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Autore: _miky_    12/05/2014    10 recensioni
Sequel di “Ci sei stata sempre e solo tu”.
Sana e Akito dopo non poche difficoltà sono finalmente riusciti a dichiararsi e a trovare il loro giusto equilibrio.
Ma come in tutte le relazioni dovranno affrontare nuove sfide, nuove gelosie e nuovi problemi.
Riusciranno a rimanere uniti e a superare gli ostacoli che il futuro gli riserverà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 16 LA VOCE DEI RICORDI
 

Nel tardi pomeriggio Marco riaccompagnò a casa Sana.
Avevano trascorso una bella giornata tra risate, parole, battute e sincerità.
Lentamente stavano imparando a conoscere i loro aspetti nascosti, raccontandosi aneddoti vissuti durante la loro infanzia e adolescenza. Ovvio, tra i due Sana era molto più curiosa di conoscere l’esperienze di Marco, poiché la signora Misako con le pubblicazioni dei suoi libri autobiografici intitolati “Mia figlia e io”, aveva logicamente narrato i segreti che si celavano nella loro famiglia.

“Hai mai conosciuto la tua mamma biologica?” le aveva domandato all’improvviso durante il pranzo.
Erano seduti in un piccolo bar che si affacciava davanti al mare. Purtroppo, non riuscivano ad ascoltare i suoni prodotti da quel meraviglioso posto in cui si trovavano, poiché il proprietario per la stagione invernale, aveva riparato il locale con una vetrata scorrevole, ma i ragazzi di certo non potevano lamentarsi perché la visuale era comunque ottima.
Sana prendendo una patatina annuì con il capo “Non pensavo nemmeno di poterla incontrare così velocemente, anzi… Con le probabilità che c’erano credevo che sarebbero passati mesi, anni… Se fosse mai successo!”.
“Hai dei rapporti con lei?”
“No, l’ho incontrata solo due volte” rispose scuotendo il capo “Sono contenta di averla conosciuta, perché ho avuto la possibilità di ringraziarla per avermi fatta nascere nonostante la sua giovane età, ma sai…” continuò alzando gli occhi sorridendo “La mia mamma resterà sempre quella cara donna che mi ha trovata su una panchina del parco e che mi ha cresciuta come se fossi sangue del suo sangue!”.
Marco le regalò un sincero sorriso.
Era colpito dalla naturalezza con cui quella piccola ragazza parlava di una situazione non facile da accettare.


“Dai Sana, concentrati!” si rimproverò la ragazza intenta a studiare in camera sua.
Era seduta sulla sua, ormai solita, scrivania disordinata.
Quante volte sua madre l’aveva rimproverata per tutti quei libri universitari sparsi sul tavolo?
Troppe! Ma che colpa ne aveva lei infondo?
Non faceva in tempo a sistemare qualche quaderno, che il giorno dopo ritornava a casa con nuovi appunti da memorizzare.
La ragazza sfogliando l’ennesimo foglio sbuffò.
Certo, gli appunti che le aveva dato Marco erano ordinati, scritti con una calligrafia impeccabile e chiari, insomma perfetti! L’unico difetto di quei favolosi appunti era la noia che sprigionavano.

“Come mai ti sei iscritto a questa facoltà?” gli domandò mentre passeggiavano sul lungo mare.
“Mio padre…” scrollò leggermente le spalle Marco “È un medico, lavora in una clinica. Perciò mi ha obbligato a scegliere tra medicina o psicologia!”.
Sana a quell’affermazione arricciò immediatamente il naso “Immagino che non è nei tuoi interessi studiare in quest’università!”.
“Infatti!” sorrise il ragazzo guardando l’orizzonte “Vorrei provare ad iscrivermi in un’accademia per giovani cantanti!”.
“Ma tuo padre non approverebbe…” dedusse Sana mentre il ragazzo annuiva.
“Hai centrato il punto!”
“Mi stupisco di te!” esclamò fermandosi di colpo e appoggiando le mani lungo i fianchi “Dov’è finito il ragazzo sicuro di sé? Quel ragazzo che non gli importa niente di ciò che la gente pensa di lui?”.
Marco la guardò sorpreso, mentre Sana imperterrita continuava con il suo discorso “Ti ho sentito cantare, e riesco a percepire perfettamente la passione e l’impegno che ci metti nel farlo. Hai un talento naturale ed è un peccato che tu non possa condividerlo con l’intero mondo ma solo con quelle quattro mura del tuo garage!”.
“A parte che qualche volta io e i miei amici cantiamo in alcuni locali!” puntualizzò Marco, ma Sana ignorò completamente l’affermazione del ragazzo, ormai aveva preso fuoco.
“Tuo padre non approva è vero, ma la vita è la tua!” continuò Sana “Sei tu che devi viverla! Magari quella scuola non accetterebbe nemmeno la tua domanda d’iscrizione, ma almeno quando sarai vecchio e guarderai indietro, non avrai alcun dubbio su come sarebbe andata se avessi provato ad iscriverti!” .
“Certo che quando ti scaldi diventi pericolosa!” scherzò Marco scompigliandole i capelli.
“Devi seguire i tuoi sogni!” sorrise Sana riprendendo a camminare.


