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Autore: Yssis    12/05/2014    2 recensioni
Dall'Epilogo
-Ciao Yuuto. Com’è andata la giornata?-
-Tutto bene papà, grazie.-
“Pensa papà, se io non fossi tornato a casa oggi.
Avresti aspettato, cominciando ad agitarti, poi sarebbe arrivata la mamma e l’avresti accolta con un sorriso tirato, che non nasconde l’ansia.
Lei avrebbe subito chiesto di me; allora non avresti retto più e avresti detto che ero uscito per giocare con i ragazzi ma non ero rientrato all’orario stabilito, né avevo avvisato un possibile ritardo.
Allora avreste chiamato la polizia e sarebbero iniziate delle ricerche che non avrebbero portato a niente.
Io mi sarei dissolto nel nulla e non mi avresti più rivisto, mai più…
Però va
tutto bene papà, perché non è successo nulla e io sono qui, sono tornato a casa, adesso mi lavo e mi preparo per la serata.
La mamma ci racconterà del suo viaggio, e io parlerò della partita e della possibilità di iscrivermi al club di calcio anche alle scuole superiori.
Mangeremo tutti insieme, finirà anche l’estate ma io sono qui papà.
“Tutto bene, sono a casa. Grazie.”
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jude/Yuuto, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17; Dentro un sogno pericoloso

La foresta buia, spaventosa e tetra di qualche ora prima sembrava non essere mai esistita.
Kidou era un ragazzo, al fianco aveva Endou e Fideo, con addosso le divise di quando erano al Liocott.
Brillava il sole, alto nel cielo terso, i suoi piedi scalzi affondavano delicatamente nella sabbia umida del bagnasciuga. La spiaggia era deserta, c’erano solo loro: sorridevano, sereni.
Mamoru aveva gli occhi lucenti, d’un castano intenso e tranquillizzante.
Lo sguardo di Ardena era più chiaro e movimentato, la luce faceva risplendere i suoi occhi blu come il mare davanti a loro di mille sfumature verdazzurre.
Si sentiva tranquillo, le palme ondeggiavano adagio cullate dal vento tiepido e carezzevole: erano immersi in una calma quasi inimmaginabile per Yuuto, dopo tutta la paura dei giorni precedenti.
In quel momento, di fronte a un paesaggio così idilliaco, non riusciva a concentrarsi su nulla di preciso.
Non importava più niente; necessitava di calma, aveva bisogno di non pensare a qualcosa di importante o urgente.
Sentiva solo il rumore delle onde, lento, come una ninna nanna soave, e gli occhi tranquilli di Endou e Fideo appoggiati delicatamente sulla distesa infinita d’acqua davanti a loro.
“Il resto non conta, il resto può aspettare…”
All’improvviso i ragazzi al suo fianco mossero qualche passo verso la superficie lucente del mare.
Kidou rimase immobile a fissarli, mentre sorridenti si allontanavano sempre di più, camminando a pelo dell’acqua, fino a scomparire nel punto in cui cielo e mare non si distinguono più, l’orizzonte.
Nel suo cuore era tranquillo nonostante i suoi amici si fossero allontanati, perché dentro, da qualche parte, forse nel cuore, sentiva che non l’avevano lasciato solo, che avrebbe potuto raggiungerli in qualsiasi momento; allora si volse e davanti a lui stava Kageyama.
Non sembrava né arrabbiato né preoccupato: era sereno, e guardava il mare.
Kidou gli si avvicinò, Kageyama allora abbassò lo sguardo su di lui.
-Sei felice Kidou?-

