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Autore: _HimJayeon_    12/05/2014    3 recensioni
Panem. Settanta anni dopo la conquista della pace tra i distretti e dopo la morte della potente Ghiandaia Imitatrice, il governo di Capitol City si impone di nuovo, più potente e crudele che mai.
Gli Hunger Games tornano ad esistere, cruenti e spietati.
Distretto 4; Kim HimChan.
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La storia è ispirata alla fanfiction 'Hunger Games' di _MaryMangiaBiscotti_ che mi ha autorizzato a scrivere la reinvenzione dell'originale e che sopporta le mie recensioni psicopazze. ^^
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Himchan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HUNGER GAMES

Manca meno di un'ora alla cerimonia della Mietitura.
L'ansia mi sta divorando il cuore e la testa è pesante. Per arrivare da casa mia fino alla piazza in cui faranno il sorteggio devo passare davanti al cimitero.
Non ho mai amato quel posto, come nessun altro del resto. Però oggi sento il bisogno di vedere quell'angolino dedicato a mio padre.
Siccome il suo corpo non fu mai ritrovato, non c'è una vera e propria tomba, ma una piccola nicchia in cui abbiamo messo una candela blu, una margherita secca e un pezzo di corda rossa, quella stessa corda che lui usava per legare al molo la sua Laurèn.
Appoggio una mano sul granito che incornicia la sua foto.

- Di nuovo. Per il nono anno devo aspettare di essere macellato, di nuovo.- Sussurro, tenendo gli occhi puntati sul suo sorriso. Il suo bellissimo sorriso.

- Ho paura, papà.- Alzo lo sguardo al cielo, mentre una folata di vento mi scompiglia i capelli.

- Non so cosa pensare. Una parte di me vuole rimanere viva ma d'altro canto il desiderio di arrivare da te è forte.- Stavolta il vento è più forte, posso sentire le onde che iniziano ad incresparsi, giù al porto.

- Hai ragione. Non posso lasciare qui la mamma. Ha già perso troppo.- Tiro su col naso, asciugandomi le lacrime. - Ti amo.-

Mentre mi allontano da quella nicchia, mi volto a guardare la maestosa tomba del vincitore più amato di Panem. Finnick Odair. Un altro ragazzo distrutto da Capitol City.
Mi avvicino all'alta lapide, accarezzandone il marmo e osservandone la foto.
Le volte che mi paragonavano a lui erano numerosissime. Se non fosse per i tratti completamente diversi, molti avrebbero pensato che fossimo addirittura parenti.
Mentre sorrido a questo pensiero, una mano sulla mia spalla mi fa sobbalzare. Mi giro di scatto.

- Oggi hai la Mietitura vero, giovanotto?- Dice la donna. Anziana, con i capelli di un rosso spento, striato da ciocche grigie. Nonostante le profonde rughe, riesco a vedere la luce azzurra dei suoi occhi.

- Si, signora Cresta...-

- E come mai sei sulla tomba di mio marito?- Chiede ancora, sorridendo amaramente.

- Non sono venuto di proposito...in realtà non so perchè sono qui.-

- Di sicuro non hai trovato conforto...- Continua, asciugandomi con il dito una lacrima sfuggitami poco prima. - ...buona fortuna, ragazzo.-

- Mi servirà, per salvarmi.-

- Oh, caro, nessuno si salva. Nessuno si salva realmente dagli Hunger Games. Che siano vincitori o non estratti. Guarda me. Li ho vinti, è vero. Ma tutto quello che ho perso supera di gran lunga quello che ho guadagnato...sono stata presa per pazza, ho avuto il timore di perdere il ragazzo che amavo due volte per colpa degli Hunger Games per poi perderlo definitvamente mentre tentava di aiutare tutti noi. Per questo la gente non si è mai ribellata sul serio. Per questo non siamo stati capaci di distruggere Capitol City per sempre. Abbiamo troppa paura anche solo per dire 'no'...ma che ci vuoi fare, ormai lo sappiamo tutti che è il nostro passato, presente e futuro. Siamo pedine, merce di scambio e animali da divertimento.-

Abbassa la testa, sorridendo, e si avvicina alla foto di Finnick per posarvi sopra un bacio.

