era sicuro che, se fosse accaduto il contrario, era ciò che lui avrebbe fatto.
Harry, invece, lo aveva stupito una volta di più. Il Ragazzo d'Oro, colui che aveva coraggiosamente battuto Voldemort e salvato il Mondo Magico, ora era giunto nel Tribunale degli Stregoni per salvare anche lui. Doveva ammettere, col senno di poi, che il non riconoscerlo durante la sua prigionia al Manor aveva dato una svolta importante alla guerra. Non era certo per salvare Potter in particolare che aveva agito in quella maniera, ma solo perché lui era l'unico che lo poteva liberare dalla merda in cui lo aveva infilato suo padre. Ne era pieno fino al collo, sempre timoroso che Senzanaso facesse la ola e lo affogasse.
Dall'essere stupito a innamorarsi, il passo era stato talmente breve che si era chiesto spesso, negli ultimi tempi, se non avesse già avuto tendenze che non aveva avuto modo di esplorare prima. Gli ultimi due anni era stato troppo occupato a pensare a salvare se stesso e i propri genitori, per pensare di chi si sarebbe potuto innamorare.
Harry aveva partecipato a tutti e quattro i processi in cui erano imputati e ogni volta aveva espresso, sempre con più forza e veemenza, la sua assoluta gratitudine verso madre e figlio. Alla fine, per dare più forza alla sua testimonianza, aveva nominato l'Innominabile, e dato un calcio alle ultime resistenze.
"Se Draco Malfoy non avesse mentito sulla mia identità al Manor, e se Narcissa Malfoy non avesse mentito sullo stato della mia salute, non sarei stato in grado di battermi contro Voldemort e sconfiggerlo."
Le sue parole erano state forti, ma fare il nome di Lui aveva messo i brividi a tutti, nonostante fosse morto. La famiglia Malfoy (compreso Lucius che aveva accettato di tradire i suoi ex compagni Mangiamorte in cambio di protezione e per non passare un solo altro giorno ad Azkaban) era di nuovo libera e in possesso del pieno del suo patrimonio, anche se sotto scorta degli Auror. E Draco era innamorato cotto del suo salvatore.


-Perché devo stare qui a sopportare che il ragazzo che mi piace si strofina con la sua fidanzata.- pensò irritato Draco chiudendosi nella sua stanza -Non si stacca un attimo da lui, sembra una sanguisuga, la potrei usare per qualche incantesimo.-
Ucciderla non era il caso, Harry lo avrebbe odiato a morte. Per lo stesso motivo, non poteva neppure farle del male, nessuna violenza fisica in genere. Poteva farle qualche terribile scherzo ma a che pro? Che ne avrebbe guadagnato?
Il bussare alla porta interruppe la sua meditazione.
-So già chi è. Uff, che palle!-
"Entra, mamma. La porta è aperta." disse con voce annoiata.
La signora Malfoy fece capolino sorridendo. Nemmeno Draco l'aveva vista mai così giuliva. L'aver salvato la vita e la dignità dell'intera famiglia, l'aveva messa di buon umore.
"Allora, Draco. Non puoi fare felice tua madre e aggregarti alla compagnia?" chiese, cercando di essere comprensiva. In realtà sospettava quale fosse il motivo di tanto malumore, ma voleva sentirlo dalla bocca del figlio.
"Quale compagnia? Anche papà se n'è fuggito nello studio." recriminò Draco.
"Oh, non preoccuparti, a lui penserò dopo. Ora torniamo a te. Non riesci proprio a stare in compagnia di Harry una giornata senza sentire così fastidio?" chiese ancora la donna.
"Non è Harry il problema." rispose Draco, prima di riuscire a trattenere le parole. A quel punto sperò che la madre non avesse capito che voleva dire con quella frase.
"Merlino, allora avevo visto giusto. Lui... ti piace." Non era una domanda, ma un'affermazione e Draco, arrossendo, non seppe che rispondere.
