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Autore: aduial    12/05/2014    1 recensioni
Albus Severus Potter ha una gemella. Una gemella che tutti sanno che esiste ma che nessuno, a parte i vari familiari, ha mai nemmeno visto. Una gemella con cui condivide emozioni, sentimenti, pensieri. Una gemella che nasconde un segreto che nemmeno lui sa. Un segreto così doloroso da farla fuggire da tutto e da tutti.
storia sospesa.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 4

Un paio di giorni dopo la festa, Leila si trovava in biblioteca per finire una traduzione di Antiche Rune. La testa le sembrava sul punto di scoppiare, non riusciva più a concentrarsi e si era bloccata su una frase particolarmente difficile. Non riuscendo a ricordare il significato di un simbolo, decise di andare a prendere il dizionario, che si trovava su uno scaffale a un paio di corridoi di distanza rispetto a dove era seduta. Sbuffando si alzò e, casualmente, guardò fuori dalla finestra, dalla quale si vedeva in lontananza il campo di Quidditch. Rimase immobile, ad osservare le scope che volteggiavano nell’aria, alcune più agili e veloci, altre più impacciate ed esitanti, e si ricordò che Lily le aveva detto che quel giorno ci sarebbero state le selezioni per la squadra di Grifondoro. La più giovane dei Potter giocava infatti come cercatrice, lo stesso ruolo che il padre aveva occupato prima di lei, nella squadra capitanata dal fratello James, che invece era cacciatore, come lo era stata la madre. Più rilassata di prima, si diresse verso lo scaffale dove sapeva avrebbe trovato il dizionario. Si mise in punta di piedi e arrivò a malapena a sfiorare il pesante volume. Maledicendo Merlino, Morgana , i quattro i fondatori e i genitori che l’avevano fatta così bassa, si arrampicò sulla libreria, riuscendo a prendere il libro, ma facendo cadere a terra un paio di tomi altrettanto grossi e, soprattutto, molto impolverati. Fece per raccoglierli e vide che uno era un manuale di manufatti magici creati dai goblin, ma fu l’altro titolo ad attirare la sua attenzione: “Magia e bellezza, le pietre magiche e i loro poteri nascosti”. Leila era sempre stata attratta dalle pietre preziose e decise di lasciar perdere la traduzione per dedicarsi a quella che si prospettava essere una lettura ben più piacevole.
 
Un’ora dopo aveva già letto quasi metà dell’interessantissimo libro, scoprendo le proprietà di moltissime gemme comuni, come l’ametista che aveva un effetto calmante e chiariva i pensieri, lo smeraldo che portava alla conoscenza del proprio io più nascosto, la giada che portava serenità, il rubino che favoriva l’amore, ma anche di molte altre, rarissime, che non aveva mai sentito nominare come l’Apatite Stellata, che permetteva la comunicazione telepatica tra due persone che ne possedessero una o l’Opale dei Sogni, che permetteva di sognare la notte i desideri più profondi di una persona e che quindi poteva rivelarsi uno strumento molto pericoloso. Leggendo la spiegazione dell’opale Leila ricordò quando suo padre le aveva raccontato la storia dello Specchio delle Brame e la raccomandazione che le aveva lasciato “Ricorda, figliola. Non bisogna mai rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere”. Lesse dello Zaffiro Veggente, che permetteva di prevedere il futuro ma la pietra che più la colpì fu il Diamante di Sangue. Il nome era piuttosto inquietante, ma la giovane se ne sentì stranamente attratta e venne assorbita completamente dalla spiegazione.
 
“Il Diamante di Sangue è una tra le pietre più rare e preziose esistenti al mondo e si presenta come una pietra di taglio regolare, trasparente e priva di imperfezioni, con delicate screziature di argento colato. Si forma in seguito alla cristallizzazione di una delle sostanze più pure tra quelle conosciute: il sangue di unicorno. L’efferato crimine che si compie nello spargere il sangue di questi meravigliosi animali e la bassissima probabilità che si compiano gli eventi necessari alla sua cristallizzazione, rendono il Diamante di Sangue una gemma quasi impossibile da trovare. In molti sono andati alla sua ricerca, ma tutti sono tornati a mani vuote. Il suo potere è quello di richiamare lo spirito di un defunto e di inserirlo in un nuovo corpo ospite, che dovrà essere stato prima privato dello spirito originario, naturalmente tramite l’omicidio. Ma la crudeltà di questa splendida gemma non si ferma solo a questo necessario omicidio. Infatti la pietra si attiva solo attraverso una qualunque violenza subita da colui o colei che la indossa. Se il portatore del Diamante non subisce alcuna violenza, esso può rimanere inattivo per secoli. Per neutralizzarne gli effetti è necessario il sacrificio del portatore. Nel corso della storia si hanno solamente due testimonianze dell’esistenza di tale pietra, la prima risale alla regina egizia Cleopatra, intorno al 35 a.C., che aveva fama di essere una potentissima strega, nonchè una pozionista abilissima, soprattutto nella produzione di veleni. La seconda invece è successiva di molti secoli alla prima, infatti risale al 1600, anno in cui la gemma scomparve dalla corona della regina babbana Elisabetta I d’Inghilterra. Da quell’anno si è persa qualunque traccia dell’unico Diamante di Sangue di cui si conosca l’esistenza.”
 
