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Autore: peetarms    12/05/2014    12 recensioni
Winter Davis, ragazza totalmente imprevedibile, testarda e chiusa nel suo dolore si ritrova a essere la damigella d'onore al matrimonio di sua madre quasi tre anni dopo la perdita di suo padre. Ma quello che Winter non sa è che da questo matrimonio la sua vita cambierà.
«Catching Fire?» una voce mi fa uscire dal meraviglioso mondo della lettura facendomi tornare alla realtà.
«Si, di Suzanne Collins, lo sto rileggendo per la milionesima volta, lo hai letto?» non alzo lo sguardo dal libro quindi non vedo da chi proviene la voce.
«Posso sedermi vicino a te?» chiede il ragazzo.
«Solo se mi rispondi» controbatto mentre finisco di leggere la pagina.
«Facciamo che se mi siedo ti rispondo» la sua voce è divertita.
«Okay» alzo le spalle mentre cerco il segna libro nella borsa. Sento che si è seduto vicino a me dal calore del suo corpo di fianco al mio ormai freddo per le ore passate a leggere fuori «Allora, mi rispondi?» finalmente trovo quello che stavo cercando.
«Certo che l’ho letto, l’ho anche interpretato, piacere Josh Hutcherson»
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I dont wanna say goodbye
But sometimes things just dont go as wed like
All i wanna do is cry
Say my farewells pack up and leave tonight
— Say Goodbye, Eminem








 


POV Winter Davis.
 

La luce mi sveglia. Metto la testa sotto il cuscino e cerco di riaddormentarmi di nuovo, ma dopo cinque minuti capisco che non mi riaddormenterò più. Scosto il cuscino dal viso e cerco di abituare i miei occhi alla luce che proviene dalla finestra, dopo di che mi alzo lentamente. Cerco di pensare a ciò che è successo e a quello che succederà. La notte precedente ho incontrato la persona che ammiro di più per la sua determinazione, per i suoi sogni, per tutto, ed è successo davvero perché il suo giubbotto è nella sedia della camera degli ospiti dove ho dormito stanotte, a casa dei miei zii. Mi alzo e il pavimento è caldo, ringrazio il fatto che i miei zii abbiano il riscaldamento a pavimento, cammino scalza fino alla porta ed esco, percorro tutto il corridoio fino alla camera di mio cugino.

«Giorno» mi siedo sul suo letto e lo guardo mentre si pettina i capelli.

«Buongiorno Win» si volta verso di me.

«Non sarà un buongiorno Luke» sbuffo «Mi dai una tua felpa e un paio dei tuoi pantaloni della tuta, mi sono dimenticata di prendere il cambio ieri» alzo le spalle.

«Jessica ha lasciato qui un paio di leggins o come diavolo si chiamano l'altra volta» dice finendo di pettinarsi.

«Non voglio i leggins della tua ragazza» ribatto acida.

«Win, o quelli o vai in giro con le gambe nude»

«Oh vai al diavolo Luke» apro il suo armadio dove prendo la felpa blu.

«Non la felpa blu» mi punta il dito contro.

«Fino a prova contraria te l'ho regalata io» lo zittisco.

«Tieni» dice prendendo da un cassetto i leggins della sua ragazza e porgendomeli. Li afferro sbuffando sonoramente mentre mi dirigo verso la porta «Prego Win» incrocia le braccia.

«Lo sai che non prego Luke» gli faccio la linguaccia prima di uscire da camera sua.

Ripercorro il corridoio e rientro nella stanza degli ospiti, una volta chiusa a chiave, mi tolgo quell'orrendo vestito e la felpa di mio papà rimanendo in intimo. Mi infilo i leggins di quell'oca della ragazza di mio cugino, poi la felpa e infine le vans. Lascio il vestito sul letto, non lo voglio più vedere in vita mia. Esco di nuovo dalla camera ed entro in bagno dopo essermi assicurata che al suo interno non ci fosse nessuno. Utilizzo il deodorante di mia zia e pettino i miei capelli biondi con la loro spazzola nera; decido di farmi la treccia laterale. Mi lavo la faccia e dopo di che esco dal bagno, scendo le scale che portano nella zona giorno dove trovo i miei zii in cucina che preparano la colazione.

«Giorno Win» la voce di mio zio è la prima che sento quando entro in cucina e mi scocca un bacio tra i capelli.