Era successo di nuovo.
Ancora una volta mentre mordicchiava la sua matita si era persa nei ricordi di quella bella giornata.
“Giuro che ora mi concentro!” si rimproverò la ragazza sistemando i fogli da leggere.
Ma ecco che puntualmente l’ennesima distrazione della serata, sbucava fuori dalla porta.
“Sana, la cena è pronta!” affermò la signora Misako all’ingresso della camera della ragazza.
“Non ho fame! Devo studiare!” esclamò Sana senza nemmeno voltarsi.
Niente al mondo sarebbe riuscita a staccarla da quella sedia.
“Peccato!” ghignò sua madre “La signora Shimura ha fatto la tua torta preferita!”.
“La torta al cioccolato?!” domandò entusiasta.
“Precisamente!” confermò la signora Kurata “Ti aspettiamo giù tra cinque minuti, così hai il tempo di ordinare i tuoi libri!”.
“Perché aspettare?!” rispose con un sorriso felice alzandosi dalla sedia per raggiungere sua madre “Forza, andiamo a gustarci la cena!”.

“Allora Rei, sei agitato per il matrimonio?” gli domandò Sana mentre si gustava il suo riso.
“No, sono abbastanza rilassato per ora!” affermò versandosi da bere.
“E la signorina Asako? L’ho vista un po’ agitata l’ultima volta!”
“Si, è preoccupata per il menù!” spiegò Rei “Teme che qualcuno possa rimanere a bocca asciutta!”.
“Per fortuna che al dolce non dovrete pensarci!” sorrise Sana “La signora Shimura sono sicura che preparerà una torta buonissima oltre che bellissima!”.
“Sicuramente!” concordò Rei.
“Avete già deciso dove andrete in Luna di Miele?”
“Si, pensavamo di andare ai Caraibi!”
“Ai Caraibi?” affermò la signora Misako con occhi sognanti “Quanto mi sarebbe piaciuto andare in una di quelle isole!”.
“E tu mammina, dove sei andata in viaggio di nozze?”
“Secondo te, dove vuoi che mi abbia portato quel “mantenuto” del mio ex marito!” rispose con ovvietà.
“Dunque, la tua faccia non esprime felicità anzi…” rifletté Sana “Ci sono! Ti ha portato alle terme della nonna!”.
“Alle terme della nonna?!” ripeté la signora Kurata sorpresa “Ma allora non hai letto il mio libro?”.
“Certo che l’ho letto!” ribatté la ragazza “Infatti so benissimo quanto sia avaro con le altre persone!”.
“Hai ragione anche tu!” annuì la madre “Comunque mi ha portato a Monte Carlo”.
“A Monte Carlo?!”
“Mi scusi signora Misako, Monte Carlo è una bellissima città. Cosa non le è piaciuto di quel posto esattamente?” domandò Rei.
“Non ci posso credere!” scosse il capo la signora “Cosa c’è di famoso a Monte Carlo?”.
“Il casinò!” affermò Rei, pensando agli interessi dell'ex marito della signora.
“È andato a giocare d’azzardo durante la vostra Luna di Miele!” spalancò gli occhi Sana, imitata da Rei ancora incredulo.
“Deduco che voi due abbiate fatto finta di leggere i miei libri!” li rimproverò la signora Misako.
 
***
 
Finita la cena la ragazza ritornò in camera sua, doveva assolutamente riprendere a studiare psicologia perché il punteggio era Sana 0 – Psicologia 2.
“Diamoci da fare!” esclamò legandosi i capelli con un elastico azzurro.
Azzurro come il mare.
Azzurro come il colore della sua calda sciarpa.

“Grazie per la sciarpa!” affermò levandosi l’oggetto ma fermata puntualmente da Marco.
“Rossa, sei proprio una masochista allora!” ghignò il ragazzo salendo in sella alla sua moto.
“Che intendi dire?” rispose non capendo “È tua, ed è giusto che sia tu a ripararti dal freddo!”.
“Se non erro a ricordare quella che sbatteva i denti per il freddo eri tu, non io!”
“Si, ma…” ribatté Sana interrotta da Marco “Niente ma, inoltre io sono abituato all’aria fredda causata dalla velocità della moto!”.
“Sei sicuro?” chiese preoccupata.
“Se non la smetti ti lascio qui!” scherzò Marco accendendo il motore della moto.
“No no!” affermò Sana salendo immediatamente sulla sella e abbracciandolo.
Il ragazzo scoppiò a ridere “Non sapevo che fremessi dalla voglia di fare un giro in moto!”.
“Spiritoso!”  rispose con la testa appoggiata sulla sua schiena.
“Questa volta terrai gli occhi aperti?” le chiese prima di partire.
Sana alzò leggermente il capo in cerca del suo sguardo “Terrò gli occhi aperti!” gli disse sorridendo “Promesso!”.