"Mi dispiace, ma lei è la sua fidanzata, non potevo non invitarla." si scusò Narcissa "Tu, però, non puoi continuare a stare qui chiuso a piangerti addosso."
"E che dovrei fare?" chiese Draco abbattuto, contento di avere qualcuno con cui parlare e che sembrava amarlo nonostante tutto.
"Lottare." proclamò la madre.
"Mamma, ma che dici?" Draco era davvero stupito.
"Mi hai capito bene." confermò la donna "Se davvero ti piace, vai di sotto e prova a conquistarlo. Anche lui, com'è successo a te, non ha avuto molto tempo per l'amore e appena battuto Voldemort quella gliel'ha sbattuta in faccia. Non perdere la speranza senza combattere, altrimenti rimane solo il rimpianto."
Narcissa non aggiunse altro e se ne andò, lasciando Draco stordito da quelle parole. Sua madre lo stava incoraggiando a corteggiare un altro uomo, la vita non finiva mai di stupirlo.


Narcissa raggiunse i due ospiti, che stavano ridacchiando da soli. Era passata un attimo nello studio di Lucius per dirgli che a minuti sarebbe stato servito e che, se non fosse arrivato, avrebbe messo Potter a capotavola. L'essere usurpato del suo posto, lo convinse che per una serata poteva sopportare la vista di quello, come se già non lo vedesse a sufficienza al Ministero della Magia, dove aveva cominciato a frequentare il corso per Auror assieme a Weasley. L'assicurò che sarebbe sceso, ma che non era obbligato a fare conversazione.
"Scusate se vi ho abbandonato, fra poco potremo andare a tavola. Vi è piaciuto l'aperitivo?"
"Buono. E non si preoccupi, possiamo aspettare finché non siete pronti." disse Harry. Ginny, appoggiata al suo braccio assentì e poi singhiozzò.
"Mi scusi, per era troppo forte, ma le assicuro che era delizioso."
Un Elfo Domestico, con uno straccio addosso, segno che era stato liberato (Narcissa aveva pensato ai particolari) li avvertì che il pranzo era pronto per essere servito. Con un tempismo perfetto scesero Lucius, con un grugnito, e Draco, sorridente in maniera inquietante. Almeno Ginny ebbe una pessima sensazione.
"Mi dispiace per prima, ma ho dovuto correre... a lavarmi le mani." disse come scusa.  Sapeva che non era granché, purtroppo non era riuscito a inventarne una migliore in così poco tempo. S'irrigidì vedendo le mani di Harry e Ginny unite: sembrava che la ragazza avesse paura che glielo portassero via.
-Fai bene a tenertelo stretto, Tuttalentiggini.- pensò combattivo, carico dell'incoraggiamento dato dalla madre -Non so che cosa combinerò, ma farò del mio meglio per strappartelo dalle braccia.-


La cena fu... strana? Forse era questa la parola che ci si adattava di più. Dopo l'accoglienza freddina, Harry era rimasto stupito dal cambiamento di Draco. Non riusciva a credere che il solo fatto di essere andato in bagno, lo avesse cambiato in tale maniera. Certo, trattenere i liquidi era fastidioso e Malfoy era volubile per natura, ma così gli sembrava esagerato.
Ginny invece era fuori di sé. Narcissa l'aveva voluta accanto a sé, per parlare di cose di donne e si era accorta che Draco stava troppo vicino a Harry, anche se pensava fosse per fargli del male.
In effetti Draco, trovava ogni occasione per allungare le mani su Harry e per avvicinarsi a parlargli all'orecchio. Si trattava solo di sciocchezze, ma ogni scusa era buona per stargli il più appiccicato possibile. Harry, che guardava Ginny fissarlo irritata, cercava in ogni maniera di non pensare ai brividi che gli dava la mano di un altro ragazzo sulla schiena. E che dire del suo fiato sul collo: non ricordava di avere mai provato nulla del genere, come se un punteruolo lo colpisse nel centro del piacere.
La cena fu lunga, lunghissima, lungherrima e l'ansia di Ginny, che era ancora convinta che Draco stesse tramando qualcosa di terribile alla volta di Harry, cresceva di conseguenza.