«Giorno tesoro» mia zia mi saluta con un sorriso dolce mentre cucina i i pancake.

«Giorno zii» dico prendendo la tazza dalla mensola che sarà da li a poco riempita di caffè, ci metto due zollette di zucchero. Mentre giro il contenuto con il cucchiaino che mio zio mi ha gentilmente passato mi viene un sorriso, in quanto collego le zollette di zucchero a Finnick, cioè a Hunger Games e quindi a Josh ed al nostro incontro la sera precedente. Ma i miei pensieri vengono interrotti dall'entrata di Luke in cucina.

«Win vuoi i pancake?» mio zio me li porge.

«No zio, non ho tanta fame» gli rispondo prendendo il piatto e passandolo a mio cugino, di sicuro lui non si fa problemi a farsi fuori cinque pancake con lo sciroppo d'acero.

«Win» la voce di mia zia mi fa voltare mentre bevo un sorso di caffè.

«Si?» rispondo dopo aver liberato la mia bocca dalla mia bevanda preferita.

«Prima mi ha chiamato mia madre» sospira «E mi ha detto che quando si sono svegliati stamattina hanno trovato la foto del matrimonio dei tuoi a terra rotta, ne sai qualcosa?» mi chiede guardandomi.

«Anche se fosse, qual è il suo problema? Ora è legata a un altro uomo» la mia voce è fredda, volto lo sguardo ritornando a bere il caffè.

«Winter» la voce di mio zio è dolce «So che ti manca tuo padre, manca a tutti ma-» lo stoppo

«Non dirmi, che lui rimarrà sempre nei nostri cuori, che mia madre ha diritto di rifarsi una vita e cazzate varie, perché tanto non mi fanno stare né meglio né mi fanno accettare questa situazione» stringo la tazza fra le mani e sputo fuori le parole con odio.

Mio cugino mi prende la mano stretta alla tazza «Non credi che dovresti dare almeno una possibilità a George, lui non vuole prendere il posto di tuo padre»

«Non capisci» lo guardo «Non capite. Non sapete com'è, non sapete cosa si prova a perdere il proprio padre e poi dopo due anni e mezzo avere un uomo in giro per casa, non lo potete sapere perché non lo avete provato, quindi finitela di farmi sempre discorsi che mi fanno solo odiare di più questa situazione» sbatto la tazza sul tavolo ed esco sotto gli occhi di mio cugino e di mia zia.

Salgo le scale intenta a prendere la borsa, il giubbotto di Josh e andarmene da qualche parte. Appena entro in camera indosso la felpa di mio papà e sopra anche il giubbotto di Josh. Il suo odore ancora una volta mi invade, faccio un debole sorriso prima di uscire dalla stanza.

«Io vado, ciao» esclamo dopo aver sceso le scale davanti alla porta d'ingresso.

«Winter» mia zia si precipita all'ingresso.

«Si, lo so che devo fare le valigie oggi pomeriggio. Ora vado da Matt, ciao» dico uscendo di casa correndo via, correndo via da loro e da tutti quelli che provano a convincermi di dare una possibilità a George. Corro fino a casa di Matt, una volta che sono lì mi manca il fiato, maledette sigarette però di cui ho un dannato bisogno. Suono al campanello e la voce di sua madre chiede chi è.

«Sono io Mary» rispondo ancora con il fiatone, lei mi apre e la trovo ad accogliermi all'entrata.

«Win» mi abbraccia dopo che sono entrata «Come stai?» mi chiede dopo che ho sciolto l'abbraccio.

«Bene Mary, Matt è in casa?» cerco di sorridere.

«Si, è in camera sua» mi risponde sorridendo e dopo di che ritorna alle sue faccende domestiche.

Salgo le scale ed entro nella terza camera a destra, quella di Matt dove lo trovo sul letto a giocare alla play.

«Buongiorno» esclama lui mettendo il pausa la play e venendomi ad abbracciare «Che ci fai qui?»

«Sono diventati tutti psicologi» sbuffo sciogliendo l'abbraccio e sedendomi sul suo letto.

«I tuoi zii?» mi domanda guardandomi.