Gli occhi della ragazza erano fissi su quella sciarpa azzurra appoggiata sopra il suo letto.
Alla fine gliela aveva regalata.
Riusciva perfettamente a sentire ancora il profumo di Marco ma non il calore da lui sprigionato.
Con un sorriso ritornò a leggere tra le righe sfiorandosi leggermente la guancia in cui il ragazzo aveva depositato un piccolo bacio prima di salutarla.
Era sicura che dopo quella buonissima torta al cioccolato, niente e nessuno sarebbe riuscito a distogliere la sua attenzione dai suoi “amati” libri.
Forse solo una telefonata da parte di una persona speciale avrebbe avuto il potere di distrarla, nuovamente per l’esattezza.
“E ora chi sarà?!” sbuffò la ragazza rispondendo automaticamente al cellulare che suonava senza sosta “Pronto”.
“Allora non ti hanno rapita gli alieni!” affermò una voce maschile.
“Amore!” sorrise allegra.
“Dov’eri finita? Non riuscivo a trovarti oggi!” le domandò Akito.
“Hai ragione, avevo il cellulare staccato! Sono stata al mare con un mio compagno di università!”
“Al mare?” ripeté inarcando un sopraciglio “Non avevi lezione?”.
“Si” annuì la ragazza “Solo che con tutti gli impegni scolastici e professionali non ho mai un attimo per me!”.
“Capisco” rispose con un tono diverso da prima.
“Sei arrabbiato?” gli chiese dopo un attimo di esitazione.
Silenzio.
“No” affermò ad un tratto il ragazzo “Hai fatto bene a distrarti dalla solita quotidianità!”.
La ragazza sorrise “E tu che hai fatto oggi?”.
“Lezione in palestra”
“Sono migliorati i bambini dalla prima lezione?”
“Si. Domani ti passo a prendere alle 19:00”
“E dove andiamo?” domandò confusa.
“A quel corso che un mese fa tu mi hai obbligato a frequentare!” rispose sarcastico.
“Obbligato… Che brutto verbo!”
“Preferisci costretto?”
“Nemmeno!” rise allegra “Uff… Sto cercando di studiare, ma sembra che ogni avvenimento sia un pretesto per non farlo!”
“Ti serve una mano?” ghignò malizioso.
“Cercherò di cavarmela da sola!” scherzò Sana.
Se Akito fosse venuto a casa sua, era sicura che avrebbero fatto tutto eccetto che studiare.
Akito Hayama era di certo un sinonimo del verbo distrarre.
“Buona notte Kurata!”
“Notte Aki!” sorrise dolcemente.
Chiuse la cornetta e per un momento si domandò se il suo ragazzo fosse stato geloso, ma questo dubbio durò solo un istante, perché la sua attenzione fu catturata da un cartoncino colorato che si trovava tra gli appunti.
“E questo cos’è?” si chiese prendendo in mano la locandina per leggerla.
Pubblicizzava un evento che si sarebbe tenuto questo sabato al “Live Club!”, un locale nel quale alcuni artisti potevano prenotarsi per esibirsi liberamente sul palcoscenico esponendo la loro passione.
“Certo che Marco ha delle idee proprio originali per invitare le persone!” sorrise Sana alzandosi dalla sua scrivania per raggiungere il letto.
Si era arresa, Psicologia aveva vinto ad un punteggio pazzesco quella sera!
Perciò, stanca ma felice per la giornata trascorsa, si rimboccò sotto le morbide coperte e con un sorriso si lasciò cullare dalle braccia di Morfeo.
 