Era una domanda strana, Yuuto s’incupì.
Sì, si sentiva tranquillo, c’era forse qualcosa di sbagliato?
-Ho avuto tanta paura, qui ora sto bene. Possiamo rimanerci? L-Lei può rimanere qui con me?-
Il ragazzo si accorse che le parole non avevano la loro voce, ma erano portate dagli sbuffi del vento e del mare.
“Non importa! Non importa! Stiamo qui, va bene così…”
-Qual è la fonte della tua felicità, Kidou? Questo posto ti rende felice perché è cosiffatto, oppure è la consapevolezza di star scappando da un pericolo che ti rende felice?-
-Scappando? Un pericolo? Kageyama, io non…-
Yuuto sentì che stava succedendo qualcosa: il sole brillava tanto, troppo, la sua pelle si stava strappando, cominciava ad uscire sangue… Sangue, sangue!
D’un tratto ai suoi piedi si formò una pozza di sangue bollente, il sole era caldo, troppo caldo, il sangue evaporava e continuava a scorrere.
Yuuto guardava sconvolto quello che gli stava succedendo. Impotente.
Appena una goccia vermiglia venne a contatto con il mare, tutta quella bellissima distesa lucente si tinse di rosso.
Si fece tutto buio, il mare brillava insanguinato in quella notte generata da un incubo.
Kidou era girato verso il mare terribile, quando avvertì la mano di Kageyama sulla sua spalla.
Non ebbe il coraggio di voltarsi: qualcosa, dentro, ma forse questa volta non era il cuore, perché il cuore adesso aveva sbagliato – Endou non era più tornato. E neanche Ardena. Non erano tornati, e lui non avrebbe potuto raggiungerli. – forse ora era la mente, gli diceva che era sua la colpa.
Aveva sbagliato… In cosa non lo sapeva. Non riusciva a capirlo. E proprio per questo era stato punito. Da sempre così funziona e per sempre così funzionerà.
Appena avvertì il contatto con Kageyama si sentì travolgere da un capogiro, ma tenne gli occhi aperti.
Tutto scomparve.
Bianco più assoluto.
Kidou aspettò.
Aspettò.
E aspettò ancora.
Ma non successe nulla. Assolutamente nulla.
L’uomo ancora teneva la presa sulla sua spalla, ma davanti a lui c’era solo del bianco.
-Che significa?-
Neanche questa volta uscì niente dalle sue labbra.
Si convinse di aver parlato, doveva convincersene.
-Se tu fossi a casa, Kidou… Saresti felice?-
-Mi può riportare a casa Soushi? E’ riuscito a farmi tornare ragazzo e ora mi riporterà a casa?-
Sentiva gioia e adrenalina. Aveva avuto una paura orribile, ma il suo comandante l’aveva aiutato anche in quel momento, e ora finalmente sarebbe ritornato a casa sua, nel suo tempo…
Non fece in tempo a voltarsi che si ritrovò sommerso da colori e forme.
Gli piovvero direttamente addosso: d’istinto si difese la testa con le braccia e quando non avvertì più movimenti si guardò attorno.
Lanciò subito uno strillo di gioia, quella davanti a lui era la sua casa.
Casa… Casa. Casa!
-Comandante!- Yuuto si voltò, immaginava di averlo ancora di fianco.
Invece non vide nulla. Kageyama era scomparso.
-Comandante? Kageyama? Do-Dove siete?-
Nell’agitazione non si accorse di scontrare contro il cancello di casa.
Avvertì di nuovo una vertigine.
Il cancello si era deformato al suo tocco. Se avesse provato ad oltrepassarlo l’avrebbe distrutto.
-Comandante, che significa? So che riesce a sentirmi! Dove mi ha portato…? Dove siamo…?-
-Sei vicino a casa Kidou.-
-Questa non è casa mia!- ribatté sicuro il giovane in piedi su un muretto che si stava sciogliendo – Nulla di quello che è intorno a me è reale!-
-Potrà diventarlo, se tu risponderai alla mia domanda.- Le parole di Kageyama perdevano sempre meno consistenza e volume, sembravano invisibili fili di vento.
-Alla sua domanda?-
-Se tu fossi a casa, Kidou… Saresti felice? Se questa fosse realmente casa tua, saresti felice?-
-S-Sì! Certo che sarei felice… E’ tanto tempo ormai che cerco di tornare a casa, lei lo sa…-
La sua rabbia era sfumata, si sentiva solo confuso.
All’improvviso Kageyama apparve davanti a lui, girato di schiena. Yuuto aprì la bocca per chiamarlo, ma il tono forte, fermo e reale del Comandante lo zittì.
-Allora avevo ragione.
La tua felicità deriva dalla consapevolezza di star scappando da qualcosa che ti spaventa.
E pensare che ti consideravo un ragazzo forte…
Va’ allora, rifugiati nella tua felicità, codardo.-

Detto questo, Kageyama scomparve così com’era apparso, e al suo posto Yuuto vide una piccola chiave argentata che brillava appena, sospesa nell’aria.
Poi una forza più potente di lui lo spinse dentro il cancello, che al tatto era tornato rigido, freddo e resistente.
Con un colpo secco il cancello si chiuse alle sue spalle, e il ragazzo si ritrovò solo, all’interno del suo giardino, con davanti la porta d’ingresso.
Scoppiò a piangere, nelle orecchie sentiva ancora lento brontolio delle onde in riva al mare…

 

 

 

 

*Dreams’ corner*

-Oggi mi sono data all’inglese (?) uu
Buongiorno ragazzuoli~
Nel precedente capitolo non ho ricevuto recensioni a parte la mia cara Juddy <3
Ma spero che non abbiate pensato che io mi sia arresa: guai a voi, eh!
Avevo solo, come tanti suppongo, una valangata di scadenze, interrogazioni e compiti che mi hanno rubato un sacco di tempo.
Ohibò, è stata dura, e ancora lo è. Infatti per altre due settimane sarò piena di lavoro, ma ci tenevo a non sparire completamente; ecco perché ho deciso di pubblicare questo capitolo.
E’ corto, lo so, ma unire tutto il sogno/incubo sarebbe stato eccessivamente lungo e pedante per voi. Invece in questo modo potete leggere qualcosa e spero che qualcuno riesca a ritagliare qualche minutino per lasciarmi una recensione, anche corta, non importa **
Notizia super: ho il numero ufficiale dei capitoli… Saranno 20 in totale, e vedrò di pubblicarli tutti entro Giugno, salvo problemi ovviamente. Spero che continuerete a seguire questa long nonostante gli impegni scolastici ed extra-scolastici, gnè~
Per quanto riguarda il capitolo… Ho pressoché poco da dire, nel senso che è solo e solamente un sogno di Yuuto, ma questo è piuttosto chiaro, spero. Nel prossimo capitolo lo vedremo a ragionare sulle parole di Kageyama e chissà se riuscirà a risvegliarsi e tornare a casa?
Bene bene ragazzi, alla prossima e grazie a tutti!

Sissy <3

  
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