«Si, ripetono tutti le stesse cose, intanto non sono loro a trasferirsi a Los Angeles con mia madre e George, e vuoi sapere la novità?» chiedo guardandolo, lui annuisce «Appena arrivati lì mi lasciano sola e partono per il viaggio di nozze. Cosa da pazzi, mi lasciano sola in una città che ho visto a 14 anni, in una scuola nuova, dio se li odio» stringo le mani in un pugno.

«Vieni» dice prendendomi per mano. Mi porta al piano di sotto e poi ancora di sotto nel seminterrato dove i suoi gli avevano fatto la palestra. Il mio migliore amico mi lancia i suoi guanti da pugilato, li afferro al volo. Mi tolgo il giubbotto di Josh e la felpa di mio papà rimanendo solo con la felpa di Luke. Mentre indosso i guanti lui si mette dietro il sacco.

«Ora picchia con tutta la rabbia che hai in corpo Win» dice prima di accendere lo stereo.

Faccio mente locale a tutto l'odio che provo per mia madre, per George, per il trasferimento, per la morte di mio padre, per la mia vita, per tutto questo. Picchio, picchio, picchio ancora quel dannato sacco da boxe e man mano che picchio mi sento meglio, come se picchiare qualcosa nascondesse il dolore che ho dentro, picchio per non so quanto anche la voce di Matt mi arriva lontana, ma poi mi blocca da dietro e mi sussurra qualcosa ma sento solo due parole.

«Cosa?» domando dopo essere ritornata alla realtà.

«Ora pensa a qualcosa di bello e di rilassante» mi risponde lui visibilmente preoccupato. Penso all'incontro di Josh ieri sera, a quanto sia stato dolce dandomi il suo giubbotto e alla sua disponibilità per farmi vedere Los Angeles. Mi sento più leggera. Mi calmo e mi siedo per terra dove mi tolgo i guantoni.

«Ora capisco perché fai boxe da quando hai otto anni» lui mi sorride debolmente.

«Win» mi richiama lui «Quanto odio e dolore hai dentro?» la sua voce è preoccupata e giuro che vederlo così mi fa male, non deve essere preoccupato.

«Poco» alzo le spalle noncurante.

«Si talmente poco che hai picchiato quel sacco da boxe per venticinque minuti senza fermarti vero?» il suo tono di voce è ancora più preoccupato e mi afferra le mie mani sudate.

«Venticinque minuti?» chiedo spalancando la bocca mentre tolgo le mie mani dalle sue.

«Si, venticinque»

«Sono un po' sotto pressione Matt» porto le gambe al petto.

«Lo so. E sono preoccupato, se sei così qui non immagino quando sarai a Los Angeles dove devi ricominciare tutto da capo» si siede di fianco a me.

«Me la caverò» alzo le spalle «Mi mancherai» apro le braccia e lui mi abbraccia.

«Anche tu mi mancherai Win» dice stringendomi forte e mi sposta sulle sue gambe.

«Mi vieni a trovare come minimo ogni due mesi» mormoro contro la sua spalla.

«Come farò senza di te? Cioè sono abituata a vederti tutti i giorni da quando abbiamo 3 anni. Come farò senza la mia peste» mi chiede divertito e faccio una piccola risata anche io «Rimani a mangiare da me poi ti aiuto a fare le valigie» si alza tirandomi su anche me.

«Okay, però prima di cominciare mi faccio una doccia» mi asciugo il sudore dalla fronte.

«Direi. Puzzi» come risposta riceve una mia pedata sul fianco che gli fa perdere l'equilibrio e cade a terra mentre io scoppio in una risata.


 

POV Josh Hutcherson.
 

«Allora fratellone com'è andato il matrimonio ieri?» Connor e le sue mille domande che sa che odio appena sveglio. Mi siedo al bancone della cucina dove prendo uno dei muffin che mia mamma aveva preparato «Bell'addormentato ti ho fatto una domanda, sei in onda?» mio fratello mi sventola una mano davanti alla faccia e gliela tiro a dosso mentre lo fulmino con lo sguardo.

«Bene Connor, adoro le tue mille domande appena sveglio, lo sai?» chiedo sarcasticamente.

«Si» siede di fianco a me «Allora raccontami, voglio sapere se c'era qualche ragazza carina e com'è andato il ricevimento»

«Conn sembra che tu non sia mai stato ad un matrimonio» dico prima di dare un altro morso al muffin.

«Okay okay. Di ragazze carine?» mi chiede mentre sulla sua faccia si dipinge un sorriso malizioso.