***
 
Sabato sera, Sana, Akito, Hisae, Aya e Tsuyoshi si incontrarono come al solito in piazzetta per poi dirigersi al “Live Club!”. La rossa, infatti, il giorno precedente aveva proposto alla compagnia di andare a bere qualcosa in questo locale, poiché curiosa di sentire cantare nuovamente Marco e di trascorrere una piacevole serata con entrambe le compagnie.
All’appello però mancavano Gomi, Fuka e Takaishi.
Il barista quel sabato sera era di turno al lavoro, mentre i due fidanzati con una banale scusa inventata sul momento, rifiutarono l’invito. Il neo papà, come aveva già ribadito più volte, non voleva in alcun modo mettere a rischio la salute delle due persone più importanti della sua vita, infatti da quando aveva scoperto che presto sarebbe diventato genitore il suo senso di protezione era aumentato a dismisura. Certo, alla ragazza non dispiacevano per nulla quelle amorevoli attenzioni, ma con gli ormoni che da poco avevano preso vita propria e il senso di sonnolenza accompagnato da fastidiose nausee, il suo umore non era sempre dei migliori.
I cinque ragazzi in poco tempo arrivarono al “Live Club!”, un locale abbastanza ampio su due piani.
Le luci del pub illuminavano in particolar modo il palcoscenico situato al pian terreno. Al centro della sala vi era una zona bar, mentre sia i tavolini che i divanetti erano sparsi un po’ ovunque su entrambi i piani.
Sana entrata nel locale si ritrovò a pensare alla già, notata assomiglianza caratteriale, tra Akito e Simon. Era un evento più unico che raro vedere una tigre e un leone nello stesso territorio.
“Andiamo a prendere da bere, cosa volete?” domandò Akito una volta raggiunto un tavolo libero.
“Una birra!” urlò Hisae per farsi sentire dal ragazzo, siccome la musica era abbastanza alta.
“Anche per me!” affermò Aya sedendosi accanto all’amica.
“Tu Kurata cosa vuoi?” le chiese voltando il capo verso di lei.
Dopo un attimo di indecisione su cosa ordinare, Sana optò per una Corona.
“Due birre e una Corona, ok!” riepilogò Tsuyoshi “Torniamo subito!”.
“Non credo!” scherzò Hisae osservando la quantità di persone presenti al bancone del bar.
“Carino il posto!” esclamò Aya guardandosi attorno.
“Si, non male!” concordarono le due amiche.
“Peccato che Fuka non sia venuta!” affermò Sana mentre Aya e Hisae annuirono.
“Sarà per la prossima volta!”
“Chissà dove sono finiti Marco e gli altri!” chiese curiosa osservando ogni viso presente nel locale.
“Akito che ne pensa di Marco?” domandò immediatamente Hisae.
Sana scrollò le spalle “Cosa dovrebbe pensare? Non si conoscono nemmeno!”.
“Allora cosa ne pensa del vostro rapporto?” insistette Hisae.
“Ripeto, cosa dovrebbe pensare? Non ci ha mai visti chiacchierare insieme!”
“Vuoi dirmi che l’Akito Hayama, il ragazzo che noi tre conosciamo dai tempi dell’elementari” precisò la ragazza “Non ha detto assolutamente niente delle vostre uscite? Nemmeno, prendendo a caso come esempio, quella dell’altro giorno?!”.
Sana la guardò confusa.
Ma dove voleva arrivare Hisae?
“Esatto! Anche se ad esser sincera, mi è sembrato un po’ infastidito” confessò Sana “Soprattutto quando gli ho raccontato che Marco mi ha portata al mare!”.
“E ci credo!” esclamò con energia l’amica.
“Ehi Rossa!” affermò allegramente un ragazzo “Sono contento che hai accettato il mio invito!”.
“Parli del diavolo…” sussurrò Hisae vedendo Marco arrivare in compagnia di un suo amico.

“Hai un modo un po’ insolito di invitare le persone!” scherzò la ragazza.
“Solo ad alcune persone riservo questo trattamento speciale” rispose Marco sorridendole.