-La madre è sua complice.- pensò la ragazza -Fa di tutto per tenermi occupata. Non posso continuare così, la vita di Harry è a rischio.-
Dopo cena, Narcissa suggerì di lasciare gli uomini a parlare d'affari, e la invitò in un salottino accanto a quello per mostrarle degli antichi piatti d'argento. Non sapendo come opporsi, e vedendo Harry, che di solito fiutava il pericolo da lontano, piuttosto tranquillo, si allontanò in compagnia della donna.
Gli uomini, compreso un confuso Lucius, che si sentì abbandonato dalla moglie, che non l'aveva avvertito che avrebbe dovuto passare il dopocena a intrattenere l'ospite, rimasero nel salottino. Non sapendo come cominciare la conversazione, chiese all'ospite e al figlio se volevano fumare: nel frattempo la sua mente pensava una maniera per andarsene alla chetichella. Non sapeva che Narcissa contava proprio su questo suo istinto di scappare per lasciare soli i piccioncini.
I due ragazzi rifiutarono entrambi e Draco cominciò a tastare il terreno.
"Allora è vero che non hai intenzione di tornare a Hogwarts?" chiese a Harry.
"Il mio sogno è di diventare un Auror e, se non ne approfitto ora, potrei perdere l'occasione." confermò quest'ultimo "Potrebbero cambiare idea e poiché Ron ed io non siamo certo dei geni e speriamo che se ne accorgano quando sarà troppo tardi."
"Siete due buffoni!" ridacchiò Draco.
"Hermione, Neville e altri ancora non hanno accettato, loro ci saranno. Ti faranno buona compagnia. Credo, poi, che la maggior parte degli altri studenti siano costretti a prendere i M.A.G.O." puntualizzò.
"La Granger credo sia l'unica, nonostante non mi sia particolarmente simpatica, che avrebbe potuto troncare la scuola in questa maniera. Ho sempre gareggiato con lei, anche se non credo se ne sia mai accorta e devo ammettere che è quasi al mio livello." ammise.
"Quasi?" rise Harry "Direi che il tuo ego non è paragonabile a quello ad altri che conosca. Per quanto riguarda lei, credo che alla fine le dispiaccia abbandonare il periodo della teoria e lo voglia allungare il più possibile. Lei ama davvero studiare, non lo ha mai ritenuto un obbligo o una scocciatura, al contrario della maggior parte degli studenti."
"Comunque è un peccato! Questa era la volta buona che potevamo tentare di diventare amici...forse"
Quel forse, allusivo e neppure in maniera velata, poiché era stato seguito dalla mano di Draco che sembrava essersi appoggiata casualmente sulla coscia di Harry, a un soffio dall'inguine, fece sussultare il Grifondoro che avvampò e guardò dove sapeva essersi seduto Lucius, che poteva aver seguito tutta la scena. Per fortuna, o per iella nera, di lui era rimasta solo una lieve nube di fumo. Si era dileguato senza farsene accorgere, probabilmente appena in tempo per non vedere il figlio che corteggiava spudoratamente un altro uomo.
Draco, che in quel momento si era assolutamente dimenticato della presenza del padre, concentrandosi unicamente sulla sua opera di seduzione, ricominciò a respirare: non gli sembrava il caso di far capire al padre che era omosessuale, almeno finché non avesse avuto un fidanzato da esibire e che lo avrebbe potuto proteggere dalla sua furia. Harry Potter, l'Eroe del momento, non sarebbe stato male per esempio: nessuno avrebbe avuto il coraggio di criticarlo con lui al suo fianco.


"Draco." disse imbarazzato Harry, distogliendolo dalle sue fantasie "Non ho ben capito quali siano le tue intenzioni, ma in ogni caso credo che dovresti piantarla."
Il biondino, ripresa la padronanza di sé vista la mancanza del padre, sorrise malizioso, avvicinandosi ancora di più e cominciando a strofinare l'inguine di Harry.