«Di gente che mi è quasi saltata a dosso c'era se vuoi sapere questa. Si qualcuna di carina c'era» rispondo sovrappensiero a causa del pensiero rivolto a Winter ed ai suoi occhi, ma la voce di mio fratello mi fa ritornare nella realtà.

«Il tuo giubbotto?» il suo sguardo è rivolto all'attaccapanni.

«L'ho dato alla figlia della sposa» alzo le spalle prima di ritornare a pensare quanto quei suoi occhi mi abbiano incuriosito e quanta voglia di scoprire di più su di lei ho.

«Carina?»

«Si» sospiro e lui sorride conoscendomi troppo bene.

«Fratello, ha qualcosa di speciale quella ragazza se stai così dopo una volta che l'hai vista» esclama sbattendo le mani sul bancone. Lo fulmino con lo sguardo sa che odio i rumori forti appena sveglio.

«Può darsi, comunque non sono fatti tuoi» finisco di mangiare il muffin per poi alzarmi e prendendo un tazza versandoci dentro del caffè.

«Quando torni a Los Angeles?» mi passa lo zucchero.

«Domani mattina» rispondo.

«Di già?» sbuffa

«Si Conn, ho delle cose da fare. Sai che puoi venire quando vuoi» gli sorrido.

«Lo so, verrò fra qualche mese» mi risponde mio fratello sorridendo prima di tornare in salotto dal suo pc.

Finisco di bere il mio caffè in pace, con la compagnia dei miei pensieri mentre un'idea si fa spazio nella mia mente.


 

POV Winter Davis.
 

«Grazie Mary, grazie per tutto quello che hai fatto in questi 14 anni, sei una persona fantastica» dico abbracciando la mamma del mio migliore amico.

«Winter sembra un addio così, ci vedremo ancora su» mi sorride «Non mi devi ringraziare di nulla, sai che qui sei sempre la benvenuta» mi scocca un bacio sulla guancia.

«Grazie davvero» ripeto mentre prendo la mia borsa e poi in compagnia del mio migliore amico usciamo da casa sua. Percorriamo il vialetto parlando fino ad arrivare a casa mia, io con in mano una sigaretta e Matt che spara le sue cazzate facendomi ridere.

«Spero di non subire prediche da mia mamma» tiro fuori le chiavi di casa dalla borsa.

«Se dovesse succedere ignorala Win» dice toccandomi il fianco mentre infilo le chiavi nella serratura.

«Guarda chi si vede» la voce di mia madre mi altera subito ma cerco di controllarmi.

«Ciao» rispondo freddamente per poi salire le scale con Matt dietro.

«Winter» mia madre alza la voce.

«Che vuoi?» mi affaccio dal corrimano.

«Perché hai rotto quella foto?» mi chiede guardandomi.

«Perché hai rotto ancora di più la mia vita?» gli chiedo con un sorriso sarcastico stampato in faccia. Lei abbassa lo sguardo e non risponde ma l'arrivo di George la rassicura e mi risponde.

«Non è vero che ho rotto di più la tua vita, tu l'hai fatto odiando me e George» mi risponde abbracciandolo.

«Sono contenta che tu abbia trovato il nuovo amore della tua vita, ma non sopporto né te né lui» li guardo disgustata «Ora vado a fare una cosa che odio, fare le valigie per andare in una città in cui non voglio andare» sorrido falsamente prima di riprendere a salire le scale.

«Non parlare così a tua madre» la voce profonda di George mi fa voltare di scatto, mi affaccio di nuovo e lo guardo.

«Come scusa?» scoppio a ridere.

«Non parlare così a tua madre» ripete lui guardandomi, faccio per scendere le scale ma la mano di Matt mi prende il polso ma io mi libero. Scendo velocemente le scale e mi avvicino a lui e a mia madre.

«Non sei nessuno, non sei mio padre e non lo sarai mai. Non hai il diritto di dirmi cosa devo o non devo fare e come devo o non devo parlare a mia madre» gli urlo in faccia «Non ti azzardare mai più a dirmi una cosa del genere» la mia voce è fredda come il ghiaccio.

«Winter, non sarà tuo padre ma devi portargli rispetto perché ora è mio marito»

«Perché te lo porti a letto eh? Povera mamma» scoppio in una risata nervosa.

«Winter non ti permettere» si avvicina a me.