“Sana, non mi avevi detto di avere delle amiche così belle!” esclamò Lucas.
La ragazza, imitata dalle sue amiche, inarcò un sopraciglio “Grazie… Comunque loro sono Hisae e Aya”.
“Ciao!” salutarono in coro le due amiche mentre Sana finiva di presentare “E lui è Lucas, un amico di Marco!”.
“Non sei più venuta a trovarci!” puntualizzò Lucas “Non sarà per Martina, vero?”.
“Martina?!” ripeterono in coro Hisae e Aya guardando la loro amica.
“Sono venuta al bar a inizio settimana, ma ho incontrato solo Simon!” precisò Sana.
“Simon?!” affermarono le ragazze.
“Dopo vi spiego!” bisbigliò Sana, rivolgendo ad entrambe un’occhiataccia.
“Quell’antipatico non ci ha detto niente!” incrociò le braccia al petto il biondo “Si tiene sempre il meglio tutto per sé!”.
“Ora dobbiamo andare, tra poco tocca a noi!”
“Buona fortuna!” sorrise Sana.
“Non ne ho bisogno!” ghignò il ragazzo facendole l’occhiolino “Ho tutto quello che mi serve!”.
“Ciao ragazze, venite a trovarci ogni tanto! Soprattutto tu, bella biondina!” salutò Lucas.
“Bella biondina?!” ripeté Hisae scaldandosi “No, ma avete sentito anche voi, vero? Bella biondina a me?”.
Sana e Aya scoppiarono a ridere per la reazione di Hisae. Sapevano perfettamente quanto la ragazza odiasse essere chiamata con quei stupidi soprannomi come: biondina, bambolina o piccola, soprattutto da persone che non conosceva minimamente.
“Dai Hisae, non prendertela! Sembrava simpatico!” rise Aya.
Poco dopo i due ragazzi ritornarono al tavolo con le ordinazioni.
“Scusate, c’era un’interminabile fila!” le informò Tsuyoshi sedendosi accanto alla sua ragazza.
“Certo che questo è proprio stonato!” affermò Akito bevendo finalmente il suo Mojito.
“Ma come diamine fai a bere quel cocktail?!” esclamò Sana dopo aver assaggiato un sorso dal bicchiere del suo ragazzo “È così… Aspro e…” affermò facendo un’espressione disgustata “…Forte!”.
“Ognuno ha i suoi gusti, Kurata!” ghignò Akito avvicinandola pericolosamente a sé con una stretta sicura “E tu?” le sussurrò ad un soffio dalle sue labbra “Tu, che gusti hai?”.
La ragazza si ritrovò persa in quei occhi ambrati. Sapeva benissimo che l’unico modo per riemergere da quel labirinto, in cui era stata nuovamente catapultata, era avere un suo contato.
Un contato che lei bramava dalla voglia di avere.
Avvicinandosi lentamente a lui, gli sfiorò dolcemente le sue umide labbra e, mordendogli delicatamente il labbro inferiore, riuscì ad assaporare il sapore di menta e limone unito al gusto dell’alcol sulla sua bocca.
“Ti piace?” le domandò dolcemente mentre si lasciava trasportare da quel passionale bacio.
“È… Buono…” gli sussurrò ad un soffio dal suo viso.
Era diverso, estremamente diverso.
Il sapore dell’alcolico sulle labbra di Akito non era così fastidioso come quello bevuto direttamente dal bicchiere.
Era piacevole, dissetante, coinvolgente.
Se fosse stato per lei, avrebbe passato tutta la sera ad assaporare quei piccoli baci a fior di labbra.
Quei baci che sapevano di limone e che le ricordavano il loro primo bacio avvenuto sulla torre di Tokyo.
Quei baci che sapevano di menta e che le davano una sensazione nuova, fresca.
Quei baci che sapevano di lui, che era la sola e unica persona che riusciva a farle provare ogni singola volta emozioni così forti, travolgenti e con la voglia di andare oltre. Di riuscire ad esprimere senza l’uso delle parole, ciò che lei provava per lui: amore.
Semplicemente un bacio al Mojito.
Improvvisamente Sana, sentendo il nome di Marco e degli altri componenti del gruppo presentati dal vocalist, fu riportata velocemente alla realtà.
Era il turno di Marco.
Voltandosi di colpo verso il palco, cercò tra la confusione il volto del ragazzo che, sistemando il microfono, stava sorridendo come sempre con quell’aria sicura di sé.
“Dedicata alla mia Fan Numero Uno!” esclamò il ragazzo salutando il pubblico.

È strano pensare come un mondo pieno di persone può sembrare deserto,
quando una sola persona ti manca davvero.
Ok! Non è in quel senso che in una canzone io ti descrivo,
sei diventata la protagonista dei miei testi e quindi adesso ti scrivo
tutte le cose belle che mi porto dentro.

La canzone era molto diversa rispetto a quella che Sana aveva ascoltato quel pomeriggio alle prove. Oltre ad avere un ritmo molto diverso, anche lo stile in sé era cambiato.
Ma ciò che sorprese veramente la ragazza era il sapere che quel brano fosse dedicato a lei, che secondo Marco, era la loro “Fan Numero Uno”.
Quante persone potevano sapere che Marco si stava riferendo unicamente a lei?

Vorrei prendere la mira del tuo cuore e fare centro
senza pensarci due volte
farti appoggiare tra le mie braccia e stringerti forte.
Ma questo è il pensiero avvolto su una poesia,
forse per te non vale niente soltanto pura fantasia, allora…
Ti invito questa sera in un sogno di paura,
così quando dormo potrò vivere con te un’avventura particolare,
come il tuo carattere.

Un piccolo sorriso comparve sul viso della ragazza.
Inevitabilmente le venne in mente il pranzo della settimana scorsa, precisamente quando Marco, avendo capito il suo terrore per la moto, l’aveva invitata ad affrontare quella sua piccola paura.

Per me sei troppo speciale,
mi fai impazzire.
Stai attenta a non rischiare,
per come ti muovi.
E stai facendo un gioco losco, cosa ci provi?
Anche io comincerò a giocare sporco!
 
