MANUALE DI SOPRAVVIVENZA QUANDO SI E’ SUPPLENTE DI SCUOLA
Come fare appena entrati in aula:
salutare gli alunni , non sorridere, farli alzare dalla loro sedia… pretendere il silenzio, valutare nel silenzio chi continua a fare le proprie cose, come scrivere, chiacchierare, disegnare stando in piedi, sbuffare , ecc. ; aspettare qualche momento e far sedere gli alunni.
Respirare e appena si ottiene un po’ di silenzio, far osservare chi di loro si è comportato bene e notare subito chi vuole mettersi in mostra, senza però fare commenti , anche se vorreste farne….
Ancora non ci si deve rilassare, ma conviene controllare con la coda dell’occhio la sedia: mi è capitato, in una delle tante supplenze, di trovare puntine sulla sedia del Docente con la punta rivolta al sedere… Importante è non farci troppo caso, perché sono ragazzi spiritosi e vorrebbero ridere, piuttosto che fare lezione!
Ricordare che la postazione del Docente da seduto è allo stesso livello degli alunni e quindi conviene abbassarsi solo quando si è ottenuto il rispetto della classe.
Non spostarsi però dalla cattedra, perché può essere fatale!
I primi tempi gli alunni devono capire che la posizione di comando l’avete voi e devono fare riferimento a voi per qualunque cosa necessiti loro. In più siete sempre sicuri che così vi vedono tutti dal loro posto senza spostarsi.
La postazione centrale dà autorevolezza a colui che vi riesce a rimanere senza avere l’impulso di passeggiare tra i banchi per conoscerli meglio tutti, è grande!!!
Governare la classe con frasi brevi, secche e autorevoli: sono ragazzi, hanno bisogno di regole, devono capire dove stanno e con chi e quale scopo hanno oggi che ci siete voi.
. Ricordarsi di far alzare la mano e di parlare solo quando voi glielo permettete. E poi ascoltarli, ascoltarli con pazienza e dare loro spazio nella conversazione più che parlare voi stessi.
Accadrà che i più maturi tra gli alunni della classe troveranno le giuste risposte alle domande di chi è indispettito dalla scuola e soprattutto dello studio.
E quando si farà la lezione vera del giorno? Non c’è fretta, la prescia (come dicono a Roma), è una pessima consigliera.
Talvolta è più importante quello che i ragazzi hanno da dire, perché oggi giorno nessuno li ascolta e invece sono bisognosi di affetto e comprensione. Non giudicateli, mai! Concedetevi qualche sorriso di compiacimento, ma non cedete con atteggiamento troppo permissivo.
Sarà dura , ma dovete indossare la maschera fino in fondo e mantenerla sulla faccia, e se fate fatica, spostate l’attenzione sulla lettura di un brano del libro.