«Se no cosa fai? Alzi le mani su di me?» ho un sorrisetto di sfida stampato in volto e lei mi guarda malissimo, Matt scende le scale e mi porta via.

«Vedi di cambiare atteggiamento» urla mia mamma prima che Matt chiude la porta di camera mia.

«Ma che ti è preso?» mi chiede il mio migliore amico osservandomi.

«Non si deve permettere di dirmi come mi devo comportare, per me non è nessuno»

«Okay, okay, ora basta, calmati» mi tira se rinchiudendomi tra le sue braccia.

«Mi faccio una doccia. Intanto stacca i poster dalle pareti» dico sciogliendo l'abbraccio per poi avviarmi all'armadio dove prendo dei vestiti puliti e l'intimo. Apro la porta del bagno che ho in camera e appoggio i panni sul ripiano. Mi tolgo il giubbotto di Josh e la felpa di papà, esco e li metto sulla scrivania affiancandogli anche le mie vans. Rientro in bagno lasciando Matt a togliere tutti i poster sulle pareti.

Mi spoglio lanciando i panni sporchi nella cesta ed entro dentro la doccia, lascio scorrere l'acqua calda sul mio corpo gelato. Lavo i capelli con lo shampoo al cocco, il mio preferito poi li lascio in posa con il balsamo anche quello al cocco mentre mi lavo il corpo. Mi lascio sopraffare dai miei pensieri, mi risciacquo velocemente togliendo ogni traccia di sporco definitivamente e quando esco dalla doccia mi avvolgo nel mio accappatoio nero. Mi fisso allo specchio fin quando sento la voce di Matt.

«Win dove li metto tutti questi poster ora?»

«Nello stanzino ci sono gli scatoloni, prendine un bel po', chissà quanti ne useremo per tutti i miei libri» rispondo, dopo che sento che borbotta qualcosa che prendo come un okay, mi asciugo velocemente per poi vestirmi vestendomi. Esco infilandomi i calzettini. Quando mi alzo dopo essermeli sistemati trovo Matt con in mano gli scatoloni. Passiamo le seguenti tre ore e mezzo a mettere le mie cose negli scatoloni, vestiti, accessori, quaderni, scarpe, e tutti i miei libri, quando finiamo non c'è rimasto nulla se non le vans nere e il cambio, per il giorno seguente ed il pc sulla scrivania.

«Win ora vado sono le 7.43pm mia mamma mi starà aspettando per cenare» mi scocca un bacio sulla guancia «Ci vediamo domani all'aeroporto» mi abbraccia e io lo stringo più forte.

«Okay» dico debolmente. Lo lascio andare dopo avergli dato un bacio sulla guancia.

Mi siedo sul divano di fianco alla finestra e prendo l'i-phone dalla borsa. La prima volta che oggi uso il telefono. Lo sblocco e noto che ho un messaggio su Whatsapp.

Da: Sconosciuto.
Ci hai pensato Winter? Accetti che io sia la tua guida per un giorno?

Josh? Impossibile, come fa ad avere il mio numero. Digito velocemente la risposta

A: Sconosciuto.
Chi sei?

Mi stendo sul divano e guardo fuori dalla finestra. Ha iniziato a nevicare, poco dopo il telefono vibra.

Da: Sconosciuto.
Ce l'hai fatta a rispondere è Win! Sono colui che ieri sera ti ha dato il giubbotto :)

Josh. Come fa ad avere il mio numero?

A: Sconosciuto.
Josh? Come fai ad avere il mio numero?

Invio il messaggio, chiudo Whatsapp e blocco il telefono. Lo appoggio sulla pancia e fisso i fiocchi di neve appoggiarsi sulla finestra per poi sciogliersi subito, il telefono vibra.

Da: Sconosciuto
Indovinato Winter, sapessi come ho fatto ad avere il tuo numero

Sorrido, prima di rispondere salvo il numero tra i contatti.

A: Josh.
Sono curiosa di saperlo, quindi Hutch racconta.

Invio il messaggio e blocco di nuovo il telefono, un sorriso si fa spazio sul mio viso. Josh Hutcherson colui che sogno da quando sono piccola mi ha cercato.


 

POV Josh Hutcherson.
 

«Josh è pronto» la voce di Connor mi fa distogliere lo sguardo dallo schermo del telefono e dalla risposta di Winter.