Ricatto.

“Chiederò ad un mio amico di passarmi gli appunti e poi te ne darò una copia!” 
“Sul serio?! Grazie!” sorrise Sana.
“Ma...” aggiunse immediatamente Marco ghignando.
Sana conosceva perfettamente quel ghigno. Era il classico sorriso di colui che in cambio di un favore voleva ricavarne indietro qualcosa. Così sbuffando e con un pizzico di timore gli domandò “Cosa vuoi in cambio?”.
“Però Rossa, mi sorprendi!” si complimentò il ragazzo.
“Ho imparato dai migliori!” rispose con noncuranza “Allora? Cosa vorresti in cambio?”.
“Nulla di preoccupante! Semplicemente devi venire a fare un giro con me in moto!”
“Stai scherzando?” gli domandò spalancando la bocca.
“Per niente” sorrise soddisfatto Marco.
“E va bene...” si arrese Sana, dopotutto quegli appunti le servivano.
“Sapevo che non avresti rifiutato!” ghignò il ragazzo.
“Ottieni sempre quello che vuoi tu, vero?”gli chiese conoscendo già la risposta.
“Sempre!”


Il sorriso sulle labbra della ragazza si allargò maggiormente a quel ricordo.
Quel giorno, era riuscita a sfuggire dal “pericoloso” giro in moto, grazie a Rei che quella mattina, si era raccomandato con lei di non fare tardi finite le lezioni, poiché nel pomeriggio avrebbe dovuto lavorare.
Nei giorni successi infatti, non aveva più pensato al loro accordo, anzi era convinta che fosse stata solo una semplice richiesta legata a quel pomeriggio. Non si sarebbe mai aspettata che, verso la fine della settimana, lui si presentasse davanti all’aula di lezione puntuale e per giunta con degli ordinatissimi appunti con sé.

“Questi sono tuoi” affermò il ragazzo porgendole una busta trasparente con all’interno alcuni fogli.
La ragazza guardò perplessa prima Marco e poi la cartelletta trasparente che teneva ancora in mano il ragazzo “Cos’è?”.
“Gli appunti che mi avevi chiesto!”
“Me li hai portati sul serio? Grazie!” sorrise allegra.
“Rossa, non hai ancora capito che se io dico una cosa per me è quella?!”
“Dai Marcolino non fare il permaloso!” affermò prendendo i fogli che il ragazzo le stava porgendo, ma quest’ultimo con un gesto fulmineo ritrasse la mano.
“Signorina Kurata, forse si è scordata del pagamento?” ghignò Marco.
Sana era totalmente basita.
“A-Adesso?”
“Si, adesso!” le rispose deciso.
“Ma ora c’è lezione!” cercò di contrattare la ragazza.
“Lo so, ma da brava studentessa che sei, non hai ancora saltato una lezione quest’anno!”
“E tu come lo sai?” gli domandò sorpresa.
Marco ghignò “Ho i miei informatori! Dai andiamo!”.
Dopo un attimo di esitazione Sana affiancò il suo amico e sorridendo gli domandò dove erano diretti.
“Certo che vuoi sapere sempre tutto tu!”
“Mi sembra logico!” constatò Sana “Visto che per la prima volta salirò su un mezzo di trasporto a due ruote!”.
“Non dirmi che non hai ancora tolto le rotelle dalla bici!” scherzò Marco.
Sana divertita gli diede un leggero buffetto sul braccio “Stupido!”.
“Tieni!” esclamò il ragazzo porgendole il casco una volta arrivati alla moto.
La ragazza mordendosi il labbro inferiore, osservò per un momento il casco nero che ora teneva fra le mani. Era agitata e il suo cuore inevitabilmente batteva all’impazzata, per giunta dopo essersi infilata velocemente il casco non riusciva a capire come diamine si allacciasse il gancio.
“Lascia fare a me!” sorrise Marco vedendo che la ragazza stava letteralmente litigando con il casco.
Sana alzando leggermente il viso sorrise, mentre le sue goti involontariamente si coloravano di rosso per l’imbarazzo.
“Non ti succederà niente!” affermò guardandola profondamente negli occhi e appoggiando le mani sul suo casco “Te lo prometto!”.
“Lo so!” gli rispose improvvisamente sicura.
La ragazza non riusciva a capirne il motivo, ma sapeva che le parole di Marco erano vere.
Forse era stato proprio il suo sguardo così sicuro e quella voce così decisa e fiduciosa.

Ormai Bimba ti sto facendo una collezione,
se non l’hai capito ti dedico anche questa canzone.
Io riuscirò a conquistare il tuo cuore senza un ti voglio bene
perché tutto non è come appare.
Io lo so che in fondo anche tu lo vuoi sinceramente
dopo tutto devi solo lasciarti andare.
Fatti trasportare nel vuoto dalla mia mano,
sguardo incrociato come sempre ecco ci siamo!
E mi avvicino piano e ancora ci guardiamo,
sfioro le tue labbra e poi… Niente!