Leila alzò lo sguardo con gli occhi che bruciavano dalla stanchezza e guardò l’orologio, vedendo che mancava ancora una mezz’ora abbondante all’inizio della cena. Allora posò il libro e tornò a dedicarsi alle ultime due righe della traduzione, che terminò una decina di minuti più tardi. Quindi decise di andare a posare i libri in Sala Comune e si diresse verso i sotterranei.
 
Appena uscita dalla biblioteca sentì una voce profonda che la chiamava e si voltò per vedere Scorpius Malfoy che le veniva incontro con passo svogliato. Aveva i capelli scompigliati, la cravatta allentata e la camicia con i primi bottoni aperti, a lasciare intravedere il petto scolpito dagli allenamenti di Quidditch. Leila, non del tutto insensibile al fascino che il ragazzo emanava, deglutì e dovette quasi farsi violenza psicologica per distogliere lo sguardo da quegli occhi grigi che sembravano fatti di mercurio. Scorpius le chiese dove fosse diretta e Leila, una volta recuperato il controllo di sé rispose: “sto andando in Sala Comune a portare giù i libri, per poi andare a cenare. Mi accompagni?” gli chiese quindi con un sorriso. Scorpius, da perfetto gentiluomo, annuì e le tolse dalla spalla la borsa pesante per poterla aiutare, ma nel farlo la toccò accidentalmente. Leila allora si irrigidì e si scostò velocemente, tentando però di mantenere la calma. Vedendo lo sguardo interrogativo del ragazzo, gli rivolse un sorriso incerto e si incamminò. Il giovane Malfoy si affrettò a seguirla, ma non potè fare a meno di notare come lei tentasse in ogni modo di evitare un qualsiasi contatto tra di loro.
 
In silenzio raggiunsero la Sala Comune, dove Leila fu quasi aggredita dal suo gemello.
“Leila! Ti prego aiutami! Hai per caso visto dove…”
“Hai provato…”
“Sì e non l’ho…”
“Allora guarda…”
“Hai ragione! Sei un genio!”
Albus le scoccò un bacio sulla fronte e corse su per le scale del dormitorio. Leila si voltò versoTara, Annika e Scorpius, che la guardavano allucinati. La Potter scoppiò a ridere: ”Non sembrate molto intelligenti con quelle facce!”. Le ragazze le chiesero come faceva a sapere cosa voleva Albus da lei e Leila rispose: “Fin da quando eravamo piccoli non avevamo bisogno di parole per capirci. Albus mi ha chiesto deve poteva aver messo il suo kit di manutenzione per la scopa e, visto che aveva già cercato nel baule e sapendo quanto può essere disordinato, gli ho semplicemente consigliato di guardare sotto il letto”. In quel momento Al fece capolino dalle scale, brandendo una scatola con aria trionfante. Tara e Annika continuarono a fare domande ai gemelli Potter, che avevano centinaia di episodi come quello da raccontare, mentre Scorpius non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di Leila che, per la prima volta, rideva davanti a loro.
 
Intanto nelle rovine di una cripta in una foresta sperduta sui Carpazi
 
“Mio Signore, l’ho trovato!” esclamò una misteriosa figura incappucciata. Una voluta, come di fumo, si mosse davanti a lui in ipnotiche spirali: “Sapevo che non mi avresti deluso, ora devi solo portarlo da me”. Una voce, come un sibilo, che sembrava provenire da quello strano lembo di nebbia. E nell’oscurità della cripta brillarono due occhi rossi come il sangue mentre si udiva il rimbombo di una risata intrisa di malvagità.
 
Angolino della sclerotica che scrive la storia...
Allora... Spero che la storia vi stia piacendo almeno un po' e, a questo proposito, vi chiederei di lasciarmi una recensione, anche piccola piccola, giusto per capire cosa posso migliorare. Quindi gente non fatevi problemi a tirarmi qualunque tipo di ortaggio (metaforicamente parlando, ovviamente), criticatemi se volete (purchè siano critiche costruttive), ma fatemi sapere cosa ne pensate. A questo proposito ringrazio lumamo64 e Creepy_Ophelia che hanno recensito la mia storia. Un bacio a tutte (presupponendo che ci siano solo femminucce che leggono, ma se c'è anche qualche maschietto è pregato di farmelo sapere),
Aduial
   
 
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