«Arrivo, rispondo a un messaggio e vengo a tavola» rispondo velocemente a mio fratello per tornare a fissare lo schermo del mio i-phone.

A: Winter.
Storia lunga, chissà, se accetti che io sia la tua guida a Los Angeles te la racconterò, ora vado a cena, tu pensaci Win.

Invio il messaggio, chiudo tutte le applicazioni aperte e blocco il telefono. Mi alzo dalla posizione non salutare in cui mi ero messo sul divano raggiungo la mia famiglia in cucina con un sorrisetto dipinto in volto. Noto che mi hanno aspettato per cominciare a cenare e mi precipito nella sedia libera pronto a mangiare la deliziosa cucina di mia madre.

«Josh com'è andato il matrimonio?» la voce di mia mamma mi distoglie dalla visuale del brasato che aveva preparato.

«Bene, dovevate esserci è stato stupendo» mento spudoratamente. In chiesa per poco non mi addormentavo e fin che mio zio non mi diceva di Winter mi stavo annoiando a morte, gli sorrido e lei mi sorride.

«Si, Josh ha detto che è stato stupendo» interviene mio fratello guardandomi in modo malizioso e lo fulmino con lo sguardo.

«Anche tuo zio ha detto che è stato divertente» afferma mio padre sorridendo dopo essere stato in silenzio mentre noi parlavamo.

«Peccato che eravate ancora in viaggio» dico mangiando un pezzo di pane, mentre sento il mio telefono vibrare, sicuramente Winter.

«Tuo fratello ci ha detto che domani torni a Los Angeles» esclama mia mamma con il suo solito tono di voce dolce.

«Si, ho delle faccende da sbrigare prima di tornare sul set» gli sorrido.

«Faccende eh» dice mio fratello.

«Connor si può sapere cos'hai?» gli chiede mia madre guardandolo.

«Nulla nulla» risponde lui guardandomi divertito e non posso fare a meno di tirargli un calcio sul piede «Ahia» urla guardandomi male.

«Scusa, era il tuo piede?» la mia voce è ironica.

«Smettetela voi due» ci rimprovera nostro padre.

«Comunque mamma, magari questa primavera vado un po' a Los Angeles da Josh» dice mio fratello dopo aver finito tutto quello che aveva nel piatto.

«Si, gli ho detto che non mi disturba» arrivo in soccorso di mio fratello dopo aver finito.

«Certo sai che puoi andare quando vuoi da tuo fratello basta che non lo disturbi» risponde nostra madre.

Passiamo la cena a parlare di vari argomenti, quando è ora di sparecchiare aiuto mia mamma così da passare un po' di tempo con lei. Appena finiamo gli auguro la buonanotte e dopo averla abbracciata salgo le scale. Entro nella mia vecchia camera e mi butto sul letto, prendo il telefono dalla tasca e apro Whatsapp. Avevo ragione il messaggio che mi era arrivato prima era di Winter.

Da: Winter.
Josh con tutti gli impegni che hai non credo che tu abbia tempo da dedicare a me, comunque buon appetito.

Perché non capisce che se gliel'ho proposto è perché il tempo ce l'ho.

A: Winter
Winter, sul serio credimi se non avessi tempo non te lo avrei proposto

Blocco il telefono e mi cavo le scarpe. Mi cambio mettendomi un paio di pantaloni della tuta e una maglietta e mi infilo sotto le coperte giusto in tempo per sentire il telefono vibrare.

Da: Winter.
Okay, io domani mattina ho l'aereo per Los Angeles. Dopo domani mia mamma e George partiranno per il viaggio di nozze lasciandomi a Los Angeles da sola.

La lasciano da sola in una città come Los Angeles dopo un giorno, ma scherziamo.

A: Winter.
Quando cominci la scuola?

 

Da: Winter
Dopo domani.

 

A: Winter
Allora ci vediamo dopo scuola, inviami in un messaggio l'indirizzo e l'ora in cui finisci

 

Da: Winter
Meglio se non vieni a scuola, almeno non lì

Perché non dovrei?

A: Winter
Perché?

Da: Winter
Fidati è meglio così, Josh io vado a letto, buonanotte.

 

A: Winter
Buonanotte Win.