Molto probabilmente, nessuno del pubblico si era accorto che l’attenzione del cantante era rivolta unicamente ad una sola persona. Inoltre Marco sul palco, per colpa delle luci e della confusione presente nel locale, non riusciva a vedere la diretta interessata ma, mentre pronunciava quelle semplici e veloci parole, i ricordi, come richiamati dal suono di quelle brevi frasi, evocavano le immagini vissute qualche giorno fa: quando per la prima volta Sana si era fidata veramente di lui.

“Tutto bene?” le domandò Marco girandosi di poco verso di lei che rispose annuendo semplicemente.
Solitamente, mentre guidava la sua moto, non gli piaceva essere avvolto dagli abbracci possessivi delle ragazze che frequentava, ma il contatto di Sana era diverso. Nel suo abbraccio riusciva a sentire il calore che il suo delicato corpo emanava e le colorate emozioni che lei provava in quel momento, inoltre sapeva perfettamente che non c’era un secondo fine nella sua stretta, come invece capitava spesso con le altre ragazze.
Ma pur sapendo questo era lo stesso felice.
Felice che Sana avesse accettato di passare una giornata in sua compagnia, pur sapendo che avrebbe perso tre lezioni nell’arco di quella giornata. Di conseguenza anche se aveva guadagnato gli appunti di psicologia della settimana scorsa, inevitabilmente avrebbe perso quelli di oggi.
Che avrebbe chiesto aiuto alle sue tre amiche?
Sicuramente.
Aveva osservato da lontano il legame che univa quelle quattro ragazze.
All’ennesima curva, le esili braccia di Sana strinsero maggiormente il torace muscoloso di lui, che senza pensarci appoggiò la sua mano fredda in quella piccola di lei.
Voleva con un semplice gesto infonderle coraggio.
A quel contato, Sana aprì di colpo gli occhi sorridendo e, il paesaggio che le si parò davanti, era bellissimo.
Non erano più in città, ma in una strada di campagna, circondati dalla natura dipinta dai colori estremamente caldi.
Le dita di Sana che fino a poco fa stringevano forte il giubbino di pelle del ragazzo, ora inspiegabilmente si ritrovavano intrecciate fra le dita di lui.
Molto probabilmente la ragazza non si era nemmeno accorta di quel gesto involontario, al contrario Marco, stringeva a sé quella fragile mano.

Lo sai, sei fresca come un fiore
e il tuo riflesso divino per me ha un importante valore.
Mi fai battere il cuore,
dammi solo un’occasione per regalarti un raggio d’amore
e farti brillare come il sole.

E ancora altri ricordi.
Immagini nella mente che riguardavano unicamente loro due.
Il testo che stava cantando l’aveva iniziato a comporre durante le lezioni universitarie quando, Sana seduta qualche banco più in là, a volte in compagnia delle sue amiche altre volte da sola, seguiva con una “personale attenzione” le spiegazioni degli insegnanti.
Il suo viso, allegro e spensierato, era illuminato dai raggi indiretti del sole che le davano una sensazione di freschezza e calore allo stesso tempo.

“E la tua passione qual è? Oltre a fare la fotomodella intendo?” gli domandò.
“Amo recitare, ma questo penso lo sai già” rispose sorridendo Sana.
“No che non lo so. Anche se ho letto molti articoli che scrivono i giornali non posso conoscere la vera Sana Kurata”
“Giusto… Beh amo aiutare e fare felice gli altri, vedere nascere sul loro volto un sorriso sincero…”
“Come i girasoli!” la interrupe Marco.
“Che centrano i girasoli ora?” rise Sana.
“Beh i girasoli dipendono dal sole e quando quest’ultimo splende nel cielo anche i fiori si aprono al suo passaggio” spiegò Marco.


Voleva ribaltare la situazione.
Non voleva essere un semplice girasole.
Voleva essere di più.
Voleva essere il raggio di sole che illuminava lo splendido sorriso della ragazza.

Ma mi pensi?
Li capisci i doppi sensi dopo che ti vedo ragionamenti lenti e spenti.
Ah, mi senti?
Non sono io che parlo, ma sono i miei sentimenti ora a farlo.
Ora vieni qui,
dai su Baby non farti pregare!
Per quanto ancora devo aspettare?
Stando sulle scale a vedere i minuti volare e a pensare a un lieto fine
ma poi senza morale arriviamo senza un finale!