- Ti auguro il meglio...-

- HimChan, Kim HimChan.-

- ...HimChan.- Annuisce, mi accarezza una guancia e, lentamente, esce dal cimitero.

Lancio uno sguardo a mio padre, mentre l'ultimo soffio di vento, leggero come la carezza di Annie Cresta, mi rotola sulla nuca.
Faccio un bel respiro e mi avvio verso la piazza.
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Mentre sono allo smistamento, davanti al pacificatore che mi deve prelevare il sangue, butto uno sguardo tra la folla, dove vedo mia madre che mi fissa con apprensione con NamJoon che le stringe le spalle.
Mi premo il dito sul palmo per soffocare un po' il dolore al dito e per bloccare la fuoriuscita di sangue, che scorre velocissimo nelle mie vene gonfie.

Essendo uno degli ultimi ad arrivare, mi ritrovo solo nella seconda fila, a meno di cinque metri da quell'orrendo palco azzurro con quell'enorme drappo color salmone appeso sulla facciata del municipio.

Sono anche uno dei ragazzi più grandi, dell'ultimo anno alla Mietitura, quindi sono anche molto alto...con il cuore che mi esplode nel petto, riesco solo a sentire il suo tamburellare continuo e nient'altro.

Trattengo il respiro per un attimo, chiudendo gli occhi, mentre Soraya Madison, la nostra rappresentante, sale sul palco.

- Buongiorno a tutti, tributi e abitanti del Distretto 4! Felici Hunger games e possa la fortuna...- Guarda uno per uno i tributi, soffermandosi sui più piccoli. - ...sempre essere a vostro favore!- La sua voce è potente, squillante, ma forte e decisa.

Guardo le sedie dove sono sistemati i tre tributi vincitori del Distretto 4:

Zhou Mi, il più recente. Ha vinto gli Hunger Games di tre anni fa, dimostrando un'incredibile capacità nel piazzare trappole e nella mimetizzazione.

Nam Ji Hyun, anche lei giovanissima. A soli undici anni è riuscita ad intenerire gli sponsor, che l'hanno letteralmente sommersa di regali. Ha resistito fino agli ultimi quattro nascosta in una grotta, in cui le lasciavano i paracaduti, poi si è nascosta nella cornucopia e ha aspettato di essere da sola con l'ultimo tributo, che pensando di aver vinto era stato colto di sorpresa e ucciso alle spalle.

Jeremy Scott, il tributo vincitore più anziano di tutta Panem, non scherzo. Ha vinto i ventesimi giochi quando aveva già diciotto anni...fatevi due calcoli.
Infatti è l'unico vincitore che non fa più il mentore.

- Prima le signore!- Soraya toglie il guanto bianco, scostandosi dalle spalle i lunghissimi e liscissimi capelli acquamarina e barcollando sui tacchi a spillo.
Infila una mano nella boccia di vetro, affondandola tra i bigliettini.
Quando la toglie stringe tra il pollice e l'indice un foglietto ripiegato.
Si avvicina allegramente al microfono e lo apre.

- Alisia Connell.-

Buonsalve (?)
Eccovi il secondo capitolo. ^^
Siete autorizzati ad uccidermi LOL
Chi si ricorda chi è Alisia?
Eh già.
Mi diverto MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH (?)
Coooomunque...spero che vi piaccia.
Ormai mi sto avventurando nel mondo del lacrimevole. TuT
Stavolta punto a poco più in alto:
a quattro recensioni continuo (anche perchè devo ancora finire di scriverla LOLLINO)...
I miei feels.
Oggi sono in una tempesta di emozioni. °n°
Alla prossima! ^^
_HimJayeon_



 
  
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