Non posso fare a meno di pensare che non vedo l'ora di incontrarla e cercare di scoprire qualcosa in più su di lei. Spengo la luce quando noto che con i miei pensieri si sono fatte le 11.43pm, mi stendo e appoggio il mio i-phone sul comodino. Quando sto per addormentarmi sento il telefono vibrare, allungo la mano e lo afferro.

Da: Winter.
Ho ancora il tuo giubbotto per la cronaca, ti dovevo incontrare lo stesso per ridartelo.

Sorrido.

A: Winter
Win lo puoi anche tenere se ti fa piacere, non dovresti dormire?

Rimango online e osservo la scritta "sta scrivendo.." sotto il suo nome e poi quando invia il messaggio ritorna a essere online

Da: Winter.
Non riesco ad addormentarmi.

Digito velocemente sulla tastiera

A: Winter.
Brutti pensieri?

 

Da: Winter.
Non voglio lasciare il Kentucky Josh.

Immagino che deve essere difficile lasciare tutto adesso e vivere in una casa con due persone che non sopporti.

A: Winter.
I cambiamenti non sempre sono negativi Win, magari da questa storia uscirà qualcosa di positivo.

 

Da: Winter.
Si hai ragione, però quando succedono tanti cambiamenti insieme non ne puoi più. Comunque, ti lascio dormire notte Josh.

 

A: Winter
Notte Winter.

Che cosa intende dire con tanti cambiamenti insieme? Appoggio il telefono sul comodino dopo aver attivato la sveglia, mi addormento con quella domanda in testa.


 

POV Winter Davis.
 

Due colpi alla porta mi svegliano. Apro gli occhi ma mugugno qualcosa di offensivo alla luce.

«Winter svegliati, fra tre ore abbiamo l'aereo» la voce di mia mamma mi fa scattare in piedi, apro la porta e la guardo male.

«Lo so anche io grazie, arrivederci» gli sbatto la porta in faccia mentre mi stava per rispondere.

Ritorno sotto le coperte, prendo il mio telefono e leggo l'ultimo messaggio di Josh di ieri sera dove mi augurava buona notte. Sorrido mentre decido di togliermi il pigiama. Mi vesto e infilo le mie vans, entro in bagno dove mi pettino i capelli biondi lasciandoli sciolti. Dopo aver sistemato le ultime cose che rimanevano in bagno come lo spazzolino, il dentifricio, la spazzola scendo al piano di sotto e entro in cucina ignorando mia mamma e George, mi preparo la mia tazza di caffè; la bevo mentre gioco con il telefono al 77esimo livello di Candy Crush.

«Le tue valigie sono già in macchina Winter'» a voce di mia mamma mi fa alzare lo sguardo dal telefono.

«Okay» rispondo freddamente.

«È ora di dire addio» esclama prima di uscire per l'ultima volta da casa.

Facile per lei, non vede l'ora di lasciare Island e tutto quello che la lega a mio padre per stare con George. Esco dalla cucina e vado in salotto dove cominciano i flashback: i compleanni festeggiati, i natali, decorare l'albero di Natale, le risate, tutti i ricordi con mio padre sono qui dentro, in questa casa, qui a Island non a Los Angeles. Non voglio lasciare questa casa, ma sono costretta. Sbatto le palpebre un paio di volte per cacciare via le lacrime, avevo promesso a me stessa dal giorno del funerale di mio padre che non avrei mai pianto, sono due anni e mezzo che non verso lacrima. Mi avvio verso la porta prima che altri ricordi mi vengano in mente chiudo velocemente la porta.

Addio casa.

Addio giardino.

Addio casetta sull'albero.

Addio ricordi.

Addio Island.

Addio.












 


POV AUTRICE:
 

Eccomi qui con un nuovo capitolo.
Il capitolo l'ho fatto sia dal punto di vista di Winter sia da quello di Josh, visto che non era possibile che si incontrassero di nuovo, ma succederà presto e quindi li ho fatti comunicare tramite Whatsapp haha.
Anyway, non mi aspettavo che la storia piacesse così tanto, cioè sette recensioni per il primo capitolo, ma io vi adoro.
Ora spero solo di non deludere le vostre aspettative, punto molto su questa storia visto che mi rispecchio molto in Winter.
Come sempre spero di ricevere recensioni, dove potete esprimere quello che pensate liberamente sul capitolo e magari anche criticarmi per qualcosa così da migliorarmi.

A presto meraviglie.

-peetarms.
   
 
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