“Cavolo Rossa, non pensavo fremessi dalla voglia di pranzare insieme a me!” ghignò Marco vedendola arrivare di corsa.
“Cosa ti fa pensare che io abbia accettato?” rispose Sana fermandosi davanti al ragazzo e guardandolo in tono di sfida.
“Te l’ho già detto… Dal sorriso che è nato sul tuo volto non appena hai letto il bigliettino che ti ho inviato!” affermò il ragazzo per nulla turbato.
“Io sorrido sempre!” ribatté sicura Sana.
Marco rimase per un momento in silenzio, osservando attentamente ogni movimento del suo viso.
Scuotendo leggermente le spalle le disse “Ho visto come ti si sono illuminati gli occhi quando hai aperto il primo foglietto. La curiosità che esprimevano i tuoi occhi nel vedere e nel leggere il secondo messaggio, seguito da un sorriso se si può ancora più felice. Non serve per forza rispondere a parole a volte, basta osservare le piccole cose”.

Io riuscirò a conquistare il tuo cuore senza un ti voglio bene
perché tutto non è come appare.
Io lo so che in fondo anche tu lo vuoi sinceramente
dopo tutto devi solo lasciarti andare.
Fatti trasportare nel vuoto dalla mia mano,
sguardo incrociato, come sempre. Ecco ci siamo!
E mi avvicino piano e ancora ci guardiamo,
sfioro le tue labbra e poi… Niente!


Un flash di ricordi
menti solo il tuo volto,
mentre parli con gli occhi, io con la bocca ti ascolto.
La tua immagine fa parte della mia musica, sei solo un sogno!
Un flash di ricordi
menti solo il tuo volto,
mentre parli con gli occhi, io con la bocca ti ascolto.
Ti voglio far sentire come nessun’altra: unica!

In questi pochi minuti, la mente di Sana era avvolta in un’altra dimensione.
Nel brano, riusciva a scorgere facilmente alcuni momenti importanti trascorsi in compagnia di Marco, esattamente come la prima canzone che le aveva fatto ascoltare al garage.
Che stesse confidandole i suoi sentimenti con una canzone?
Impossibile, Marco è troppo sicuro di sé per non andare dritto al sodo.
Ma una seconda domanda balenò nella mente della ragazza.
Che Hisae prima avesse voluto avvertirla delle reali intenzioni di Marco nei suoi confronti?
Di nuovo impossibile.
Eppure… Anche Simon, a modo suo l’aveva avvertita.
“Lo conosci?” le domandò Akito curioso.
Aveva notato l’espressione della sua ragazza cambiare notevolmente durante il corso della canzone.
La voce calda del suo ragazzo la riportò alla realtà.
“Come scusa?” gli chiese confusa.
“Niente” affermò il ragazzo, intuendo dal suo sguardo perso che Sana e il cantante si conoscessero.
Ora più che mai era curioso di conoscere il volto di quel misterioso ragazzo.
Che fosse la stessa persona che l’altro giorno l'aveva portata al mare?

Io riuscirò a conquistare il tuo cuore senza un ti voglio bene
perché tutto non è come appare.
Io lo so che in fondo anche tu lo vuoi sinceramente
dopo tutto devi solo lasciarti andare.
Fatti trasportare nel vuoto dalla mia mano,
sguardo incrociato come sempre ecco ci siamo!
E mi avvicino piano e ancora ci guardiamo,
sfioro le tue labbra e poi… Niente!
 



* Sukriboy - E poi... Niente! https://www.youtube.com/watch?v=ZNG0_mSpK7E




SPOILER:
“Cin-cin!” sorrise scrollando le spalle e avvicinando la sua Corona alla bottiglia di birra di Marco.
In contemporanea, un terzo bicchiere si unì al brindisi dei due ragazzi e Sana immediatamente, riconobbe quella mano forte e decisa che teneva stretto il suo drink.




Ciao a tutti !
Solo oggi sono riuscita ad aggiornare il nuovo capitolo che spero vi possa piacere!
Purtroppo ho dovuto dividere la serata in due capitoli, altrimenti sarebbe risultato decisamente troppo lungo!
Nel prossimo capitolo, come annunciato nello spoiler, ci sarà finalmente un incontro atteso da molto! ^.^
Spero di non deludere le vostre aspettative. ;)
Voglio ringraziare la mia amica Luci che tutte le volte mi aiuta con i suoi importanti pareri a portare avanti questa FF, soprattutto nei miei momenti di totale confusione! Esattamente come Lolimik che mi sostegna ogni volta e mi regala preziosi consigli!
Ringrazio di cuore anche Angel 92, Elamela, Sirenetta91, Cicatrice92, Piccolasognatrice91, Reginadeisogni, DiosaUnica, Drizzle
__93, La Sayuri10 per le loro gentili recensioni! :)

Un bacione e Buon inizio settimana!
A presto!!

Miky



 
  
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