"Saresti più convincente, se qui non ci fosse qualcuno che la pensa il contrario di te."
La reazione del corpo di Harry, in effetti, era stata molto veloce e imprevista dal suo proprietario.
"Non... significa... nulla." si schernì, a fatica.
"Davvero?" lo stuzzicò Draco, sussurrandogli all'orecchio "Mi vuoi forse dire che anche Tuttalentiggini ti fa provare delle sensazioni simili, solo sfiorandoti? Sei sicuro di non voler provare fino a che punto posso portarti, che vette posso farti raggiungere?"
"Dr..aaaco, ti prego, stai fermo con quella maaanoooo." Harry cercò di scostarsi, ma il Serpeverde non aveva intenzione di lasciarlo andare, non ora che aveva la situazione in pugno. Insomma, in realtà aveva qualcos'altro in pugno, ma erano sottigliezze. Ehm, neppure sottile era la parola giusta, anzi!
"Potter, non vorrei insistere tanto, ma il tempo è mio nemico." Draco era tanto vicino che gli finì sopra cavalcioni. Harry voleva riprendere l'opposizione, ma non riuscì a pronunciare nessuna parola tanto la sua bocca era secca. Tentò di inghiottire più volte, ma la salivazione si era interrotta e non sembrava voler riprendere.
Draco prese delicatamente gli occhiali di Harry per le stanghette e glieli sfilò, appoggiandoli di lato.
-Devo fare qualcosa, non posso lasciarlo continuare.- pensò Harry. Peccato che il suo corpo reagisse in maniera diversa da quanto diceva la sua mente e, piuttosto che scacciarlo, lo avvinghiava per le spalle.
Draco, incentivato dal comportamento di Harry, contrario alle sue parole, si avvicinò e appoggiò le labbra su quelle del moro. Harry perse il controllo e cominciò a baciarlo infilandogli con forza la lingua in bocca: sinceramente Draco non aveva sognato altro nelle ultime ore. Le mani di Harry affondarono fra i capelli biondi e continuò ad abbeverarsi alla sua fonte come se fosse l'ultima cosa che avesse fatto in vita sua.
Il rumore di qualcosa che si rompeva li distrasse da ciò che stavano facendo: Ginny era entrata e li stava osservando in maniera disperata. La sua mente aveva fatto le congetture più assurde su quello che Draco stesse tramando alle sue spalle per colpire Harry ma mai per un solo ostante si sarebbe immaginata qualcosa del genere. A terra rimanevano i cocci di una teiera fumante e della tisana che conteneva.
"Harry, cosa stai facendo?" chiese con una punta d'angoscia nella voce. Intanto sperava che gli raccontasse di come Draco gli fosse svenuto e di come gli stesse facendo una particolare respirazione artificiale.
"Su, avanti." gli sussurrò all'orecchio il biondino canzonandolo "Voglio proprio vedere che t'inventi, ora."
"Ehm, posso spiegare tutto." disse con voce tremante. "Ehm, forse." aggiunse guardando lo sguardo malizioso di Draco, ancora cavalcioni su di lui.
La ragazza era paralizzata, incapace di fare qualsiasi cosa. Alla fine decise di fuggire, con le lacrime agli occhi. Harry avrebbe voluto seguirla ma Draco non accennava spostarsi dalla posizione. Anzi, lo baciò ancora e a Harry, inerme, non rimase che rispondere. Avrebbe trovato poi modo di spiegarsi con Ginny. Come poteva rispondere alle sue domande, quando anche lui ne aveva ancora in sospeso?
A quel punto fu Narcissa a fuggire: aveva visto a sufficienza, nonostante volesse la felicità del suo bambino, sperava di non dover assistere altre volte a quella scena. Pregò anche che non apparisse Lucius, magari attirato dai rumori. Era meglio spiegargli le cose con calma. Di certo non avrebbe mai compreso quello che era accaduto al figlio, nemmeno lei lo capiva in pieno, ma sperò lo accettasse, come lo aveva fatto lei.
  
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